“Ricordati di Dio Creatore nei felici giorni della giovinezza prima che vengano i giorni tristi e giungano anni di cui dovrai dire: «Non ci provo più gusto» (…) quando tremeranno i Custodi della Casa (le braccia) e si curveranno i Gagliardi (le gambe) e cesseranno di lavorare le Donne che macinano perché rimaste in poche (i denti) e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre (gli occhi) e si chiuderanno le porte sulla strada; quando (…) si attenuerà il cinguettio degli uccelli e si affievoliranno i toni del canto (l’udito); quando si avrà Grande Paura delle Alture e degli Spauracchi della Strada; quando il mandorlo fiorirà (i capelli imbiancheranno) e la locusta si trascinerà a stento (non riuscirai più a camminare) e il cappero non avrà più effetto (addio desideri amorosi) poiché l’Uomo e la Donna se ne vanno nella Dimora Eterna e i Piagnoni (Funebri) si aggirano per le strade; prima che si rompa il cordone d’argento e la lucerna d’oro s’infranga e si rompa l’anfora alla fonte e la carrucola cada nel pozzo e ritorni (il tuo corpo) come polvere alla terra (…) e lo Spirito torni a Dio che ce lo ha dato. Vanità delle vanità – dice il Qoèlet o Ecclesiaste – tutto è vanità!”.
(Qoèlet – 12 – La Vecchiaia e la Morte – Vecchio Testamento – Sacra Bibbia – adattamento d’autore – citazione citabile)
Ciò teatralmente e drammaticamente rispondeva T.C. V.S.D.I. 2050 all’intervistatore che gli chiedeva insistentemente se avesse ancora intenzione di fare nuovi concerti e nuovi spettacoli a breve: “Basta con l’Arte! Basta con la Musica Rock, il Teatro e la Poesia! Venuta è l’ora di concluder l’opra mia! Les jeux sont faits, rien ne va plus! Basta con gli itineranti concerti rock in giro per l’itala penisola! Basta con l’Arte-terapia catartica! Occorre mollare la presa (“Give it up!”). Occorre rassegnarsi. Sono troppo vecchio e stanco per reiterare a lungo tali cose! Da quando perdetti la Salute – bene prezioso della Vita – il mio Proverbiale Umorismo d’Autore sparì di botto ed il Pessimismo Ottimistico di fin-novecentesca memoria invase la mia Vita. La stanchezza e i guai fecero infine breccia dentro me. “Gutta cavat lapidem” – così dicevano i Saggi Latini. E se a dirla insieme a Charles Darwin “Il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero” è anche vero che ad un certo punto della propria vita bisogna sapere anche ritirarsi dalle amate scene. Giacchè oggi non sento più scorrere e fluire dentro me – come un tempo – le Eccelse Arti della Musica, del Teatro e della Poesia e le Sorgenti del Creare si sono inaridite, quale momento migliore per abbandonare la professione di italo artista indipendente di fin ‘900 ed oltre? Che volete farci? L’Età ormai avanza! Finiti sono i frizzi, i lazzi e gli sberleffi! Da quando compii cent’anni ed oltre la mia vista cala giorno dopo giorno ed il mio udito è peggiorato. Non riesco più ad allacciarmi le scarpe da solo. Fastidiosi reumatismi m’assillano d’inverno. Sordida eredità degli Umidi Roman Teatri di Prosa di fin ‘900 e del Servizio Militare svolto a metà degli anni ’80 in Fanteria Meccanizzata. Figurarsi ballare o suonare oggi la chitarra elettrica all’Arena di Verona! Non riesco più nemmeno – quasi – a scrivere! Non chiedetemi perciò più di esibirmi in pubblico! Non ne sono in grado! Altro che nuovi dischi, nuovi libri e nuovi concerti rock! Qui ci vuole una bella camomilla calda ed uno scaldino (termoforo a sabbia) che scacci il freddo che sento alle gambe! Tutti i sensi insieme vanno affievolendosi. E le campane della chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma suonano già anche per me! D’altronde tutti i Grandi Artisti di fin ‘900 che conobbi son già morti da tantissimo tempo ed oggi – nel 2064 ed oltre – non ci son nemmeno più i Grandi Attori di una volta (Albertazzo, Giggi Proiettile, Gino Manfredo, Mastro Janni, Al Bertone e tanti altri valenti attori ed artisti di fin ‘900…). Chiedo scusa a tutti nel caso in cui avessi involontariamente – ahimè – storpiato lor nomi e cognomi ma oggi è per me quasi impossibile ormai anche soltanto ricordare tutto ciò che accadde a fin ‘900 ed oltre. Figurarsi i dettagli ed i particolari. Qual è dunque il recondito senso di questo perdurare a vivere ad oltranza? A quando la mia insindacabile dipartita terrena? Qual è il Senso Ultimo – oserei dire quasi Metafisico – di questo permanere in un mondo ostile oggi tanto cambiato da risultar a noi – vegliardi di fin ‘900 – assurdo ed incomprensibile? Un mondo d’oggi in cui giorni, luoghi e persone hanno perso – anche a Roma “Caput Mundi” Mia Sparita – ogni logica parvenza di significato? A che pro continuare a vivere oltre cent’anni già suonati? Non sarebbe forse l’ora di ricongiungersi ai propri Antichi Avi del Freddo Nord Torricella e Montecchini? Di fatto non posso più viaggiare e lavorare nei teatri del Pianeta! Mi imbottisco di medicine! Non ci sono più tutti quei soldi e la bella vita di una volta! Non occorre prepararsi – forse – per l’Ultima Grande Recita Finale e per la Definitiva Uscita di Scena tra i festosi applausi – tutti in piedi – degli astanti intervenuti? Lo Spirito Chiama! Sora Morte Nera Barocca Romana di fin ‘600 ed oltre viene! A che pro ricorrere ancora e ad oltranza all’Accanimento Terapeutico Chirurgico di Base dei “Pezzi di Ricambio”? Perché non scegliere invece l’eticamente consentita – nel 2064 ed oltre – Eutanasia Legale d’Oggi? Che la Vita Dis-Umana d’Oggi duri innaturalmente oltre cent’anni (come fanno i Super-Vecchi aggiornando i propri organi vitali…) è allora un Sommo Bene o un Sommo Male? Tutta questione di soldi e solo di soldi? Ai Futuri Posteri Venienti del 2070 ed oltre l’ardua sentenza. Ma Noi (nel 2070 ed oltre) – lo spero davvero – Noi non ci saremo!”.
(continua… forse)
(Cristiano Torricella autore, ghost-writer e ghost-graphic for T.C. V.S.D.I. 2050 ivi dixit et scripsit)