E’ tra i libri che, almeno fino a questo momento, mi hanno colpito di più.
Travolgente, toccante.
Immedesimarsi nel protagonista “il vecchio Salomonsohn”, nei suoi pensieri, nei pensieri di un padre nei confronti della propria figlia – non essendo io padre, posso solo immaginare – è qualcosa che lascia il segno, che fa capire davvero quanto sia difficile ricoprire questo ruolo in determinate situazioni…
Incipit: Tramonto di un cuore di Stefan Zweig
Non è detto che il destino, per distruggere il cuore umano, debba menare un colpo brutale e usare tutta la sua violenza; da futili motivi anzi esso trae la sua indomabile gioia creatrice. Nel nostro linguaggio umano questo primo lieve tocco lo chiamiamo causa, e stupiti confrontiamo la sua piccola misura con gli effetti spesso straordinari di potenza. Ma come la malattia esiste prima di manifestarsi apertamente, così il destino non comincia solo quando diventa realtà visibile e concreta. Esso impera nello spirito e nel sangue assai prima che dall’esterno arrivi all’anima. Riconoscersi è già difendersi, e per lo più è invano.
Titolo: Tramonto di un cuore
Autore: Stefan Zweig
Casa editrice: Garzanti
Pagine: 54 pagine
Anno di pubblicazione: 2015
Traduzione di Berta Burgio Ahrens