Incipit

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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:Inserisco l'incipi del divertente libro che ho letto qualche giorno fa, il romanzo A neve ferma di Stefania Bertola

Stefania Bertola - A neve ferma, Salani, 2006
Ehmmm...mi piace! Sisisi, mi piace non solo per via del nome utilizzato per il personaggio maschile (è il mio nome :ehm: ) ma per le varie considerazioni e per i pensieri che la protagoista fa! :yes:

E' un incipit che trovo molto delicato nelle parole! :)

Grazie per averlo inserito Vianne! :fiore:
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Re: Incipit

Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto:Grazie per averlo inserito Vianne! :fiore:
E' stato un piacere! :k: :k:
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Re: Incipit

Messaggio da Vianne »

...e lo è ancora di più inserire l'incipit del bellissimo La valigia dello scrittore russo Sergej Dovlatov :wub:

Premessa

All'Ufficio per l'espatrio quella stronza viene a dirmi:
- Ogni emigrante ha diritto a tre valigie. Questa è la norma. In merito abbiamo disposizioni precise del ministero.
Protestare non aveva alcun senso. Ma naturalmente protestai:
-Solo tre valigie?! Ma come si fa con tutta la roba?
- Per esempio'
- Per esempio la mia collezione di automobiline da corsa...
- Se le venda - rispose l'impiegata senza pensarci.
E poi aggiunse inarcando leggermente le sopracciglia:
- Se non le sta bene qualcosa, scriva un reclamo.
- Mi sta bene - dissi.
Dopo il carcere tutto mi andava bene.
- Beh, allora si dia una calmata...
Dopo una settimana stavo già raccogliendo le mie cose e potei constatare che una sola valigia bastava e avanzava.
Dalla pena che mi facevo, poco ci mancava che mi mettessi a piangere. In fondo avevo trentasei anni. Diciotto dei quali avevo lavorato. Qualcosa avevo guadagnato, avevo comprato. In fondo, ero convinto di possedere delle cose. E invece, in tutto, una sola valigia. E per di più piuttosto piccola. Ma allora ero un poveraccio? E come avevo fatto a ridurmi così?!

Sergej Dovlatov - La valigia, Sellerio 1999, 2006
Traduzione di Laura Salmon
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:...e lo è ancora di più inserire l'incipit del bellissimo La valigia dello scrittore russo Sergej Dovlatov :wub:
Moooolto ma molto bello! Ho riso e poi son tornato serio, praticamente ho seguito il racconto e i pensieri che il protagonista fa! Mi piace! :banana: :banana:
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Eccomi! :)
...sto leggendo un libricino molto molto piccolo, saranno una trentina di pagine, dove si parla della Coca Cola e si denuncia la multinazionale per una serie di motivi davvero gravi: sfruttamento delle persone, deturpazione dell'ambiente ecc...

Il libricino l'ho trovato in edicola, in uno scatolone insieme ad altri e fa parte di una collana chiamata Millelire e pubblicata da Stampa Alternativa...

Riporto la prefazione, l'incipit - se volete chiamarlo così - che spiega di cosa si parlerà nelle trenta pagine! :)


Ancora e sempre controinformazione

Coca Cola, al pari di Mc Donald's, Nike e di svariate altre note multinazionali, non solo sono i marchi più venduti al mondo, ma perfino le parole più globalmente note. Una ricchezza e una notorietà che - come denunciano le campagne di boicottaggio mondiali - sono pagate a caro prezzo, spesso a danno dei lavoratori, dell'ambiente e degli stessi consumatori. Lo sfruttamento delle persone più povere del pianeta, nonchè i colossali danni all'ambiente che sempre più ci si stanno ritorcendo contro, dovrebbero suscitare interesse e indignazione comuni. Eppure questi fatti sono abilmente celati da colossali e martellanti campagne pubblicitarie, capaci di trasformare macchine del profitto in azienda friendly, accattivanti, perfino caricatevoli. Ognuna delle tre multinazionali sopraccitata ha non a caso la sua buona fondazione che aiuta gli orfanelli e scolari nel mondo: quale migliore pubblicità, quale migliore modesto investimento per fare fronte, nell'opinione pubblica che muove i denari, alla critiche mosse da associazioni sindacali e di consumatori, esponenti politici e religiosi, fino all'ultimo e anonimo collettivo?!?

Certo noi non abbiamo mezzi economici per esprimere in un modo mediaticamente capillare - al pari insomma delle loro pubblicità - il senso d'ingiustizia che emerge da vicende come quelle della Coca Cola. La controinformazione ha del resto più bisogno di idee che di capitale, di volontà di giustizia che di spot televisivi. Non ha jingles, né pupazzetti-mascotte, né concorsi a premi, né del resto scheletri nell'armadio. Viaggia per passaparola, in milioni di volantini, in reti locali come in quella globale di Internet. Alla forza delle immagini preferisce quella dei dati, dei fatti, del parere degli esperti, delle denunce di chi vive i soprusi in prima persona.


...

Da Cosa Cosa? - conoscerla per evitarla,pubblicata da Stampaalternativa.
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Re: Incipit

Messaggio da Vianne »

Inserisco l'incipit del romanzo L'assassino delle vedove dello scrittore ceco Pavel Kohout.
Come ho accennato in Sul comodino, è un libro che mi sta piacendo molto, ogni nuova pagina che leggo me lo fa apprezzare di più :ok:

Il romanzo è ambientato negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale a Praga occupata dai nazisti, ed ecco come inizia:

Quando, subito dopo la sirena, suonò il campanello di casa, la baronessa Elisabeth von Pommeren era convinta che fosse il portinaio ceco, salito per condurla in ascensore al rifugio; indossò di nuovo la pelliccia nera che aveva appena appeso, sollevò la valigetta di emergenza, sganciò la catena di sicurezza e capì immediatamente di aver aperto al proprio assassino.
La presenza di quell'uomo con la borsa gonfia a tracolla le si era impressa nella mente al cimitero di Vyšehrad senza che lei lo volesse, abituata com'era ai cechi che, negli ultimi tempi, decoravano, ormai anche pubblicamente, le tombe dei santi protettori. Aveva l'aria di un operaio del servizio riparazioni fermatosi da quelle parti nel fare il giro, e lei l'aveva notato di sfuggita perché, sotto quel sole violento, aveva il volto di un negro. Adesso, scorgeva degli occhi come di vetro, privi di colore e di espressione. Senza fretta, lui incuneò tra il battente e la soglia una logora scarpa con una spessa suola di gomma e, dopo quella, con altrettanta flemma introdusse nell'appartamento il proprio corpo stretto in un giaccone imbottito. Solo ora la donna vide un lungo coltello, stranamente sottile. Un coltello da macellaio!, le balenò alla mente.


Pavel Kohout - L'assassino delle vedove, Fazi 2003
Traduzione dal ceco di Letizia Kostner
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:Inserisco l'incipit del romanzo L'assassino delle vedove dello scrittore ceco Pavel Kohout.
Grazie Vianne per averlo inserito, è davvero un bell'incipit, si legge tutto d'un fiato e fa venire voglia di andare anvati nella lettura e di conoscere l'evoluzione della storia! :yes:
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Re: Incipit

Messaggio da Nilleshna »

Io adoro i libri ambientati nelle "grandi guerre" metto in lista, grazie Vi!
Per aspera sic itur ad astra

Jane Eyre\ Charlotte Brontë “Oltre questo mondo,
oltre la razza degli uomini,
esiste un mondo invisibile e un regno degli spiriti.
Quel mondo ci circonda ed è dappertutto;
e quegli spiriti ci vegliano, perché hanno l’incarico di custodirci…”

Immagine
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

E' trascorso un bel po' di tempo dall'ultima volta che ho citato questo libro, l'ho acquistato mesi e mesi fa grazie alla presentazione pubblicata su XL-La Repubblica trascritta nel topic Libri in uscita (link)...ora, visto che l'ho ripreso, ne approfitto per inserire l'incipit! :)

Les Adieux di Arianna Giorgia Bonazzi

Ecco cos'è
è quando sei stesa al materasso ma è lui appoggiato a te
pendi dal soffitto e ti è incollato al dorso
è adesso è estate sei piccola sul cornicione
fai per sporgerti poi no
mi butto poi no
si vedono le mutande dalla gonna di sangallo e senti
come insetti in asccensore nel tuo collo dentro
mi lancio
quasi
no mi tengo dura
mi butto? un due due e mezzo
e alla fine resto su
e tutto quel che segue


Da Les Adieux di Arianna Giorgia Bonazzi, pubblicato da Fandango, pagina 7

Prossimamente inserirò la continuazione, l'inizio vero e proprio del libro! ;)
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

...e come anticipato nel messaggio precedente, anche se trascorso un po' di tempo, ecco qui l'incipit vero e proprio del libro che sto leggendo! :)

Les Adieux di Arianna Giorgia Bonazzi

di quando eravamo in tutti

In fluenza

Quando ho le febbre mi si gonfia la vena, è la vena che porta i tedeschi nella testa.
Gli americani erano dei soldatini che davano da mangiare.
I tedeschi erano dei soldati molto biondi che quando giocavano a carte dicevano i nomi delle carte malissimo e se ne fregavano delle vi, mettevano tutte effe e vincevano.
Un giorno che non sogno Darth Vader con le spade in dentifricio, sogno i tedeschi che saltano giù da un camioncino per mangiare la torta in una casa e scoprire se c'erano partigiani. E' come se saltano fuori dalla mia vena e si siedono intorno all'osso della testa: un berrettino troppo stretto, da neonato.


Da Les Adieux di Arianna Giorgia Bonazzi, pubblicato da Fandango, pagina 11
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Re: Incipit

Messaggio da Vianne »

Come ho accennato in Sul comodino, qualche giorno fa ho letto un libro che mi è piaciuto molto, il romanzo Il mago dei numeri dello scrittore tedesco Hans Magnus Enzensberger.

Per chi volesse saperne di più, sul blog ne ho inserito una mia presentazione, qui metto il bell'incipit che introduce la figura del protagonista, Roberto, un ragazzino di dieci anni:

Da un po' di tempo ormai, Roberto si era stufato di sognare: faccio sempre la figura del cretino, pensava.
Nei sogni veniva spesso inghiottito da un orrendo pescione che oltretutto puzzava tremendamente. Oppure gli capitava di essere su uno scivolo che non finiva mai. Gridava “Ferma!” o “Aiuto!”, ma non c'era niente da fare, la velocità aumentava e aumentava e alla fine Roberto si svegliava in un bagno di sudore.
Ma lo fregavano anche quando desiderava moltissimo qualcosa, tipo una bicicletta da corsa con almeno ventiquattro rapporti. Allora sognava che la bici – viola metallizzata – lo stesse aspettando in cantina. Era un sogno incredibilmente dettagliato. La vedeva lì a sinistra, accanto allo scaffale dei vini, e sapeva addirittura il numero della combinazione del lucchetto: 12345. Era un giochetto da ragazzi ricordarsela! Roberto si svegliava in piena notte, ancora mezzo addormentato prendeva la chiave e in pigiama barcollava giù per quattro piani – e invece della bici, cosa trovava, lì accanto allo scaffale dei vini?. Un topo, un topo morto. Lo avevano fregato! C'era cascato come un pollo.


Hans Magnus Enzensberger - Il mago dei numeri, Einaudi 1997, 2005
Traduzione di Enrico Ganni
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:Come ho accennato in Sul comodino, qualche giorno fa ho letto un libro che mi è piaciuto molto, il romanzo Il mago dei numeri dello scrittore tedesco Hans Magnus Enzensberger.
Grazie per averlo inserito Vianne! :)

L'incipit è molto molto divertente e la descrizione che ne hai fatto sul blog mi piace moltissimo, mi hai fatto venire voglia di leggerlo e credo di farlo molto molto presto! :yes: :banana: :banana:
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Re: Incipit

Messaggio da Vianne »

Come ho accennato in Volta pagina, sto leggendo Pelagija e il gallo rosso, un bel romanzo noir dello scrittore russo Boris Akunin.
Il libro è ambientato in Russia e Palestina alla fine dell'800 e la storia inzia su un battello che percorre il Volga.

Ecco l'incipit, che descrive la figura di un vagabondo-ladruncolo specializzato nel piccolo borseggio sui battelli:

Morbido e sferico, Pagnottella rotolò sin sul piroscafo Storione. Aspettò che un denso brandello di nebbia ricoprisse il molo, si rattrappì e rannicchiò tutto e divenne lui stesso simile a una nuvoletta grigia. Sgattaiolò fino all'estremità e, hop, un salto sulla colonnina di ghisa. Zampettò lungo il cavo di ormeggio, teso come una corda di violino, fino al bordo (per Pagnottella non era un problema: una volta per scommessa aveva ballato una danza russa sulla fune), e nessuno si accorse di niente. Salute a tutti, ecco a voi un nuovo passeggero.
Naturalmente non è che si sarebbe rovinato, a comprare un biglietto di ponte. Solo trentacinque copechi, fino al prossimo scale, la città di Ust' – Svijažsk. Ma un razinec che si rispetti non fa mai il biglietto. Li comprino i pollastri e i ghiozzi, i biglietti.
Pagnottella era così soprannominato perché era piccolo, agile e camminava a passetti elastici, quasi rotolando. Anche la testa era rotonda, con i capelli corti. Ai lati, come due alette, le orecchie piccole ma sensibilissime


Boris Akunin - Pelagija e il gallo rosso, Frassinelli 2005
Traduzione dal russo di Emanuela Guercetti
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:Come ho accennato in Volta pagina, sto leggendo Pelagija e il gallo rosso, un bel romanzo noir dello scrittore russo Boris Akunin.
Il libro è ambientato in Russia e Palestina alla fine dell'800 e la storia inzia su un battello che percorre il Volga.
Grazie per l'incipit Vianne! E' molto simpatico e descrive davvero bene la figura del protagonista che alla fine si riesce ad immaginare! :)
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Ed inserisco con piacere l'incipit dell'ultimo libro che sto leggendo e che ho quasi finito. E' molto molto simpatico, fa ridere e scorre davvero bene! :banana: :banana:

Il libro si chiama Camp attack di Larry Lisca.

Sul sito della casa editrice I sognatori è possibile scaricare e leggere le prime 61 pagine...Camp Attack si trova alla fine di questo elenco! ;)


Parte prima
Dissertazione sul tema: che cos'è un campeggio


Date retta a me: il campeggio non è un ammasso di tende, camper e roulotte di varia grandezza, né un ammasso contraddittorio di verde e cemento.
È un microcosmo, un crogiolo di anime in pena che s’accalcano al suo ingresso per poter trascorrere un paio di settimane in perfetta beatitudine.
Provati dallo stress della vita cittadina, dal tran tran del solito, monotono lavoro, dallo smog che sembra fare schifo a tutti ma che tutti alimentano, campeggiatori accorsi dai quattro angoli della terra sborsano fior di soldi senza batter ciglio, accettando convivenze forzate, cibi scadenti ed esosi, ripari notturni improvvisati e servizi igienici che di igienico hanno soltanto il nome.
Robaccia, insomma, che in qualunque altro luogo nessuno di noi accetterebbe passivamente, ma che in campeggio diventa il contrappasso necessario e naturale per il raggiungimento di un decente livello d’ozio. La grandezza del campeggio, da questo punto di vista, risiede nella sua innata capacità di modificare usi e costumi della gente che lo frequenta: chi ha smesso di bere e fumare ricomincia, gli asociali escono fuori dal guscio e cercano qualcuno con cui condividere i loro istinti suicidi, darkettoni pallidi come cadaveri trascorrono ore ed ore sotto il sole, i maniaci dell’igiene personale non lavano i denti per giorni. E così via.
Detto questo, c’è da aggiungere che il campeggio, nelle circostanze appropriate, è in grado anche di tirare fuori l’anima più abitudinaria dei campeggiatori. Molti di essi, infatti, trasportano nel luogo di vacanza manie, difetti, fissazioni ed atteggiamenti indissolubilmente legati al proprio modo di essere: le persone irascibili si lamentano di tutto, le ragazzine più stupide cominciano a sfilare e a starnazzare, i culturisti pompano i muscoli, i pigri vanno a letto alle dieci, i maniaci dei libri cercano un posto isolato per fuggire dalla realtà, chi non lava mai i denti continua a non lavarli. E così via.
...

Da Camp Attack di Larry Lisca - pubblicato dalla Casa Editrice I Sognatori - pagine 7/8
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