Ho fatto un salto indietro questo pomeriggio, ad un periodo a me molto vicino anche se lontano, un periodo che non ho vissuto e che fortunatamente ho la possibilità di vivere ogni volta che nel mio stereo o nel lettore cd del computer parte una canzone d’ "epoca"!
Beh, oggi ho riascoltato per intero il primo album di questo Grandioso Gruppo e non posso fare a meno di parlarne perché sono stato trasportato all’interno, scaraventato indietro, ho immaginato lo studio dove è stato registrato e i suoi protagonisti...naturalmente...i componenti del
Banco del Mutuo Soccorso!
...ma cominciamo a parlare dell’album, che è meglio!
E’ dall’album omonimo che comincia la storia dei uno dei più importanti gruppi di rock progressivo italiano...come comincia questa storia? Beh, nel miglior modo possibile…con un ulteriore salto indietro perché
"Salvadanaio" - l’album è conosciuto da tutti con questo nome in quanto la versione originale, il disco del 1972, aveva la cover proprio a forma di salvadanaio - comincia con un intro dallo stile medievale (
In volo), un richiamo alla storia, un richiamo ad Ariosto –
"da qui messere/ si domina la valle" - per poi proseguire con una suite di nove minuti (
R.I.P.) puramente rock dove all’interno sono presenti passaggi di piano in cui Vittorio Nocenti (il tastierista) esalta le sue doti classiche…fantastico!
...e l’album prosegue e dopo aver avuto un momento energico, si calma, la musica sembra fermarsi anche se in verità va avanti e non fa altro che introdurre la canzone successiva (
Metamorfosi) che comincia e sembra riprendere, anche se in modo diverso R.I.P...sì, perché all’interno di questo brano che dura ancora di più (13 minuti) ci sono passaggi che rientrano nella migliore tradizione progressive che si possa immaginare...il suono dell’organo accompagnato dai piatti e da tutto il resto, si fonde in una musica sublime che cattura man mano che i minuti trascorrono. Crescendi, uso delle dinamiche e riff che ti entrano quasi in testa sono la caratteristica di questa canzone molto sperimentale dove è possibile riscontrare – anche se vagamente – uno stile che assomiglia a quello degli Area!
Termina Metamorfosi ecco che arriva la terza e ultima suite:
"Il giardino del Mago" divisa in ben 4 parti "...passo dopo passo", "...chi ride e chi piange", "...coi capelli sciolti al vento", "compenetrazione" che accompagna l’ascoltatore verso la chiusura del disco rappresentata da
"Traccia", un brano breve che riprende in parte l’intro...già...
"Salvadanaio" sembra quasi un cerchio da cui non si riesce ad uscire tanto facilmente e forse, una volta ascoltato, non si ha tanta voglia di farlo!
...continua...