/ Dicembre 30, 2008/ Artisti, Blog, Il disco del mese/ 0 comments

Prima di parlare dell’album scelto come Disco del Mese, mi sembra giusto fare una breve panoramica del periodo in cui è ambientato. Periodo conosciuto come “gli anni ’70” e considerato l’apice creativo della Musica di un certo tipo perchè è in questi anni che dominavano la scena gruppi come Jethro Tull, Genesis e Queen e cantanti come Freddie Mercury, Ian Gillan e altri che ormai fanno parte della storia. Gli anni ’70 vengono definiti gli anni del Rock e chissà per quale motivo, anche se lo si può intuire, del rock principalmente anglosassone ma se ci si sofferma un attimo e si va alla ricerca di qualcosa di particolare presente nel nostro paese in quel periodo, alla fine si incontrano loro: il Banco del Mutuo Soccorso.

Il Banco del Mutuo Soccorso è un gruppo romano che incise il suo primo disco nel 1972 e lo chiamò con lo stesso nome (BMS, per abbreviare), anche se spesso viene ricordato per la sua forma quanto mai originale: l’LP era a forma di Salvadanaio e l’album omonimo viene chiamato così, Salvadanaio.

BMS dura circa quaranta minuti ed è in prevalenza musicale, i testi e la voce di Francesco Di Giacomo, la cui presenza è fondamentale e unica, compaiono solo in pochi momenti. E’ la musica a parlare e a trasportare l’ascoltatore di oggi in epoche che furono, lontane, a far immaginare luoghi che solo con la fantasia si possono visitare. Salvadanaio è composto da sei tracce e tra queste spiccano due suite in successione: Metamorfosi e Il giardino del Mago – quest’ultima divisa in quattro movimenti.

Come comincia l’album? Con un intro in stile medievale, un richiamo alla storia e ad Ariosto (“da qui messere si domina la valle”), un intro con un suono ipnotico di effetti di tastiera che anticipano la comparsa delle parole. La canzone si chiama In Volo ed è cantata da due voci distinte: la prima, la più importante, è di Vittorio Nocenzi, mitico tastierista e cuore della band.
Terminato l’intro, segue R.I.P. (Requiescant in pace). Un brano puramente rock al cui interno trovano spazio passaggi di piano dove lo stesso Vittorio esalta le sue doti classiche e accompagna la voce possente, quasi lirica, di Di Giacomo. Il canto non dura molto, è presto per far esplodere le capacità vocali del cantante ed infatti, dopo appena due strofe, ritorna a parlare la musica attraverso il moog, il piano e accordi di chitarra. I giri di piano la fanno da padrone nel pezzo, anche se ci sono stacchi in cui la voce viene lasciata sola per un po’ ma subito riaccompagnata da un pianoforte melodico che fa rabbrividire.
Il finale di R.I.P. è impetuoso e questo sembra centrare poco con il brano successivo, Passaggio. Non è così. Passaggio è sì il brano più breve dell’album, l’unico realizzato con un solo strumento, il pianoforte, ma è anche un intermezzo a quello che è il cuore di BMS: Metamorfosi.

Sono trascorsi appena dieci minuti e si è raggiunto l’apice dell’intero disco. Metamorfosi è un brano che rende magnificamente l’idea della trasformazione. E’ possibile toccare con mano i vari stadi di questo cambiamento, le varie fasi prima di raggiungere la forma definitiva e lo si fa attraverso un piano lasciato solo, ad impazzire e a crescere prima di essere raggiunto anche dagli altri strumenti. Note penetranti accoppiate ad una chitarra aggressiva e ripetitiva prima di un ulteriore momento di silenzio: un’altra fase della trasformazione è stata raggiunta.
Metamorfosi rappresenta quello che un essere che sta crescendo affronta. Ci sono momenti che riescono a trasmettere paura e disorientamento perchè non si conosce lo stadio raggiunto e non si sa dove si sta andando. La suite vede comparire Di Giacomo solo verso la fine, quando sono trascorsi otto minuti; la presenza delle parole è importantissima perchè queste pongono delle domande “se io somiglio a te / non lo so”, è come se l’essere facesse un paragone e si confrontasse con qualcun altro ma, una volta scoperto di essere unico, impazzisce e ritornano gli strumenti fino alla fine del brano.

Il suono dell’organo accompagnato dai piatti e da tutto il resto si fonde in una musica sublime che cattura man mano che i minuti trascorrono. Crescendo, uso delle dinamiche e riff sono le caratteristiche di questa canzone molto sperimentale. Rock progressivo allo stato puro.

Il mutamento è finito. E’ la volta di entrare ne “Il giardino del Mago“, la seconda e più lunga suite di BSM. La canzone è divisa in ben quattro parti: “…passo dopo passo“, “…chi ride e chi piange“, “…coi capelli sciolti al vento“, “compenetrazione“.
Questi momenti si fondono tra loro molto bene e infatti risulta difficile capire a che punto del percorso si è arrivati. Nei diciotto e più minuti del brano la voce di Di Giacomo ci guida e ci prende per mano, diventa forte e scura allo stesso tempo. Inizialmente sussurrata, man mano alza il volume e le parole diventano forti perchè ne “Il Giardino del Mago” ci sono crocifissi che rappresentano gli ideali degli uomini, grandi idee invecchiate, il tempo che passa senza mai fermarsi e permette di conoscere anche il futuro, quello che ci aspetta.
La canzone è caratterizzata da ritmi veloci cui seguono silenzi. Molti suoni e giri in loop vengono ripetuti piano e forte, di continuo con un pianoforte sempre in primo piano.

Traccia” è un brano breve che riprende in parte l’intro. Una chiusura e un sunto di tutto quello che è stato raccontato nell’album. Un ritorno all’inizio perchè Salvadanaio sembra un cerchio da cui non si riesce ad uscire tanto facilmente e forse, una volta ascoltato, non si ha tanta voglia di farlo.
Traccia è diversa da In Volo, qui il volo si è già spiccato, si è in alto, molto in alto! Un coro è la caratteristica di questo brano, coro scuro e coperto dall’uso massiccio di timpani e tom, da una chitarra distorta e da un organo da chiesa.

Banco del Mutuo Soccorso è un album che ancora oggi conserva tutto il suo splendore, gli anni non hanno intaccato la sua bellezza e lo si ascolta davvero tutto d’un fiato. E’ un album completo, c’è tutto lo spirito del Banco che si ritroverà nei loro lavori successivi e in particolare in Darwin. Salvadanaio è un esempio di come la musica italiana negli anni ’70 non abbia niente di meno se confrontata con la musica straniera.

Tracklist:

1. In volo – (2.13)
2. R.I.P. (Requiescant in pace) – (6.40)
3. Passaggio – (1.19)
4. Metamorfosi – (10.53)
5. Il giardino del mago (18.26)
…passo dopo passo…
…chi ride e chi geme…
…coi capelli sciolti al vento…
…compenetrazione…
6. Traccia – (2.10)

Musicisti:

Vittorio Nocenzi – organo, clarino, voce
Gianni Nocenzi – pianoforte, piccolo mib, voce
Marcello Todaro – chitarra elettrica, chitarra acustica, voce
Renato D’angelo – basso elettrico
Pierluigi Calderoni – batteria
Francesco Di Giacomo – voce

Collaboratori:
Walter Patergnani – tecnico del suono
Sandro Colombini e Walter Patergnani – mix

Sul forum parliamo del Banco nel topic Banco del Mutuo Soccorso.

Scritto da Mac La Mente

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