Google sfida Microsoft

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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

bancarella ha scritto:Finalmente! Se cerco albero voglio un albero e non altro!
Ormai ho perso il conto di quanti risultati fasulli e non attendibili con la mia ricerca ho visto! :dry:
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

Ancora contrasti tra la Cina e Google...questa volta riguardano G-mail!

La Cina attacca Gmail
"E' un blocco governativo"

Segnalazioni da tutto il paese su malfunzionamenti del servizio. "Abbiamo controllato a fondo, non è colpa nostra", dichiarano da Google. Un nuovo episodio del lungo braccio di ferro tra Pechino e Big G

Roma - Una nuova battaglia in una già lunga serie, tra il governo Cinese e Google. Stavolta, come peraltro si temeva da tempo 1, il bersaglio degli attacchi sarebbe Gmail, il popolare servizio di posta elettronica che conta centiniaia di migliaia di utenti anche dentro la Grande Muraglia. Che da ormai due settimane lamentano difficoltà nell'accesso e nell'utilizzo del servizio. La segnalazione arriva dal quotidiano inglese Guardian.

Non vi è ovviamente alcuna certezza sulla responsabilità diretta di Pechino, ma Google dichiara di aver controllato a fondo e di non aver riscontrato problemi interni. La finezza dell'attacco hacker sarebbe nel far apparire il blocco "come un malfunzionamento di Gmail", dichiara Mountain View. Così da disorientare l'utente e la stessa azienda americana, che però ribadisce la perfetta integrità dei sistemi. Le cause del comportamento anomalo di Gmail soono secondo Big G da ricercare altrove. Probabilmente, nell'assodata abilità degli hacker governativi cinesi.

Il blocco a Gmail è un'altra mossa sulla scacchiera che vede contrapposti Pechino e Google. Lo scontro più violento risale a circa un anno fa, quando Google spostò i servizi del motore di ricerca sul dominio di Hong Kong 2, per contrastare la censura imposta dal governo cinese. Ci fu poi l'annuncio di Google della decisione di lasciare la Cina 3, poi una mezza retromarcia del gigante americano, e poi addirittura un armistizio 4 tra governo cinese e Big G. Ma a tutt'oggi, Pechino continua a bloccare Youtube, e anche altri servizi di social web come Twitter e Facebook. Col risultato che Google, in una terra che conta 457 milioni di utenti web, perde progressivamente mercato. A favore di Baidu, motore di ricerca locale. Anche se l'obbiettivo dei blocchi non sembra tanto essere il dominio economico, quanto la libera circolazione delle informazioni. Anche Witopia, un servizio web che consente di aggirare in parte la censura cinese, risulta negli ultimi tempi malfunzionante quando non irraggiungibile.

"E' un blocco che si fa sempre più stretto", dichiara Charles Mok, ad della divisione di Hong Kong della Internet Society cinese. "Siti e contenuti su cui fino a poco tempo fa il governo chiudeva un occhio, ora sono censurati e filtrati, e gradualmente la morsa si chiude", conclude Mok.

Una politica che non sorprende, visto che sul People's Daily, un giornale controllato dal partitoco Comunista cinese, Google viene definito come "uno strumento di espansione ed egemonia americano", che contribuirebbe a diffondere contenuti "sovversivi", concausa delle rivolte nei paesi del Medio Oriente.

fonte: Repubblica
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da bancarella »

Censura :ouch:
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Messaggio da Mac La Mente »

bancarella ha scritto:Censura :ouch:
Già...purtroppo però ogni paese fa le sue scelte! :sorry:
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

Non sono molto d'accordo, è comunque un archivio di video, però mi rendo conto che non ci sono paragoni con Youtube e siccome è giusto risparmiare spazio...ben vengano queste "pulizie di primavera"! Spero solo che non cancellino contenuti che non sono reperibili altrove, sarebbe una grave perdita! :yes:


Ormai surclassato da YouTube, il primo portale video creato da Google chiude definitivamente i battenti. E invita gli utenti a recuperare velocemente i propri video: dal 13 maggio, svaniranno nel nulla.

E’ tempo di pulizie di primavera. Anche su Internet, dove Google ha annunciato per il 29 aprile la chiusura definitiva del suo servizio Google Video. Con un’appendice inevitabile: tutti i filmati caricati dagli utenti saranno rimossi. Cancellati. Smaterializzati.

La notizia si attendeva da tempo: fin da quel 6 ottobre 2006 in cui Google firmò un assegno da 1,65 miliardi di dollari per acquisire YouTube, il rampante portale che stava entrando nei cuori degli internauti affamati di condivisione video. Con un simile investimento per un rivale, era chiaro come le prospettive del povero Google Video apparissero ben ridimensionate.

E così fu. Già a maggio del 2009 la casa madre di Mountain View ha iniziato a staccare la spina. Da quel momento sono stati impediti gli upload: nessuno poteva più caricare nuovi filmati e il vecchio sito di hosting diventava solo più un motore di ricerca. Adesso si arriva al capitolo finale. Dal 29 aprile, tutto ciò che è stato caricato su Google Video tra il 25 gennaio 2005 (giorno d’apertura) e il maggio del 2009 non sarà più visibile. In una email spedita a tutti i proprietari di un account, Google ha avvertito che fino al 13 maggio ci sarà ancora tempo per recuperare i video: un’ultima forbice di tempo concessa agli utenti per salvare i propri pargoli dall’oblio. Poi, il nulla.

In realtà, il dramma non è di proporzioni planetarie. La stragrande maggioranza di noi non se ne accorgerà nemmeno. Il mondo ormai parla la lingua di YouTube, che ogni mese sforna dati mostruosi: 144 milioni di visitatori unici a gennaio, 1,2 miliardi di video visti ogni giorno, più o meno 200 milioni di filmati disponibili. Al confronto, i due milioni e rotti di contenuti che dovrebbero scomparire con la chiusura di Google Video sono noccioline.

Eppure, la notizia ci permette di trarre almeno due lezioni importanti. La prima è la dimostrazione della fallibilità di Google. Anche al gigante high tech non tutte le ciambelle vengono con il buco. Il suo approccio è puramente americano: provare, provare, provare e continuare a provare. Ogni tanto qualche idea va al macero (non solo Google Video, ma anche Orkut, Wave, Knot: chi erano costoro?) e ogni tanto si cambia il mondo (il motore di ricerca, Google Maps, GMail, Android).

La seconda lezione ci tocca più da vicino e riguarda il nostro rapporto con il Web: straordinariamente potente quando si tratta di lavorare sull’istante, molto seducente anche nel rapporto con il passato, ma ancora ben lontano da offrirci garanzie concrete verso il futuro. Soprattutto quando entra in gioco la gestione dei contenuti e la fiducia che concediamo, quasi automaticamente, ai grandi servizi digitali.

I cambiamenti sono all’ordine del giorno, uno più repentino dell’altro. Può accadere che il vecchio re dei social network a cui abbiamo affidato anni di pensieri e amicizie scompaia nel giro di pochi mesi (la sorte contro cui sta lottando disperatamente MySpace). O che nuove dinamiche e rapporti di forza cambino le regole del gioco e della conservazione dei nostri contenuti (vedi le piroette dello stesso YouTube nei confronti del diritto d’autore: ultimo in ordine di tempo, il discusso video sulla “scuola di copyright”).

Tutto ciò che carichiamo quotidianamente online ci sembra destinato a durare per sempre: le foto su Flickr o Facebook, i testi sui blog, i video su YouTube. Forse sarebbe meglio non darlo troppo per scontato. Tutte le magiche memorie virtuali della nostra esistenza sono fornite da società private, spesso giovanissime, che operano in un settore dominato dalla frenesia, dalla fulminea obsolescenza di formati e tecnologie, dallo schizofrenico alternarsi di mode, leggi e liaison commerciali. Per dirla con un motto rinascimentale, che funziona molto bene anche nell'odierna era digitale: oggi tutto è fantastico... ma del diman non c'è certezza.

fonte: La Stampa
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Re: Google sfida Microsoft

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Perchè non li trasferiscono? :!:
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Re: Google sfida Microsoft

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bancarella ha scritto:Perchè non li trasferiscono? :!:
Non lo so, sarebbe una buona scelta...è probabile che il formato sia diverso e incompatibile con il protocollo utilizzato da Youtube oppure è perchè sono sfaticati! :dry:
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Re: Google sfida Microsoft

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E bravo Google! Un'altra novità per cercare di entrare in un altro mercato! :yes:

Arriva Google Wallet il portafoglio elettronico
Il servizio - presentato oggi a Mountain View - permette di pagare con un dispositivo dotato di un chip Nfc e con tutte le carte di credito. Debutterà per ora solo negli Stati Uniti, in estate, a partire dalle città di New York e S. Francisco

Un portafoglio elettronico intelligente racchiuso nel nostro cellulare, per pagare nei negozi all'istante, sfruttare coupon e custodire lo scontrino. Tutto con un solo strumento e tutto in digitale. E' Google Wallet, piattaforma a cui il gigante del web ha tolto i veli qualche minuto fa, in conferenza stampa. Era una novità attesa, ma ora se ne conoscono i dettagli. Il servizio debutterà per ora solo negli Stati Uniti, in estate, a partire dalle città di New York e San Francisco. Si avvale della partnership di Mastercard (ma supporterà tutte le carte di credito), Citigroup e funzionerà in 120 mila negozi, tra cui la catena di fastfood Subway, Macy's, American Eagle Outfitters, Wallgreen's, Toys R Us. Bisognerà avere uno smartphone per usare Google Wallet e all'inizio solo il Nexus S, dotato di chip Nfc (Near field communications). Questa è infatti una delle tecnologie cardine di Google Wallet, che utilizza però anche internet e il gps ed è quindi più sofisticata di altre piattaforme Nfc già funzionanti in varie parti del mondo. Ricordiamo infatti che l'interesse ultimo di Google è estendere la propria piattaforma pubblicitaria anche al mondo dei cellulari.

L'utente quindi paga con il cellulare. Lo avvicina a un lettore abilitato (gli stessi che ora leggono le carte di credito contactless) e l'addebito arriva sulla carta di credito associata al chip Nfc presente nel cellulare. Nel caso del Nexus One il chip è integrato, ma ci sono già soluzioni per metterlo nella sim, in una memory card oppure su speciali sticker. Secondo Juniper Research, il 20 per cento degli smartphone venduti nel 2014 integrerà Nfc, inoltre. Insomma, nei prossimi anni non dovrebbe essere troppo difficile avere nelle mani uno strumento abilitato per pagare così. Fin qui è il sistema Nfc classico, Google però aggiunge qualche nuovo aspetto. Manderà via internet, ai cellulari degli utenti, coupon e offerte sconto "last minute", anche in base al luogo dove si trova in quel momento. E' la filosofia di Groupon, a cui già Google ha cominciato a fare concorrenza con il servizio Offers in alcune città americane. La particolarità di Wallet è che l'utente farebbe tutto con il cellulare: qui riceve l'offerta ("vedi che nel fast food a due isolati da te, danno gratis le patatine se porti questo coupon"); entra nel negozio e sempre con il cellulare paga, avvicinandolo al lettore (al momento non è chiaro se dovrà anche digitare un pin, come avviene in alcuni sistemi di pagamento simili). Il lettore riesce a capire che nel cellulare c'è anche un coupon e applica lo sconto in automatico. Memorizza quindi la ricevuta all'interno della memoria del cellulare. A questo punto, non serve più davvero avere un portafogli.

L'interesse di Google è mettersi al centro di un ecosistema pubblicitario che è a cavallo tra internet e i negozi "reali": è la nuova frontiera del business. Ora quello di Google è infatti troppo schiacciato sulla pubblicità nel motore di ricerca (ne ha tratto il 96 per cento dei ricavi, l'ultimo anno) ed è opportuno differenziarlo. Google, con Wallet, spera inoltre di conoscere meglio le abitudini di acquisto dei propri utenti, non solo online ma anche offline. "Non è il pagamento che gli interessa, ma i dati sottostanti", come spiega Charles Golvin, analista dell'osservatorio Forrester Research.

E' probabile che Wallet spingerà l'Nfc negli Stati Uniti, dove finora si è poco diffuso. Ci sono state soprattutto sperimentazioni. Starbuck's ha lanciato un servizio simile, ma basato sul codice a barra invece che sull'Nfc. Molto bolle in pentola. Da parecchio tempo si mormora che il prossimo iPhone avrà l'Nfc. E' di qualche giorno fa il lancio, nel Regno Unito, del servizio dell'operatore Orange: Nfc abilitato su 50 mila negozi (per ora con un modello Samsung), tra cui le catene McDonald's, Eat, Subway, Pret a Manger. O2 intende seguire l'esempio, nel Regno Unito, entro quest'anno. Altro esempio interessante è il progetto francese Cityzi (1.200 negozi), a Nizza, che sarà allargato ad altre città entro dicembre. Vi collaborano più operatori e banche sotto l'egida del governo e delle municipalità. In Italia siamo lontani dal raggiungere un simile livello di accordi. Ad oggi spicca la sperimentazione di Telecom Italia, con l'Nfc, per pagare nella metro milanese.

fonte: La repubblica
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Un'altra novità
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bancarella ha scritto:Un'altra novità
Già, che potrebbe essere utile o meno...vedremo se si diffonderà! :yes:
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A voi piace la nuova interfaccia di google?
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Re: Google sfida Microsoft

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bancarella ha scritto:A voi piace la nuova interfaccia di google?
Sì, è molto sobria ed elegante e anche leggera rispetto alla precedente! Stan facendo dei lavori e se continuano così faranno bene! :yes:
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Oggi non funzionano le immagini :dry:
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bancarella ha scritto:Oggi non funzionano le immagini :dry:
Davvero? In che senso? Non ho notato disagi mentre cercavo! :)
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Re: Google sfida Microsoft

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Anche google ha inserito il tasto mi piace.
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