Inserisco in due parti un'intervista pubblicata oggi sulla Gazzetta dello sport a Francesca Schiavone....è stato un bellissimo anno per lei!
Schiavone: "Mi do un 10
ma non mi accontento"
Il 2010 è stato l'anno più bello della sua vita, dal trionfo del Roland Garros, alla top ten, alla terza Fed Cup. L'abbiamo incontrata a Tirrenia, dove ha ripreso ad allenarsi in vista dell'esordio stagione previsto per il primo gennaio a Perth
Tirrenia - Quindici giorni senza racchetta, in mezzo una settimana di vacanza in California nel dopo Fed Cup: la stagione di Francesca Schiavone è già ricominciata, a Tirrenia. Gli allenamenti sotto l’occhio di Renzo Furlan e con i ragazzi del college come sparring partner, il pranzo al ristorante del centro Coni al tavolo con gli altri, Franci non è cambiata dopo la stagione più bella della sua vita, dal trionfo del Roland Garros, alla top ten, alla terza Fed Cup. Il primo appuntamento in campo è per il 1° gennaio, Hopman Cup a Perth, il primo segno è la vescica che si è aperta sulla mano destra dopo i primi giorni con la racchetta.
Dove ha messo la terra del Roland Garros che si è portata a casa?
"Dentro al trofeo, che è poi la miniatura di quello vero. Appena entro in casa, sulla destra. Ogni volta che lo vedo provo una sensazione di tenerezza, di dolcezza, di stare bene".
Ripensa spesso ai giorni di Parigi?
"Alle cene vengono sempre fuori cose strane su quei giorni. Cerco di non ricordarli in campo, durante i tornei, perché ho visto che non fa bene".
E’ cambiato il rapporto con le colleghe?
"Mi conoscono bene. Negli ultimi due o tre anni mi sono anche aperta di più. Ora che sono nel Players Council vengono anche a chiedermi consigli: ho delle responsabilità, non posso più dire stupidate. Scherzo: io sono questa e non ho intenzione di cambiare".
A 18 anni dichiarò: il Roland Garros sarà mio. A 30 anni se l’è preso. Dove trova la voglia di continuare?
"A me piace il nuovo, giocando ad altissimo livello ho sentito che non ho ancora finito, che mi manca ancora un pezzettino per terminare il puzzle".
Ha rinunciato a qualcosa per il tennis?
"A qualche cena con gli amici, a qualche ora di sonno. Ma in realtà non mi sto privando di nulla. Penso di essere fortunata, felice, anche al di fuori di quello che ho fatto. Mi vado bene così, inclusi i difetti, e ne ho tanti, però per me è bello anche sentirsi in salita, tirare fuori i dubbi, le insicurezze. Mi piace mettermi in discussione, non mi pare una debolezza".
A trent’anni è diventata saggia?
"No, sono sempre stata così, è che adesso stanno arrivando le cose più belle".
Il Masters?
"Mi ha dato la consapevolezza di essere grande. La prima partita l’ho persa ma l’ho avuta in mano, la seconda contro la numero 1 del mondo l’ho giocata alla pari. Ci sono andata più vicino di quello che è sembrato dall’Italia. Mi sono resa conto che la strada è buona, voglio riprendermi quello che ho mancato nel 2010".
...continua...