Tango patrimonio dell'umanità,il riconoscimento dell'Unesco
Inviato: 01/10/2009, 20:32
Buenos Aires, 1 ottobre 2009 - Il tango diventa patrimonio dell’umanità. L’Unesco ha premiato il ballo della seduzione nato sulle due sponde del Rio della Plata in Argentina, perché "personifica sia la diversità culturale sia il dialogo, rappresenta l’essenza di una comunità e pertanto merita di essere salvaguardato".
Oggi la musica di Carlos Gardel e Astor Piazzola viene ballata e cantata non solo in Argentina e in Uruguay ma in tutto il mondo, grazie anche alla sua fusione con l’elettronica e rock suonata da gruppi come ‘Gotan Project’ o ‘Bajofondo tango club’. Ma quel "sentimento triste che si balla", secondo la definizione data da Enrique Santos Discepolo, resta prima di tutto l’espressione dell’identità di Buenos Aires.
Il tango nacque all’inizio del 900, dall’incontro fra la cultura creola e le migliaia di immigrati che dall’Europa venivano a vivere e lavorare nei sobborghi di ‘Baires’ e altre città. Il tango era quindi una valvola di sfogo, ballato la sera dopo le fatiche giornaliere, ricerca di libertà, voglia di sentirsi parte di una comunità. Non a caso, è sempre rifiorito durante i governi democratici e popolari mentre si è indebolito negli anni della dittatura.
A Buenos Aires questa tradizione rimane viva, ben radicata nella città, ben al di là di riconoscimenti, non solo grazie al lavoro dei musicisti che lavorano per rivitalizzare l’ingente patrimonio culturale tramite la digitalizzazione dei vecchi vinili ma anche, come ha scritto il grande ‘maestro tanghero’ Horacio Ferrer, perché "è anzitutto un modo di vivere, di sentire e di muoversi".
Fonte
Oggi la musica di Carlos Gardel e Astor Piazzola viene ballata e cantata non solo in Argentina e in Uruguay ma in tutto il mondo, grazie anche alla sua fusione con l’elettronica e rock suonata da gruppi come ‘Gotan Project’ o ‘Bajofondo tango club’. Ma quel "sentimento triste che si balla", secondo la definizione data da Enrique Santos Discepolo, resta prima di tutto l’espressione dell’identità di Buenos Aires.
Il tango nacque all’inizio del 900, dall’incontro fra la cultura creola e le migliaia di immigrati che dall’Europa venivano a vivere e lavorare nei sobborghi di ‘Baires’ e altre città. Il tango era quindi una valvola di sfogo, ballato la sera dopo le fatiche giornaliere, ricerca di libertà, voglia di sentirsi parte di una comunità. Non a caso, è sempre rifiorito durante i governi democratici e popolari mentre si è indebolito negli anni della dittatura.
A Buenos Aires questa tradizione rimane viva, ben radicata nella città, ben al di là di riconoscimenti, non solo grazie al lavoro dei musicisti che lavorano per rivitalizzare l’ingente patrimonio culturale tramite la digitalizzazione dei vecchi vinili ma anche, come ha scritto il grande ‘maestro tanghero’ Horacio Ferrer, perché "è anzitutto un modo di vivere, di sentire e di muoversi".
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