una specie di racconto-monologo
Zen Fire
Oggi è festa! E’ finito il petrolio! Non ce n'è più!
Neanche una dannata goccia di quel veleno nero sgorga dai pozzi di tutta la Terra!
Si torna indietro, ai cavalli, meglio il loro sterco puzzolente sulle strade, che il monossido di carbonio nei polmoni!
Si va avanti, si userà l’idrogeno, meno inquinante, anche se non ho capito ancora cos’è e se sia già un monopolio americano.
L’aria ritorna pura e l’uomo riacquista uno dei suoi beni più preziosi, il respiro.
Via lo smog dalle ali delle farfalle!
Mi sembrava strano che mio zio m’avesse regalato la sua Ferrari…già…questa non va senza la benzina che si ricava dal petrolio!!
Però…però!! Posso rivenderla ad un collezionista arabo del cacchio e con il ricavato, realizzare uno dei miei più grandi sogni!!!
Comprare una bella mansarda poetica e oscura a Firenze!!!
Perché proprio Firenze?
Perché l’uomo è solo. Perché l’uomo è un’isola. A me va benissimo l’isola, ma voglio un arcipelago. E lì sono sicuro che c’è gente simpatica e matta che non mi farebbe ammalare di solitudine.
Solitudine?? Paura!!! Brrrrrrrr!! Anche Satana trema a ‘sta parola!! Vero, vecchio cornutone? Eheheh.
E poi si dice che la bistecca fiorentina sia buona e che ci sia dell’ottimo vino rosso. Se fanno anche patate come si deve è l’Eden. E poi, con licenza parlando, m’hanno detto che è pieno di ragazze poppute. Bisogna solo stare attento alle fave.
Come faceva Pitagora?
Esatto.
Sì, Firenze sarà la mia isola senza mare che ti rompe le scatole perché corrode le facciate dei palazzi e tu sei sempre lì a pagare quei dannati lavori di condominio.
E allora? Perché non te ne vai su un’isola del Peloponneso o in Polinesia?
Lì ci sono vere isole con veri arcipelaghi e che te frega del mare che con la sua salsedine ionica ti corrode la casa? Lì abiteresti in una capanna…zero spese di ristrutturazione. E poi la gente è cordiale e si fa i cazzi propri, senza considerare che le indigene la danno senza troppi problemi.
TI PREGO di non essere volgare. Offendi la sensibilità del lettore.
Scusa.
Scuse accettate.
In Grecia ci vorrei passare dei periodi, non la quotidianità e la Polinesia è troppo lontana, mi fa paura…figurati che quando andai a Lugano, per comprare una cosa che qui non si può comprare legalmente, mi sentii sperso, come se fossi in Australia. No, la quotidianità ho bisogno di viverla in un luogo a me vicino, familiare…e Firenze così bella e artistica con la sua atmosfera rinascimentale, mi somiglia moltissimo.
Ma…di’ la verità…perché allora non Roma? Più vicina alla tua città natale, Napoli, e molto più affine visto che è bellissima, storica ed imperiale come te.
Perché Firenze è più vicina a Milano e Milano è vicinissima ad ogni capitale europea…
Mmm…guarda che hanno inventato gli aeroplani…le distanze non sono più quelle di una volta.
Non mi freghi!!!! Se è finito il petrolio, gli aeroplani sono morti!!! E non dire che ci mettono l’idrogeno dentro per farli volare…figurati!! Un altro po’ non muove le auto, se non a 50 kmh, figurati alzare un aereo. Per far muovere qualcosa, per alzare qualcosa, ci vuole potenza e l’idrogeno è pulito, non potente.
Sì, ma c’è una questione a monte..
Quale? E poi odio i monti preferisco le valli!
Perché te ne vuoi andare? Perché vuoi lasciare il tuo nido? I tuoi amici? La tua famiglia, le tue abitudini? Il tuo lavoro?
Vuoi che proceda con ordine, in modo che non perdi il filo?
Se vuoi…sì.
1)Me ne voglio andare perché sto odiando Napoli, troppa scostumatezza, troppa cafonaggine, troppa cazzimma, troppo avvilimento per la mia anima delicata.
2)Del nido, sai che me ne faccio?? Io non voglio un nido, voglio un accampamento, un rifugio, un antro illuminato dalla grazia di qualche adorabile e bella dama, colta e sensuale.
3)Amici?? Quali?? Sono così pochi…che li potrei mettere sulla capocchia di uno spillo e resterebbe spazio per il continente americano. Pochi, ma buoni; è vero. Non li perderò, sono sicuro. Mi vogliono bene, dopotutto.
4)Famiglia? Sorvolo. Sorvolo. Sorvolo. E chiudo. Gli occhi. E tappo. Le orecchie. Peso sul petto e amarezza nel cervello. Vabbè, finito il momento cavo lacrimale.
5)Abitudini?? Ahahahahahahahahah!! E quali sono? Tv, pc, affacciarmi al balcone, masturbazione, leggere…tutte cose che o devo abbandonare o posso fare ovunque…persino in galera. E poi sono i vecchi che vogliono le stesse cose, gli stessi gesti, gli stessi luoghi.
I giovani, no. I giovani amano la chimera. E che c’è di più chimerico di ciò che i latini chiamavano ruptus…la rotta? Noi siamo così. Cielo stellato, paesaggi cangianti, gente nuova, mantello, testa china e vermi nello stomaco. Noi si ama il viaggio, l’onderòd.
Hai capito, ora?
Sì. Ma hai saltato il dente più dolente, il lavoro.
Sai che odio sta parola!!!
Sì, ma come credi di poter vivere senza lavoro?
Uffà!!!
Lo dico per te, perché ti voglio bene.
Mmm…gli artisti non lavorano. Quello è compito degli operai.
Stronzo.
Mmm…i filosofi non lavorano. E’ compito della plebe.
Coglione.
E va bene!!! Hai ragione!!! Comunque ho trovato il motivo per lavorare. L’amore. Senza lavoro, senza la dignità che ogni lavoro DOVREBBE dare all’uomo (donna) non ho il coraggio di innamorarmi. Lavorerò.
Mi sfugge un particolare.
Quale?
Non sapevo dessi così importanza all’amore.
L’amore come dice Dante è ciò che muove il sole e tutte le altre stelle. E cambia uno scansa fatiche in un benzinaio, in un cameriere. L’amore ci da le sensazioni più belle. Io vivo per l’amore. Vorrei innamorarmi una volta al giorno tutti i giorni della mia vita.
Vorrei che non partissi. Ti voglio bene. Dopo tanti anni credevo che ormai non m’avresti più lasciato, che avremmo passato la vita insieme.
Non credere che per me sia una cosa facile. Sono un cretino e ‘sto progetto è fatto per un uomo di ben altra pasta. Ma non mi preoccupo. Con la pasta ci so fare.
Ti vedo convinto, e felice. Tieni, ho preparato il caffè.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!! Cristo santo!! Scotta!! E che c’hai messo dentro, il sale?? Quante volte t’ho detto di aspettare che si freddi un po’ prima di darmelo?? Quante volte t’ho detto di stare attenta ai vasetti del sale e dello zucchero??
Scusa, non l’ho fatto apposta. Sai che dimentico le cose, che non me le ricordo.
Scusami tu. Non volevo gridare. E che questi tuoi errori da dementia praecox, mi preoccupano, mi addolorano.
A te? Tu, come tutti i fallici, non ti preoccupi di nessuno se non di te stesso. Sei un egoista. Ammettilo.
E’ vero. Lo sono. Ma di te mi importa, a te voglio bene. Davvero.
Ah, sì? E perché, sentiamo.
Perché sei mia madre.
quando muoio tu portami il caffè, vedrai che resuscito come Lazzaro (Eduardo De Filippo)