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L'ANGOLO DELLE VISIONI INNOCENTI..............

Inviato: 03/11/2007, 3:57
da alanford50
Quando guardare un'immagine riesce per un attimo a concederti una innocente visione.

C'è una cosa che ogni tanto mi capita, che mi piace molto, nulla di speciale ma, ogni tanto nel guardare un'immagine, o una foto,o un quadro, per una frazione di secondo mi si fissano nella memoria come se fossero dei flash una serie di sensazioni ben precise, e allora mi piace trascriverle così per fissarle sulla carta a perenne ed imperitura memoria (più che altro la mia...) :hihi: :rolleyes: .

P.S. Se vi va scrivete pure quello che vi passa per l'anticamera del cervello, accetto di tutto purchè non sia offensivo e non lasci i segni, ahahahahahahaha.


Questo spazio mi piace moltissimo, allora posterò vecchie foto che ho gia postato in un'altro forum tanto tempo fa;

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Questa foto, partendo dal basso verso l'altro, mi fà solo pensare all'inferno (rosso/marrone), al purgatorio (azzurro) e al paradiso (nero).

Inviato: 03/11/2007, 4:00
da alanford50
La via di mezzo tra il certo e l'incerto.
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L'infinito, visibile nelle tre dimensioni, la quarta non è visibile, perchè bisognerebbe avere il coraggio di percorrere quella strada fino in punta, per poi rischiare di scoprire che in fondo ti ritrovi esattamente al punto di partenza.

Inviato: 03/11/2007, 4:06
da alanford50
Per voi rappresenta un pensatore o rappresenta la rassegnazione, o cos'altro?
Il pensatore di W.A.Kirchner

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In realtà io non ci vedo nulla che leghi quel corpo a qualcosa di così vivo come il pensiero, in verità non ci trovo nulla di vivo, ci sono due cose distinte e nettamente contrastanti, il corpo che è vivo, rilassato, dolce, assorto, quindi potrebbe essere il corpo di un pensatore, ma sono altrettanto dell'idea che la testa ha un qualcosa di mostruoso, di gelido e immobile come la morte, ma c'è un qualcosa che non riesco a decifrare perchè mi da anche un senso decisamente opposto nel contempo, di non umano e di non naturale, e come se fosse una testa che non ha nulla a che fare con il resto del corpo perchè morta ma nel contempo in lei c'è vita, la posizione è innaturale e questa la divide dal resto del corpo la differenzia, mentre il corpo è austero e retto, dignitoso, la testa porge con una arrendevolezza disumana la vita alla non vita.

Le mani anche se rassicuranti nel loro tranquillo gesto sono irragiungibili quasi nascoste a proteggersi o a significare l'essere stato, il gesto va quasi a fondersi con il resto del corpo ben delineato che appartiene ancora alle cose, le mani e la testa quasi non appartengono più a quel corpo , specialmente le mani, come se quegli arti che più rappresentano il movimento di vita stessero sparendo per essere perse per sempre.

La testa supina su di un corpo eretto, non mostra il volto ma solamente la colonna vertebrale piegata e sconfitta, ma perse le mani e con esse la vita, persa la testa e con essa la consapevolezza di essere, resta il corpo eretto a salvare il proprio passaggio la propia esistenza quasi a testimonianza di quello che è stato, come fà la pianta che prima di macerare nel tempo perde i suoi frutti le sue foglie e con esse la vita, ma il tronco resta ancora per molto tempo a segnare il passaggio e l'esistenza e il tempo che è passato, nulla di quello che si vede è fine a se stesso, serve solo come testimonianza che nella lotta contro il tempo c'è stato un momento in cui egli è stato, poi come è giusto che fosse nell'infinito è ritornato.

Inviato: 03/11/2007, 4:08
da alanford50
LA SOCIETA' MODERNA

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Mannaggia questo è tremendo però, rappresenta la morte cerebrale del nostro vivere quotidiano, la ripetitività che uccide le cose e le persone, l'incapacità di fare cose diverse, condannati a pensare e fare le stesse cose, persino dopo la morte e la morte stessa non riesce a mondarci da questa specie di nostro peccato facendoci trovare stupidamente inermi e uguali.

Inviato: 03/11/2007, 4:09
da alanford50
LA SOCIETA' MODERNA

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Anche questo è tremendo , rappresenta il mondo che abbiamo creato per i nostri bambini, tutti uguali, in un mondo in un labirinto di cose uguali, i bambini sono assolutamente abbandonati e soli anche se fisicamente non lo sono e anche se si ritrovano accerchiati dall'unico mezzo che gli fà da madre e da matrigna, mezzo incapace però di provocare in loro il desiderio di un sorriso, il televisore, un mondo di grande solitudine, quella più brutta e difficile da combattere, quella che si prova stando in mezzo alla gente e ai propri simili, un mondo che ti confonde e che ti succhia il significato delle parole e dei pensieri per non darti certezze, un mondo che ti fa sentire vecchio, morto, prima ancora di averti dato la coscenza di essere bambino.

Inviato: 03/11/2007, 4:11
da alanford50
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Bellissima la realtà riflessa, sino a confondersi, sino a diventare quasi un tutt'uno, sino a diventare più reale il riflesso, difatti il sole si vede solo nel riflesso e non nella parte che rappresenta la realtà, in questo caso è una realtà capovolta, una realtà che si realizza nel suo riflesso.

Inviato: 03/11/2007, 4:14
da alanford50
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Per me è la rappresentazione grafica del senso e degli strati metafisici della vita.
L'obiettivo è lo strumento rappresentativo del momento magico che è la nascita, al di qua dell'obbiettivo c'è il nulla, al di la c'è il tutto, la realtà, con le sue forme, i suoi colori, i suoi odori, la vita.
Nel proseguire,
Si incontra un breve prato verde brullo senza nulla (a aprte i colori e gli odori), potrebbe essere il segno della prima infanzia, quella che ti forma ma che non lascia traccia.
Subito dopo appare una strada che taglia il tuo paesaggio in modo trasversale, potrebbe rappresentare che inizia la consapevolezza di trovarti davanti ad un percorso del quale non conosci assolutamente nulla, del quale non hai ricordo del suo inizio e del quale non puoi conoscerne la fine, ne dove porta ne quello che dovrai vivere nel percorrerla.
Più avanti,
C'è un enorme prato verde, occupa quasi tutto lo spazio, quindi è la rappresentazione della durata della vita.
Nel mezzo,
Di quel prato (cioè la vita) c'è un'albero fiorito, che guardando bene non ha un solo fusto ma due, che stia a rappresentare la tua presenza ed esistenza in quell'ambito, non solo ma giustifica anche la presenza di tutto il resto, rappresenta la centralità e la bellezza del tuo essere, la bellezza gratifica e giustifica il resto delle cose, tutto assume un senso ed una logica, il secondo fusto con il suo abbraccio e come fosse un'altra entita che giustifica come tutto questo senso di amore debba sempre essere condiviso per far sì che non resti tutto fine a se stesso, offre un gran senso di condivisione.
Oltre il prato,
Il terreno è il medesimo, ma tutto è diverso, cambiano i colori e gli odori, cambia anche la sensazione di presenza, si perde il senso di centralità, il percorso è tutto in salita ed è sempre più faticoso, il bosco si infittisce ma senza colori, ci si rende conto di appartenere all'estremo della rappresentazione grafica, puoi permetterti di rivedere tutto ciò che è stato, perchè è stato, ora conosci dove portava quella strada così sconosciuta all'inizio, hai tutte le risposte o semplicemente non hai più voglia o trovi inutile continuare a fare domande.
Infine,
il cielo, il mistero, ciò che a noi non è dato a sapere, difatti non ha una colorazione definita, da il senso dell'infinito, ma non prende posizioni e non da false speranze, ne con il suo azzurro migliore ne con lo scuro della notte.

Come le migliori rappresentazioni, ti fa vedere tutto, ma non ti dice mai cosa troverai dopo la parola fine.

Inviato: 03/11/2007, 16:51
da Mac La Mente
alanford50 ha scritto:Questo spazio mi piace moltissimo, allora posterò vecchie foto che ho gia postato in un'altro forum tanto tempo fa;

Questa foto, partendo dal basso verso l'altro, mi fà solo pensare all'inferno (rosso/marrone), al purgatorio (azzurro) e al paradiso (nero).
Contento che ti piaccia, Alan! :)

...hai inserito davvero tantissime immagini e belle spiegazioni! Piano piano risponderò ad ogni tuo post! :yes:

Comincio dalla prima immagine... Allacciandomi al tuo commento deduco che l'inferno è in terra, giusto? :)
...mmm...credo di preferire il purgatorio allora! Anche perchè il paradiso lo immaginavo un pochettino più chiaro! ;)

Inviato: 03/11/2007, 20:00
da Vianne
alanford50 ha scritto:Questo spazio mi piace moltissimo, allora posterò vecchie foto che ho gia postato in un'altro forum tanto tempo fa;

Questa foto, partendo dal basso verso l'altro, mi fà solo pensare all'inferno (rosso/marrone), al purgatorio (azzurro) e al paradiso (nero).
Alan hai postato delle foto splendide! :wub:
Danno tutte da riflettere, fanno vedere l'altra faccia delle cose o cosa c'è dietro o sotto un'immagine...

Di questa prima mi colpisce molto l'idea della rappresentazione del Paradiso in nero.
Anch'io immagino l'inferno come rosso/marrone (la Terra o il Fuoco o il Metallo) e il purgatorio azzurro (anche se forse io lo penso più verde, l'Acqua)), ma per me il Paradiso sarebbe bianco (Aria)

Inviato: 03/11/2007, 20:27
da alanford50
alanford50 ha scritto:
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Questa foto, partendo dal basso verso l'altro, mi fà solo pensare all'inferno (rosso/marrone), al purgatorio (azzurro) e al paradiso (nero).
Perchè vedo il paradiso nero:Perchè l'idea della perfezione è talmente lontana dal nostro conoscere, che non saprei definirla, al punto di non desiderare assolutamente di andarci a finire, qualora esistesse.

L'inferno è fatto di inperfezione, quindi molto simile al nostro essere, in fondo la nostra vita per molti versi anche quando a noi appare bellissima nella realtà è un'inferno nel suo insieme, però proprio perchè e terreno, lo conosciamo, quindi non mi spaventa.

Il purgatorio mi lascia anche molto perplesso, l'azzurro, l'infinito, mi dà apprensione, la paura del tempo che non passa mai, il continuo sperare di uscire da quella posizione di stallo, non definitiva, ma eterna nel contempo, glaustrofobica e contemporaneamente Agorafobica (paura degli spazi aperti o dei luoghi affollati (da agorà))ammesso che esistano i tre posti citati, il purgatorio è sicuramente quello più affollato, l'inferno quello più desiderato, il paradiso quello più temuto.

Inviato: 03/11/2007, 20:34
da alanford50
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Avete notato che le strade non sono mai dritte, anche dove apparentemente non sarebbe necessario, sembra che l'uomo abbia volutamente o per incapacità manifesta scelto di tracciare strade sempre storte, forse per complicarsi la vita, o forse ciò dimostra l'incapacità umana di fare le cose semplici e funzionali.
Anche se devo ammettere che quando guardo le foto di alcune strade americane che sono dritte come una freccia piantata nell'orizzonte, provo sempre una specie di senso di ansia e di lieve sofferenza, sarà forse proprio perchè danno il senso dell'infinito.

L'eccesso di strade curve potrebbe anche rappresentare in fondo l'imperfezione umana, oppure l'incapacità di fare e capire le cose semplici, oppure la volontà di complicarle ad ogni costo queste cose semplici.

Da un punto di vista puramente estetico, sicuramente le curve sono più appaganti e ingentiliscono il paesaggio, lo rendono più vivibile e stimola la curiosità e il desiderio di soffermarsi, mentre la strada dritta e senza ombra di dubbio più sintomo di passaggio veloce e monotono.

Inviato: 03/11/2007, 20:36
da alanford50
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Ocio che sparo la mia cavolata della giornata, tenetevi forte.

E' una visione angosciante, che sà di vissuto, che sà di terminato, una sorta di insieme di loculi, in cui è sepolto il passato, un passato diverso per ognuno di noi, come per dare la speranza che in fondo anche la morte è diversa se hai vissuto in modo diverso, se hai saputo fare e colorare quello che sei stato, il fatto che i box siano vuoti può rappresentare che sono pronti per seppellire il futuro, e che sono l'essenza del nostro essere stati e che non saremo mai più e per quel solo uomo che resta e come se non fossimo mai esistiti.

Inviato: 03/11/2007, 20:39
da alanford50
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Nello sguardo e nella postura dell'animale si legge tutto lo sbigottimento l'incredulità la rassegnazione e l'incomprensione, dell'impossibilità di vivere il proprio elemento, l'incertezza è lo stupore della perdita della propria consapevolezza e sicurezza, il ritrovarsi in un nuovo elemento che gli ricorda molto il suo precedente,il non sapere se andare avanti o il lasciarsi morire di fronte all'obbiglo di doversi adattare, l'inconsapevolezza del futuro e della funzione del tempo, la non coscenza della temporaneità del presente.

Inviato: 03/11/2007, 20:45
da alanford50
DEDICATO A TUTTI I SEMPLICI.

Quando le foto erano rigorosamente in bianco e nero, e la natura sembrava prostrarsi all'immensità.

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E le strade anche quelle più belle mettevano paura.

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Bastava la giusta compagnia per ritrovare la serenità.

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Inviato: 03/11/2007, 20:47
da alanford50
QUANDO LA NATURA SPAVENTA SE STESSA

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