Assaliti 21 italiani in Niger, 2 ancora trattenuti...

Cosa succede all'estero...
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Assaliti 21 italiani in Niger, 2 ancora trattenuti...

Messaggio da Mac La Mente »

Roma - Sembra finita bene per la maggior parte dei 21 turisti italiani rapinati e sequestrati per alcune ore da una banda di predoni in una zona desertica del Niger sud-orientale, vicino al confine con il Ciad. Diciannove di loro sono stati liberati ma non ci sono notizie certe sulla sorte di due nostri connazionali ancora nelle mani dei banditi.

Gli italiani tornati in libertà stanno bene e, a parte la paura, non hanno subito conseguenze. Secondo fonti della Farnesina che si è attivata subito - attraverso l' Unità di crisi - due persone di nazionalità italiana sono state trattenute senza essere tuttavia private dei loro mezzi di trasporto e con l' indicazione che avrebbero potuto successivamente riaggregarsi alla comitiva.

I due però non sono contattabili e non hanno ancora raggiunto i loro compagni di viaggio. In ogni caso la Farnesina e il ministro degli Esteri Massimo D'Alema continuano a seguire da vicino l' evoluzione della situazione e a mantenere attivi tutti i canali utili, compresi i continui contatti con le autorità nigerine, che hanno mostrato la loro disponibilità a fornire massima collaborazione.

L' Unità di crisi della Farnesina - che oggi pomeriggio è riuscita a stabilire un contatto diretto con vari componenti del gruppo - ha seguito fin dai primi minuti la vicenda, iniziata nel tardo pomeriggio di ieri, in stretto contatto con l' Unità di crisi del ministero degli Esteri tedesco e francese. La Francia è l' unico Paese dell' Unione europea ad avere una rappresentanza diplomatica in Niger. E' stato infatti un membro tedesco del gruppo di viaggiatori riuscito a scampare all'agguato, ad avvisare poco dopo i fatti le autorità del suo Paese.

Il gruppo di turisti italiani assaltato in Niger potrebbe essersi formato attraverso contatti su internet o attraverso operatori freelance non associati ad organizzazioni professionali di categoria italiane. E' una delle ipotesi formulate da esponenti delle stesse organizzazioni professionali italiane. Viaggi ed escursioni in aree come quella in cui sono stati aggrediti gli escursionisti italiani sono organizzate anche da tour operator locali o di paesi confinanti. Una di esse, la libica Arkno Tour, specializzata in viaggi in Libia, ha un proprio corrispondente in Italia, a Milano. Gli organizzatori dell' itinerario che è appunto iniziato dalla Libia, fanno capo all' Arkno Tour, informazione questa che trova riscontro anche alla Farnesina.

Il turismo d'avventura in Niger e nell'area del dove c'é stata l'imboscata è stato ripetutamente ed esplicitamente sconsigliato dalla Farnesina, anche attraverso il sito istituzionale 'www.viaggiaresicuri.mae.aci.it, trattandosi di una zona di particolare pericolosita' dove è assai alto il rischio di rimanere vittima di aggressioni e rapine. I turisti che scelgono il Niger lo fanno soprattutto per visitare le regioni sahariane dell'Air e del Teneré e "scoprire" il mondo sempre affascinante dei Tuareg. Nel tempo alcuni itinerari sono stati vietati e altri resi percorribili soltanto se autorizzati. Il Niger, anche se ritenuto di singolare bellezza, ha infatti il triste primato di essere inserito dall'Onu tra i cinque Paesi più poveri al mondo. E tale contraddizione lo rende un'area particolarmente pericolosa.

Il ministero degli Esteri ha attivato le ambasciate a Tripoli e ad Abidjan ed il consolato in Ciad, e ha inviato in Niger l'incaricato d'affari in Costa d'Avorio, Giovanni Davoli, che ha contattato il ministro degli Interni di Niamey auspicando il massimo impegno per rintracciare i connazionali e promuovere una rapida soluzione della vicenda senza compromettere in alcun modo l'incolumità dei nostri cittadini. Grazie ai riscontri rapidamente svolti si è potuta ricostruire la lista completa dei connazionali coinvolti nell'episodio, benché questi ultimi non abbiano ritenuto, prima di mettersi in viaggio, né di avvisare il ministero degli Esteri né di registrarsi nel sito 'dovesiamonelmondo'.

Già in passato il Niger si era rivelato un' area pericolosa. L'agguato di ieri è avvenuto a tre anni e mezzo da quando, nel gennaio 2003, tre italiani, Ettore Pagani, Alessandro Carones e la sua compagna Marilena Cuneo, morirono a causa dell'esplosione di una mina mentre attraversavano il deserto del Niger. Il 18 febbraio del 2002 il giornalista televisivo Alberto Angela, venne aggredito e rapinato assieme alla sua troupe da un gruppo di banditi.

fonte: ansa

"Quando uno se la va a cercare"...una cosa è sconsigliata o proibita? Bene, si prova ancora più gusto a farla e poi si pagano le conseguenze... :ouch: :ouch:
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Re: Assaliti 21 italiani in Niger, 2 ancora trattenuti...

Messaggio da Chantilly »

Mac La Mente ha scritto: "Quando uno se la va a cercare"...una cosa è sconsigliata o proibita? Bene, si prova ancora più gusto a farla e poi si pagano le conseguenze... :ouch: :ouch:
Quoto.
In certi Paesi non ci si può andare. Punto. Se vuoi l'avventura ti scali una montagna a mani nude o ti fai un safari in Africa. Ecchecippa.
Certo che certa gente se li cerca proprio i problemi...
E non dimentichiamoci gli idioti, per non dire di peggio, che vanno a fare i tour nei posti colpiti da catastrofi o guerre facendosi fotografare in bella posa su cumuli di macerie... :crazy:
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Messaggio da Mac La Mente »

Aggiornamento:

Niamey - Non sono stati ancora localizzati i due turisti italiani, sequestrati in Niger probabilmente da una banda di predoni.

''Non siamo ancora riusciti a stabilire un contatto e non li abbiamo localizzati'', hanno riferito alla Farnesina. ''Le ricerche proseguono con la massima collaborazione delle autorita' nigerine. Nonostante gli sforzi, non abbiamo ancora novita'''.

Sul luogo incaricato di seguire gli sviluppi della vicenda resta il diplomatico italiano Giovanni Davoli.

Le ricerche dei due turisti, che ancora mancano all'appello dopo la liberazione degli altri 19, sono ''ricerche complesse'', perche' estese su un ''vasto territorio'' desertico, ha spiegato ieri sera Davoli in collegamento con il Tg3. ''Abbiamo le coordinate, il punto in cui questi due sono stati separati dal resto del gruppo e a partire da quelle coordinate si cerca di seguire le tracce'', ha aggiunto Davoli. ''Fino a questo momento non abbiamo avuto nessun contatto con coloro che hanno trattenuto i due ne abbiamo ricevuto alcuna richiesta da parte loro'', ha concluso il diplomatico.

Frattanto, gli altri turisti della comitiva stanno proseguendo il loro viaggio verso il nord e rientreranno in Italia, seguendo la loro tabella di marcia. ''Hanno deciso di continuare il viaggio nonostante i nostri avvertimenti, a questo punto terremo aperto il canale di contatto per scongiurare rischi piu' gravi, ma non possiamo davvero fare di piu'', ha dichiarato il vice ministro degli esteri Patrizia Sentinelli, in un'intervista al Corsera.

La Farnesina aveva raccomandato alla comitiva di rientrare subito in Italia con un volo speciale, ma i turisti ''hanno risposto che non ritenevano ci fosse alcun motivo valido per interrompere la vacanza''.

fonte: ansa

Ok, 2 ancora "dispersi" e gli altri che continuano il loro viaggio nonostante quello che è successo...wowowow! :ouch: :ouch:
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Messaggio da Chantilly »

Mac La Mente ha scritto:Ok, 2 ancora "dispersi" e gli altri che continuano il loro viaggio nonostante quello che è successo...wowowow! :ouch: :ouch:
Hai sentito che tra il gruppo che ha continuato il viaggio c'è anche la moglie di uno dei due? Dice che è sicura che il marito se la caverà. :ouch:
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Maybe ha scritto:
Mac La Mente ha scritto:Ok, 2 ancora "dispersi" e gli altri che continuano il loro viaggio nonostante quello che è successo...wowowow! :ouch: :ouch:
Hai sentito che tra il gruppo che ha continuato il viaggio c'è anche la moglie di uno dei due? Dice che è sicura che il marito se la caverà. :ouch:
Uuuuuuh! No, non l'avevo sentito!...non so cosa pensare! :sorry:
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Messaggio da Mac La Mente »

L'inserisco qui dentro perchè è avvenuta nello stesso luogo...


Roma - L'industria del rapimento, nella regione del Delta del Niger florida quasi come quella petrolifera, ha colpito ancora un italiano. Un nuovo sequestro di un dipendente italiano di un'azienda subappaltatrice della Saipem, società del gruppo Eni, si e' verificato a Port Harcourt. La Farnesina sta seguendo costantemente la vicenda che per il momento non registra sviluppi. L'italiano e' finito nelle mani di un gruppo armato insieme a due suoi colleghi. I tre contrattisti non erano dunque tenuti a seguire le norme di sicurezza che la Saipem impone ai suoi dipendenti.

Non si hanno altre informazioni né sulla identità dei rapiti (se non il dato che probabilmente uno di essi è di nazionalità turca) né su quella dei rapitori. A quest'ultimo proposito infatti le ipotesi sono due ed entrambe credibili: o banditi o un movimento di guerriglia locale tra quelli che combattono contro le multinazionali del petrolio.

I rapimenti - operati da banditi o dalla guerriglia - avvengono oramai nella zona di Port Harcourt di continuo e spesso si concludono felicemente. Lo scopo è sempre ottenere un riscatto in denaro e quando viene raggiunto gli ostaggi vengono liberati sani e salvi. Non più tardi della notte scorsa ne sono stati rilasciati addirittura sei in un colpo solo, tutti stranieri - due britannici, un americano, un tedesco, un irlandese e un polacco - che erano stati portati via, sotto minaccia di pistole, da un locale notturno di Port Harcourt il 13 agosto.

Del rapimento dell'italiano, confermato dalla Farnesina, si sa soltanto che è stato effettuato non lontano dai cancelli del compound della Saipem, alla periferia di Port Harcourt. Sembra che i sequestratori siano giunti su due automobili, hanno bloccato quella dove si trovava l'italiano, in compagnia dei colleghi. Hanno sparato a una guardia del corpo uccidendola. Ne hanno ferita forse un'altra. Poi hanno portato via gli ostaggi.

Anche l'uccisione della guardia del corpo rientra nella logica di violenza che avvolge la Nigeria. Se infatti gli ostaggi stranieri raramente vengono maltrattati, gli assalti sono spesso sanguinosi. Ne sa qualcosa anche l'Agip, una cui installazione petrolifera venne assaltata a gennaio da un folto drappello di uomini armati. I morti in quella circostanza furono nove, sette poliziotti e due civili, tra cui uno straniero. Gli assalitori erano ben organizzati, indossavano tute mimetiche, erano fortemente armati e disponevano di veloci imbarcazioni.

In maggio in un altro assalto è stato ucciso un alto dirigente di una compagnia petrolifera americana. Il giorno dopo tre dipendenti dell'Eni, tra cui un italiano, sono stati rapiti. In questo caso la liberazione è avvenuta molto rapidamente. Un altro clamoroso assalto, questa volta contro gli impianti della Shell, è avvenuto il 7 giugno. In quell'occasione i guerriglieri hanno ucciso almeno dieci persone prima di andarsene portando con sé cinque ostaggi, tutti sudcoreani.

Seguendo uno schema collaudato, i guerriglieri, armati di armi automatiche e lancia-razzi, avevano assaltato la piattaforma a bordo di veloci motobarche e ingaggiato un conflitto a fuoco con i militari e i poliziotti su una casa galleggiante ormeggiata accanto all'impianto come misure di protezione da parte del governo nigeriano. Appena lasciato l'impianto con i cinque ostaggi, i ribelli erano stati attaccati da imbarcazioni armate della marina nigeriana, ma erano riusciti a respingere l'attacco.

Questo era stato rivendicato dal Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger (Mend), espressione della locale etnia Ijaw, che chiede l'indipendenza o almeno maggiore autonomia della regione del Delta e una maggiore partecipazione ai proventi dell'industria petrolifera. Nel comunicato si esprimeva anche una chiara minaccia: "Nelle prossime settimane i nostri attacchi aumenteranno di frequenza con la distruzione di numerosi impianti di importanza cruciale per l'industria petrolifera".

Gli attacchi, le violenze e i rapimenti, cresciuti di intensità nell'ultimo anno e mezzo e indirizzati contro le multinazionali del petrolio, hanno già prodotto, dal mese di febbraio, un calo di oltre un quarto della produzione petrolifera della Nigera, ottavo maggiore esportatore di idrocarburi al mondo.

fonte: ansa

Ma porca.... un altro! :ouch:
...lottano contro le multinazionali e rapisco le persone...vabbè! Anche se non è giusto avrebbero potuto opporsi in maniera diversa!
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Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto:L'inserisco qui dentro perchè è avvenuta nello stesso luogo...


Roma - L'industria del rapimento, nella regione del Delta del Niger florida quasi come quella petrolifera, ha colpito ancora un italiano. Un nuovo sequestro di un dipendente italiano di un'azienda

Ma porca.... un altro! :ouch:
...lottano contro le multinazionali e rapisco le persone...vabbè! Anche se non è giusto avrebbero potuto opporsi in maniera diversa!
Mah... il fatto è che ne sappiamo troppo poco, se ne parla giusto quando viene rapito un italiano, ma per il resto è raro sentire notizie sull'argomento.

Da quello che ho capito leggendo gli articoli, le bande di predoni, sia che rapiscano tecnici che turisti, sono vere e proprie organizzazioni paramilitari perfettamente addestrate e armate fino ai denti, insomma, eserciti paralleli.

E questo mi fa pensare che forse non siano solo predoni...
Possibile che governi (non certo democratici e che non credo quindi vadano molto per il sottile nell'arrestare e nel cercare di ottenere informazioni) non riescano a individuare le zone dove si ritrovano interi eserciti a compiere addestramenti (a proposito, chi addestra i predoni e gli procura navi e armi molto sofisticate?), a conservare armi, navi e a tenere in ostaggio le persone rapite?

E' vero che questi paesi non hanno la Cia o il Mossad a indagare, ma quando leggo queste cose mi chiedo sempre quanti zampini abbiano i governi in queste organizzazioni specializzate nel rapimento di stranieri a scopo di estorsione...
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Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto: Mah... il fatto è che ne sappiamo troppo poco, se ne parla giusto quando viene rapito un italiano, ma per il resto è raro sentire notizie sull'argomento.

Da quello che ho capito leggendo gli articoli, le bande di predoni, sia che rapiscano tecnici che turisti, sono vere e proprie organizzazioni paramilitari perfettamente addestrate e armate fino ai denti, insomma, eserciti paralleli.

E questo mi fa pensare che forse non siano solo predoni...
Possibile che governi (non certo democratici e che non credo quindi vadano molto per il sottile nell'arrestare e nel cercare di ottenere informazioni) non riescano a individuare le zone dove si ritrovano interi eserciti a compiere addestramenti (a proposito, chi addestra i predoni e gli procura navi e armi molto sofisticate?), a conservare armi, navi e a tenere in ostaggio le persone rapite?

E' vero che questi paesi non hanno la Cia o il Mossad a indagare, ma quando leggo queste cose mi chiedo sempre quanti zampini abbiano i governi in queste organizzazioni specializzate nel rapimento di stranieri a scopo di estorsione...
E' vero, in generale per certe zone del mondo arrivano poche informazioni qui da noi! Boh, forse si ritiene più utile parlare d'altro e non di questo! :sorry:

Ad alcuni governi fa comodo non guardare e far finta di non sapere! Che traggano vantaggio anche loro? A volte la risposta è sì! :ouch:
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Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto:E' vero, in generale per certe zone del mondo arrivano poche informazioni qui da noi! Boh, forse si ritiene più utile parlare d'altro e non di questo! :sorry:

Ad alcuni governi fa comodo non guardare e far finta di non sapere! Che traggano vantaggio anche loro? A volte la risposta è sì! :ouch:
Eh sì, certe zone del mondo per i mass media quasi non esistono :dry:

Il discorso sarebbe molto lungo e porterebbe troppo lontano... in sintesi estrema, credo sia difficile dire quanti siano i governi, anche di paesi democratici, che non chiudono un occhio quando ci sono in ballo potere e soldi...
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Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto: Eh sì, certe zone del mondo per i mass media quasi non esistono :dry:

Il discorso sarebbe molto lungo e porterebbe troppo lontano... in sintesi estrema, credo sia difficile dire quanti siano i governi, anche di paesi democratici, che non chiudono un occhio quando ci sono in ballo potere e soldi...
...di questa cosa non mi meraviglio affatto! :ouch: :ouch:

...tutto gira intorno al denaro e se questo viene accompagnato ed affiancato anche dal potere...non c'è via di scampo! :ouch:
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Messaggio da Mac La Mente »

Ulteriori sviluppi...


Roma - Il gruppo armato che tiene in ostaggio due italiani in Niger ha fatto sapere che li uccidera' se l'esercito del Niger tentera' di liberarli con la forza. Lo ha riferito Radio France International. ''Siamo molto bene armati. Se l'esercito osa attaccarci, uccideremo gli ostaggi e andremo nelle montagne'', ha detto un uomo che diceva di rappresentare la Forze armate rivoluzionarie del Sahara, Far. La frase e' stata tradotta da un dialetto locale.

"I due ostaggi sono qui, seduti accanto a me", ha detto il portavoce delle Forze armate rivoluzionarie del Sahara in Niger. Ha aggiunto che gli italiani sono stati sequestrati perché il governo del Niger non ha rispettato gli accordi raggiunti nei primi anni '90 con le tribu' ribelli e ne ha ucciso due capi. Su questo episodio non sono stati forniti altri dettagli.

Intanto i due turisti hanno fatto sapere, tramite la moglie di C. Chiodi, uno dei due rapiti, di essere stati prelevati dal 'Fronte Far Sahara del Niger'.

F. Franzoni, moglie di C. Chiodi, ha dettato all' ANSA questa dichiarazione. "Sono la moglie di C. Chiodi, uno dei due turisti italiani rapiti in Niger. Mio marito mi ha chiamata e mi ha dettato su richiesta dei rapitori il seguente testo con la richiesta che ne venga data ampia diffusione tramite gli organi di stampa: 'Il Fronte Far Sahara del Niger ci ha catturato per rivendicare il suo diritto sul territorio nigerino. Non è a fine estorsivo ma a fine politico. Noi siamo in buona salute. Nessuno ci ha fatto male e siamo ben trattati. A partire da oggi tutti i turisti sono avvisati di non entrare nel territorio del Far Sahara fino a che la situazione con il governo nigerino non sarà chiarita. Le persone che non rispetteranno questa condizione saranno a loro rischio catturate".

A quanto risulta, il Fronte Far Sahara è una formazione composta da tribù Toubou e Tuareg che avanza rivendicazioni nei confronti del governo nigerino. La signora Franzoni ha informato altresì la Farnesina di avere sentito il marito molto sereno e di aver potuto parlare anche con l' altro rapito I. De Capitani il quale ha asserito di stare anche lui bene.

In base a queste informazioni, i due turisti, assieme ai sequestratori, dovrebbero trovarsi ancora in Niger e non essere sconfinati in Ciad come ipotizzato in precedenza.

Nigeria: italiano non rintracciabile...
Alla Farnesina sono in corso sforzi in coordinamento con l' Eni per rintracciare il connazionale dipendente di una societa' subappaltatrice della Saipem che da ieri risulta non rintracciabile a Port Harcout, in Nigeria. Non si esclude l' ipotesi di un rapimento. L'uomo si chiama M. Pavesi. Il tecnico lavora per la società Sanco di Galliate, Novara, ma non sarebbe originario della città piemontese. E' scomparso assieme ad altri due colleghi da ieri sera.

fonte: ansa

Lo sapevamo no che c'entrava la politica e come al solito quando si verificano queste cose ci vanno di mezzo le persone comuni...è normale! :ouch: :ouch:
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Messaggio da Vianne »

I due italiani rapiti in agosto in Niger sono stati rilsciati oggi, finalmente! :)



Chiodi e De Capitani, sequestrati con altri 19 turisti, liberati in Libia
Sono atterrati nel pomeriggio a Verona con l'aereo di Palazzo Chigi


Niger, liberi gli italiani rapiti ad agosto
Tripoli: "Nessun riscatto pagato"


Chiodi: "Per il rilascio forniti pezzi di ricambio di auto, benzina, olio e viveri"
Gratitudine e apprezzamento della Farnesina alle autorità libiche e al Sismi



ROMA - Sono stati liberati i due italiani sequestrati in Niger il 22 agosto scorso. Claudio Chiodi e Ivano De Capitani erano stati rapiti dal gruppo Fars Sahara insieme ad altri turisti, rilasciati dopo qualche ora. E oggi hanno ritrovato la libertà in territorio libico. "Siamo a Tripoli, siamo arrivati ieri sera e stiamo bene. In serata torneremo in Italia", ha detto Chiodi al telefono con il Tg1. E al suo arrivo a Verona ha raccontato che per il rilascio sono stati forniti ai sequestratori "pezzi di ricambio di auto".

L'aereo inviato dalla presidenza del Consiglio per riportare in Italia i due connazionali è partito nel pomeriggio da Tripoli e dopo un breve volo è atterrato a Verona. "E' la fine di un incubo", è stato il primo commento di Claudio Chiodi. "Ne sono state dette tante in questi giorni, ma l'importante è che ora sia tutto finito", dice sollevata la sorella di Ivano De Capitani.

Chiodi e De Capitani facevano parte di un gruppo di 21 turisti che stavano visitando una zona desertica del Niger sud-orientale, al confine con il Ciad. A poche ore dal rapimento 19 dei 21 turisti, dopo essere depredati di tutto, furono liberati dai sequestratori che trattennero Chiodi e De Capitani. Le previsioni ottimistiche delle autorità nigerine sull'imminenza della liberazione dei due ostaggi italiani furono smentite dalle difficoltà che i rapitori frapposero per rilasciare i due connazionali. Con il passare delle settimane si moltiplicarono le voci di una possibile liberazione, smentite però dai fatti. Oggi l'epilogo positivo della vicenda.

Il ministero degli Esteri ha espresso gratitudine e apprezzamento alle autorità di Tripoli e in particolare alla "Fondazione Gheddafi per lo sviluppo" per l'efficace e determinante contributo alla soluzione del caso. Al buon esito della vicenda, è stato sottolineato, si è potuti giungere grazie a un'azione assai articolata. Sono stati impegnati il Sismi e la struttura del ministero degli Esteri, e coinvolta la rete delle sedi diplomatiche italiane della regione. E in una nota il presidente del Copaco Claudio Scajola, sottolinea che la felice conclusione della vicenda sta anche a rappresentare "l'estrema utilità dell'intelligence nel risolvere situazioni di crisi molto delicate".

"I negoziati per la liberazione dei due italiani sequestrati in Niger sono stati lunghi e difficili, ma finalmente ce l'abbiamo fatta", ha detto il direttore della Fondazione Gheddafi per lo sviluppo, Saleh Abdu Salam, che ha aggiunto: "I due ostaggi sono stati liberati senza il pagamento di riscatto e senza altre condizioni".

Chiodi ha confermato che alla liberazione, avvenuta l'altra notte, si è arrivati per iniziativa della fondazione libica. "Dopo un viaggio di circa 300 chilometri nel deserto ci siamo incontrati, al confine con la Libia, con una delegazione del paese di Gheddafi", ha raccontato. Poi ha rivelato un dettaglio: "Per il nostro rilascio ho visto che hanno fornito ai nostri sequestratori pezzi di ricambio di auto, taniche di benzina, di olio e pacchi di viveri".

(14 ottobre 2006)

Dal sito di La Repubblica
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Vianne ha scritto:I due italiani rapiti in agosto in Niger sono stati rilsciati oggi, finalmente! :)



Chiodi e De Capitani, sequestrati con altri 19 turisti, liberati in Libia
Sono atterrati nel pomeriggio a Verona con l'aereo di Palazzo Chigi


Niger, liberi gli italiani rapiti ad agosto
Tripoli: "Nessun riscatto pagato"


(14 ottobre 2006)

Dal sito di La Repubblica
E' una bellissima notizia! Bentornati ragazzi! :)
...è vero, l'incubo è finito...fortunatamente nel migliore dei modi!
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