La scuola in Italia

Cosa succede in Italia...
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La scuola in Italia

Messaggio da Vianne »

Negli ultimi mesi molte indagini internazionali e italiane ci hanno mostrato la situazione disastrata in cui versa la scuola italiana e la condizione di grandissima impreparazione - in tutte le materie e in particolare in quelle scientifiche - della stragrande maggioranza degli studenti delle scuole superiori.

E oggi Paola Mastrocola ha pubblicato su la Stampa un articolo nel quale provocatoriamente (ma credo anche molto seriamente) individua una delle cause dello sfacelo della scuola nel "recupero scolastico".

L'articolo è molto lungo ma consiglio di leggerlo tutto, è interessante e a mio parere molto istruttivo e, personalmente, lo condivido in pieno.

Nei prossimi post ne inserisco inserisco il testo, diviso in due parti per evitare di appensantire troppo il messaggio.
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Messaggio da Vianne »

7/4/2008
Scuola, aboliamo il recupero degli asini

PAOLA MASTROCOLA

In questi mesi le scuole italiane sono impegnate nella «Missione Recupero». Credo che tutti lo sappiano perché se n'è parlato molto da dieci anni a questa parte: il recupero fu introdotto dal ministro Berlinguer, fu conservato mirabilmente intatto dal ministro Moratti ed è ora più che mai voluto, sostenuto e moltiplicato dal ministro Fioroni; è quindi un concetto - nonché una legge - che transita beatamente da un governo all'altro, di qualsivoglia colore politico esso sia.

Credo altresì che tutti non possano che essere d'accordo sull'opportunità di recuperare gli allievi: per una ragione molto semplice, che la parola recupero è una bellissima parola! Rimanda a nobilissimi sentimenti di umanità e fratellanza. Chi mai potrebbe dire, infatti, che non è bene recuperare - cioè salvare - qualcuno o qualcosa? È bene recuperare relitti in fondo al mare, recuperare fondi e refurtive, recuperare l'uso di un arto… A maggior ragione, è bene, anzi, benissimo recuperare ragazzi in difficoltà nello studio. Credo però, anche, che nessuno (se non un'esigua minoranza) sappia veramente che cosa sia nella sostanza il recupero. E quindi vorrei provare a raccontarlo. Partiamo da un allievo, ad esempio di prima liceo, che prenda quattro di italiano per quattro mesi di fila. Lo chiameremo Giovanni.

Giovanni prende quattro perché non sa l'analisi logica. Davanti alla frase «Si vedono gabbiani al mare», egli scrive:
Si: soggetto
vedono: predicato verbale
gabbiani: complemento oggetto
al mare: complemento di termine.

Piccola parentesi: potremmo chiederci perché Giovanni non sa l'analisi logica. Forse alle elementari e alle medie la grammatica non va più di moda, l'hanno abolita e si son dimenticati di dircelo? Oppure sono i ragazzi che non la studiano, o dimenticano all'istante quel che (labilmente) studiano? Nel qual caso, perché mai sono arrivati fino al liceo? Domanda oziosa: c'è la scuola dell'obbligo. Come potremmo obbligarli ad andare a scuola e nello stesso tempo, solo perché non studiano, cacciarli dalla scuola? Fine della parentesi.
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Messaggio da Vianne »

Ma non importa: i ragazzi arrivano digiuni di grammatica e noi, buoni buoni, alle superiori gliela insegniamo daccapo, come se nulla fosse mai stato prima. Nessun problema, siamo gente responsabile, ci mancherebbe! Rispieghiamo tutto a Giovanni, dall'articolo in poi. Ma Giovanni continua a prendere quattro. Si: soggetto; gabbiani: complemento oggetto. Oibò! Che fare? Ecco che scatta il magico recupero! Ci travestiamo da agenti in missione speciale (calzamaglia blu con R cubitale sul petto e mantello rosso) e recuperiamo Giovanni! In due possibili modi. Modo A: interrompiamo le lezioni del mattino, sospendiamo i programmi e ripetiamo per la centoquarantesima volta che differenza c'è tra soggetto e complemento oggetto. Modo B: diciamo a Giovanni di venire al pomeriggio e facciamo a lui e a tutti i Giovanni delle altre classi un corso supplementare. Ottenendo i seguenti risultati: con il modo A, obblighiamo tutti gli altri allievi, anche quelli bravi e studiosi che prendono 10 in grammatica, a ristudiare gli articoli non insegnando loro nulla di nuovo e più difficile; con il modo B, occupiamo il tempo pomeridiano di Giovanni, che egli dovrebbe passare, finalmente!, a studiare. Già, perché è inutile centuplicare le ore di lezione, se poi uno non apre un libro! Il sapere non passa ancora così, via etere, wireless o con altra diavoleria elettronica.

Giovanni quindi, dopo la prima dose di recupero, continua a prendere quattro. E siamo ad aprile. Dobbiamo ora iniziare la seconda dose, e poi una terza, una quarta e via così fino ad agosto, fino alla prova finale, detta un tempo «esami di riparazione». Ed è qui che mi nasce la domanda: siamo sicuri che la scuola debba diventare un recuperificio?

Siamo sicuri che l'Italia debba pagare così tanto denaro pubblico perché Giovanni si ostina a non aprire un libro? (ogni ora di recupero è pagata 50 euro e, così a naso, i Giovanni di ogni singola classe si aggirano tra il 30 e il 50 per cento). Ma soprattutto, pensiamo davvero che faccia bene ai ragazzi essere così tanto imboccati, pedinati, inseguiti e perseguitati: in una parola, recuperati? Non dovrebbe esserci un tempo in cui gli insegnanti, dopo avere svolto e ri-svolto con professionalità e passione gli argomenti del programma, li lascino finalmente soli a rispondere delle loro azioni o non azioni? Non dovremmo esigere che diventino responsabili dei loro insuccessi? Responsabili e liberi, anche di non studiare. Non sarebbe questa un'azione nobilmente educativa?

Di qui, quattro piccole pulci nell'orecchio: e se il recupero fosse una violenza ai ragazzi? E se fosse, da parte nostra, un'ignobile ipocrisia, visto che per recuperare 8 anni di totale ignoranza grammaticale (3 anni di medie e 5 di elementari), ci vorrebbero tutte le ore di lezione di almeno 2 anni e non certo le miserabili 15 ore a cui ci impegna il decreto ministeriale? E se, a forza di recuperare, non avessimo più il tempo di fare i programmi? Chi li svolgerebbe, l'università? E chi farebbe i programmi universitari, le case di riposo? E se il recupero non fosse che l'ennesimo escamotage per autoesentarci dal nostro compito educativo di formare persone responsabili? Fine delle pulci.

Siccome caso vuole che ci si trovi in periodo elettorale, mi piacerebbe molto che si parlasse di scuola. Non le solite generiche parole in libertà: riconosciamo alla scuola la sua centralità per la crescita del Paese… blablabla. Vorremmo scendere nei dettagli. Vorremmo sapere cosa pensa l'un partito e l'altro a riguardo del recupero. C'è una forza politica, almeno una!, che ritenga il recupero un obbrobrio, e pertanto s'impegni a raderlo al suolo? O qualcuno che ci dica che semmai è l'analisi logica da radere al suolo? Non so, vedete voi, cari partiti.


Dal sito de La Stampa
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Messaggio da Twilight »

Quella di grammmatica è una pecca che mi fa impazzire.
A volte, anche gironzolando tra i blog, mi capita di trovare degli scritti che nel profilo sostiene essersi laureata con degli errori di ortografia che brrrrrrrrrrrrrrrrrr.
Io avevo una maestra che se non scrivevi bene ortograficamente le parole segnava tutti gli errori e ti prendevi un'insufficienza anche se il tema era stupendo.
Io non ho studiato, qualche strafalcione nell'esprimermi capita anche a me, ma conosco molto bene l'ortografia per via della mia maestra.
Comunque a volte scrivendo sul pc di fretta ogni tanto mi scappano.

Proporrei di far fare loro dei seminari dagli insegnanti di Amici. Son terribili!!!!!!!!! Ti fan dei mazzi.
Ci son dei professori che lo fanno con passione e si vede, altri che lo hanno scelto per arrivare al 27.
In tutti e due i casi non vorrei essere al loro posto.
C'è una crepa in ogni cosa.
E' da lì che entra la luce.

(Leonard Cohen)
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Messaggio da Mac La Mente »

Bel topic e bell’articolo, Vianne! :)

E’ fantastico, scritto benissimo – ma non avevo dubbi in proposito visto che l’ha pubblicato la Mastrocola – e solleva tanti dubbi sul sistema scolastico da far mettere le mani nei capelli! :wacko:

Si, l’articolo si concentra principalmente sulla conoscenza della grammatica e sui corsi di recupero diventati oggi un altro passatempo per i ragazzi perché è proprio vero che se uno non ha voglia di imparare, non c’è niente da fare…il recupero non serve.
Non so perché sia uno dei pochi aspetti ad essere sopravvissuto ai governi – in effetti nessuno l’ha mai messo in discussione – però quello che so è che dovrebbe essere rivisto, modernizzato e soprattutto responsabilizzato (d’accordissimo sull’infondere responsabilità al ragazzo che deve recuperare il gap di una materia)...gli insegnanti possono metterci tutta la passione che hanno nell’insegnare, ma la prima mossa non può essere loro...

La situazione scolastica non è delle migliori (in generale) ci sono anche altre cose che non vanno bene e piano piano le segnaleremo...bisognerebbe rivedere qualcosa! :yes:

Anch'io commetto errori di grammatica (credo che il forum ne sia pieno :oops: ) ma me ne accorgo e cerco di migliorare...non ricado nello stesso errore due volte...o forse sì? Spero di no! :)
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Messaggio da Mac La Mente »

Inserisco qui dentro questa notizia che ho letto poco fa e che mi da tantissimo da pensare sulla condizione scolastica in alcune zone in Italia! E' una condizione assurda quella in cui si trovano i docenti che alla fine vengono anche picchiati! :crazy: :ouch: :ouch:

Palermo: professori picchiati in una scuola media, interviene la polizia
In ospedale un vicepreside, in malattia due docenti del «Verga», istituto di Ballarò, un quartiere a rischio


Palermo - Ennesimo caso di violenza in una scuola. Il vicepreside finito in ospedale con la testa rotta, un'insegnante percossa, costretta a una settimana di malattia, e un'altra fatta cadere a terra da un gruppo di alunni: storie di ordinaria violenza accadute nella scuola media «Verga» di Ballarò, quartiere di Palermo dove il degrado e il disagio sociale raggiungono livelli di guardia. E, come riporta il «Giornale di Sicilia», negli ultimi giorni i docenti sono stati costretti a chiamare la polizia.

La vicenda - «Certamente - commenta la preside dell'istituto Rosamaria Rizzo - sono accaduti diversi episodi violenti che esprimono tutti i problemi di questo quartiere e di bambini spesso lasciati soli da famiglie poco presenti o costrette a lavorare fuori casa tutto il giorno». La scuola «Verga» ospita 220 alunni e studenti di 18 etnie diverse. «La convivenza - spiega la preside - spesso non è semplice. I ragazzini litigano tra loro e quando tentiamo di dividerli subiamo le loro reazioni». Nè Rizzo, nè i docenti però hanno intenzione di gettare la spugna. «Andiamo avanti - dice - con la consapevolezza delle difficoltà che un ambiente simile crea. Cerchiamo di fare il possibile, facciamo parte di un progetto europeo sull'integrazione, abbiamo creato una ludoteca per i più piccoli. Questi ragazzi non vanno criminalizzati perchè spesso la violenza è un modo per chiedere aiuto».

fonte: Corriere della sera
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Messaggio da Mac La Mente »

Una rivoluzione che si manifesterà tra un po' di tempo: la pagella, quella classica a cui siamo tutti abituati, scomparirà e i voti dell'alunno saranno inseriti in rete...naturalmente i dati saranno protetti da password e potranno essere letti solo dalla persona interessata! :yes:

Il cambiamento è stato proposto dal Ministro Brunetta all'interno del forum della pubblica amministrazione...

Onestamente non sono molto d'accordo su questo...cioè...va bene ridurre l'uso eccessivo di carta, ma come viene detto anche nell'articolo - alla fine - inserire voti online è pericoloso proprio perchè la tecnologia può essere manipolata da chi riesce a compiere azioni poco legali! :ouch: :ouch:

...nel prossimo post, inserisco la notizia! :)
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Messaggio da Mac La Mente »

...ed ecco la notizia...

Lo annuncia il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta
Una rivoluzione che coinvolgerà circa 7 milioni di famiglie italiane
Va in pensione la pagella di carta fra poco i voti saranno solo online


Sta per tramontare uno dei simboli della scuola italiana: la pagella. Lo ha annunciato il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, al Forum della Pubblica amministrazione in corso a Roma. Un intervento nel quale ha spiegato come l'uso delle tecnologie e le innovazioni del prossimo futuro rivoluzioneranno la vita degli italiani. E ha dichiarato guerra alla cosiddetta documentazione cartacea, citando tra gli altri il caso delle pagelle scolastiche: secondo il ministro, "dovranno essere lette su internet. la carta deve sparire". Il tutto, entro un anno e mezzo, al massimo due. Brunetta segue la via britannica: lo scorso gennaio il governo di Londra ha annunciato l'intenzione di mettere in rete, entro il 2010, i voti di tutti gli alunni di Sua Maestà, per permettere ai genitori di seguire l'andamento scolastico dei figli.

Per quasi 7 milioni di famiglie italiane, abituate a controllare i risultati scolastici dei figli attraverso la pagella "di carta", si tratta di una rivoluzione. Alcune scuole italiane si sono già lanciate in esperienze simili, consentendo ai genitori di controllare l'andamento didattico dei figli per mezzo della Rete. I siti di alcune scuole permettono, a madri e padri muniti di password, di verificare voti e assenze dei figli. Ma la pagella è un atto formale di cui la scuola ancora non può sbarazzarsi. Cammina con l'alunno che si trasferisce da un istituto a un altro e, una volta compilata, firmata dal dirigente scolastico e timbrata, è difficile contraffarla.

Negli anni recenti, la tradizionale pagella ha già subito una serie di "attacchi". All'elementare e alla media, da tempo si presenta sotto forma di scheda con articolati giudizi. Niente più voti, insomma. E da qualche anno, ogni scuola media e elementare si confeziona la propria pagella in relazione al curriculum scolastico adottato dal Piano dell'offerta formativa: non è più il ministero della Pubblica istruzione a spedirla alle scuola. Solo alle superiori è ancora nella sua forma tradizionale: materie, voti e assenze.

Dopo gli hacker che hanno forzato il cervellone del ministero "prelevando" la somma di 13 milioni di euro e portandola con un click in Egitto, c'è da giurare che qualche studente "giamburrasca" si attrezzerà per manipolare voti e assenze per fare bella figura con i genitori.

fonte: Repubblica
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Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto: Onestamente non sono molto d'accordo su questo...cioè...va bene ridurre l'uso eccessivo di carta, ma come viene detto anche nell'articolo - alla fine - inserire voti online è pericoloso proprio perchè la tecnologia può essere manipolata da chi riesce a compiere azioni poco legali! :ouch: :ouch:
Questa inziativa lascia infinitamente perplessa anche me.
Considerando che un quindicenne smanettone è molto più bravo di interi staff di informatici e considerando che colabrado è la rete e quali risorse economiche possano avere le scuole per garantire la protezione e la sicurezza dei propri siti , immagino che le pagelle online saranno allegramente e continuamente manipolate dagli studenti.

Quello su cui invece ho sempre meno perplessità è la conoscenza informatica dei nostri politici... più li sento parlare di siti e di rete, più mi rendo conto che non sanno che cosa siano e che cosa voglia dire mettere i dati online
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Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto: Questa inziativa lascia infinitamente perplessa anche me.
Considerando che un quindicenne smanettone è molto più bravo di interi staff di informatici e considerando che colabrado è la rete e quali risorse economiche possano avere le scuole per garantire la protezione e la sicurezza dei propri siti , immagino che le pagelle online saranno allegramente e continuamente manipolate dagli studenti.

Quello su cui invece ho sempre meno perplessità è la conoscenza informatica dei nostri politici... più li sento parlare di siti e di rete, più mi rendo conto che non sanno che cosa siano e che cosa voglia dire mettere i dati online
Giustissimo Vianne! :yes:

...abbiamo gli stessi dubbi allora perchè non ci vuol niente a manipolare i dati e a far diventare una sufficienza o insufficienza in qualcosa di più! :ouch:
Non so come andrà a finire questa storia, ma se davvero dovessero farlo, la sicurezza offerta non può essere minima altrimenti non avrebbe senso...e per far questo, per garantire protezione e serietà (se vogliamo al sistema) servono risorse ed esperti che hanno un costo e non credo che la scuola possa permetterseli al livello attuale in cui è! :yes:

Beh...onestamente penso che siano su un altro pianeta e che considerino la rete come una piccolissima cosa quando invece al suo interno è presente una comunità vastissima di persone...le notizie viaggiamo molto più velocemente in rete che sui giornali...è il futuro...e in nostri policiti forse vivono nel passato! :crazy:
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Messaggio da Mac La Mente »

E continuando a parlare della situazione scolastica presente in Italia, riporto un articolo pubblicato oggi su Repubblica che analizza un aspetto da non sottovalutare assolutamente ovvero quello della conoscenza della lingua inglese e in generale di una lingua straniera.
Nonostante le ore di lezione e gli anni scolastici in cui si studiano le lingue, per molti molti ragazzi queste non sono sufficienti e se la famiglia vuole garantire una preparazione soddisfacente, deve rivolgersi a mezzi alternativi: vacanze studio, corsi privati...che comunque hanno un costo alto.

L'Italia dunque è indietro rispetto agli altri paesi e la situazione non tende a migliorare per niente! :ouch:

Nei prossimi due post inserisco la notizia che ho letto - anche se mancano parti, è lunga - e rimango all'articolo intero perchè molto interessante! :)
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Messaggio da Mac La Mente »

Prima parte


I 10-13 anni di lingua straniera nelle aule non sono sufficienti
L'Italia continua ad essere indietro rispetto agli altri Paesi europei
Per l'inglese la scuola non basta e i costi arrivano a 20 mila euro
Bisogna svenarsi in corsi, lezioni private, soggiorni all'estero.


Imparare l'inglese, in Italia, è roba da ricchi. La scuola, sostengono gli stessi italiani nell'ultima indagine Censis, non riesce spesso a fornire neppure una preparazione a livello "di sopravvivenza". E una famiglia che vuole mettere un figlio nelle condizioni di esprimersi correttamente in inglese deve essere disposta a sborsare fino a 20 mila euro.

A scuola, la lingua straniera (in prevalenza l'inglese) si studia per 10 o 13 anni ma evidentemente non basta: nonostante ore e ore di lezione, i nostri giovani restano indietro rispetto ai coetanei degli altri paesi europei che all'estero riescono a comunicare con una certa scioltezza.

Così, chi vuole imparare l'inglese è costretto a rivolgersi ai privati. Ma per mamme e papà che intendono dare ai figli una marcia in più per lo studio, il lavoro o, semplicemente, per comprendere come si "muovono" le cose all'estero, districarsi nella giungla dei livelli europei, delle certificazioni, dei corsi, delle lezioni private, delle vacanze studio all'estero e dell'Europass non è affare semplice.

Cosa significa "conoscere" l'inglese? Quanto deve studiare un ragazzo per raggiungere un livello soddisfacente? Come e dove apprendere la lingua straniera? E quanto costa? Una cosa sembra certa: almeno l'inglese in futuro dovranno conoscerlo tutti. Nel 1998 il Consiglio d'Europa ha introdotto il Pel (il Portfolio europeo delle lingue) che contiene il Passaporto delle lingue. Il documento viene redatto in modalità di autovalutazione in base alle competenze e ai livelli descritti nel Quadro comune europeo di riferimento per le lingue.

[...]

Ma quanto occorre studiare per raggiungere i diversi livelli? Per Emanuela Sias, del British Council (l'ente internazionale britannico per le relazioni culturali e le opportunità educative) "potrebbero bastare mediamente 120 ore di lezione per ciascun livello". Per raggiungere un livello B2, che consente di "interagire con relativa scioltezza e spontaneità e produrre testi chiari e articolati su un'ampia gamma di argomenti", sarebbero sufficienti in media 480/500 ore di lezione.

...continua...
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Messaggio da Mac La Mente »

Seconda parte


Basta dare un'occhiata ai prezzi di mercato delle lezioni private o dei corsi di inglese per farsi un'idea della spesa da affrontare: da 10 a 20 mila euro per lezioni individuali che costano 20/40 euro l'ora o 4.000/7.500 euro per lezioni di gruppo con al massimo 8 persone. Il tutto, per un impegno variabile dai 4 ai 6 anni. E per un livello B2 si può arrivare anche a mille ore, con costi che inevitabilmente lievitano.

[...]
Ogni anno, nel nostro paese, sono circa 230 mila le persone che sostengono l'esame per una certificazione; 100 mila, per lo più ragazzi, si sottopongono a un esame per la certificazione Trinity, divisa in 12 livelli. "Il 70 per cento proviene dalla scuola - dice Claudia Beccheroni, responsabile del Trinity per l'Italia - il 30 per cento ha seguito altri percorsi".

E le mille ore di inglese che si studiano dalle elementari al superiore in Italia? Come mai non riescono a fornire le competenze adeguate? "Le mille ore scolastiche di inglese - continua la Beccheroni - non sono tutte di input attivo. Gli insegnanti si devono occupare anche di altro e le classi sono formate per età anagrafica, non per competenze. Così si demotivano gli alunni e si spreca tempo perché alla fine di ogni ciclo di scuola invece di far tesoro delle competenze acquisite si ricomincia da what's your name?". Ma l'organizzazione, da sola, non basta. Servono anche investimenti per l'aggiornamento dei professori perché una lingua "se non viene esercitata si dimentica o si 'arrugginisce".

[...]

Intanto, gli italiani restano indietro. L'ultima indagine Eurobarometro (2006) sulla conoscenza delle lingue straniere condotta dalla Commissione europea è impietosa: l'Italia è al terzultimo posto tra i paesi dell'Ue a 25. Coloro che hanno dichiarato di sapere parlare sufficientemente bene per partecipare a una conversazione in una lingua straniera sono appena 41 su 100. E la lingua più conosciuta è proprio l'inglese.

In paesi come il Lussemburgo, la Slovacchia, la Lettonia e la Svezia le percentuali superano il 90 per cento. In Finlandia sono in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa da quella madre in 7 su 10 e in Francia più della metà dei cittadini. In Italia, la strada per il multilinguismo è lunga: gli italiani che conoscono tre lingue straniere sono 7 su 100, in Danimarca 30 e in Olanda 34 su 100.

fonte: Repubblica
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Messaggio da Mac La Mente »

...che la scuola in Italia faccia acqua da tutte le parti ed abbia problemi abbastanza gravi al suo interno è risaputo ma che anche il Ministero sbagli - durante gli esami di Maturità - a dare le spiegazioni sulle tracce è assurdo! :angry:

Ho letto ora che una traccia per i temi di italiano prevedeva il commento di una poesia di Montale...beh, non sono un poeta e non me ne intendo di poesia, ma mi chiedo come sia possibile che nella spiegazione sulla poesia si sia detto "individua la figura feminile" quando in realtà era ad un uomo! :ouch: :ouch:

Riporto l'articolo pubblicato sul Corriere della sera nel prossimo post, ne consiglio la lettura per interno! Sisi! :)
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Messaggio da Mac La Mente »

...ed ecco qui la notizia citata in precedenza! :)

Quel pasticcio sulla poesia di Montale
Traccia piena di equivoci. Il componimento è dedicato a un uomo, ma si chiede di parlare della figura femminile


Premetto che sono per principio allergico all’analisi di un unico testo e per di più pilotata da una traccia prestabilita, perché quella traccia generalmente svia la lettura o l’imbriglia in un’interpretazione preconfezionata. Oltre tutto, in questa Maturità, la scelta del quarto componimento della terza sezione di Ossi di seppia di Montale non è felice, perché costituisce un testo poco rappresentativo dell’intera raccolta.

Ma entriamo nei dettagli. La traccia prevede, prima di tutto, che lo studente riassuma brevemente il «contenuto informativo della lirica in questione». Una poesia ha il valore di una notizia? Non lo sapevo. Lo studente, più saggio degli esperti del ministero, avrà proceduto a fare un semplice riassunto di ciò che i versi di Montale sanno evocare. La prima strofa mette in scena il ricordo di un «sorriso» che è come «un’acqua limpida», vista per caso, «tra le petraie d’un greto», una sorta di piccolo lago in cui si rispecchia l’edera e più in alto ancora «l’abbraccio d’un bianco cielo». Montale è qui chiarissimo: mette in primo piano un ricordo caro. Il Ministero complica tutto perché chiede di individuare la «visione della realtà» del poeta e quella del «ruolo salvifico e consolatorio della figura femminile». Siamo nei guai. Qui c’è un errore grossolano: la poesia è dedicata a Baris Kniaseff che donna non è, ma un vecchio amico ora «lontano». E allora cosa fare? Bisticciare con gli esperti o fare finta di niente? Dire che la ripetizione di tante «r» sta per una realtà ostile e «l’acqua limpida» per una donna che salva, sarà stata forse la scelta più accomodante.

E’ chiaro che tutto il resto va ora a precipizio perché la traccia, mentre s’intestardisce a mettere in scena una donna, chiede di spiegare (con un italiano traballante) in «che senso il portare con sé la sofferenza per il mondo può essere, come dice il poeta, "un talismano" per un’anima e come questa condizione possa essere altrettanto serena che quella di un’anima "ingenua" non toccata dal male». Ma se si leggono i versi non c’è questa equazione, ma solo una sorta d’interrogativa indiretta in cui ci si chiede se l’amico sia oggi un’anima ingenua o un’anima che soffre.

Lo studente saggio avrà a questo punto mandato a quel paese i signori del ministero e nell’ultima strofa seguirà Montale che, al ricordo della «pensata effigie» dell’amico, sommerge i propri «crucci estrosi». Poi, se sarà stato in grado, avrà fatto la sua bella analisi stilistica del componimento e quindi parlato genericamente della poesia di Montale. Tranquilli ragazzi, niente paura. Con esperti ministeriali così poco competenti, il vostro tema meriterà comunque un punteggio pieno.

fonte: Corriere della sera
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