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truccoeanima
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Indagine Ires-Nidil: atipici un battaglione di 'dipendenti'

Roma, 26 ott . (Adnkronos) - Un battaglione di lavoratori illusi e disillusi, scoraggiati dalla precarietà, la maggior parte senza figli, con un reddito medio inferiore ai 1000 euro al mese ma che lavorano da anni per uno stesso committente con un orario mediamente lungo. E' questa la fotografia scattata dall'Ires per conto del Nidil-Cgil sul lavoro parasubordinato in Italia. Un flash amaro, quello scattato dal centro studi della Cgil, che illumina una realtà complessa attraverso una indagine accurata realizzata tramite interviste a 560 lavoratori atipici, dai co.co.co ai co.co.pro, dalla collaborazione occasionale a quella con partita iva, fino agli stage e ai tironicii.

E l'80% dei collaboratori intervistati svolgono appunto il proprio lavoro per un unico committente, soprattutto se lavoratore a progetto o co.co.co. Ma a disegnare un rapporto di lavoro di ''quasi dipendenza'' sopratutto il fatto che sempre l'80% degli intervistati lavora all'interno dei luoghi di lavoro, il 77% perlopiù con una presenza quotidiana e il 71% tenuto a rispettare un orario fisso di lavoro. Ben il 50% del campione per più di 38 ore a settimana con punte di oltre 45 ore, sopratutto tra i tirocinanti e gli stagisti. Ma le retribuzioni complessivamente si assestano su fasce decisamente basse, sopratutto al sud nonostante l'elevata qualificazione professionale, i titoli di studio e l'orario lungo. Oltre il 31% degli intervistati infatti guadagna meno di 800 euro netti al mese, e il 26% tra gli 800 ed i 1000 euro: come a dire che un collaboratore ogni due lavoratori guadagna meno di 1.000 euro al mese. Poco sensibile la differenza anche nella fascia più qualificata in ambito scientifico: circa il 52% degli intervistati guadagna infatti tra gli 800 ed i 1.200 euro al mese. E nel settore privato, spiega ancora il rapporto Ires, i redditi sono più bassi che nel settore pubblico. Un livello salariale che per il 34% del campione ''consente a stento di vivere e di mantenere persone a carico'', mentre un altro 31% lo giudica ''del tutto insufficiente''. E le ripercussioni di questa situazione sui modelli familiari sono immediate: l'89,4% di lavoratori tra i 28 anni ed i 35 non ha figli; e lo stesso vale per il 51,2% di quelli oltre i 35 anni. Più 'scontato' il 96,4% di quelli con meno di 28 anni. Ma la media dei numeri dice che circa l'82% dei collaboratori complessivamente intervistati non ha figli. Così come circa il 20% del campione che ha già superato i 28 anni dichiara di vivere ancora in famiglia. Un quadro scoraggiante, questo, per i lavoratori che per la maggior parte non pensa di poter contare su questo rapprto anche in prospettiva. Poco meno del 50% ritiene infatti che non continuerà ancora a lungo a lavorare con il proprio committente. Fanno eccezione solo i collaboratori del settore pubblico e quelli che registrano il rapporto di 'dipendenza' più lungo, anche 4 anni, che nel 45,3% dei casi considerano il proprio rapporto destinato a durare. Oltre il 20% degli intervistati inoltre non ha nessun tipo di prospettiva per il futuro, non saprà cioè cosa gli verrà proposto alla scadenza del contratto. Un insieme che fa stimare all'Ires come un lavoratore su quattro non ha certezza del suo futuro, e neppure quello a lungo termine.

Pochi dunque gli ottimisti o quelli che pensano comunque di avere buone possibilità di fare carriera, solo meno del 20% del campione. La maggior parte, oltre il 40% infatti, affida le proprie prospettive ad un percorso lavorativo meno lineare e sopratutto esterno, in particolare se svolge una professione di alto livello (44%) o se sta svolgendo uno stage o un dottorato (52,5%).

ADN Kronos - Gio 26 Ott

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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

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truccoeanima ha scritto:Indagine Ires-Nidil: atipici un battaglione di 'dipendenti'


Vi invito a riflettere! :ouch: :ouch: :ouch:
Eh si che rifletto! E anche molto volentieri, l’ho fatto tantissime volte e continuerò a farlo!

Sappiamo benissimo che la situazione lavorativa in Italia non è delle migliori, che ci sono persone ultra sfruttare e ipermegasupersottopagate! :ouch: …purtroppo è una situazione davvero difficile da migliorare e soprattutto, cosa più importante secondo me, bisogna aver voglia di migliorarla! La seconda cosa che ho detto non dipende da noi ma dai “nostri capi” che blah blah blah parlano e non fanno mai niente e non trovano mai nessunissima soluzione ma soltanto decine se non centinaia di scuse per lasciare la cose come stanno e far cadere l’Italia sempre più nel baratro e fargli fare sempre più una figura di m___a agli occhi degli altri paesi europei e del mondo! :inca:


Qualcuno potrà dire “gli italiani si lamentano sempre!”…eh certo! Qui è uno schifo e non ci sono altre parole per descriverlo!


Dovremmo adeguarci e prendere spunto da quei paesi dove la situazione è migliore se confrontata alla nostra e non dai paesi dove è peggiore!
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

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truccoeanima ha scritto:
Un battaglione di lavoratori illusi e disillusi, scoraggiati dalla precarietà, la maggior parte senza figli, con un reddito medio inferiore ai 1000 euro al mese ma che lavorano da anni per uno stesso committente con un orario mediamente lungo.
:hihi: :hihi: Uh, ma sono iiiiiiiiiiiiiiooooooooooooooooooo :hihi: :hihi:
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

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truccoeanima ha scritto:Indagine Ires-Nidil: atipici un battaglione di 'dipendenti'

Vi invito a riflettere! :ouch: :ouch: :ouch:
Trucco altrochè se c'è da riflettere!

La situazione italiana rispetto agli altri paesi industrializzati è molto più che disastrosa. :ouch:

I contratti atipici nella stragrande maggioranza dei casi riguardano persone che hanno titoli di studio elevati e, quanti più master e specializzazioni hanno, tanto più vengono sfruttati.

La follia è che la stragrande maggioranza degli (pseudo) imprenditori italiani, pubblici o privati che siano, non tiene in alcuna considerazione i cervelli e le specializzazioni, ma li vede solo come costi. Per moltissimi di questi intelligenti uomini d'affari è molto più utile una 17enne con la terza media di una 30enne con un dottorato di ricerca e un master conseguito negli Usa o in Germania.
La seconda, con l'assurda miopia tutta italiana, non è vista come una preziosa risorsa da utilizzare, ma solo come un rischioso costo. E allora, se una delle più discutibili legislazioni sul lavoro del mondo occidentale lo consente, perchè assumere quel cervello quando lo si può avere e spremere come un limone con un contratto che non gli riconosca alcun diritto e alcuna garanzia?

Questa è la follia italiana che sta provocando un'emigrazione ancora più massiccia di quella di inizio '900. Allora emigravano analfabeti alla ricerca di un lavoro qualunque
Oggi stanno emigrando in massa i laureati e i ricercatori che le aziende estere, al contrario delle italiane, assumono e considerano come professionisti e preziosi collaboratori.

Se l'Italia sta precipitando sempre più nel baratro economico, la responsabilità non è della concorrenza cinese o indiana (e anche su questa cosiddetta concorrenza ci sarebbe molto da dire... chi è che chiude le aziende in Italia per andare ad aprirle in India o Cina?) ma della scelte miopi e rapaci di una classe dirigente (?) che assegna ai suoi amministratori delegati 190.000 euro di stipendio mensile per fare cose utilissime e intelligentissimei come mandare in bancarotta un'azienda, ma poi considera un costo insostenibile assumere a 1500 euro al mese un biologo o un ingegnere che consentirebbero di realizzare progetti utili a far crescere i profitti e l'immagine dell'azienda.
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

Messaggio da Chantilly »

Vianne ha scritto:Oggi stanno emigrando in massa i laureati e i ricercatori che le aziende estere, al contrario delle italiane, assumono e considerano come professionisti e preziosi collaboratori.
Se non erro mi sembra di ricordare che laureati e ricercatori sono andati all'estero a lavorare anche per il risultato negativo che ebbe il referendum sulla procreazione assistita.
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

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Vianne ha scritto: Questa è la follia italiana che sta provocando un'emigrazione ancora più massiccia di quella di inizio '900. Allora emigravano analfabeti alla ricerca di un lavoro qualunque
Oggi stanno emigrando in massa i laureati e i ricercatori che le aziende estere, al contrario delle italiane, assumono e considerano come professionisti e preziosi collaboratori.
La cosiddetta "fuga di cervelli"! Beh, non mi meraviglio affatto che ci sia e che in questi anni sia aumentata in maniera vertiginosa! Fanno bene ad andar via, è inutile restare in un posto dove non solo non si viene considerati ed apprezzati per le proprie capacità ma si viene anche sfruttati! :ouch:
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

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Maybe ha scritto:
Vianne ha scritto:Oggi stanno emigrando in massa i laureati e i ricercatori che le aziende estere, al contrario delle italiane, assumono e considerano come professionisti e preziosi collaboratori.
Se non erro mi sembra di ricordare che laureati e ricercatori sono andati all'estero a lavorare anche per il risultato negativo che ebbe il referendum sulla procreazione assistita.
Questo non lo so, però potrebbe benissimo darsi che il fallimento di quel referendum abbia accelerato o aumentato la fuga di ricercatori di ambito bio-medico verso gli istituti di ricerca americani, inglesi, tedeschi, ecc.

Quello che è certo è che la fuga è iniziata da almeno 4 o 5 anni se non di più e riguarda i ricercatori di tutte le specializzazioni, dall'ingegneria meccanica alla scienza delle finanze, dalla psicologia all'informatica, dalla filosofia al diritto commerciale e così via. E il motivo della fuga è sempre lo stesso: in Italia con la totale assenza di garanzie di un contratto da co.co.pro e con le assurde retribuzioni legate a quel tipo di contratto, sono impossibilitati ad avere indipendenza economica e dignità professionale.

Un paio d'anni fa c'è stato un dibattito molto interessante sia sul forum del Corriere della Sera che su quello di Repubblica e a leggere le testimionianze dei ricercatori sul modo in cui venivano trattati in Italia c'era da mettersi le mani nei capelli :ouch:
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto:
Vianne ha scritto:Questa è la follia italiana che sta provocando un'emigrazione ancora più massiccia di quella di inizio '900. Allora emigravano analfabeti alla ricerca di un lavoro qualunque
Oggi stanno emigrando in massa i laureati e i ricercatori che le aziende estere, al contrario delle italiane, assumono e considerano come professionisti e preziosi collaboratori.
La cosiddetta "fuga di cervelli"! Beh, non mi meraviglio affatto che ci sia e che in questi anni sia aumentata in maniera vertiginosa! Fanno bene ad andar via, è inutile restare in un posto dove non solo non si viene considerati ed apprezzati per le proprie capacità ma si viene anche sfruttati! :ouch:
Certo che fanno bene!

Quello che non fa bene è rendersi conto che se l'Italia continua a gettare via in questo modo le sue risorse più preziose, tra qualche anno sarà surclassata in tutti gli ambiti non solo dagli altri paesi europei e americani, ma anche da tutti i paesi asiatici...
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:
Maybe ha scritto:
Vianne ha scritto:Oggi stanno emigrando in massa i laureati e i ricercatori che le aziende estere, al contrario delle italiane, assumono e considerano come professionisti e preziosi collaboratori.
Se non erro mi sembra di ricordare che laureati e ricercatori sono andati all'estero a lavorare anche per il risultato negativo che ebbe il referendum sulla procreazione assistita.
Questo non lo so, però potrebbe benissimo darsi che il fallimento di quel referendum abbia accelerato o aumentato la fuga di ricercatori di ambito bio-medico verso gli istituti di ricerca americani, inglesi, tedeschi, ecc.

Quello che è certo è che la fuga è iniziata da almeno 4 o 5 anni se non di più e riguarda i ricercatori di tutte le specializzazioni, dall'ingegneria meccanica alla scienza delle finanze, dalla psicologia all'informatica, dalla filosofia al diritto commerciale e così via. E il motivo della fuga è sempre lo stesso: in Italia con la totale assenza di garanzie di un contratto da co.co.pro e con le assurde retribuzioni legate a quel tipo di contratto, sono impossibilitati ad avere indipendenza economica e dignità professionale.

Un paio d'anni fa c'è stato un dibattito molto interessante sia sul forum del Corriere della Sera che su quello di Repubblica e a leggere le testimionianze dei ricercatori sul modo in cui venivano trattati in Italia c'era da mettersi le mani nei capelli :ouch:
Oddio! Non lo ricordo neanch'io! Però l'ipotesi è più che probabile!

Effettifamente quel genere di contratto offre troppe poche garanzie! E' impensabile far affidamento su di esso perchè un giorno c'è e l'altro può non esserci più per vari motivi! :ouch:


Posso solo immaginare cosa abbiano detto e quanto siano stati inca***ti...hanno tutto il mio appoggio!!! :yes:
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

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Vianne ha scritto:
Mac La Mente ha scritto: La cosiddetta "fuga di cervelli"! Beh, non mi meraviglio affatto che ci sia e che in questi anni sia aumentata in maniera vertiginosa! Fanno bene ad andar via, è inutile restare in un posto dove non solo non si viene considerati ed apprezzati per le proprie capacità ma si viene anche sfruttati! :ouch:
Certo che fanno bene!

Quello che non fa bene è rendersi conto che se l'Italia continua a gettare via in questo modo le sue risorse più preziose, tra qualche anno sarà surclassata in tutti gli ambiti non solo dagli altri paesi europei e americani, ma anche da tutti i paesi asiatici...
...purtroppo, come molte altre cose, non dipende da noi ma dalle "menti pensanti" che occupano le posizioni più alte nel nostro paese!
Il sorpasso da parte degli altri paesi è già iniziato e anche da tempo...e noi? Beh, come al solito stiamo a guardare e non facciamo niente! :ouch:
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto:...purtroppo, come molte altre cose, non dipende da noi ma dalle "menti pensanti" che occupano le posizioni più alte nel nostro paese!
Il sorpasso da parte degli altri paesi è già iniziato e anche da tempo...e noi? Beh, come al solito stiamo a guardare e non facciamo niente! :ouch:
In effetti noi non è che possiamo fare molto al di là della protesta ed eventualmente della fuga a lavorare all'estero. Però protestare è già qualcosa, serve almeno a far conoscere com'è la situazione e a far sapere che non siamo d'accordo col manovratore.

Sul soprasso dall'estero i nostri imprenditori non stanno a guardare, anzi stanno facendo moltissimo :dvl: ... naturalmente per tutelare i loro portafogli e portare i loro guadagni alle stelle, per esempio licenziano e chiudono la produzione in Italia e vanno ad aprirla in Romania, Cina, India, ecc.
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

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Vianne ha scritto:
Mac La Mente ha scritto:...purtroppo, come molte altre cose, non dipende da noi ma dalle "menti pensanti" che occupano le posizioni più alte nel nostro paese!
Il sorpasso da parte degli altri paesi è già iniziato e anche da tempo...e noi? Beh, come al solito stiamo a guardare e non facciamo niente! :ouch:
In effetti noi non è che possiamo fare molto al di là della protesta ed eventualmente della fuga a lavorare all'estero. Però protestare è già qualcosa, serve almeno a far conoscere com'è la situazione e a far sapere che non siamo d'accordo col manovratore.

Sul soprasso dall'estero i nostri imprenditori non stanno a guardare, anzi stanno facendo moltissimo :dvl: ... naturalmente per tutelare i loro portafogli e portare i loro guadagni alle stelle, per esempio licenziano e chiudono la produzione in Italia e vanno ad aprirla in Romania, Cina, India, ecc.
Sono per la fuga!...ma questo l'ho già detto! ;)
...è triste da dire ma protestare con chi fa orecchio da mercante non serve molto, nella maggior parte dei casi i "cari" manovratori se ne infischiano di ciò che la gente pensi. la cosa importante per loro sono gli interessi e i guadagni personali!!!


...e qui ci vorrebbe un bell'applauso ai "furbacchioni" che stanno facendo questo e soprattutto a chi gli consente di chiudere e spostare la produzione all'estero!!! :ouch: :ouch:
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

Messaggio da Rokka »

Vianne ha scritto: Questo non lo so, però potrebbe benissimo darsi che il fallimento di quel referendum abbia accelerato o aumentato la fuga di ricercatori di ambito bio-medico verso gli istituti di ricerca americani, inglesi, tedeschi, ecc.
Quello che è certo è che la fuga è iniziata da almeno 4 o 5 anni se non di più e riguarda i ricercatori di tutte le specializzazioni, dall'ingegneria meccanica alla scienza delle finanze, dalla psicologia all'informatica, dalla filosofia al diritto commerciale e così via. E il motivo della fuga è sempre lo stesso: in Italia con la totale assenza di garanzie di un contratto da co.co.pro e con le assurde retribuzioni legate a quel tipo di contratto, sono impossibilitati ad avere indipendenza economica e dignità professionale.
:ouch:
Già, riguarda tutti i settori, il referendum sulla procreazione non ha fatto più danni di quelli che già c'erano (se non per le coppie che decidono di rivolgervisi).

Adesso più che mai poi, con la laurea 3+2, c'è un incoraggiamento verso l'università (non certo x motivi di democrazia culturale ma per opportunismo ecnomico, di lobby,etc)...con conseguente declassamento delle conoscenze e della preparazione...Si laureano moltissimi giovani...in realtà poi la loro preparazione non è da "standard universitari" x cui il pezzetto di carta che si ritrovano non li aiuta a trovar lavoro,anzi li penalizza. Lo stato li spinge ad aumentare i loro titoli di studio che però la società del lavoro accantona a favore di mano d'opera non specializzata.

Chi segue gli studi è costretto cmq a specializzarsi sempre di più, se vuole trovare un posto di lavoro nell'ambito del proprio studio...il problema è che in italia non esiste la cultura dei privati, delle fondazioni, dell'industria, ma solo dei finanziamenti statali che tendono ad autoalimentare solo il proprio profitto (la macchina della burocrazia...incarichi senza senso a posto fisso e privilegi illimitati). Ergo, i posti per ricercatori delle varie discipline sono pochi, sottopagati, al limite della schiavitù.
Logico emigrare in paesi dove vengono riconosciuti gli studi che hai fatto, non solo a livello sociale, ma anche a livello economico. Arrivi ad un punto dove rimane l'UNICA strada per poter costruire la tua vita.

Ho 29 anni, alla pensione non ci arriverò mai, perchè solo da quest'anno ho iniziato a pagare i contributi (passando da borsa di studio a co.co.pro.), e con la miseria che prendo risulta impossibile mettere via alcunchè o pensare di vivere da sola. Ho iniziato a pensare all'estero, e più vado avanti, e più mi pare l'unica via x poter essere indipendente.
Chi va all'estero difficilmente ritorna...chi in italia prende 1000euro al mese, negli States INIZIA prendendo 2500 dollari...e in meno di un anno può arrivare a RADDOPPIARE il proprio stipendio..Chi è così autolesionista da ritornare? :crazy:
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Noto con piacere...che state riflettendo davvero tanto in questo topic! :ok:

Quoto l'interezza dell'ultimo post di Rokkina! :k: :k: :k:
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Re: Lavoratori co.co.co e co.co.pro

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Rokka ha scritto: Già, riguarda tutti i settori, il referendum sulla procreazione non ha fatto più danni di quelli che già c'erano (se non per le coppie che decidono di rivolgervisi).

Adesso più che mai poi, con la laurea 3+2, c'è un incoraggiamento verso l'università (non certo x motivi di democrazia culturale ma per opportunismo ecnomico, di lobby,etc)...con conseguente declassamento delle conoscenze e della preparazione...Si laureano moltissimi giovani...in realtà poi la loro preparazione non è da "standard universitari" x cui il pezzetto di carta che si ritrovano non li aiuta a trovar lavoro,anzi li penalizza. Lo stato li spinge ad aumentare i loro titoli di studio che però la società del lavoro accantona a favore di mano d'opera non specializzata.

Chi segue gli studi è costretto cmq a specializzarsi sempre di più, se vuole trovare un posto di lavoro nell'ambito del proprio studio...il problema è che in italia non esiste la cultura dei privati, delle fondazioni, dell'industria, ma solo dei finanziamenti statali che tendono ad autoalimentare solo il proprio profitto (la macchina della burocrazia...incarichi senza senso a posto fisso e privilegi illimitati). Ergo, i posti per ricercatori delle varie discipline sono pochi, sottopagati, al limite della schiavitù.
Logico emigrare in paesi dove vengono riconosciuti gli studi che hai fatto, non solo a livello sociale, ma anche a livello economico. Arrivi ad un punto dove rimane l'UNICA strada per poter costruire la tua vita.

Ho 29 anni, alla pensione non ci arriverò mai, perchè solo da quest'anno ho iniziato a pagare i contributi (passando da borsa di studio a co.co.pro.), e con la miseria che prendo risulta impossibile mettere via alcunchè o pensare di vivere da sola. Ho iniziato a pensare all'estero, e più vado avanti, e più mi pare l'unica via x poter essere indipendente.
Chi va all'estero difficilmente ritorna...chi in italia prende 1000euro al mese, negli States INIZIA prendendo 2500 dollari...e in meno di un anno può arrivare a RADDOPPIARE il proprio stipendio..Chi è così autolesionista da ritornare? :crazy:
Non me ne parlare! Ogni anno c'è un cambiamento 3+2, 4+1, 4-4-2 ma che è una formazione calcistica? :ouch: :ouch: :ouch:
Sono d'accordo sulla non preparazione dei neo-laureati, l'intero sistema è organizzato male, sembra un minestrone, si da soltanto una preparazione di base senza approfondire mai la materia, nessun studente diventa più padrone di quello che studia e quel che gli rimane alla fine è niente! Naturalmente il discorso è in generale, fortuntamente ci sono le eccezioni! Queste eccezioni comunque, insieme a tutti gli altri, trovano una situazione difficile una volta terminato il corso di studi ...non hanno l'appoggio di nessuno...società e imprenditori per primi! :ouch:


Specializzazioni su specializzazioni che non servono a niente se non sono seguite dalla pratica...


Ehehehe siamo in due Rokka! La penione per il momento (visto che ancora non lavoro) la vedo mooooolta lontana come meta da raggiungere se la situazione rimane questa! :dry:

Trasferiamoci! :ok:
...la testa è rotonda per permettere al pensiero di cambiare direzione!...
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