Aumenta la voglia di laurea...

Cosa succede in Italia...
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Mac La Mente
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Aumenta la voglia di laurea...

Messaggio da Mac La Mente »

Roma - Aumenta il numero dei diplomati che sceglie l'università. Complici le riforme del lavoro e quella dell'istruzione universitaria, un diplomato su tre, a tre anni di distanza dal diploma, ha deciso di proseguire gli studi.

A preferire subito il mondo del lavoro dopo il diploma sono gli uomini e coloro che hanno seguito istituti di tipo professionale. A scattare la fotografia del rapporto fra i giovani diplomati e il mondo del lavoro è l'Istat, mettendo in evidenza come "i cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nel mercato del lavoro e nel sistema di istruzione universitaria sembrano aver influenzato gli atteggiamenti e i comportamenti dei giovani in uscita dalla scuola secondaria superiore". In base alle ultime rilevazioni dell'Istat, nel 2004 la quota dei diplomati che risultava impegnata esclusivamente negli studi universitari era pari al 34,2%, quasi 10 punti percentuali in più rispetto al 24,8% del 2001.

Scende, allo stesso tempo, la quota di coloro che nei tre anni successivi all'esame ha trovato un'occupazione, passando all'attuale 47,1% dal 55,5% del 2001: la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare, è molto alta fra coloro che hanno seguito corsi professionali. Chi lavora, fra i diplomati, guadagna in media 942 euro al mese, anche se si osservano differenze fra nord e sud, dove si guadagna meno. Il 16% dei diplomati è invece in cerca di lavoro.

Gli impieghi dei diplomati:
A 3 anni dal diploma soltanto l'8% dei diplomati occupati svolge un'attività autonoma, mentre poco più del 70% lavora come dipendente, circa il 13% è costituito da lavoratori atipici ed il restante 9% lavora senza un regolare contratto. "I recenti cambiamenti delle normative che regolano i rapporti di lavoro sembrano aver accentuato il processo di flessibilizzazione della prestazione lavorativa, in modo particolare nella fase di primo inserimento: tra i diplomati del 2001, che a tre anni dal conseguimento del titolo lavorano, se più del 43% è occupato con un contratto a tempo indeterminato, quasi il 40% ha un rapporto di lavoro a termine", sottolinea l'Istat, precisando che "tra i diplomati che lavorano, quelli occupati come dipendenti con un contratto a tempo determinato sono pari al 13%, mentre il 14% è inserito nel mercato del lavoro con un cosiddetto contratto a causa mista, in cui la prestazione lavorativa è ridotta e accompagnata da attività di formazione.

Diplomati in cerca di lavoro:
Le diplomate manifestano un minore interesse ad entrare subito nel mondo del lavoro preferendo, più dei loro colleghi maschi, continuare gli studi (34,6% contro il 31,8% degli uomini). E' comunque "evidente" che le diplomate "incontrano maggiori difficoltà a trovare un'occupazione: a tre anni dal diploma la percentuale di donne in cerca di lavoro (18,5%) è di 6 punti superiore a quella dei maschi (12,6%)", osserva l'Istat, mettendo in evidenza che "anche a livello territoriale si riscontrano differenti opportunità di inserimento professionale: nel nord i diplomati in cerca di lavoro sono meno del 9%, mentre rappresentano quasi il 23% nelle regioni meridionali".

Gli stipendi:
A poco più di tre anni dal conseguimento del titolo, i giovani che svolgono un lavoro continuativo a tempo pieno iniziato dopo il diploma guadagnano in media 942 euro al mese. In particolare, guadagnano di più coloro che provengono dai licei e dagli istituti tecnici (1.016 euro e 964 euro), mentre quelli con retribuzioni più basse sono i giovani provenienti dall'istruzione magistrale ed artistica (rispettivamente 806 e 810 euro).

Tipologie lavoro:
L'83% dei ragazzi che ha cominciato a lavorare nei 3 anni successivi al diploma è occupato in lavori continuativi, che vengono cioé svolti con cadenza regolare, anche se a termine, mentre poco più del 17% lavora in modo occasionale o stagionale.

fonte: ansa


Heeeeelp! Aumenta la concorrenzaaaaaa! :ouch: :lol: :lol:

...tornando "serio"...indipendentemente dal fatto che non mi fido dell'Istat, ma questo è un altro discorso, di sicuro questa notizia da un lato è positiva perchè (imho) significa che molti ragazzi preferiscono accrescere le proprie conoscenze continuando a studiare, dall'altra però mi fa pensare che avvenga questo proprio perchè in Italia non stiamo messi tanto bene per quanto riguarda la situazione lavorativa, che si ricercano sempre più figure qualificate! :yes:
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Messaggio da Grenouille »

e poi è comodo prolungare gli studi, a spese dei genitori, magari in città lontane da casa :hihi: :hihi: :hihi: :hihi: :hihi:

scherzo, anche se conosco anche gente così :)
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Messaggio da truccoeanima »

Aumenta la voglia di laurea...e diminisce quella di laurà!

:ouch: :f: :yes: :ouch: :f: :yes: :ouch: :f: :yes: :ouch: :f: :yes:
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Messaggio da Mac La Mente »

Grenouille ha scritto:e poi è comodo prolungare gli studi, a spese dei genitori, magari in città lontane da casa :hihi: :hihi: :hihi: :hihi: :hihi:

scherzo, anche se conosco anche gente così :)
...ma anche rimanendo a casa! :hihi: :hihi:
(ogni riferimento è puramente casuale! :f: :f: :bigsmile: )


;)
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Messaggio da Mac La Mente »

truccoeanima ha scritto:Aumenta la voglia di laurea...e diminisce quella di laurà!

:ouch: :f: :yes: :ouch: :f: :yes: :ouch: :f: :yes: :ouch: :f: :yes:
Si! :f: :f:

:lol: :lol: :lol:
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Messaggio da Vianne »

Oggi è comparsa una notizia secondo la quale invece il numero degli studenti che si iscrive all'università sarebbe in calo... Mah, forse gli istituti di ricerca che forniscono i dati dovrebbero mettersi d'accordo :mah:


Le cifre che indicano una crisi degli studi universitari

Università, matricole in calo del 4,5%
Istat: lo scorso anno il numero di nuovi iscritti è diminuito di 16mila unità. E più del 90% sceglie i corsi triennali

ROMA - Università in crisi? E' quanto sembrano dire le cifre dell'Istat che segnalano un calo sensibile delle matricole. Nell'anno accademico 2005/06 i giovani che si sono iscritti per la prima volta all'università sono stati quasi 332mila, 16mila in meno rispetto all'anno precedente. L'indagine Istat «Università e lavoro: orientarsi con la statistica» rivela dunque un calo del 4,5% di immatricolazioni negli atenei italiani superiori a quelli fin qui registrati (1,5% al massimo). E soprattutto un dato sull'orientamento prevalente dei nuovi iscritti: il 92,9% delle matricole si è indirizzato verso i corsi triennali introdotti con la riforma, mentre soltanto il 5,7% delle matricole ha scelto i corsi di laurea a ciclo unico (medicina, farmacia, architettura ecc.), mentre l'1,5% ha preferito i corsi previsti dal precedente ordinamento (essenzialmente i gruppi insegnamento e giuridico).

ATENEI AL FEMMINILE - Secondo l'Istat, sono più le ragazze dei ragazzi a iscriversi all'università dopo il diploma di scuola superiore (81% contro 67%). Su 100 immatricolati, le ragazze sono 56, mentre i ragazzi soltanto 44. La presenza femminile è concentrata soprattutto nei gruppi insegnamento, linguistico e psicologico. Difesa e e sicurezza, ingegneria e scientifico, al contrario, sono quelli in cui resta superiore la presenza maschile.

GLI ABBANDONI - Gli abbandoni degli studi universitari o le interruzioni di frequenza avvengono generalmente all'inizio del corso di studi. Secondo l'indagine realizzata dall'istituto di statistica, un giovane su cinque non ha rinnovato nell'anno 2005/06 l'iscrizione al secondo anno. I "fuori corso" rappresentano il 40% degli iscritti, mentre il 64% di tutti i 289.155 laureati ha concluso gli studi fuori corso. In particolare, tra gli studenti che hanno concluso una laurea triennale si registra un'alta quota di laureati in corso (58,8%), mentre tra coloro che hanno terminato un corso di laurea lungo appena il 15,3% si è laureato nei tempi previsti.

LAVORO - I corsi di laurea che favoriscono un inserimento lavorativo più rapido sono quelli del gruppo Ingegneria gestionale (a tre anni dalla laurea l'89% dei laureati ha un'occupazione continuativa), Ingegneria delle telecomunicazioni (88%) e Ingegneria aerospaziale e aeronautica (86%). Buoni inserimenti occupazionali presentano anche le lauree in Farmacia, Economia aziendale, Odontoiatria e protesi dentaria, Scienze della comunicazione e Scienze internazionali e diplomatiche. Va male invece per i laureati del gruppo medico ed educazione fisica: le loro sono le più basse percentuali di inserimento nel mercato del lavoro.

23 ottobre 2006


Dal sito del Corriere della sera

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cron ... sità.shtml

...per leggere l'articolo è necessario copiare e incollare il link sulla barra del browser...
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Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:Oggi è comparsa una notizia secondo la quale invece il numero degli studenti che si iscrive all'università sarebbe in calo... Mah, forse gli istituti di ricerca che forniscono i dati dovrebbero mettersi d'accordo :mah:


Le cifre che indicano una crisi degli studi universitari
Ecco perchè non mi fido mai e non do tanto peso alle statistiche e ai sondaggi, è incredibile come varino i risultati a distanza di poco tempo e a volte vengano stravolti! :eeek: :ouch: :ouch:


Grazie per l'articolo Vianne! :)
...se dovessi commentare questi risultati direi...ahi ahi ahi...non siamo messi tanto bene! Ma questo lo sapevano e non è una novità!

Forse l'unica cosa positiva (ma non tanto) è quella che chi abbandona l'università per lo meno lo fa subito, senza illudersi e senza sprecare tempo continuando con malavoglia...a parer mio comunque non bisogna mai mollare! Anzi, insistere per raggiungere la meta il prima possibile! :)
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Messaggio da Mac La Mente »

Riporto su il topic (mi sembra il posto giusto per parlarne) con una notizia o meglio con il risultato di uno studio (che inserirò nel post successivo ;) ) che non è per niente positivo, mette in evidenza quanto sia difficile "tirare avanti" nel nostro paese soprattutto per le persone che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro! :yes:

Devo essere sincero...quando emergono questi dati così sconfortanti...io ho paura!...coinvolgono anche me che non ho ancora finito il mio percorso universitario e che tra non molto sarò in questa situazione! :(
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Laureati, colti e disperati

Messaggio da Mac La Mente »

Laureati, colti e disperati...è l'esercito dei senza lavoro

Iperqualificati, con qualche sogno in testa e sempre meno pagati. Destinati a emigrare, pur di evitare la disfatta. I laureati mostrano sul loro volto i segni delle sempre più acute contraddizioni di un intero paese dove il merito e le qualifiche non vanno quasi mai di pari passo con le opportunità e i compensi. Sul loro volto sono sempre più evidenti i segni del disagio provato di fronte a quella porta, quasi sempre socchiusa, che dovrebbe portarli al lavoro e alla maturità.

Quando una ragazza o un ragazzo con in tasca la laurea cerca un posto, pare di vedere un gigante che prova ad entrare attraverso la piccola porticina di una minuscola casa di lillipuziani. Loro sono tanti mentre sembrano sempre più inadeguati i posti di lavoro che il sistema economico e il mondo delle aziende italiane mette a disposizione. Addetti per i call center o cassieri di negozio che siano. Con il paradosso, che a questo punto pare quasi logico, che sono proprio i più preparati, quelli che prendono i voti più alti di tutti a ritrovarsi con il più basso tasso di occupazione. Tanto che a un anno dalla laurea, trovano lavoro solo quattro su dieci di quelli che hanno preso 110 e lode. Con la triste constatazione che nel 2006 un laureato guadagna al mese, in termini reali, meno di quanto percepiva cinque anni fa il fratello maggiore.

Fenomeni conosciuti si dirà, ma il fatto è che quest'anno le cose sono andate ancora peggio. Tanto che per trovare un impiego non è neppure sufficiente aspettare un anno. I dati del triste record dicono che dopo la fatidica laurea, a un anno dal giorno della discussione della tesi, dai festeggiamenti e dai sorrisi e dalle congratulazioni, trova lavoro solo il 45 per cento dei laureati "triennali" (erano il 52 per cento l'anno scorso) e il 52,4 per cento dei laureati pre-riforma, ovvero il dato più basso dal 1999. I dati sono quelli della nona indagine sulla "Condizione Occupazionale dei laureati italiani" presentata a Bologna da AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario a cui aderiscono 49 università italiane. Ed è forse utile sapere che il convegno prevede per la mattina di sabato (3 marzo) anche una tavola rotonda (la presentazione e la tavola rotonda possono essere seguite in diretta sul sito di Almalaurea) che dibatterà su questi temi e a cui parteciperanno anche Fabio Mussi, il ministro dell'Università, e Cesare Damiano, il ministro del Lavoro, insieme ad Andrea Cammelli, il direttore di Almalaurea, e il presidente Crui Guido Trombetti.

Secondo l'indagine, l'instabilità che caratterizzava già molti degli impieghi degli anni scorsi si è fatta ancora più acuta. Sia per i laureati "triennali" che per quegli ultimi che stanno uscendo dal percorso previsto dal vecchio ordinamento. Solo un giovane su tre che ha conseguito una laurea breve - e ha trovato un impiego - è riuscito a siglare un contratto a tempo indeterminato. L'anno scorso l'impresa era riuscita al 40 per cento di loro. Stessa storia per i giovani che hanno ultimato il percorso di laurea del "vecchio ordinamento", la quota di chi è riuscito ad avere un contratto stabile è scesa al 38,4 per cento. Il lavoro atipico dal 2001 a oggi è cresciuto di ben dieci punti percentuali.

C'è poi lo stipendio. Quel sostegno che dovrebbe permettere alle nuove generazioni di prendere iniziative e decisioni, di mettere su famiglia, di provare a superare la sindrome di Peter Pan. Quel sostegno, è sempre più esile. I giovani laureati del post-riforma si ritrovano in tasca a fine mese solo 969 euro. Meno di quanto non fosse l'anno scorso (vedi tabella). Prendono qualcosa in più i laureati pre-riforma che a fine mese arrivano fino a 1.042 euro. Poco più dell'anno scorso ma, al netto del costo della vita, ancora meno di quanto un neolaureato guadagnava cinque anni fa.

Senza dire che l'Italia vanta il minor numero di laureati che lavora a cinque anni dalla laurea (l'86,4 per cento contro una media europea pari all'89 per cento). Scorrendo i dati dell'indagine di AlmaLaurea si ricava la triste conferma che nel cuore delle nuove generazioni, anche lì dove è opportuno che l'Italia sia più moderna e vicina all'Europa, covano e crescono le stesse antiche contraddizioni e disparità che gravano da tempo infinito sul corpo del malato Italia.

Le donne sono meno favorite rispetto agli uomini, hanno un tasso di occupazione più basso, sono più precarie e guadagnano meno dei loro colleghi uomini. A un anno dalla laurea lavora il 49,2 per cento delle laureate pre-riforma contro il 57,1 per cento degli uomini. E il gap salariale nel tempo non fa che crescere, tanto che a cinque anni dalla laurea le donne guadagnano un terzo meno di quanto non prendono gli uomini. Quanto alla precarietà a un anno dalla laurea il 52 per cento delle donne ha un contratto atipico contro il 41,5 per cento degli uomini. E la disparità è ancora più acuta per le laureate "triennali", visto che solo il 34 per cento delle donne ha un impiego stabile contro il 48 per cento dei loro colleghi uomini.

Stesso discorso per le disparità territoriali. Nel 2006 sei laureati del Nord su dieci trova lavoro dopo un anno mentre per le regioni del Sud le cifre si fermano al 40 per cento. Ovvero le stesse quote nel lontano 1999. Senza dire che a cinque anni dalla laurea, i giovani del Mezzogiorno prendono 1.167 euro al mese mentre i ragazzi del Nord arrivano a 1.355 euro al mese.

Non c'è da stupirsi se allora molti di loro non si sentono valorizzati per quello che valgono e, seppure a malincuore, decidono di muoversi oltre confine per trovare migliori occasioni. All'estero, lì dove sembrano trovare rifugio e compenso. I laureati italiani che lavorano fuori dai confini nazionali, a cinque anni dalla laurea, arrivano a guadagnare quasi 2 mila euro, ovvero il 50 per cento in più di quanto non accada alla media complessiva dei laureati. Se non si mette mano a questo problema, se non si trova un articolato piano per valorizzare i talenti che escono dalle nostre facoltà, poco si potrà fare per dare slancio al nostro paese.

fonte: Repubblica
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Messaggio da Mac La Mente »

...mi riallaccio a questo argomento raccontando quello che ho visto oggi all'università! :ok:

Aaaaallora!...comincio subito col dirvi che domanda mi sono fatto non appena ho visto tutte le persone accalcarsi intorno agli stand presenti..."ma come? Tutti in cerca di lavoro?"...eh si, altro che "aumenta la voglia di laurea", c'erano centinaia di persone che hanno compilato accuratamente i vari moduli con il proprio curriculum e che speravano di ottenere un posto...l'iniziativa presente si chiamava "Job..." (non mi ricordo il titolo dell'evento! :oops: )...comunque, quello che volevo sottolineare era il fatto che (almeno dalle mie parti) la gente vuole scappare dall'università perchè il sistema non è dei migliori, perchè si incontrano difficoltà non indifferenti e perchè...va beh, mi fermo qui, l'elenco sarebbe lunghissimo! :dry:
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Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto:...mi riallaccio a questo argomento raccontando quello che ho visto oggi all'università! :ok:

Aaaaallora!...comincio subito col dirvi che domanda mi sono fatto non appena ho visto tutte le persone accalcarsi intorno agli stand presenti..."ma come? Tutti in cerca di lavoro?"...eh si, altro che "aumenta la voglia di laurea", c'erano centinaia di persone che hanno compilato accuratamente i vari moduli con il proprio curriculum e che speravano di ottenere un posto...l'iniziativa presente si chiamava "Job..." (non mi ricordo il titolo dell'evento! :oops: )...comunque, quello che volevo sottolineare era il fatto che (almeno dalle mie parti) la gente vuole scappare dall'università perchè il sistema non è dei migliori, perchè si incontrano difficoltà non indifferenti e perchè...va beh, mi fermo qui, l'elenco sarebbe lunghissimo! :dry:
Mac la voglia di laurea ha un senso nel momento in cui lo studio e la preparazione sono riconosciuti e valutati come tali nel mondo del lavoro.

Ma quando un paese considera i laureati solo come persone da sfruttare con contratti da co.co.pro. a 600 euro al mese, non stupisce che gli studenti di un Politecnico vogliano scappare... ma semmai che ci sia chi alla laurea abbia voglia di arrivarci :ouch:
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Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto: Mac la voglia di laurea ha un senso nel momento in cui lo studio e la preparazione sono riconosciuti e valutati come tali nel mondo del lavoro.

Ma quando un paese considera i laureati solo come persone da sfruttare con contratti da co.co.pro. a 600 euro al mese, non stupisce che gli studenti di un Politecnico vogliano scappare... ma semmai che ci sia chi alla laurea abbia voglia di arrivarci :ouch:
Questo è verissimo Vianne!...ed è anche tanto tanto triste sapere che, almeno in Italia, ai laureati non vengono riconosciuti meriti per gli studi fatti! :ouch:
...è questo il vero problema che causa la famosa "fuga di cervelli"...fuga che ogni giorno che passa capisco sempre di più! :yes:

Non stiamo messi tanto bene, vero? Il sistema presente, quello che viene attuato ed utilizzato costringe le persone a preoccuparsi da subito per il futuro...futuro che è sempre sempre più oscuro! :ouch:
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Messaggio da Mac La Mente »

Mi dispiace per il ritardo con cui inserisco questa notizia...avrei dovuto farlo all'inizio dello scandalo! :dry:

Mi riallaccio all'argomento dell'aumento della voglia di laurea con un episodio accaduto dalle mie parti e che sicuramente conoscete...

...divido il post in due parti...

Università, prove di ammissione truccate a Medicina e Odontoiatria
Test truffa a Bari, vincono gli «onesti»
Il Tar della Puglia: valide le prove di selezione, ma non per gli studenti indagati «identificati o da indentificare»


Bari - Il Tar della Puglia ha accolto il ricorso degli studenti «onesti» contro il decreto del rettore dell'Università di Bari, firmato dal rettore Corrado Petrocelli, col quale erano state annullate le selezioni per l'accesso ai corsi - a numero chiuso - di Medicina e Odontoiatria del 4 e 5 settembre. Ciò significa che i test verranno ritenuti validi per gli studenti che non erano stati accusati di aver superato le prove, secondo l’accusa, avendo ricevuto le risposte ai quesiti dall’esterno, sui propri telefonini.

In pratica, dopo la sentenza del Tar, sono da considerarsi valide le prove sostenute per l'accesso ai corsi di Medicina e Odontoiatria, ma non per «i candidati indagati già identificati e/o da identificare dalla procura della Repubblica». Nei loro confronti l'Università dovrà invece adottare «provvedimenti di esclusione».

fonte: Corriere della sera
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...seconda parte...

Dei 206 ricorsi presentati al Tar pugliese, circa una quindicina erano stati presentati dagli studenti indagati, che ricorrevano contro il decreto del rettore sia contro il decreto di annullamento delle prove sia per essere stati esclusi dai nuovi test perché indagati.

I giudici del Tar della Puglia avevano preannunciato a metà mattina una sentenza «in forma semplificata» decidendo direttamente nel merito sulla questione dei test-truffa del 4 e 5 settembre. Il ricorso all'istituto della sentenza semplificata è previsto quando è lampante la fondatezza o l'infondatezza della controversia.

fonte: Corriere della sera

...e dopo la notizia la domanda è: Come è possibile che i test siano stati truccati? E' chiaro che uno studente o futuro studente di fronte a queste cose perda la voglia di continuare!...e questo è gravissimo! Non possiamo permettercelo in Italia altrimenti non cresceremo mai! Siamo già in coda agli altri paesi! Acc! :ouch:
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Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto:Dei 206 ricorsi presentati al Tar pugliese, circa una quindicina erano stati presentati dagli studenti indagati, che ricorrevano contro il decreto del rettore sia contro il decreto di annullamento delle prove sia per essere stati esclusi dai nuovi test perché indagati.
A me più che la domanda su com'è possibile che abbiano truccato il test o che abbiano permesso a chi lo sosteneva di entrare in aula col telefonino (ci vuole così tanto per imporre come condizione di svolgimento l'obbligo a lasciare TUTTI gli oggetti personali, salvo penna e metita, in custodia all'ingresso?), stupisce la faccia tosta di chi, dopo aver truffato, osa anche presentare ricorso perchè non può ripetere l'esame :crazy:
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