Google sfida Microsoft

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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

bancarella ha scritto:E' vero che googlebot non ci sarà più?
Davvero? Acc, non ho sentito niente a riguardo...vado a controllare!
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

E dall'universo Google un'altra notizia che potrebbe portare a una piccola rivoluzione! :)

Google ci riprova con la tv
le app di Android in salotto

Versione 2.0 per la piattaforma di "connected television" di Big G, che punta su Android 3.1, una nuova interfaccia e applicazioni da scaricare. Mountain View sfida così Samsung e a breve anche Apple, in uno scenario non dissimile da quello degli smartphone. Ma in Italia l'arrivo è ancora lontano

Roma - La prima generazione del progetto tv non era andata granché bene, nonostante le potenzialità e il nome altisonante di Google. Interfaccia complicata e problemi con i fornitori di contenuti ed ecco che la piattaforma tv di Mountain View si arena a pochi mesi dal lancio. Ma stavolta sarà un'altra storia, dicono a Google sul blog del progetto televisivo 1. E la svolta si riassume in alcune parole chiave: semplicità, velocità e soprattutto 'app'.

Google Tv 2.0. Il nuovo passaggio evolutivo della televisione secondo Google passa necessariamente dalle applicazioni. Ormai le tv non sono più solo schermi 2, per quanto sottili e sofisticati. Dentro hanno tecnologie di alto livello e connettività, con funzionalità ormai analoghe a quelle degli smartphone e dei tablet.

Così, la Google tv 2.0 punta su Android 3.1 (Honeycomb) e sulle app, attraverso l'apertura di un'area dedicata sull'Android Market 3. Gli sviluppatori potranno così realizzare prodotti dedicati all'ecosistema della tv, per sfruttare al meglio le caratteristiche degli schermi Hd e delle interfacce disponibili. Sono già 50 gli sviluppatori che hanno contribuito alla sezione tv, e a Google dicono di "non vedere l'ora" che l'offerta cresca.

I partner hardware sono gli stessi della prima generazione, Sony e Logitech. La prima con delle tv appositamente realizzate, la seconda con un dispositivo simil-decoder da usare con qualunque apparecchio.

Interfaccia più semplice. La schermata home di Google Tv è ora strutturata in maniera più intuitiva ed è modificabile dall'utente. In sostanza, è un ambiente molto simile al display di un tablet, dove tutto è a portata di dito, con la differenza che qui è tutto a portata di telecomando. Il metodo di ricerca dei programmi è stato migliorato, dicono a Mountain View, per consentire una migliore indicizzazione dei contenuti disponibili.

C'è poi una nuova app, “TV & Movies”, che permette di sfogliare tra 80mila film e serie tv sul satellite e sul cavo, e ottenere risultati da Netflix, Amazon e Youtube, ove questi servizi sono disponibili. C'è anche un sistema di suggerimenti, con un algoritmo che segnala i programmi allo spettatore a seconda dei suoi gusti e del suo "storico" di visione.

Ritocchi a Youtube. Anche il popolare servizio di social-video è stato migliorato, soprattutto sul fronte della gestione dei contenuti in Hd. Si può anche navigare sul web con Chrome.

Le ruggini della prima G-tv sembrano insomma superate, ma come quello di smartphone e tablet, anche il mercato della "Connected Television" è burrascoso. Samsung è un avversario temibile e già molto solido in questa nicchia del mercato, e le voci che indicano un ingresso di Apple 4 nel settore entro la prima metà del 2012 sono sempre più insistenti. Un altro fronte di sfida per Google, dove gli scenari sono completamente aperti. Anche se di tutto questo in Italia non c'è ancora traccia.

fonte: Repubblica
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da bancarella »

Ma serve la connessione anche alla tv? :!:
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

bancarella ha scritto:Ma serve la connessione anche alla tv? :!:
Sì, mi sa tanto di sì! Ma non è un problema - almeno per i nuovi televisori - perchè è già inclusa la possibilità di connessione! :yes:
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

Anche Google si getta nel mercato di musica online!

Google sfida Apple e Amazon
Da oggi la musica on line

Il servizio, per ora disponibile solo negli Usa, utilizza la piattaforma di Android Market. Accordi con le principali case discografiche mondiali, ma i musicisti indipendenti potranno vendere direttamente le loro opere

Google vende musica online e fa concorrenza ad Itunes di Apple e ad Amazon. Da ieri, infatti, il colosso internet ha iniziato la vendita di "milioni di canzoni" su Android market, come ha spiegato il product maanger di Google, Paul Joyce, nel corso di una presentazione alla stampa a Los Angeles.

Android market è la piattaforma targata Google di applicazioni e contenuti digitali (film, libri, eccetera) e ora anche musica. Il servizio, che si chiama Google music, per il momento è disponibile negli Stati Uniti e nei prossimi giorni sarà possibile scaricare musica su smartphone e tablet con sistema operativo Android.

Google ha chiuso accordi con le principali case discografiche mondiali, come Universal, Emi e Sony music, all'appello manca ancora la Warner music, etichetta di artisti come Madonna. Inoltre, i musicisti indipendenti potranno vendere la loro musica su google music stabilendo direttamente il prezzo di vendita.

fonte: Repubblica
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Re: Google sfida Microsoft

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Ci prova ovunque ad entrare
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

bancarella ha scritto:Ci prova ovunque ad entrare
Sì, diciamo che vuole mettere le mani in pasta dappertutto e mi sa tanto che a volte ci riesce! :yes:
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

Il traduttore di Google tra un po' cambierà...permetterà anche di parlare una lingua...mah! :!:

Google, tradurre non basta più
così mister Translate ci farà parlare

Parla Ashis Venugopal, lo scienziato indiano che per Google ha inventato Translate. Era cominciato tutto con una simpatica truffa, per conquistare la ragazza che poi sarebbe diventata la moglie. Ora l'obiettivo è far parlare direttamente in un'altra lingua

Mountain View - L'altro giorno, mentre era sballottolato in tram sui saliscendi di San Francisco, Mister Translate ruminava tra sé e sé il linguaggio degli elfi che J. R. Tolkien inventò per Il Signore degli Anelli. "A-mon-tah Dee Toy-ah": Maledizione! "Stavo cercando di capire quanto fosse complicato: Tolkien voleva creare una lingua che avesse le caratteristiche di una parlata antica, classica, e venne fuori questo linguaggio tutto centrato sulle inflessioni - come quelle su cui ci stiamo concentrando adesso".

Calma, calma: qui ci vuole una bella traduzione. Che c'entra Il Signore degli Anelli col signore di Google Translate, la Terra di Mezzo con la Silicon Valley? E soprattutto: che cosa sono queste maledettissime inflessioni? Nel bunker del Building 43, l'ingresso principale ai segreti del mondo Google, il dottor Ashish Venugopal miscela Tolkien e la Bhagavad Gita, le dichiarazioni dell'Onu e l'ultimo studio di glottologia.

Il giovane Venugopal, 33 anni, indiano dell'Hyderadab, laurea in computer science alla Carnegie Mellon, immerso nelle lingue già da bambino, quattro dialetti in casa più l'inglese, infanzia tra l'India e Singapore ("Tutti cinesi o malesi: ho sempre visto i film nella lingua sbagliata") è il genietto della lampada di Translate, il "research scientist" del sito che ha cambiato la vita alle centinaia di milioni di persone che ogni giorno, in ogni parte del mondo, affidano a Internet la speranza di farsi capire da chi parla letteralmente un'altra lingua. "In nessun altro settore puoi utilizzare la scienza dei computer per realizzare qualcosa di magico: e non è una magia riuscire a parlare con i computer?".

Dice proprio così il dottor Venugopal: parlare. Perché è a quello che puntano adesso gli scienziati di Translate. Non più solo tradurre ma direttamente parlare un'altra lingua: usando le applicazioni vocali che sono gli ultimi sviluppi dell'avventura cominciata ormai dieci anni fa da Franz Ochs, lo scienziato adesso traslocato allo sviluppo di Android, il sistema operativo con cui Google sfida l'iOS di Steve Jobs.

"Un'amica mi ha raccontato la storia di una immigrata che parlava soltanto spagnolo ed era stata chiamata dall'insegnante a scuola perché il figlio proprio non ne voleva sapere. Lì non ci voleva un genio per capire che il problema era la lingua. Ma quella professoressa ha cominciato a digitare sul telefonino usando Google Translate. La signora è scoppiata a piangere: nessuno, ha detto, aveva mai fatto lo sforzo di farsi capire da una poveretta come me".

E pensare che era cominciato tutto con una simpatica truffa. La prima persona che Mister Translate conquistò con le sue traduzioni fu la ragazza che sarebbe diventata la moglie. "Io sono del sud e lei del nord dell'India: due mondi a parte, anche linguisticamente parlando. Avevamo cominciato a chattare via computer e sempre in inglese: la lingua comune. Andava avanti da due settimane e finalmente le strappo un appuntamento: così, le dico via web, potremo finalmente parlarci in hindi. E lei: ma tu non parli tamil? Sì, ma ho imparato l'hindi. Lei: in due settimane? Impossibile: provamelo! E io, in hindi quasi perfetto: ora no, sono un po' stanco, devo andare a dormire. E lei stupita, sempre in inglese: mi prendi in giro? E io, ancora in hindi: come potrei, sai che ti amo tanto... Il trucco? Avevo scoperto un sito di canzoni hindi con la traduzione inglese. E raccogliendo una parolina qui e una parolina là avevo ricostruito delle frasi-tipo. Sì, magari il mio hindi era bizzarro, con tutte quelle rime. Ma funzionò. Quando ci incontrammo dovetti confessare che era una burla. Intanto, però, Priyanka mi aveva già detto di sì".

Non fu solo un'intuizione: dietro c'era già uno studio appassionato. "Le lingue funzionano tutte allo stesso modo. Ognuna deve saper comunicare chi fa che cosa, come viene fatto, quando viene fatto e dove". Chi, come, dove, quando: aggiungi perché, ed è anche la domanda a cui risponde la legge fondamentale del giornalismo. "Appunto: il perché. Ogni lingua sceglie di farlo in un modo diverso. Alcune disponendo le parole in un certo ordine. Altre aggiungendo alle parole certe lettere: le desinenze. Altre lasciando al contesto il compito di far emergere il significato. Ecco perché la prima domanda che dobbiamo farci è: in che modo questa particolare lingua risponderà a queste esigenze che sono universali? In che modo l'arabo mi indicherà qual è il soggetto e quale l'oggetto? In che modo la tua lingua mi aiuterà a distinguere il significato in un frase in cui c'è la parola 'pallà e il verbo 'toccare'? Io tocco la palla. Oppure: io vengo toccato dalla palla".

Sembra di essere tornati a scuola. Solo che il dottor Venugopal ha un aiutino che i ragazzi di tutto il mondo se lo sognano: il computer più potente della terra. "Quando sono arrivato a Google abbiamo rivoluzionato il modo in cui venivano fatte le traduzioni. Fino ad allora anche nei siti Internet l'approccio era quello classico. Noi abbiamo scelto quello statistico. Se io chiedo: come si traduce questo in italiano?, la risposta classica sarà: applica questa regola. L'approccio statistico invece dice: non preoccuparti di fornirmi le regole, ma aiutami a produrre qualcosa che possa funzionare sempre, magari con errori, ma possa funzionare sempre".

La scommessa è la mole di dati. Google scava tra le traduzioni di una stessa dichiarazione in tutte le lingue dell'Onu, pesca tra i classici della letteratura e delle religioni. "Per avere un'analogia di come funziona la macchina pensiamo a un ristorante cinese". È lo stesso procedimento con cui il dottore imparò a "parlare" hindi con la fidanzata. "Io non conosco le regole del cinese ma leggo prima la traduzione inglese, 'Manzo in Agrodolce', e prendo nota delle due parole cinesi. Poi leggo la traduzione di un altro piatto, 'Vegetali in Agrodolce', e rivedo quello stessa parola cinese usata per 'Agrodolce'. Poi mi sposto su un altro piatto ancora, 'Zuppa Vegetale', e rivedo quella parola che ho incontrato prima e significa 'Vegetale'. A questo punto sarò o no in grado di prevedere come si dice in cinese 'Vegetale in Agrodolcè - senza leggere la traduzione in inglese?".

Beh, certo, senza la potenza del computer moriremmo tutti di fame prima di potere riuscire a ordinare anche una zuppa. Ma perfino la macchina ha i suoi problemini. Su cui il team del dottor Vanugopal continua a lavorare. Due i principali. "Prendete le traduzioni dall'italiano all'inglese e viceversa. Ormai funzionano abbastanza: ma soprattutto le prime. Perché nella vostra lingua suonano a volte un pochino più impacciate? È il problema delle inflessioni: l'accordo tra soggetto e verbo".

Se un bambino inglese declina il verbo "giocare", ha solo due desinenze: "pla-y" vale per io, tu, noi, voi e loro, con "pla-ys" che gioca solo per la terza persona. Pensate all'italiano: io gioc-o, tu gioch-i, egli gioc-a, noi gioch-iamo, voi gioc-ate, essi gioc-ano. Il povero computer avrà da lavorare, eh? "Come tutte le lingue romanze, l'italiano invece dà pochi problemi nel cosiddetto ordino-riordino, che riguarda cioè le posizioni delle parole nella frase. Però se ci spostiamo, per esempio, al giapponese, qui l'ordine delle parole è tutto da ricostruire".

Ma c'è una lingua più difficile delle altre? Anche qui, non valgono le regole che un traduttore dovrebbe sudare, ma le caratteristiche al vaglio del computer: "Una lingua più difficile è una lingua che ha pochi dati sul web. Grande differenza nel riordino delle parole. E un gran numero di inflessioni".

Ironia della sorte. Tra le decine e decine di lingue che il dottore ha messo sul web ("Ora abbiamo anche il latino, gli studenti di tutto il mondo sono serviti... ") le ultime cinque arrivate - cioè le più difficili - sono proprio quelle made in India: tutte infarcite di riordino e inflessioni. Ma come: non era così semplice tradurre l'hindi con le canzoni? Mister Translate adesso sorride. Con quello scherzo ha conquistato una sposa: ma "semplice" è una parola che neppure gli elfi di Tolkien riuscirebbero mai a tradurre.

fonte: Repubblia
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

E Google cambia le regole sulla privacy! Sono giorni che sul motore di ricerca, negli account di posta, su Youtube ecc... compare l'avviso...speriamo bene!

Google cambia la privacy policy
"Miglioreremo sicurezza e risultati"

Big G raggrupperà le attuali sessanta regole in un formato unico per tutti i suoi servizi, semplificando la struttura. Obiettivo, una sola piattaforma condivisa di protezione per vari prodotti. L'utente sarà obbligato a sottoscrivere i nuovi termini, ma non esiste rischio per i dati. I cambiamenti saranno attivi dal primo marzo

Mountain View - Google rivede e semplifica la propria politica per la privacy e le condizioni di uso. Se prima i vari servizi del gigante americano non "dialogavano" in maniera particolarmente evoluta tra loro, adesso riconosceranno un utente in qualunque ambito Google questo si muova. La differenza rispetto a prima in sostanza è che l'utente approverà una politica di privacy unica e comune a tutto l'ecosistema di Big G, e i dati che il motore raccoglie dai propri utenti essere utilizzati da più applicazioni e servizi.
Le nuove norme entreranno in vigore il 1 marzo e semplificheranno e uniformeranno quelle esistenti. Le regole in vigore saranno consolidate. "Le autorità chiedono politiche di privacy più semplici e averne una unica per vari prodotti" va in questa direzione, afferma Alma Whitten nel blog di dell'azienda, fondata da Larry Page e Sergey Brin, leader mondiale della ricerca sul web.

In particolare, Mountain View dovrebbe consolidare e raggruppare le circa 60 regole attuali. "Abbiamo riscritto la politica per la privacy dalla A alla Z affinché sia più semplice e più comprensibile", ha spiegato Google in un comunicato. "Queste nuove regole riflettono i nostri sforzi per migliorare la sicurezza dei nostri utenti", è stato aggiunto, precisando che gli internauti potranno contare anche su "migliori risultati" nelle loro ricerche. Una semplificazione che inevitabilmente porterà l'utente ad una gestione più consapevole della sua presenza su Google, attraverso un "compattamento" dei servizi offerti dall'azienda e una interscambiabilità dei dati.

Le polemiche sul web non sono mancate, ma come puntualizza l'azienda di Mountain View, sono basate su interpretazioni non corrette della nuova policy. Di sicuro, l'utente non potrà esercitare "l'opt-out", cioè o si accetta l'esperienza come Google la intende con i nuovi termini, oppure niente. Ma in realtà le preoccupazioni relative a dati e categorie di informazioni sensibili (come la salute, ad esempio) o informazioni personali non vengono e non verranno raccolte dal motore. Inoltre, la nuova policy mantiene ovviamente inalterata la locazione dei dati, che non potranno mai essere utilizzati da un utente diverso da chi li fornisce. Insomma, la sicurezza e la privacy non vengono in alcun modo messe in discussione. E come ricorda Google, esiste comunque un pannello di controllo centrale attraverso cui selezionare le opportune preferenze utente.

Per gli utenti quindi questo nuovo corso si tradurrà in una semplificazione d'uso e in maggiore precisione dei risultati, con i vari servizi, che "parleranno" tra loro. Ad esempio, una ricerca di un prodotto su Google, potrà far apparire video relativi a quel prodotto nei consigli di Youtube. Siti apparentemente distanti saranno molto più vicini. Nell'idea dell'azienda comunque, che si vanta di non essere "evil", cattiva, compattare le regole significherà anzitutto radunare in un ecosistema più pulito e con un unico punto di accesso tutti i servizi e le attività. In cui potersi muovere più facilmente tra il motore di ricerca, Youtube, Picasa, Google+ e convogliare possibilità e risorse in un unico, e più gestibile, profilo di sicurezza

fonte: Repubblica
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da bancarella »

Semplificano? Va bene :yes:
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

bancarella ha scritto:Semplificano? Va bene :yes:
Basta che non facciano un minestrone! Cioè, va bene accorpare in un unico account le informazioni ma dovrebbero tenere conto che non sempre chi si vuole registrare a Gmail - ad esempio - vuole essere su Youtube e su altri servizi! :)
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Mac La Mente »

Novità in arriva nell'universo Google e in particolare per Chrome! :)

Google Chrome: in arrivo il supporto per webcam e microfono senza flash

Il browser sviluppato da Google, Chrome, in questi ultimi anni ha conquistato una grossa fetta di mercato e gli utenti lo amano per la sua interfaccia minimale, per la sua reattività e per la possibilità di personalizzarlo con semplici addons senza la necessità di un riavvio.

Con la prossima stable release, ovvero Chrome 21, il browser di casa Google porterà all’utente nuove funzioni che permetteranno di svincolarsi dal plugin di Flash o peggio di Silverlight. Si tratta del supporto alle webcam, ai microfoni e alla stampa usando un implementazione di HTML5. Infatti l’ultima release del famoso linguaggio web permette di interagire con le periferiche hardware (come le webcam appunto) senza dover passare per plugin esterni come Flash.

Questa è una fantastica notizia per tutti coloro che da tempo chiedevano il pensionamento di Flash a causa dei suoi alti consumi in termini di RAM e CPU. Il team di Google infatti sarà il primo ad implementare le nuove API getUserMedia che permettono appunto tali interazioni – tuttavia anche i developer di Firefox sono all’opera per implementarle.

Chrome 21 è ancora in beta ma presto arriverà la stable release che permetterà a tutti di sfruttare questa nuova e innovativa funzionalità. Si pensi solo agli Hangout di Google Plus che da soli avevo consumi di CPU molto elevati ma con Chrome 21 saranno molto meno assetati di risorse.

fonte: Oneopensource
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da bancarella »

Presto arriverà la stable release: aggiornare! :ouch:
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto:Novità in arriva nell'universo Google e in particolare per Chrome! :)

Google Chrome: in arrivo il supporto per webcam e microfono senza flash
Ehm, in parole povere e in concreto per gli utenti di Chrome questa novità cosa porta? :unsure:
You have to be trusted by the people that you lie to
So that when they turn their backs on you
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Re: Google sfida Microsoft

Messaggio da bancarella »

Secondo me non cambierà niente a meno di utilizzare una webcam :!:
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