Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

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carter
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

Messaggio da carter »

questo è il prezzo del progresso cari ragazzi...poveri noi e poveri quelli che verranno dopo di noi... :dry:
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bancarella
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

Messaggio da bancarella »

Un ridimesionamento degli sprechi ci starebbe bene. :yes:
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carter
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

Messaggio da carter »

bancarella ha scritto:Un ridimesionamento degli sprechi ci starebbe bene. :yes:

ci starebbe sicuramente bene bancarella...ma saremmo capaci di metterlo in atto? :dry:
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

Messaggio da Mac La Mente »

carter ha scritto:ci starebbe sicuramente bene bancarella...ma saremmo capaci di metterlo in atto? :dry:
Sì, d'accordo anch'io sul ridimensionamento! Anzi...affinchè risulti visibile e riesca a migliorare la situazione presente, dovrebbe essere davvero grande! :yes:

Mmmm...ti dico di no, Carter! Non saremmo capaci di attuarlo, per lo meno non tutti, perchè troppo abituati a questo modo di fare e troppo influenzati da quello che la società ci chiede (a volta obbliga) a fare...comprare, comprare, comprare! :ouch: :ouch:
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

Messaggio da Mac La Mente »

Inserisco qui una notizia in parte legata all'argomento di questo topic dove viene confermata la data del 2050, data in cui si verificherà la fine delle risorse ambientali e dei cambiamenti climatici radicali...

Il WWF afferma che per evitare (o ridurre al minimo) questo pericolo, sarà necessario entro il 2030 - venti anni prima - correre ai ripari sviluppando al massimo il rinnovabile e prendendo accorgimenti in tutti i campi! :yes:

Nel prossimo articolo riporto la notizia che ho letto, notizia un po' lunga ma molto molto interessante...
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

Messaggio da Mac La Mente »

...ed ecco qui la notizia anticipata in precedenza...

Fosche previsioni dell'ultimo dossier energetico-ambientale del WWF
2050: bancarotta energetica
Gli ambientalisti: per non soccombere entro il 2030 si dovrebbe fare a meno del 50% dei combustibili fossili

Roma - Il bilancio energetico globale non lascia speranze: per alimentare l’economia mondiale fino al 2050, mantenendo i parametri attuali, con i combustibili fossili che coprono l’80,9% dell’energia primaria, servono 856 mila miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio. Ma, tra carbone, petrolio, gas naturale e uranio, il mondo ne ha a disposizione 800 mila. Amara conclusione: se si continua con la crescita dei consumi degli ultimi 30 anni, prima del 2050 tutte le risorse energetiche non rinnovabili attualmente accertate saranno esaurite. Queste le disarmanti premesse del dossier «Cambiamenti climatici, ambiente ed energia: linee guida per una strategia nazionale di mitigazione e adattamento», presentato oggi a Roma dal comitato scientifico del WWF Italia. Un’analisi globale che rappresenta un punto partenza per fare riflettere sull’estrema vulnerabilità del caso Italia e sulla necessità di costruire una efficace strategia energetica nazionale.

Buone potenzialità in Italia - «Nell’anno in cui il mondo si appresta ad approvare un nuovo patto globale per il clima, è più che mai urgente che il governo doti il Paese di un Piano nazionale per l’energia e di un altro per l’adattamento ai cambiamenti climatici che sono già in atto», ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia. L’Italia basa le proprie forniture di energia quasi esclusivamente su fonti fossili, hanno ricordato gli esperti del WWF. Proseguendo su questa strada, i consumi energetici cresceranno e, tranne che per una modesta quota di rinnovabili, continueranno a basarsi su fonti importate che, per il progressivo esaurimento e il costante aumento della domanda, saranno sempre più costose. «Al contrario, siamo particolarmente avvantaggiati quanto a fonti rinnovabili, che sono invece sempre più economiche: abbiamo un buon potenziale idroelettrico, foreste e produttività agricola che garantirebbero biomasse di scarto, e siamo tra i Paesi europei più soleggiati».

Il tricolore energetico - Di qui la ricetta del WWF da attuare entro il 2030: - 50% dei consumi e -50% delle fonti fossili. In compenso, triplicare le fonti rinnovabili, con investimenti iniziali ampiamente ricompensati dalla convenienza a medio termine, per uno scenario complessivo in cui il fabbisogno energetico nazionale sia assicurato per metà da fonti rinnovabili e per l’altra metà dai combustibili fossili. Scenario definito dagli esperti del WWF: «Un vero e proprio "tricolore" energetico per l’Italia: rosso per le fonti convenzionali, verde per le rinnovabili e bianco per l’efficienza da sviluppare». Particolarmente rischiosa, anche sul piano economico, viene giudicata dal WWF la scelta di un ritorno all’energia nucleare: «Fonte che, se si comprendessero anche i futuri costi di smantellamento delle centrali e di gestione finale delle scorie, nonché gli elevati investimenti pubblici già ricevuti (per la ricerca, la gestione della sicurezza esterna e lo sviluppo di infrastrutture), sarebbe già oggi non competitiva. Gli analisti internazionali, per esempio Moody’s, prevedono, infatti, che il costo del kWh prodotto sia destinato a raddoppiare entro il 2022, data in cui dovrebbero entrare in funzione le prime centrali italiane ipotizzate dal governo».

Cambiamento climatico - Sul fronte del cambiamento climatico gli esperti del WWF hanno ricordato che il 90% dei disastri naturali in Europa dal 1980 sono attribuibili a eventi metereologici o climatici, i cui costi di riparazione hanno raggiunto circa 15 miliardi di euro l’anno. Mentre la Commissione Europea ha ormai definito un libro bianco per le strategie di adattamento, in Italia il tema è ancora agli albori, lamentano gli esperti del WWF, i quali chiedono al governo di attuare con urgenza il monitoraggio degli ambienti più delicati: foreste, sistemi agricoli, ecosistemi marini e di acqua dolce; e di avviare le opere di ripristino del territorio per renderlo meno vulnerabile ai cambiamenti climatici. «Purtroppo oggi si continuano a proporre infrastrutture considerando poco i conseguenti effetti negativi sui sistemi naturali». Alla stesura del dossier WWF hanno collaborato i professori Vincenzo Balzani, chimico dell'università di Bologna; Sergio Castellari, Focal Point IPCC Italia e ricercatore dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia; Marino Gatto, ecologo del Politecnico di Milano; Sergio Ulgiati, del dipartimento di Scienze per l’Ambiente dell’università Parthenope di Napoli.

fonte: Corriere della sera
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

Messaggio da bancarella »

Giusto incrementare il rinnovabile.
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

Messaggio da Mac La Mente »

bancarella ha scritto:Giusto incrementare il rinnovabile.
Sono d'accordo! A questo punto credo sia l'unica via possibile da seguire! :yes:
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

Messaggio da Mac La Mente »

Inserisco qui questa notizia, mi sembra il posto giusto. Ci sono grossi cambiamenti climatici in atto e l'Artico è il primo a risentirne! :(


Artico: sconvolgimenti ambientali molto più rapidi del previsto
Da cinque anni a questa parte la velocità delle modificazioni è maggiore di quanto preventivato

Milano - I cambiamenti climatici nell'Artico sono più evidenti che in tutto il resto del Pianeta. Qui, gli impatti hanno effetti devastanti sul vento, sullo scioglimento dei ghiacci, sulle correnti marine, sulle aree limitrofe, su animali e vegetazione. A scattare la fotografia sullo stato del Circolo polare Artico ci pensa l'aggiornamento annuale, a ottobre 2009, del rapporto «Artic report card» del distretto del Programma climatico del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) del Dipartimento Usa del commercio. Nonostante nell'estate appena trascorsa l'Artico abbia fatto registrare un pò più di ghiaccio rispetto al 2007 o 2008, gli scienziati hanno individuato, da 5 anni a questa parte, dei cambiamenti drastici nella regione Artica con un tasso di sconvolgimento ambientale più rapido del previsto.

Gli effetti - Alcuni dei risultati principali sono divisi per area. Nel capitolo sull'atmosfera, per esempio, si parla dell'influsso di venti provenienti dal Sud che provocano lo scioglimento del ghiaccio marino estivo che viene sostituito ogni anno. Sull'Oceano, l'effetto è di avere acqua più calda e meno salata. Ogni anno aumenta la perdita dello strato di ghiaccio permanente della Groenlandia. Il cambiamento di queste condizioni determina anche impatti sugli eventi meteorologici come l'aumento delle piogge in Siberia e la diminuzione delle nevicate in Nord America. Per non parlare degli effetti della perdita di ghiaccio sugli animali, sulla vegetazione e sui pesci.

fonte:Corriere della sera
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

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Bel problema questo. Si conoscono le cause?
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Re: Allarme Pianeta: Risorse a secco nel 2050

Messaggio da Mac La Mente »

bancarella ha scritto:Bel problema questo. Si conoscono le cause?
Onestamente non saprei essere più preciso dell'articolo, lo scioglimento sarà per un aumento delle temperature, credo! :)
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