Eccomi qui a rispondere in questo languido sabato mattina ale tue domande.
Ciò che primariamente osservo in un quadro è la luce a cui lo hanno esposto e qui ci dò giù di critiche...poi l'intensità dei colori, chi è venuto a delle mostre con me se ne è "quasi" sempre pentito, restano ancora quei tre o quattro "reduci irriducibili", sono capace per osservare i particolari di fare avanti e indietro venti volte.
Guardato il quadro nell'insieme mi fisso sulla composizione armonico del tutto, dalpunto di vista del pittore e poi del mio, non si tratta della semplicistica critica del "io avrei fatto, io avrei usato", semplicemente quell'armonizzarsi nel pensiero e nell'anima. Credo che questa sia una cosa che più il quadro è antico più è bello farla in se stessi come cercare di trovare in due onde di tempo parallele assonanze e differenze.
Il mio punto di vista personale cambia di fronte ad ogni quadro, momento situazione, umore, sono volatile su queste cose, posso sfogliare un catalogo il giorno prima dire che è bello ma lasciarlo poggiato sul tavolo e caderne il giorno dopo nella classica "Sindrome di Stendhal", sono lunatica, gli unici punti cardinali nella mia vita sono: Caravaggio, tutti i simbolisti, la confraternita dei preraffaelliti Renoir e Van Gogh.
Non cerco mai di immedesimarmi nell'artista, sono troppo fantasiosa, parto per i miei voli pindarici!

Per aspera sic itur ad astra
Jane Eyre\ Charlotte Brontë “Oltre questo mondo,
oltre la razza degli uomini,
esiste un mondo invisibile e un regno degli spiriti.
Quel mondo ci circonda ed è dappertutto;
e quegli spiriti ci vegliano, perché hanno l’incarico di custodirci…”
