Volta pagina...

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Vianne
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Re: Volta pagina...

Messaggio da Vianne »

Sto leggendo In Siberia saggio dello scrittore britannico di viaggi Colin Thubron. E' uno splendidoo e interessantissimo resoconto del viaggio fatto dall'Autore in lungo e in largo nell'immensità della Siberia (territorio che da solo occupa 1/12 di tutte le terre emerse) nell'estate del 1997.

La descrizione degli ambienti naturali - dall'immensità della pianure occidentali e dei fiumi larghi come mari e lunghi migliaia e migliaia di chilometri, alla tundra artica e ai paesaggia di ghiaccio a nord del Circolo polare, alle sterminate foreste di larici degli altopiani orientali - è a dir poco affascinante e fa venire voglia di salire sul primo aereo per andare a visitare quei luoghi terribili e bellissimi.

Per contro, le descrizione di una civiltà che cade a pezzi, degli ambienti umani allo sfascio - la desolazione e lo sfacelo dello Russia degli anni '90, la vita di una popolazione che ha perso tutte le sue certezze e i suoi punti di riferimento ed è piombata in una totale crisi di identità e precipitata nella miseria più nera in un ambiente naturale ostile e difficilissimo -, per non parlare della descrizione di alcuni dei luoghi terribili dove avevano sede i gulag staliniani, fanno veramente stringere il cuore.

A quanto ne so oggi, a distanza di una decina d'anni, la situazione dovrebbe essere un po' migliorata. Me lo auguro e soprattutto lo auguro a una popolazione che ha sofferto tantissimo nel corso di tutta la sua storia.

Un libro veramente bello e di cui consiglio a tutti la lettura.
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Mac La Mente
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Re: Volta pagina...

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:Sto leggendo In Siberia saggio dello scrittore britannico di viaggi Colin Thubron. E' uno splendidoo e interessantissimo resoconto del viaggio fatto dall'Autore in lungo e in largo nell'immensità della Siberia (territorio che da solo occupa 1/12 di tutte le terre emerse) nell'estate del 1997.

Un libro veramente bello e di cui consiglio a tutti la lettura.
Grazie Vianne per averne parlato! L'ambientazione è molto bella, mi ha sempre affascinato il territorio siberiano e le caratteristiche uniche che possiede. Non conosco il libro e l'autore ma da come ne parli c'è tutto al suo interno e di sicuro l'analisi della situazione della popolazione colpisce e fa comprendere un po' di più un popolo lontano per usi e costumi da noi! :yes:
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Re: Volta pagina...

Messaggio da Chantilly »

ho appena finito il primo volume della trilogia fantasy- storica: Hyperversum di Cecilia Randall.

Molto carino mischia per l'appunto il racconto inventato con fatti e personaggi storici realemnte esistiti, ovvero la Battaglia di Bouvines del 27 luglio 1214.

I protagonisti sono 6 ragazzi americani appassionati di un gioco virtuale chiamato appunto Hyperversum.

Durante una delle loro partite eprò si ritrovano catapultati nella Francia del Medioevo e non possono più tornare indietro.

Uno dei ragazzi, Ian Maaayrkas studia per diventare uno storico e prima del salto nel tempo stava studiando la vita di Dama Isabeau de Montmayeur... ed è proprio lei che conosceranno...
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Mac La Mente
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Re: Volta pagina...

Messaggio da Mac La Mente »

In ritardo allucinante, avrei dovuto farlo giorni fa ma poi la mente si sposta altrove, segnalo e riporto anche qui sul forum una breve recensione di un libro che ho letto tutto d'un fiato...Tu non c'eri di Erri De Luca...c'è anche un articolo sul blog: Articolo sul blog :)

Recensione

Quarantotto pagine, sei illustrazioni, un piccolo formato e una bellezza ed eleganza di scrittura, oltre che di riflessione, sconvolgente! E’ Tu non c’eri di Erri De Luca, un mini-testo pensato per il teatro in cui il protagonista va alla ricerca di quel padre sempre stato assente nella sua vita ma che vorrebbe incontrare, sentire vicino e ricordare ora che purtroppo non c’è più.

Tutto parte e finisce con una scalata in montagna, nel luogo preferito dal genitore, nel luogo scelto dal figlio per il suo incontro e per l’ultimo saluto.

Un dialogo tra pensieri e persone che in vita sono stati distanti, un figlio che avrebbe voluto condividere di più con il padre e che il padre per scelta ha tenuto lontano durante la sua esistenza perché riteneva di non essere un buon insegnante.

Domande, interrogativi e a volte ripensamenti sono gli elementi portanti del lavoro di De Luca che ancora una volta dimostra di avere una sensibilità e una padronanza della lingua impeccabile: bastano poche parole per avere la visione del luogo, dello stato d’animo della persona e dei suoi pensieri.

Il testo di Tu non c’eri, accompagnato anche da illustrazioni di montagne, è completo in tutto e per tutto ed è bellissimo così com’è, difficile immaginare altre parole o frasi, difficile non farsi coinvolgere e commuoversi dalla vicenda narrata e non immedesimarsi nel protagonista. Già, perchè, quante volte anche noi avremmo voluto chiedere qualcosa in più a nostro padre? Condividere con lui la nostra vita, chiedergli consigli su come andare avanti e apprendere quello che lui, con i suoi anni in più, ha imparato dalla realtà che ci circonda…

Il libro nel complesso può sembrare triste, forse lo è, vista la mancanza di una persona cara ma insegna anche a non dimenticare mai quello che c’è stato e che si proietta nel futuro, è il passato che ci rende quello che noi siamo oggi e l’oggi è solo un tempo che domani diventerà ricordo.

Ci sono passaggi nel testo di De Luca che lasciano senza fiato, proprio come avviene in cima ad una montagna scalata se ci si sofferma a guarda l’orizzonte, il panorama mozzafiato che la natura regala alla nostra vista a volte, forse, troppo limitata per guardare oltre…

Inutile dire che ne consiglio la lettura, sono fan di De Luca e quindi non sono obiettivo, ma…ascoltate il consiglio, per questa volta!
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Mac La Mente
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Re: Volta pagina...

Messaggio da Mac La Mente »

Riporto anche qui, dopo averlo inserito sul blog - Inchiostro digitale, una nota dal diario di un lettore -, un pensiero/commento (non saprei come definirlo) nato dall'ultimo libro che ho letto! :)


Questo articolo nasce come trascrizione di note che ho scritto sul mio diario durante la lettura dell’ultimo libro che avevo sul mio comodino : Il rumore dei tuoi passi di Valentina D’Urbano.

Eviterò di raccontare la storia questa volta, magari di soffermarmi su alcuni passi e momenti descritti che ricordo di più, questo sì, lo faccio, ma senza scendere in particolari. Chi avrà voglia di leggerlo è liberissimo di farlo, chi l’ha già fatto e come me ha letto in precedenza Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi magari capirà e comprenderà meglio quello che spero di riuscire a trasmettere con queste mie parole.

Brizzi avrebbe definito, come ha già fatto nel libro a cui faccio riferimento, come tardo-adolescenziale gli eventi che si susseguono e che prendono vita nel lavoro di Valentina D’Urbano e personalmente non potrei essere più d’accordo perchè il tutto mi ha dato l’impressione di già sentito, vissuto in questi anni, di storia trita e ritrita riguardante la realtà di periferia di una grande città come Torino – in questo caso -, di quartieri in cui neanche la polizia mette piede, di gioventù lasciata a dover fare i conti con l’ambiente circostante e a dover crescere in fretta a causa delle difficili condizioni in cui immersa.

Nulla di originale, se vogliamo, già sentito, appunto, che ad un certo punto ha fatto nascere in me un “e allora?” “basta” “non vedo l’ora di finire”. Pensieri non molto belli da fare, me ne rendo conto, ma dal mio punto di vista ,o forse semplicemente a causa della maturazione che credo di aver raggiunto, e non solo per l’età ma per il percorso letterario che ho fatto, non possono più sopportare.

Il rumore dei tuoi passi è scritto bene, la storia scorre e non lo metto in dubbio, l’autrice ha fatto un buon lavoro ma, c’è sempre un “ma” con cui fare i conti e credo che in questo caso sia proprio questo: non se ne può più di “casi umani”, di parole che scorrono troppo in fretta e di immagini che si susseguono vorticosamente e che riempiono pagine e pagine.

Personalmente ho bisogno d’altro, ho bisogno di libri stimolanti e non piatti, in cui ogni parola abbia un peso, in cui la mente sia stimolata ad andare avanti per fame di conoscenza e non per inerzia. Personalmente ho bisogno di parole più ricercate che al tempo in cui lessi Jack Frusciante trovai, ora no. Prima avevano un senso, oggi meno.

Non è mia intenzione stroncare il libro della D’Urbano, anche se credo di averlo già fatto e mi dispiace perchè comunque è il suo primo lavoro e di strada ne farà sicuramente e glielo auguro con tutto il cuore, voglio solo dire che l’appiattimento che si vede in giro, che si sente in musica e in altre arti l’ho provato tantissimo, in questo caso e in altri, anche in letteratura. Ho trovato una matrice, un negativo – inteso come struttura base del racconto – utilizzati per costruire tutta la storia e non mi è piaciuto tanto. Alcune evoluzioni di vita dei personaggi le ho immaginate prima che arrivassi alla pagina in cui descritte: litigi, dialoghi, ambiente e altro…già visti e letti.

Con questo voglio solo dire che se scrivere è immaginare o raccontare qualcosa che veramente abbia un senso, forse è arrivato davvero il momento, come diceva anche Henry David Thoreau nella sua introduzione a Walden – ovvero la vita dei boschi – di narrarlo perché vissuto in prima persona e non per sentito dire. Thoreau ha vissuto davvero tutto ciò che ha descritto nel libro, Brizzi e la D’Urbano non lo so. Non è un crimine e neanche uno “sparare a zero” ma io sono stanco e ho bisogno, come già detto, di qualcosa di più.

Avrò sicuramente fatto arrabbiare qualcuno che magari adora il libro ma se c’è ancora libertà di esprimere quello che si pensa – principio su cui è fondato Libera-mente.net -, questo è quel che penso.
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Re: Volta pagina...

Messaggio da Mac La Mente »

Pubblicato stamattina sul blog in Libri - Tufo di Erri De Luca, riporto anche qui l'articolo perchè mi son piaciuti tantissimi i mini-racconti che contiene! :)

Tufo - Erri De Luca

La bellezza delle piccole cose riesce sempre a sorprendermi, è affascinante poter tenere in una mano oggetti che prendono vita, che possiedono intrinsecamente l’eterna scoperta, che non cambiano forma ma evolvono continuamente...

In questo caso nella mia mano è capitato Tufo di Erri De Luca.

Un mini-libro con due brevi storie al suo interno, piccolo solo per dimensioni e formato di stampa ma grande per contenuto ed emozioni.
Il tempo fa crescere, l’età dal momento della nascita fino a quando non arriva l’ultimo respiro è un numero sempre in progressione, non si può tornare indietro e ringiovanire fisicamente ma i ricordi questa capacità di regressione ce l’hanno e basta poco per richiamarli: un suono, una frase, un volto, un odore, un luogo… tutto serve e apre quel particolare cassetto che abbiamo in testa dove le immagini sono conservate e riprendono vita.

A Erri De Luca è il tufo a fare questo effetto; materiale fragile e resistente allo stesso tempo: polvere di tufo di un palazzo in demolizione e respirata da bambino ma anche mattoni pesanti da sollevare e sistemare da adulto durante il lavoro.

Sentire il tufo respirare, bere acqua piovana, trattenerla per poi lasciarla andare in un giorno di sole e calore.
Sentire il tufo raccontare la storia delle persone che han vissuto con lui, le gioie e i dolori.
Vedere il tufo trasformarsi in polvere, scomparire, mutare forma ma alla fine rimanere sempre se stesso.
Ascoltare quel che ha da dire e arricchirlo di particolari grazie al racconto di chi conosce parte della sua storia – della nonna dell’autore in questo caso.
Cercare di usare il tufo come tramite per conoscere una bambina vicina di casa, far colpo su di lei, a distanza di balcone, senza necessità di conoscere il suo nome.

Ogni immagine, fotografia, istantanea descritta in Tufo racconta una Napoli che c’è stata e che rivive nella mente delle persone e nei materiali che la mantengono in vita.

Cinquantatré mini-pagine che ho letto gustandomele davvero con quell’odore di tufo che ho annusato, quasi toccato e immaginato con gli occhi.

Due piccoli racconti con grandi contenuti.

Alla fine ho pensato: “di Tufo non mi stufo...anzi, in Tufo mi tuffo.”
Grazie Erri!

Dati del libro

Titolo: Tufo
Autore: Erri De Luca
Casa Editrice: Libreria Dante & Descartes
Anno e pagine: 2010 – 53

Immagine
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Re: Volta pagina...

Messaggio da Frankenstein »

Nella botte piccola c'è il vino buono.
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Re: Volta pagina...

Messaggio da Mac La Mente »

Frankenstein ha scritto:Nella botte piccola c'è il vino buono.
Questa volta sì Frank, buonissimo direi! :)
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