Il rumore della pioggia: John Cheever
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...e mi son comprato un altro libro di Cheever!
Ne ho approfittato mentre mi facevo un giretto veloce per i negozi!
Il libro si chiama: Sembra proprio di stare in paradiso, è del 2007 e non vedo l'ora di leggerlooooo! Ho un po' di arretrato però come finisco, è il primo della lista!
Ne ho approfittato mentre mi facevo un giretto veloce per i negozi!
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...la testa è rotonda per permettere al pensiero di cambiare direzione!...
...le pagine di questo "libro" vengono scritte ogni giorno...da tutti noi!
...perchè pensare non è reato! Regalami un pensiero...
un anziano che muore è una biblioteca che brucia
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Grazie Vianne!Vianne ha scritto:Bravo Mac!
Comprare libri è una gran bella cosa, e ancora più bella leggerli!
...sono d'accordissimo con te! E' troppo bello scoprire un nuovo libro e quando capita l'occasione bisogna approfittarne! Sisisis!
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Sono convintissimo di questo Frankenstein!Frankenstein ha scritto: E' un libro che non ho ancora letto ma non deluderà le aspettative, Mac!
Cheever (da quando l'ho scoperto) non mi ha mai deluso anzi...in tutti i libri che ho letto, un continuo rinnovarsi! Sisisi!
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Re:
Chiedo scusa per l'autocitazione...ma ho cominciato a leggere il libro citato! E' bellissimo!Mac La Mente ha scritto:Il libro si chiama: Sembra proprio di stare in paradiso, è del 2007 e non vedo l'ora di leggerlooooo!
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Re: Il rumore della pioggia: John Cheever
...e la lettura va alla grande! Sono già arrivato a metà libro, praticamente lo sto divorando!
Inserisco l'incipit di “Sembra quasi di stare in paradiso” di John Cheever.
Questa è una storia da leggere a letto, in una vecchia casa, in una sera di pioggia. I cani dormono e dall'altra parte della polverosa strada, oltre il frutteto, si possono sentire Dombey e trey, i cavalli da sella, nelle loro stalle. La pioggia cade leggera ed è una pioggia necessaria, ma non così necessaria. Siamo al cambio di stagione e le falde freatiche sono al giusto livello, il vicino fiume ha acqua in abbondanza, orti e frutteti sono irrigati alla perfezione. Quasi tutte le luci sono spente nel piccolo paese vicino alla cascata dove il mulino, tanti e tanti anni fa, veniva usato per la produzone di percalle.
Le granitiche mura del mulino si ergono tutt'ora sulle rive dell'ampio fiume e la villa del proprietario del mulino con le sue quattro colonne corinzie incorona l'unica collina del paese. Si potrebbe pensare che si tratti di un paese un po' addormentato, lontano da un mondo in continuo cambiamento, ma sul settimanale locale sono spesso riportati avvistamenti di oggetti volanti non identificati. E non li hanno visti solo casalinghe mentre stendevano il bucato o sportivi a caccia di scoiattoli, ma anche influenti membri della popolazione come il vicepresidente della banca locale e la moglie del capo della polizia.
Nell'attraversare il paese da nord a sud non si poteva fare a meno di notare il gran numero di cani, tutti bastardi e in buona salute, senza eccezioni, ma bastardi con ben evidenti i segni dell'eterogeneità della loro educazione e provnienza.
Da "Sembra quasi di stare in paradiso" di John Cheever – pagina 7 – pubblicato da Fandango.
Inserisco l'incipit di “Sembra quasi di stare in paradiso” di John Cheever.
Questa è una storia da leggere a letto, in una vecchia casa, in una sera di pioggia. I cani dormono e dall'altra parte della polverosa strada, oltre il frutteto, si possono sentire Dombey e trey, i cavalli da sella, nelle loro stalle. La pioggia cade leggera ed è una pioggia necessaria, ma non così necessaria. Siamo al cambio di stagione e le falde freatiche sono al giusto livello, il vicino fiume ha acqua in abbondanza, orti e frutteti sono irrigati alla perfezione. Quasi tutte le luci sono spente nel piccolo paese vicino alla cascata dove il mulino, tanti e tanti anni fa, veniva usato per la produzone di percalle.
Le granitiche mura del mulino si ergono tutt'ora sulle rive dell'ampio fiume e la villa del proprietario del mulino con le sue quattro colonne corinzie incorona l'unica collina del paese. Si potrebbe pensare che si tratti di un paese un po' addormentato, lontano da un mondo in continuo cambiamento, ma sul settimanale locale sono spesso riportati avvistamenti di oggetti volanti non identificati. E non li hanno visti solo casalinghe mentre stendevano il bucato o sportivi a caccia di scoiattoli, ma anche influenti membri della popolazione come il vicepresidente della banca locale e la moglie del capo della polizia.
Nell'attraversare il paese da nord a sud non si poteva fare a meno di notare il gran numero di cani, tutti bastardi e in buona salute, senza eccezioni, ma bastardi con ben evidenti i segni dell'eterogeneità della loro educazione e provnienza.
Da "Sembra quasi di stare in paradiso" di John Cheever – pagina 7 – pubblicato da Fandango.
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Re: Il rumore della pioggia: John Cheever
Basterebbero le prime due frasi per riconoscerlo. C'è tutto lo spirito di Cheever in quelle parole.
Ultimo lavoro del maestro pubblicato tre mesi dopo la sua scomparsa.
Ultimo lavoro del maestro pubblicato tre mesi dopo la sua scomparsa.
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Re: Il rumore della pioggia: John Cheever
Hai ragionissima Frankenstein! Sì, è proprio così, infatti non appena ho cominciato a leggerlo, sono stato folgorato da questo aspetto e alla mente sono riaffiorati tutti gli altri libri di Cheever che ho letto! C'è un filo conduttore unico che, naturalmente, è l'autore!Frankenstein ha scritto:Basterebbero le prime due frasi per riconoscerlo. C'è tutto lo spirito di Cheever in quelle parole.
Ultimo lavoro del maestro pubblicato tre mesi dopo la sua scomparsa.
Già, ha meravigliato anche me questa poca considerazione che ha avuto il libro prima - quando l'autore era in vita - e il successo arrivato dopo!
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Re: Il rumore della pioggia: John Cheever
Ho terminato la lettura di "Sembra quasi di stare in paradiso"! E' bellissimooooo! ...cioè, non ci sono parole per descriverlo, ma ci proverò tra qualche giorno!
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Re:
Ho notato che l'ultimo articolo sul blog riporta la sinossi del libro. Lascerò un commento quanto prima.Mac La Mente ha scritto:- Prima parte di "Falconer" di John Cheever -
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Re: Re:
Ehmmm..sì, Frankenstein! Non ho resistito ad inserirlo anche sul blog questo libro, è troppo bello!Frankenstein ha scritto:Ho notato che l'ultimo articolo sul blog riporta la sinossi del libro. Lascerò un commento quanto prima.
Grazie per il commento!
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Re: Il rumore della pioggia: John Cheever
Visto che lo sto leggendo, ne approfitto per inserire l'incipit del primo racconto che contiene!
Il libro si chiama Ballata e naturalmente è di John Cheever. E' una raccolta di otto racconti alcuni brevi e altri più lunghi!
Ballata
Jack Lorey aveva frequentato Joan Harris a New York già da alcuni anni quando cominciò a soprannominarla la Vedova. Joan vestiva sempre di nero e lo strano disordine del suo appartamento dava sempre la sensazione che gli impresari delle pompe funebri se ne fossero appena andati. Questa impressione non aveva origine da malevolenza nei suo condronti, perchè Jack era anzi affezionato a Joan. Venivano infatti tutti e due dalla stessa cittadina dell'Ohio ed erano arrivati a New York quasi contemporaneamente, verso la metà degli anni Trenta. Avevano anche la stessa età e nella loro prima estate in città avevano l'abitudine di incontrarsi, dopo il lavoro, per bere l'aperitivo in posti come Brevoort e Charles, per cenare insieme e giocare a scacchi a Lafayette.
Joan, appena arrivata in città, aveva frequentato una scuola per modelle, ma poichè non era fotogenica, dopo essersi esercitata per sei settimane a camminare con un libro in testa, aveva trovato lavoro come maschera in un teatrino. Per il resto dell'estate era rimasta vicino al guardaroba, immersa in un'intensa luce rossa e nella musica romantica degli archi, facendo ondulare la folta capigliatura nera e la sottana nera quando si faceva avanti per accogliere i clienti.
Da Ballata di John Cheever - casa editrice Fandango - pagina 7.
Il libro si chiama Ballata e naturalmente è di John Cheever. E' una raccolta di otto racconti alcuni brevi e altri più lunghi!
Ballata
Jack Lorey aveva frequentato Joan Harris a New York già da alcuni anni quando cominciò a soprannominarla la Vedova. Joan vestiva sempre di nero e lo strano disordine del suo appartamento dava sempre la sensazione che gli impresari delle pompe funebri se ne fossero appena andati. Questa impressione non aveva origine da malevolenza nei suo condronti, perchè Jack era anzi affezionato a Joan. Venivano infatti tutti e due dalla stessa cittadina dell'Ohio ed erano arrivati a New York quasi contemporaneamente, verso la metà degli anni Trenta. Avevano anche la stessa età e nella loro prima estate in città avevano l'abitudine di incontrarsi, dopo il lavoro, per bere l'aperitivo in posti come Brevoort e Charles, per cenare insieme e giocare a scacchi a Lafayette.
Joan, appena arrivata in città, aveva frequentato una scuola per modelle, ma poichè non era fotogenica, dopo essersi esercitata per sei settimane a camminare con un libro in testa, aveva trovato lavoro come maschera in un teatrino. Per il resto dell'estate era rimasta vicino al guardaroba, immersa in un'intensa luce rossa e nella musica romantica degli archi, facendo ondulare la folta capigliatura nera e la sottana nera quando si faceva avanti per accogliere i clienti.
Da Ballata di John Cheever - casa editrice Fandango - pagina 7.
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Re: Il rumore della pioggia: John Cheever
...e continuo con l'inserire il secondo incipit del secondo racconto di John Cheever contenuto nel libro Ballata!
Il racconto si chiama Clancy nella torre di Babele.
James e Nora Clancy provenivano dalle fattorie che circondano Newcastle, un paese vicino Limerick. In Irlanda erano poveri e nel loro nuovo paese non stavano molto meglio, tuttavia erano persone amanti della pulizia e del decoro. Le fattorie in cui erano nati erano linde e ordinate, a lungo abitate dalle stesse famiglie e i Clancy possedevano la grazia di una tradizione. La semplice natura contadina era così profondamente radicata in loro, che vent'anni di vita nel Nuovo Mondo non avevano avuto sensibili effetti. Nora andava al mercato con un cesto appeso al braccio, come una donna che va a prendere le verdure nell'orto e suo marito rifletteva nel volto aperto e simpatico la semplicità della sua vita. Avevano un figlio di nome John ed erano riusciti a trasmettergli la loro natura serafica e modesta. Erano persone che concentravano la lro esistenza in un mezzo isolato di case, che s'inginocchiavano sul pavimento per recitare "Ave Maria, piena di grazia," che facevano il bagno a turno nella tinozza della cucina il sabato sera.
Da Ballata di John Cheever - pubblicato da Fandango - pagina 25
Il racconto si chiama Clancy nella torre di Babele.
James e Nora Clancy provenivano dalle fattorie che circondano Newcastle, un paese vicino Limerick. In Irlanda erano poveri e nel loro nuovo paese non stavano molto meglio, tuttavia erano persone amanti della pulizia e del decoro. Le fattorie in cui erano nati erano linde e ordinate, a lungo abitate dalle stesse famiglie e i Clancy possedevano la grazia di una tradizione. La semplice natura contadina era così profondamente radicata in loro, che vent'anni di vita nel Nuovo Mondo non avevano avuto sensibili effetti. Nora andava al mercato con un cesto appeso al braccio, come una donna che va a prendere le verdure nell'orto e suo marito rifletteva nel volto aperto e simpatico la semplicità della sua vita. Avevano un figlio di nome John ed erano riusciti a trasmettergli la loro natura serafica e modesta. Erano persone che concentravano la lro esistenza in un mezzo isolato di case, che s'inginocchiavano sul pavimento per recitare "Ave Maria, piena di grazia," che facevano il bagno a turno nella tinozza della cucina il sabato sera.
Da Ballata di John Cheever - pubblicato da Fandango - pagina 25
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Re: Il rumore della pioggia: John Cheever
Il suo modo di descrivere così semplice e diretto entra nell'immaginazione talmente tanto che sembra di essere lì mentre le persone vivono la loro vita quotidiana.
Per aspera sic itur ad astra
Jane Eyre\ Charlotte Brontë “Oltre questo mondo,
oltre la razza degli uomini,
esiste un mondo invisibile e un regno degli spiriti.
Quel mondo ci circonda ed è dappertutto;
e quegli spiriti ci vegliano, perché hanno l’incarico di custodirci…”
Jane Eyre\ Charlotte Brontë “Oltre questo mondo,
oltre la razza degli uomini,
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