Gli italiani e la (non) abitudine alla lettura

Tra gli scaffali cosa si trova e cosa si legge...
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Vianne
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Gli italiani e la (non) abitudine alla lettura

Messaggio da Vianne »

E' un articolo un po' lungo e non certo lusinghiero per gli italiani. Però vale la pena di leggerlo, i dati che riporta danno molto da pensare :(


Editori e amministratori pubblici, intellettuali e industriali a confronto negli Stati generali dell'editoria. Il 57,7% non ha aperto un volume

Italiani sempre più lontani dai libri nel 2005 la metà non ha mai letto
Mediamente si spende in un anno quanto una cena (non cara) al ristorante. Scenario allarmante per le iniziative a scuola


ROMA - Nemmeno uno. Al massimo tre. Che gli italiani leggessero poco è cosa nota. E il fatto che in tutto il 2005, più della metà dei cittadini (57,7%) non ne abbia preso in mano neanche uno, è una triste notizia. Tutt'altro che buona, vista la strettissima relazione che vige tra indice di lettura e Pil e considerato che la scuola, invece di incoraggiare alla lettura, fa altro. Gli italiani, mediamente, spendono per i libri in un anno quanto destinano per una cena in trattoria.

E' desolante il quadro che emerge dalla ricerca dell'associazione italiana Editori sul valore di sviluppo economico della lettura, presentata oggi a Roma nell'ambito dei due giorni "Gli Stati generali dell'Editoria", manifestazione che riunisce editori e amministratori pubblici, intellettuali e industriali.

A dire il vero, la palma d'oro come fanalino di coda nella lettura l'abbiamo vinta nel 2000: allora, il 61,4% degli italiani non aveva letto nemmeno una riga in 365 giorni. Consola, dunque, che nell'arco di cinque anni, siano rientrati nel calderone della lettura quasi due milioni e mezzo di persone.

Nonostante ciò, la strada per competere sui mercati internazionali è ancora lunga e tutta in salita. Se, infatti, appena il 5,7% degli italiani legge almeno un libro al mese, il 42,3% della popolazione ci mette un anno per arrivare alla fine. I restanti, come detto, non ne hanno mai maneggiato nemmeno uno. Scenario ben diverso da quello francese (61%), tedesco (66%) e inglese (73,5%). E che cosa dire dei 64 euro e rotti a testa che gli italiani spendono mediamente in un anno per i libri, scolastici compresi, a fronte, ad esempio dei 209 spesi dai norvegesi?

L'altro tasto dolente che evidenzia il rapporto è lo stretto collegamento che esiste tra il tasso di lettura e la produttività economica. Prendendo in esame un periodo che va dal 1980 al 2003, i risultati sono inequivocabili. Le regioni del nord, che contribuiscono per il 54,02% al Pil, raccolgono il 53,4% dei lettori; quelle del centro, che portano il 21,03% del Pil contano il 20,24 % dei lettori e il sud, infine, che contribuisce per il 24,94% al Pil, totalizza il 26,2% degli affezionati alla parola scritta.

Dunque, più lettori è uguale a più Pil. E, scendendo nello specifico, i numeri non mentono: si va dalla Lombardia, che contribuisce al Pil per il 18,9% e ha il 20% di lettori, alla Puglia, con il 4,7% del Pil e il 4,6% di lettori. In altre parole, la lettura rispecchia perfettamente i fattori di sviluppo economico presenti nelle varie aree regionali. Basti un esempio: se la Calabria, stima il rapporto, avesse avuto negli anni '70 il tasso di lavoro della Liguria, oggi avrebbe una produttività del lavoro maggiore di 50 punti. E ancora, se in Abruzzo si fosse mantenuto un tasso di lettura pari a quello medio nazionale, oggi la produttività della regione sarebbe maggiore di 20 punti.

Strettamente collegato è anche il rapporto tra tasso di lettura e performance scolastiche degli studenti. Ed ecco che chi ha la fortuna di avere in casa una piccola biblioteca ha risultati scolastici superiori del 17% ai loro compagni.

Dati di cui, però, le famiglie italiane non sembrano essere consapevoli: gli investimenti in acquisto di libri negli ultimi tre anni sono calati del 16,9%. Una disaffezione alla lettura socialmente trasversale: se le famiglie di operai destinano lo 0,67% della spesa complessiva nell'acquisto di libri, all'incirca la stessa quota è riservata dai dirigenti e liberi professionisti. Ancora meno (lo 0,59 per cento) è il "sacrificio" dei lavoratori in proprio. D'altronde, appena il 46% di dirigenti e professionisti leggono per aggiornamento professionale. Un dato allarmante, se lo si paragona, per esempio, all'81% della Francia.

A destare preoccupazione è anche il grave ritardo delle infrastrutture in Italia, soprattutto al sud. Senza arrivare ai casi limite dei 112 comuni con più di 20mila abitanti che non hanno nemmeno una libreria, al sud e nelle isole la situazione è preoccupante: appena il 5% dei comuni ne possiede almeno una. Tradotto, significa che più di 7 milioni e mezzo di persone non possono entrare in libreria. E non è nemmeno tutto oro quello che luccica, visto che solo il 3% delle biblioteche ha una quantità di libri "significativa" (oltre i 100mila volumi). E non consola più di tanto apprendere che le risorse destinate dalle biblioteche pubblicche si aggirano intorno ai 2 euro pro capite all'anno per l'acquistdo di nuovi libri di lettura.

Dulcis in fundo, il rapporto mette in luce anche l'incoraggiamento alla lettura fornito dalla scuola in maniera assolutamente insufficiente. A cominciare dal fatto che le biblioteche scolastiche sono quasi del tutto assenti e meno di un'istituto su quattro ha una collocazione a scaffale aperto. Se poi si pensa che solo il 13,6% degli studenti e addirittura il 2% dei docenti frequenta quelle esistenti la situazione si fa plumbea.

Si conferma basso anche l'investimento annuo degli istituti: 3,31 euro per studente, ovvero un cappuccino e brioche al bar. Dunque, conclude il rapporto, la scuola non incoraggia alla lettura "contraddicendo la logica della società dell'informazione, la cui parola d'ordine è formazione e autoformazione continua e permanente". Ecco perché c'è poco da stupirsi se appena l'11,9% dei giovani in cerca di prima occupazione dichiara di leggere libri per migliorare la propria preparazione professionale.


(21 settembre 2006)

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Re: Gli italiani e la (non) abitudine alla lettura

Messaggio da Chantilly »

Vianne ha scritto:Se, infatti, appena il 5,7% degli italiani legge almeno un libro al mese, il 42,3% della popolazione ci mette un anno per arrivare alla fine. I restanti, come detto, non ne hanno mai maneggiato nemmeno uno. E che cosa dire dei 64 euro e rotti a testa che gli italiani spendono mediamente in un anno per i libri, scolastici compresi, a fronte, ad esempio dei 209 spesi dai norvegesi?
Veramente triste e si ritorna, come già detto in un altro 3d, alle lacune in italiano che hanno oggi molti ragazzi (se lavorassi alle medie o alle superiori farei fare compiti in classe a sorpresa per ogni errore grammaticale!)
Per quanto mi riguarda sono fiera di rientrare in quel 5,7% , e poi cerco sempre di leggerne almeno due in un mese...
Non capisco invece su che statistiche sono basati i prezzi: sui libri odierni? Beh certo quelli, con la copertina rigida, ti costano minimo 18 euro. Io tendo a non spendere mai più di 10 euro per un libro (un po' di più se proprio è un libro al quale non saprei rinunciare) o mi compro quelli a 2 euro ai baracchini. Inoltre tra due libri che mi incuriosiscono allo stesso modo e che hanno lo stesso prezzo, vedo: se in quel periodo me lo posso permettere li compro tutti e due, altrimenti scelgo sempre quello che ha più pagine.
Quindi magari in un anno posso comprarmi 30 libri e spendere solo 80 euro. Ad esempio.
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Re: Gli italiani e la (non) abitudine alla lettura

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto: Dunque, più lettori è uguale a più Pil. E, scendendo nello specifico, i numeri non mentono: si va dalla Lombardia, che contribuisce al Pil per il 18,9% e ha il 20% di lettori, alla Puglia, con il 4,7% del Pil e il 4,6% di lettori.

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..posso solo confermare questo dato, molto delle persone che conosco non ha la passione per la lettura ...personalmente cerco di leggere quel tanto che basta e sempre quello che mi appassiona, non saranno 50 i libri che compro, non saranno 30... però almeno ci provo! :)
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Messaggio da Grenouille »

Io ho smesso di comprare libri da un pezzo, perchè ho la fortuna di avere un'amica librofaga che compra compra compra e ogni sabato va a far spesa in libreria, poi divora e... passa :wub:

mi ha fatto scoprire degli scrittori che non avrei mai provato (e proprio per i prezzi dei libri).

Le edizioni best-seller in formato ridotto che costavano 4900 lire adesso costano 4 euro e 90. Non guardo neppure le edizioni Marcos y Marcos che già all'epoca andavano sulle 20000 lire o le Guanda!!!!

Eppure ormai i libri sono dappertutto, vai a far la spesa e ti trovi gli scaffali di libri on bella vista. Ma non sarà forse anche questo a render meno invitante la cosa? In fondo andare a far la spesa è sempre un "dovere", mentre comprarsi un libro è un piacere da gustare con calma, col tempo per sfogliare, soppesare, sbirciare...

Queste sono le due cose "pratiche" che mi vengon da pensare di fronte a tali dati, ma forse è proprio una forma mentis che va sparendo, inghiottita dalle abitudini, dai tempi svelti della tecnologia, dalle comodità...

Comunque il clima non aiuta... voglio dire... in Norvegia fa freddino e sotto al piumone con un libro ci si sta più facilmente forse :lol:
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Re: Gli italiani e la (non) abitudine alla lettura

Messaggio da Vianne »

Maybe ha scritto:Veramente triste e si ritorna, come già detto in un altro 3d, alle lacune in italiano che hanno oggi molti ragazzi (se lavorassi alle medie o alle superiori farei fare compiti in classe a sorpresa per ogni errore grammaticale!)
Per quanto mi riguarda sono fiera di rientrare in quel 5,7% , e poi cerco sempre di leggerne almeno due in un mese...
Non capisco invece su che statistiche sono basati i prezzi: sui libri odierni? Beh certo quelli, con la copertina rigida, ti costano minimo 18 euro. Io tendo a non spendere mai più di 10 euro per un libro (un po' di più se proprio è un libro al quale non saprei rinunciare) o mi compro quelli a 2 euro ai baracchini. Inoltre tra due libri che mi incuriosiscono allo stesso modo e che hanno lo stesso prezzo, vedo: se in quel periodo me lo posso permettere li compro tutti e due, altrimenti scelgo sempre quello che ha più pagine.
Quindi magari in un anno posso comprarmi 30 libri e spendere solo 80 euro. Ad esempio.
Già, è l'eterno problema di quello che la scuola fa (e molto più spesso non fa :( ) per sviluppare il gusto per i libri, la lettura e l'uso corretto della nostra lingua. E purtroppo meno si legge, meno si sa scrivere e meno si sa parlare.

Anch'io rientro in quel 5,7% però effettivamente conosco tantissime persone (e tutte con almeno un diploma, se non una laurea) che non leggono niente perchè dicono di "non avere tempo"...

Per quanto riguarda la cifra, credo che abbiano fatto una specie di "media del pollo": hanno diviso la cifra relativa alle vendite dichiarate dagli editori e l'hanno divisa per la polazione italiana alfabetizzata :unsure:

I libri hanno un prezzo assurdo! :ouch:
Io cerco di comprarli quando ci sono le promozioni degli editori o delle librerie, promozioni che per fortuna vengono ripetute spesso, e anche così in un anno spendo molto di più della cifra indicata da quella ricerca.
Ma preferisco rinunciare a un capo d'abbigliamento o a un cosmetico che a un libro :)
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Re: Gli italiani e la (non) abitudine alla lettura

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Mac La Mente ha scritto:
Vianne ha scritto:Dunque, più lettori è uguale a più Pil. E, scendendo nello specifico, i numeri non mentono: si va dalla Lombardia, che contribuisce al Pil per il 18,9% e ha il 20% di lettori, alla Puglia, con il 4,7% del Pil e il 4,6% di lettori.

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..posso solo confermare questo dato, molto delle persone che conosco non ha la passione per la lettura ...personalmente cerco di leggere quel tanto che basta e sempre quello che mi appassiona, non saranno 50 i libri che compro, non saranno 30... però almeno ci provo! :)
I dati sul rapporto tra pil e lettura in effetti sono impressionanti :(
Però non mi è molto chiaro se il senso del rapporto sia che si legge di più dove il pil è più alto o che il fatto di leggere di più favorisca anche un aumento del pil :unsure:

Verrebbe da dire che è ovvio che dove girano più soldi ci sia anche una maggiore disponibilità all'acquisto di libri. Però, visto che il rapporto AIE riguarda l'abitudine alla lettura e non solo all'acquisto, significa che non c'è neppure l'abitudine a utilizzare le biblioteche.
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Messaggio da Vianne »

Grenouille ha scritto:Io ho smesso di comprare libri da un pezzo, perchè ho la fortuna di avere un'amica librofaga che compra compra compra e ogni sabato va a far spesa in libreria, poi divora e... passa :wub:

mi ha fatto scoprire degli scrittori che non avrei mai provato (e proprio per i prezzi dei libri).

Le edizioni best-seller in formato ridotto che costavano 4900 lire adesso costano 4 euro e 90. Non guardo neppure le edizioni Marcos y Marcos che già all'epoca andavano sulle 20000 lire o le Guanda!!!!

Eppure ormai i libri sono dappertutto, vai a far la spesa e ti trovi gli scaffali di libri on bella vista. Ma non sarà forse anche questo a render meno invitante la cosa? In fondo andare a far la spesa è sempre un "dovere", mentre comprarsi un libro è un piacere da gustare con calma, col tempo per sfogliare, soppesare, sbirciare...

Queste sono le due cose "pratiche" che mi vengon da pensare di fronte a tali dati, ma forse è proprio una forma mentis che va sparendo, inghiottita dalle abitudini, dai tempi svelti della tecnologia, dalle comodità...

Comunque il clima non aiuta... voglio dire... in Norvegia fa freddino e sotto al piumone con un libro ci si sta più facilmente forse :lol:
Sei fortunata ad avere un'amica così! :)

E' vero, fino a prima dell'euro un Oscar Mondadori costava 7/8000 lire, oggi non costa meno di 7/8 euro e così per tutti i tascabili, e naturalmente anche per i rilegati, di tutte le case editrici :(

Il paradosso è che i libri sono dappertutto ma nello stesso tempo sono stati relegati in "ghetti" ben definiti e quindi non così semplici da frequentare per chi già non li conosce. Non so come sia nelle altre città ma a Milano è così: si trovano i bestseller e i libri più "alla moda" nei supermercati. Gli altri libri - quelli che ti fanno veramente nascere l'abitudine e l'amore per la lettura - si trovano solo in megalibrerie collocate in alcune zone ben precise. In tutte le altre zone le librerie, se c'erano, sono state chiuse e trasformate in negozi di cellulari o di abbigliamento o di oggettistica di lusso. E questo è avvenute nel giro di pochissimi anni, gli ultimi 5 o 6.
E tutto questo secondo me la dice molto più lunga di tanti rapporti AIE sulla considerazione che si ha per i libri e sulla progressiva perdita di abitudine alla lettura.

In quanto al clima, non credo influisca più di tanto :) Gli inverni inglesi e francesi non sono così diversi dai nostri eppure inglesi e francesi leggono molto più di noi...
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Re: Gli italiani e la (non) abitudine alla lettura

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto: I dati sul rapporto tra pil e lettura in effetti sono impressionanti :(
Però non mi è molto chiaro se il senso del rapporto sia che si legge di più dove il pil è più alto o che il fatto di leggere di più favorisca anche un aumento del pil :unsure:

Verrebbe da dire che è ovvio che dove girano più soldi ci sia anche una maggiore disponibilità all'acquisto di libri. Però, visto che il rapporto AIE riguarda l'abitudine alla lettura e non solo all'acquisto, significa che non c'è neppure l'abitudine a utilizzare le biblioteche.
:(
Credo si riferisca alla prima ipotesi che hai fatto, dove il pil è più alto si legge di più...anch'io non sono tanto sicuro però! :unsure:

...da queste parti si usano poco le biblioteche :ouch: e aggiungerei che quei pochi che ci vanno le usano male! :ouch:
Peccato!...potrebbero essere una fonte inesauribile di letture "a buon prezzo" e invece sono sottosfruttate!
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Re: Gli italiani e la (non) abitudine alla lettura

Messaggio da Chantilly »

Mac La Mente ha scritto:...da queste parti si usano poco le biblioteche :ouch: e aggiungerei che quei pochi che ci vanno le usano male! :ouch:
Peccato!...potrebbero essere una fonte inesauribile di letture "a buon prezzo" e invece sono sottosfruttate!
Per le biblioteche devo fare il mea culpa: nemmeno io le uso. E' che amo tenere i libri, metterli nella mia libreria e guardarli, sottolinearli, riprenderli per rileggerli o per cercare delle frasi...
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Re: Gli italiani e la (non) abitudine alla lettura

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:
Maybe ha scritto:Veramente triste e si ritorna, come già detto in un altro 3d, alle lacune in italiano che hanno oggi molti ragazzi (se lavorassi alle medie o alle superiori farei fare compiti in classe a sorpresa per ogni errore grammaticale!)
Già, è l'eterno problema di quello che la scuola fa (e molto più spesso non fa :( ) per sviluppare il gusto per i libri, la lettura e l'uso corretto della nostra lingua. E purtroppo meno si legge, meno si sa scrivere e meno si sa parlare.
...la scuola non favorisce affatto la lettura e la voglia di leggere perchè purtroppo il più delle volte impone la lettura e di conseguenza non la fa amare! :ouch: :ouch:
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Messaggio da Vianne »

Nei giorni scorsi l'Istat ha presentato dei nuovi dati sull'abitudine alle lettura in Italia. Anche se rispetto al passato c'è un lieve migliormento, sono dati parecchio inquietanti e non certo lusinghieri :(

Posto uno dei pochi articoli che ho trovato online... e il fatto che una simile notizia sia stata data da pochissimi siti, nessuno dei quali specializzato in libri e notizie culturali (siti in questo periodo probabilmente troppo impegnati a parlare dei film di Natale, dei calendari delle veline e delle disavventure di Britney Spears :censured:) la dice molto più lunga di quanto emerga dai già tristi dati Istat :ouch:


"Domenica 10 Dicembre 2006

L’Italia dei non lettori: oltre 30 milioni
Nel corso del 2005 non hanno letto nemmeno un libro. E il 18 per cento è laureato
I dati dell’indagine Istat presentata alla Fiera della piccola e media editoria di Roma. Nell’ultimo decennio si registra una diminuzione nella quota di chi non legge, in tutte le regioni ma con livelli diversi scendendo da Nord verso Sud. Il lettore debole



Sono oltre 30 milioni gli italiani che hanno dichiarato nel 2005 di non aver letto nemmeno un libro nel corso di tutto l’anno: ovvero il 54,9% della popolazione da 6 anni in su. L’aspetto forse più assurdo è che, all’interno di questo 54,9%, esistono qualcosa come il 18% dei laureati (17,7% per la precisione) e il 39,1% di diplomati che non hanno letto libri.

Sono i dati fondamentali dell’indagine Istat presentata a Roma alla Fiera della piccola e media editoria «Più libri più liberi», che si chiude oggi, nel corso dell’incontro «Sono cambiati di più i lettori o la promozione della lettura?», organizzato da Associazione Italiana Editori (AIE) e Istituto per il libro del Ministero per i Beni culturali.
La cosa curiosa è che proprio il titolo di studio è la variabile che più di ogni altra discrimina i livelli di non lettura, con una variabilità molto forte tra titoli bassi e alti, esattamente come era dieci anni fa, nel 1995, senza variazioni.

«Nell’ultimo decennio- ha spiegato Adolfo Morrone dell’Istat - si registra una diminuzione nella quota di non lettori pari a 4,5 punti percentuali: si è passati dal 59,4% al 54,9%. In valore assoluto ciò significa una diminuzione di circa 1 milione e 800mila non lettori (da 31 milioni 841mila nel 1995 a 30 milioni 63mila nel 2005). Questa diminuzione è trasversale per genere e generazione, i non lettori infatti diminuiscono sia tra i maschi che tra le femmine e in tutte le fasce d’età, ma con intensità diverse. Rispetto al genere, la diminuzione più forte dei non lettori si registra tra le donne e, per quanto riguarda le fasce d’età, tra quelle relative alla popolazione con più di 44 anni e in particolare tra le donne di questa fascia di età».

Nel decennio diminuisce leggermente la distanza tra giovani e anziani: la quota di non lettori tra gli anziani diminuisce più di quanto non sia diminuita tra i giovani (probabilmente questo si deve anche alla crisi economica e all’aumento dei costi con l’euro), pur restando molto alta (oltre il 70%).

A livello territoriale la diminuzione nella quota di non lettori si registra in tutte le regioni ma con livelli diversi scendendo da Nord verso Sud. Il Nord e il Centro infatti, che già nel 1995 mostravano quote decisamente inferiori a quelle riscontrate nel Sud, registrano nel decennio una più forte diminuzione, mentre il Sud, che partiva da livelli più alti, registra una diminuzione più lieve: nel Nord la quota di non lettori passa dal 52,2% al 47,1% (- 5,1 punti percentuali), nel Sud invece si passa dal 69,6% al 67,1% (-2,5 punti percentuali).

Ne consegue un aumento della distanza tra il Sud e il resto del Paese.
Non migliore la situazione per il cosiddetto lettore debole: nel decennio 1995-2005 è emersa una lieve diminuzione nella quota di lettori deboli: dal 49,5 al 47,5 (sul totale dei lettori di 6 anni a e più).

Ma, cosa ben più significativa, il fatto che circa la metà dei lettori totali possa essere definita debole, avendo letto solo da 1 a 3 libri nell’ultimo anno. E anche questi contribuiscono a aumentare la distanza tra il Sud e il resto del Paese: i lettori deboli diminuiscono nel Centro-nord che, già nel 1995 presentava livelli più bassi, e aumentano leggermente al Sud.

«Queste- sottolinea Vitaliana Vitale dell’Istituto per il libro del Ministero per Beni e le Attività culturali- sono proprio le aree e le fasce su cui l’Istituto per il libro sta già lavorando e su cui si concentrerà l’attenzione del Centro per il Libro che si sta costituendo».

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Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:Nei giorni scorsi l'Istat ha presentato dei nuovi dati sull'abitudine alle lettura in Italia. Anche se rispetto al passato c'è un lieve migliormento, sono dati parecchio inquietanti e non certo lusinghieri :(

Posto uno dei pochi articoli che ho trovato online... e il fatto che una simile notizia sia stata data da pochissimi siti, nessuno dei quali specializzato in libri e notizie culturali (siti in questo periodo probabilmente troppo impegnati a parlare dei film di Natale, dei calendari delle veline e delle disavventure di Britney Spears :censured:) la dice molto più lunga di quanto emerga dai già tristi dati Istat :ouch:

Dal sito di Brescia Oggi
Grazie dell'articolo Vianne! :)

...che dire, eh (sospiro)!, leggendo questi dati resto davvero meravigliato, diciamo rassegnato (che è meglio) perchè non riesco a credere che sia questa la situazione del nostro paese! :ouch:

Non sono un grandissimo lettore però per fortuna non rientro nella categoria dei lettori deboli! :yes:
In confronto a loro io sono un topo da biblioteca! :D
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Messaggio da Mac La Mente »

...riporto su il topic con un aggiornamento, o meglio una notizia pubblicata oggi e resa nota alla Fiera del Libro di Torino che si sta svolgendo in questi giorni! :yes:

Più di 20 milioni non leggono un libro l'anno

Torino - Sono venti milioni e 300mila le persone (il 37% della popolazione di 6 anni e più) che non hanno letto neanche un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista. Lo rileva l'indagine Istat su I cittadini e il tempo libero, realizzata nel maggio 2006 e resa nota alla Fiera del Libro di Torino.

Ciò nonostante per identificare i lettori si sia questa volta allargato il campo, comprendendo anche color che hanno letto solo una guida turistica o un libro di ricette. Il risultato è che nel 2006 ha letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi il 60,5% della popolazione italiana di 6 anni e più: ovvero 33 milioni e 351mila persone, numero che risulta in crescita costante dal 1993. Si legge di più nel Nord-ovest (67,5%) e nel Nord-est (66,9%), mentre nel Sud e nelle Isole la percentuale di lettori è di circa il 50%.

In posizione intermedia si colloca, invece, l'Italia centrale (62,3%). I non lettori sono soprattutto uomini (il 41,6% rispetto al 32,7% delle donne) e per tutti la noia della lettura è la motivazione principale (29,8%). Tra le altre ragioni ecco la mancanza di tempo libero (25,2%), il preferire altri svaghi (19,6%) o altre forme di comunicazione (11,6%), la troppa stanchezza dopo aver lavorato, studiato o svolto le faccende di casa (10,1%).

Risulta significativo il fatto che l'8,3% di chi non legge (pari a 1 milione e 700mila persone) dichiara come motivo di non lettura il non saper leggere o il leggere male: si tratta in particolare di bambini da 6 a 10 anni (16,8%) e anziani (12,4% tra 65-74 anni e 16,1% dopo i 75 anni).Per capire questi dati è interessante sapere che comunque l'84,1% delle famiglie dichiara di possedere libri in casa: il 62,6% ne possiede al massimo 100 (il 32,5% fino a 25, il 30,1% da 26 a 100), meno di un quarto dichiara di possederne più di 100 (21,5%), mentre il 12,3% (pari a 2milioni e 800mila famiglie) dichiara di non possederne affatto.

Questo scoprendo che la famiglia ha un suo peso: tra i ragazzi di 11-14 anni legge l 83% di chi ha entrambi i genitori lettori e solo il 40,5% di quelli con genitori che non leggono. A leggere sono in prevalenza le donne, il 65% rispetto al 55,8% degli uomini, una differenza che raggiungono il massimo tra 18 e 24 anni, e la maggioranza dice di leggere solo nel tempo libero (30,4%). I lettori forti, ossia chi ha letto sette libri o più negli ultimi 12 mesi, rappresentano sono il 34,7%, i deboli (da uno a tre libri) sono il 31,4%; i medi (da quattro a sei libri) il 25,2%; mentre soltanto 14,4% ha letto più di dodici libri in un anno.

Rispetto al 2000 cresce l'assiduità nella lettura con l'aumento di chi legge libri nel tempo libero almeno una volta a settimana (circa cinque punti percentuali), mentre diminuisce il numero di libri letti, perché aumentano i lettori deboli che passano dal 29,9% al 31,4%. I romanzi sono i libri più letti nel tempo libero (con rispettivamente il 51,4% e il 42,6% di lettori), seguiti dai libri per la casa (27,2%), dai gialli e/o noir (27,1%), dalle guide turistiche (26,7%), dai libri umoristici (24%) e dai libri di scienze sociali o umane (23,7%).

fonta: Ansa

...credo che i numeri parlino da soli! L'Italia non legge. (come dice Carlo Fava in una sua canzone ;) )
...la testa è rotonda per permettere al pensiero di cambiare direzione!...
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Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto:...riporto su il topic con un aggiornamento, o meglio una notizia pubblicata oggi e resa nota alla Fiera del Libro di Torino che si sta svolgendo in questi giorni! :yes:

Più di 20 milioni non leggono un libro l'anno
Grazie di averlo inserito Mac! :)

E' un articolo interessante che, nella sua crudezza, descrive bene il ritratto del nostro paese :( :(

La cosa che più mi da' da pensare tra i dati riportarti è che la prima ragione per cui oltre un terzo degli italiani in un anno non abbia mai letto nente, neppure una ricetta di cucina o la pagina della guida turistica sulla località visitata in vacanza, è che trovi la lettura noiosa
Da una parte mi chiedo quanti cattivi insegnanti ci siano nel mondo della scuola per arrivare a questo dato (uno solo è sufficiente per rovinare il gusto e il piacere della lettura a decine e decine di classi di studenti :ouch: )
Dall'altra mi chiedo però quanti tra coloro che hanno risposto così abbiano mai effettivamente provato a leggere un libro... :unsure:
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Messaggio da Chantilly »

Non so te Vianne ma a me leggere un simile articolo DOPO aver comperato e letto 3 libri nell'ultimo mese mi provoca una leggera punta di orgoglio :lima:
Balleremo fino all'alba canteremo fino al mattino
Qualcuno dirà son fuori ed altri che c'è troppo vino
Ma c'è sangue nelle nostre vene
scorre l'acqua nei nostri fiumi
La rabbia invece quella è tutta chiusa nei nostri pugni (I LUF)
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