Incipit

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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Frankenstein ha scritto:In due parole hai stroncato il libro.
Sì, confermo in pieno! Non mi è piaciuto per niente...è il più brutto letto quest'anno! :ouch:
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Riporto anche qui l'incipit pubblicato qualche giorno fa sul blog del primo libro di Ivano Fossati - Tretrecinque! :)


2010

Le feste si surriscaldano solo dopo mezzanotte, è così dappertutto. E accidenti se è vero. Io li osservavo quegli assatanati e non potevo credere ai miei occhi per come ci davano dentro a bere e a ballare. Zompavano come matti, si urlavano nelle orecchie, sudavano e si strusciavano fra loro. Diosanto, dovevate vederli anche quando erano già le due passate. Ma che gli fregava a quelli, la maggior parte di loro al mattino mica si alzava dal letto. Che avessero soldi in tasca, che fossero spiantati, oppure papponi, ladri, giornalisti, mignotte, cocainomani o attori, li trovavi lì, perché a quell’ora gira di tutto. E lo volete sapere? Sembravano felici.
Noi li facevamo ballare, scuotere il culo a nostro piacimento. “Shake it, baby shake it”. Potete credermi che i piedi non li tenevano più nelle scarpe. Gli facevamo sciogliere i sentimenti e anche il portafoglio. Più si agitavano più bevevano, e gli affari andavano benone per tutti. Qualcuno dovevano anche sbatterlo fuori di forza ma era così che doveva girare, il mestiere di un’orchestra è questo. Quando sei sul palco è come se avessi i mano l’acceleratore e il freno di tutta quella gente, puoi farli salire e scendere come sulle montagne. Puoi mandarli a casa esausti e ubriachi oppure raffreddare la serata e farla finire un’ora prima se il padrone te lo chiede. E qualche volte te lo chiede eccome

da Tretrecinque di Ivano Fossati – pagina 5 – Casa editrice Einaudi
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Re: Incipit

Messaggio da Frankenstein »

E' una buona descrizione dell'ambiente.
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Frankenstein ha scritto:E' una buona descrizione dell'ambiente.
Felice che ti piaccia, rende l'idea anche del periodo in cui è ambientato il romanzo! :)
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Incipit dell'ultimo libro che ho letto - L’ultimo giorno di un condannato a morte di Victor Hugo :)


Bicêtre*

Condannato a morte!
Sono cinque settimane che convivo con questo pensiero, sempre solo con esso, sempre agghiacciato dalla sua presenza, sempre curvo sotto il suo peso!
Un tempo, poiché mi sembra che siano anni piuttosto che settimana, ero un uomo come un altro. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto aveva la sua idea. La mia mente, giovane e ricca, era piena di fantasie. Si divertiva a farle scorrere una dopo l’altra, senza ordine e senza fine, ricamando di inesauribili arabeschi questa grezza ed esile stoffa della vita. Erano ragazze, splendidi piviali di vescovo, battaglie vinte, teatri pieni di brusio e di luce, e poi ancora ragazze e oscure passeggiate notturne sotto le vaste braccia degli ippocastani. Era sempre festa nella mia immaginazione. Potevo pensare a ciò che volevo, ero libero.
Ora sono prigioniero. Il mio corpo è in ceppi in una cella, la mia mente è prigioniera in un’idea. Un’orribile, una sanguinosa, un’implacabile idea! Non ho ormai che un pensiero, una convinzione, una certezza: condannato a morte!

* Località del dipartimento della Senna, celebre per l’imponente ospizio per vecchi e alienati. Bicêtre è entrata nel linguaggio comune francese come sinonimo di follia. Così, di qualcuno che compia un atto insensato o stravagante, si dice che è scappato da Bicêtre (N.d.T.)

da L’ultimo giorno di un condannato a morte di Victor Hugo – pagina 61 – editore Newton Compton Libri


Dati del libro

Titolo: L’ultimo giorno di un condannato a morte
Autore: Victor Hugo
Editore: Newton Compton Libri
Traduzione a cura di Maurizio Grasso
Anno e pagine: 2014 – 127
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Con un piacere piacevolissimo riporto l'incipit de La musica provata di Erri De Luca! :wub:

Incipit de La musica provata di Erri De Luca

Cantami, o Diva, del Pelìde Achille/ l’ira funesta. Inizio così l’Iliade nella traduzione di Vincenzo Monti, che ho studiato al liceo. Monti non conosceva a sufficienza il greco e si servì di traduzioni in latino. A scuola s’imparava pure la strofetta ironica del rivale Pindemonte, che lo definì: Vincenzo Monti cavaliero/ gran traduttor dei traduttor d’Omero.

La memoria ha dei puntigli irritanti: perché non posso disfarmi di questa cianfrusaglia scolastica? Perché sono costretto a ricordare perfino Finché la barca va lasciala andare?

Non c’è modo di premere il tasto “cancella”.
Ho ripreso in mano il vecchio vocabolario di greco del liceo, pietosamente rilegato da mia madre prima che perdesse altri fogli allentati. Ho voluto controllare l’attacco dell’Iliade nella lingua di Omero e ho potuto verificare che, almeno con il primo verso, Vincenzo Monti cercò una fedeltà, senza aggiunte o mancanze.

Mi piace il verbo Cantami messo in apertura di poema, anche se in greco è la seconda parola, àeide.
Cantami: è un bel tu, schietto, come si usa tra divinità e mortali.
E’ commovente per me che Omero si dimetta subito dal rango di autore: Cantami dea. E’ lei l’autrice del canto. Lui sarà il copista, il redattore. Lui sarà il ripetitore. Di fronte all’umiltà di Omero ogni vanagloria d’autore è uno sberleffo. Il porta è chi si mette all’ascolto di un canto.

Ne può trascrivere le parole, ma la melodia? Il greco di Omero s’incarica della supplenza, fa sentire la musica, riesce. All’origine della comunicazione c’era il canto e la replica di un coro.
In queste pagine la musica è muta, un ricordo mischiato alle cose domestiche e selvatiche della vita svolta.

da La musica provata di Erri De Luca – pagine 13-15, edito da Feltrinelli

Dati del libro:

Titolo: La musica provata
Autore: Erri De Luca
Editore: Feltrinelli
Pagine e anno: 98 – 2014

Articolo sul blog
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Ed ecco qui l'incipit dell'ultimo libro di Erri De Luca - La parola contraria...l'avevo inserito sul blog in questo articolo ma non ancora riportato sul forum! :)

Incipit – La parola contraria di Erri De Luca

Da lettore non ho avuto influenze per la letteratura più attenta a temi sociali e politici. I labirinti eruditi di Borges mi hanno spalancato il terzo occhio, facendomi sporgere sulle profondità di saghe e di mitologie.
Alla stessa maniera ho letto le storie della Kolimà di Šalamov, imparando l’infinita pazienza e resistenza di un prigioniero ai lavoro forzati. La letteratura è un traguardo che non risponde a generi né a temi. Avviene, e quando avviene è festa per chi legge.

Da ragazzo sono diventato anarchico dopo la lettura di Omaggio alla Catalogna di George Orwell. Ho scelto la mia parte in quell’età che contiene tutte le possibilità. Non ho cambiato i sentimenti di quell’adesione.
La letteratura agisce sulle fibre nervose di chi s’imbatte nel fortunoso incontro tra un libro e la propria vita. Sono appuntamenti che non si possono prenotare né raccomandare. A ogn lettore spetta la sorpresa di fronte alla mescola improvvisa tra i suoi giorni e le pagine di libro.

Orwell non mi ha smosso un’unghia con il romanzo 1984, dove inventa il personaggio del Grande Fratello, citato a sproposito da un programma televisivo. Invece mi ha spostato la direzione della vita con gli anarchici spagnoli della Guerra civile, nella quale lui fu combattente volontario
può darsi che nella mia educazione emotiva napoletana ci fosse la predisposizione a una resistenza contro le autorità. Può darsi che c’entri quella città che avevo intorno a inculcarmi fraternità più con gli anarchici spagnoli che con i bolscevichi russi.

Omaggio alla Catalogna è stato il primo picchetto piantato di una mia tenda accampata fuori da ogni partito e parlamento.
La morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato il 15 dicembre 1969 dalla fine stra aperta del quarto piano della Questura di Milano, ha ribadito quel picchetto. Negli anni seguenti la mia generazione si è battuta per l’innocenza degli anarchici accusati della strage alla Banda dell’Agricoltura a Milano il 12 dicembre 1969. E vincemmo: gli anarchici furono scagionati. E perdemmo: nessun vero colpevole fu condannato.

da La parola contraria di Erri De Luca – pagine 15-17 – edizione La Feltrinelli

Dati del libro:
Titolo: La parola contraria
Autore: Erri De Luca
Genere: politica scienze politiche
Editore: La Feltrinelli
Data uscita: 14/01/2015
Pagine: 64
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Re: Incipit

Messaggio da Frankenstein »

E' un bel inizio, soprattutto per le citazioni fatte.
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Frankenstein ha scritto:E' un bel inizio, soprattutto per le citazioni fatte.
Felice che ti piaccia Frank! :)
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

L'incipit è un capolavoro, lo riporto anche qui sul forum dopo averlo inserito sul blog...Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams! :)


Guida alla Guida
ovvero, qualche inutile nota dell’autore


La storia della Guida galattica per autostoppisti è orma così complicata che ogni volta che la ripercorro mi contraddico da solo e quando riesco a imbroccarla vengo citato a sproposito. L’uscita di questo volume è quindi parla l’occasione ideale per chiarire tutto o almeno per distorcerlo in via definitiva. Qualunque osservazione errata sarà fatta qui, io la considererò errata uno volta per sempre.

L’idea del tutolo era germogliata nel 1971, mentre me ne stavo ubriaco a pancia in su in un prato a Innsbruck, in Austria. Non ero ubriaco fradicio: avevo solo il tipo di sbronza che può prendersi un autostoppista squattrinato che, dopo due giorni di digiuno, decida di tracannare due belle Gossel forti. Si trattava, insomma, di una lieve incapacità di reggersi sulle gambe.

Viaggiavo con una copia molto logora della Hitch Hiker’s Guide to Europe (Guida all’Europa per gli autostoppisti) di Ken Walsh, che avevo preso a prestito da qualcuno. Anzi, visto che è in mio possesso dal 1971 il libro è ormai da considerarsi rubato. Non avevo invece Europe on Five Dollars a Day (come si intitolava allora), perché cinque dollari erano roba da capitalisti.

La notte prese a calare sul prato, che mi girava intorno lentamente. Mi chiesi dove andare, quale posto costasse e vorticasse meno di Innsbruck e non mi trattasse come mi aveva trattato Innsbruck quel pomeriggio. Avevo camminato per la città alla ricerca di un particolare indirizzo, e poiché mi ero completamente perso mi ero fermato a chiedere informazioni a un passante. Sapevo che, data la mia ignoranza del tedesco, poteva essere un’impresa ardua, ma non mi sarei amai aspettato una tale difficoltà di comunicazione. Mentre lo sconosciuto e o tentavamo di capirci, mi ero reso conto che di tutti gli abitanti di Innsbruck cui avrei potuto chiedere informazioni avevo scelto proprio quello che, oltre a non parlare né inglese né francese, era anche sordomuto. Esprimendo a gesti le mie sincere scusa, mi era congedato da lui e pochi minuti dopo,. Su un’altra stra, avevo fermato un altro passante domandandogli le stesse cose. Ma anche lui era risultato sordomuto, ed era stato a quel punto che avevo comprato le birre.

da Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams – pag 7 e 8


Prefazione di Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams (link)
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Re: Incipit

Messaggio da Vianne »

Mac La Mente ha scritto:L'incipit è un capolavoro, lo riporto anche qui sul forum dopo averlo inserito sul blog...Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams! :)
È un incipit molto bello e rende bene lo stile, il tono e i contenuti, intelligenti e divertenti, dell'intera seria della "Guida galattica" :yes: :banana:

Ottima idea quella di inserirlo anche sul blog :ok:
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:È un incipit molto bello e rende bene lo stile, il tono e i contenuti, intelligenti e divertenti, dell'intera seria della "Guida galattica" :yes: :banana:

Ottima idea quella di inserirlo anche sul blog :ok:
Assolutamente! E ti dirò di più, se mai dovessi andare in giro per lo spazio, userei la Guida come punto di riferimento! :cool:

Grazie Vianne per la segnalazione del libro! :hug:
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Re: Incipit

Messaggio da Vianne »

Oggi ho inizato un libro il cui incipit mi è piaciuto molto:

"C'erano una volta cinque fratelli un po' matti che abitavano nel Lower East Side. Quattro divennero miei zii, uno divenne mio padre".
Franz Lidz, Eroi di tutti i giorni

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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:Oggi ho inizato un libro il cui incipit mi è piaciuto molto:

"C'erano una volta cinque fratelli un po' matti che abitavano nel Lower East Side. Quattro divennero miei zii, uno divenne mio padre".
Franz Lidz, Eroi di tutti i giorni
Il titolo non mi è nuovo, credo di averlo già sentito ma non ho mai letto il libro...bello l'incipit! :)
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Re: Incipit

Messaggio da Mac La Mente »

Pubblicato sul blog, Incipit – La casa in collina di Cesare Pavese, mi sembra giusto riportarlo anche qui... :)


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Incipit – La casa in collina di Cesare Pavese

Già in altri tempo si diceva la collina come avremmo detto il mare o la boscaglia. Ci tornavo la sera, dalla città che si oscurava, e per me non era un luogo tra gli altri, ma un aspetto delle cose, un modo di vivere. Per esempio, non vedevo differenza tra quelle colline e queste antiche dove giocai bambino e adesso vivo: sempre un terremo accidentato e serpeggiante, coltivato e selvatico, sempre strade, cascine e burroni. Ci salivo la sera come se anch’io fuggissi il soprassalto notturno degli allarmi, e le strade formicolavano di gente, povera gente che sfollava a dormire magari nei prati, portandosi il materasso sulla bicicletta o sulle spalle, vociando e discutendo, indocile, credula e divertita.

Si prendeva la salita, e ciascuno parlava della città condannata, della notte e dei terrori imminenti. Io che vivevo da tempo lassù, li vedevo a poco a poco svoltare e diradarsi, e veniva il momento che salivo ormai solo, tra le siepi e il muretto. Allora camminavo tendendo l’orecchio, levando gli occhi agli alberi familiari, fiutando le cose e la terra. Non avevo tristezze, sapevo che nella notte la città poteva andare tutta in fiamme e la gente morire. I burroni, le ville e i sentieri si sarebbero svegliati al mattino calmi e uguali. Dalla finestra sul frutteto avrei ancora veduto il mattino. Avrei dormito dentro un letto, questo sì.

(da La casa in collina di Cesare Pavese – pagina 3)

Dati del libro

Titolo: La casa in collina
Autore: Cesare Pavese
Casa Editrice: Enaudi
Anno di pubblicazione: 2020
Pagine: 222
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