Andria 27-10-2007 DREAM THEATER

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carter
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Messaggio da carter »

...e ora passiamo alla recensione vera e propria...

L’album si apre con 6:00, che ci catapulta immediatamente nella perfezione dei suoni dell’album; riff incalzanti e tempi dispari “a valanga” ci fanno capire che questo sarà veramente un album di quelli “seri”.
Caught in a web nonostante abbia ancora qualche “rimasuglio” barocco è inondata dalla caratteristica che è predominante e spicca più di qualunque altra durante l’ascolto dell’album: l’anima metal.
Innocence faded veleggia tra cori ed evoluzioni ritmiche che ricordano i Rush (che nei Dream Theater trovano i degni successori).
L’eccesso dell’album è dato dalla mini-suite “A mind beside itself”: Erotomania è guidata con una sicurezza sconvolgente dallo stratosferico Petrucci, Voices invece risulta essere il brano più “collettivo” dell’album, nel quale ogni componente ci mette del suo per la riuscita, la ballad The silent man risulta banale, anche se dà un respiro acustico ai deliri di onnipotenza del gruppo.
The mirror/Lie rappresenta sicuramente la parte più interessante dell’album: i break sono davvero notevoli, e Petrucci si dà davvero molto da fare (ascoltate l’assolo in Lie), oltre a Portnoy che si trova totalmente a suo agio nei momenti in cui la tecnica la fa da padrone.
Lifting shadows off a dream molto probabilmente è la prima ballad che hanno composto che non risulta banale, ma ha atmosfere molto interessanti(del resto è dominata dalle tastiere di Kevin Moore), come Space-Dye vest, che finalizza un eccellente lavoro e sembra quasi essere un regalo che Moore vuole fare ai suoi fan prima di terminare la sua avventura nei Dream Theater.
Infine Scarred, crocevia tra la nuova direzione metal e i suoni maestosi di Images and words; splendida l’atmosfera che Myung riesce a dare con il basso fretless come intro, magnifico il crescendo chitarristico iniziale con un Petrucci che mette per un attimo da parte la tecnica e si lascia andare (ma la riprenderà subito dopo :hihi: ); incredibili anche qui i break strumentali.
Insomma, una chitarra ad altissimo livello, una batteria così ispirata, tastiere tentacolari e suoni praticamente perfetti fanno di Awake uno dei migliori album del decennio.
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Messaggio da carter »

salve ragazzi...
se vi scoccio ditemelo...
vi posto un'altra recensione...

l'album in questione è Falling into infinity - (1997)...loro ovviamente sono sempre i dream theater

1. New Millennium (8:20)
2. You Not Me (4:58)
3. Peruvian Skies (6:43)
4. Hollow Years (5:53)
5. Burning My Soul (5:29)
6. Hell's Kitchen (4:16)
7. Lines In The Sand (12:05)
8. Take Away My Pain (6:03)
9. Just Let Me Breathe (5:28)
10. Anna Lee (5:51)
11. Trial Of Tears (13:06)
1. It's Raining
2. Deep In Heaven
3. The Wasteland
[/b]
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Messaggio da carter »

ecco la recensione...


Almeno per quanto mi riguarda, questo album non è all’altezza dei precedenti, ma segna un ritorno ai suoni maestosi di Images and words.
Il brano di apertura, New Millennium, ricorda, forse più per l’uso del chapman stick che per il brano in sé :hihi:, i King Crimson, anche perché poi questi ricordi sfociano in un’impressionante evoluzione di tecnica.
You not me è molto più immediata come canzone, non proprio in perfetto stile Dream Theater, infatti è stata in bilico fino alla fine per quanto riguarda l’entrata nella tracklist.
In maniera lenta ma inarrestabile cresce il terzo brano, Peruvian skies, che dall’arpeggio iniziale arriva a un finale quasi epico.
Arrivato alla prima ballad, Hollow years, faccio un discorso che sarà valido anche per la seconda, Anna Lee...queste due canzoni, ma io le definirei “canzoncine”, sono assolutamente inutili e melense, e mettono in risalto la carenza di musicalità e di gusto (se proprio vogliamo trovare mettere i puntini sulle i) di Portnoy, che da assoluto trascinatore e motore ritmico della band si tramuta in un pesce fuor d’acqua quando si trova nelle atmosfere più dolci e meno complesse di questi brani.
Burning my soul è anch’essa una canzone sicuramente dall’ascolto più semplice rispetto alle altre, ma al tempo stesso risulta aggressiva e incalzante.
Sfondo una porta aperta se dico che il meglio di sé la band lo dà nei brani strumentali, ed Hell’s Kitchen, che doveva in principio essere il “solo” di Lines in the sand, rafforza il concetto. :ok:
Lines in the sand è sicuramente uno dei brani più trascinanti dell’album, nel quale tutti i componenti del gruppo mettono in mostra il loro talento (come se ce ne fosse ancora bisogno). :rolleyes:
Take away my pain trova il suo “interesse” non nel brano in sé ma nel fatto che rappresenta l’ultimo saluto che Petrucci ha voluto dare a suo padre scomparso.
Just let me breathe è niente altro che un “martello pneumatico” fatto di ritmiche dispari di batteria e riff di chitarra che pochi gruppi sanno rendere così compatti.
Sintesi di tutto l’album è la mini-siute Trial of tears, molto complessa dal punto di vista strumentale ma degna conclusione per un album che tuttavia presenta dei punti deboli.
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Messaggio da Mac La Mente »

carter ha scritto:ciao ragazzi...buongiorno a tutti

:hihi:

non passavo da un pò di giorni dal forum, e oggi che l'ho fatto...
vi regalo un'altra recensione...
mmm...sempre sui dream theater sia chiaro...
allora, per il primo album recensito...io avrei pensato ad Awake, del 1994...
per intenderci, quello che il batterista Mike Portnoy ha dedicato al suo mito...Frank Zappa (e qui si potrebbe aprire un altro topic) :cool:

ok...vado a "formattarla" per voi :hihi:
Ciao Carter! :)

...ti rispondo con molto molto ritardo...un ritardo mostruosooooo...mi dispiace! :(

Grazie per aver inserito queste due recensioni! :) ...comincio a commentare la prima ovvero quella sull'album "Awake" per poi proseguire, con molto molto calma ( ;) ), con la seconda e così via...

Non ero a conoscenza di questo particolare da te citato! E' bellissimo che l'album sia stato dedicato dal batterista ad un mito come Frank Zappa! Fantastico! :banana: :banana: ...ora che me lo fai notare, riascolterò Awake con più piacere! Eheheheh... :ok:

Peccato che il tastierista originale del gruppo non ci sia in questo album, Moore mi piace tantissimo sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista del gusto...eh si! Perchè i suoi inserimenti di tastiera si fondevano alla perfezione con i brani precedenti dei DT! :yes: ...però è vero! Nonostante la sua assenza, questo album segna e apre un nuovo capitolo nel panorama progressivo degli ultimi anni!...e fa conoscere un altro musicista niente male: Sherinian! :cool:

Il brano che mi piace di più - e lo sai ;) - è Erotomania...quando l'ascolto mi vengono i brividi immaginando e anche vedendo - perchè ho il dvd - le acrobazie e le parti di Portnoy! Si scatena in questo brano e non solo! Da il meglio di sè...e non è assolutamente poco! :wub:


...il prima possibile rispondo alla seconda recensione! Promesso! :)
...la testa è rotonda per permettere al pensiero di cambiare direzione!...
...le pagine di questo "libro" vengono scritte ogni giorno...da tutti noi!
...perchè pensare non è reato! Regalami un pensiero...
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Ciao a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!
Come va?...mi faccio risentire qui perchè mi trovo a mio agio in questa discussione...
Mi faccio perdonare per l'assenza con un'altra recensione...
E' il 1995...e i Dream Theater pubblicano un EP, in cui secondo me non fanno altro che autocelebrarsi per l'ennesima volta...sto parlando ovviamente di A CHANGE OF SEASONS
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Messaggio da carter »

Il brano è suddiviso in sette sensazionali parti. Il tema della canzone è racchiuso nella frase "Seize the day" (Carpe Diem)...lo scorrere inesorabile del tempo.
Il titolo richiama in questo caso la dedica che Portnoy vuole fare alla madre che è morta proprio mentre una sua insegnante stava facendo una lezione sul come apprezzare ogni attimo della vita (il testo tra l’altro è interamente scritto dal batterista).
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The Crimson Sunrise – l’intro di questa interminabile canzone (se così si può chiamare) vede un arpeggio di chitarra pulita, che parte con un tempo pari e poi sfocia in un 7/4 che diventa feroce quando entra la batteria e che accompagnerà quasi tutto il movimento con varie scomposizioni del tempo ovviamente (loro sono maestri in questo!!!).

Innocence – Interessanti qui le parti cantate in tempo (3/4+9/8), sontuoso il ritornello con l’inserimento dei cori. Interessante inoltre è l’itermezzo in chiave blues in 5/4 che subito però sfocia in un 4/4+7/8…questo atto non è altro che l’inizio del delirio di onnipotenza dei quintetto che risulterà chiarissimo alla fine di tutto.

Carpe Diem - sezione prevalentemente acustica: nella prima parte interessante l’intreccio fra chitarra e voce, che si dividono sezioni in quarti e terzinate. Il proseguimento ci farà notare la padronanza che hanno nella scomposizione dei tempo. Il 5/4 è sviscerato, suonato in tutte le sue forme possibili. :banana:
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The Darkest of Winters – sezione totalmente strumentale piena anch’essa di cambi i tempo, unisoni e soli; notevole l’unisono a 4; assolutamente sbalorditivi i break delle coppie di strumenti, con l’ultimo (tastiera e batteria) che lascia a bocca aperta.
Another World – è una ballata. Ricorda un pò i suoni monumentali di Images and words, anche se non riesce a rimanere tale, perché già a metà dell’atto i suoni si fanno più aspri e LaBrie più aggressivo.
The Inevitable Summer – altro atto strumentale. Stupendo il solo di Petrucci (molto cantato), d’atmosfera il ricamo di basso di Myung nella parte centrale, dopo la strofa. Unica nota dolente l’impostazione forse un pò troppo “chitarristica” del solo di tastiera (ma questo è solo un parere personale).
The Crimson Sunset – questo atto in realtà ha tutti i tratti di un gran finale, ritorna il sound complessivo e perfetto della band, con i soliti cambi di tempo e gli arrangiamenti scrupolosissimi per far combaciare tutto alla perfezione, come fosse un puzzle da un milione di elementi (rende il paragone? boh). :eeek:
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Risultato finale: A change of seasons dà come l’impressione di essere un’autocelebrazione...come già era stato detto all'inizio...
...come se ce ne fosse ancora bisogno...

Ala prossima recensione :cool:
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carter ha scritto:Ciao a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!
Come va?...mi faccio risentire qui perchè mi trovo a mio agio in questa discussione...
Mi faccio perdonare per l'assenza con un'altra recensione...
E' il 1995...e i Dream Theater pubblicano un EP, in cui secondo me non fanno altro che autocelebrarsi per l'ennesima volta...sto parlando ovviamente di A CHANGE OF SEASONS
Ciao Carter! :)

...con un po' di ritardo, ma neanche tanto questa volta ;) ...ti ringrazio tantissimo per la recensione di questo album! :banana: :banana:

A change of seasons - non vorrei sbagliarmi - ma me l'hai fatto ascoltare proprio tu per la prima volta e onestamente mi aveva impressionato tantissimo prorpio a causa di tutti i cambi di tempo che ci sono nelle varie parti che compongono le canzoni! :yes: ...lo sai...mi dici sempre "che tempo è questo" ed io non ti so rispondere...che vergogna! :oops: ...però dai, non mi arrendo e alla fine riuscirò a contare i velocissimi 9/8 o 7/4 ecc... :ok:

...ok ok, sto divagando...ritornando alla recensione, i commenti sui brani li trovo dettagliati e approfonditi...soprattutto perchè, accennando alla struttura, si riesce ad immaginare l'incastro e le varie parti! :yes:


Sono curiosissimo di leggere le altre recensioni! :banana: :banana:

:cincin:
...la testa è rotonda per permettere al pensiero di cambiare direzione!...
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