Syd Barrett non c'è più!

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Mac La Mente
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Messaggio da Mac La Mente »

Ehmmm...mi rendo conto che quello che riporterò è un po' lungo, ma durante la lettura mi sono appassionato all'articolo perchè è davvero bello. Vale la pena leggerlo! Spero che anche a voi faccia lo stesso effetto! :yes:

Come è stato detto precedentemente, è stato pubblicato sull'ultimo numero di XL-La Repubblica e scritto da Mark Paytress. Bravissimo! :)
(le pagine sul giornale sono 104 - 110)

Data la lunghezza dell'articolo, lo divido in diversi post per non appesantire la lettura...

Chiedo scusa per eventuali errori, ma onestamente non l'ho riletto! :oops:
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Messaggio da Mac La Mente »

Titolo: La vera storia di Syd Barrett raccontata oggi dagli altri Pink Floyd. - prima parte -

Sono passati quarant'anni dall'uscita discografica del primo disco dei Pink Floyd, The Piper At The Gates Of Dawn, e i quattro membri superstiti della band hanno deciso di mettere da parte i loro attuali progetti per parlare dell'album, da poco rimasterizzato, che ha segnato l'inizio di ogni cosa. Ma Roger Waters, che durante il suo recente tour da solista è stato definito il “genio creativo dei Pink Floyd”, non è interessato alle celebrazioni. “Se si trattasse di qualcosa di nuovo come un mix digtale formato 5.1 di Wish You Were Here, lo ascolterei e parteciperei”, dice. “Ma francamente Piper non mi interessa”.

La pesante ombra del leggendario spirito di provocazione aleggia nell'aria. Il debutto dei Pink Floyd risale al 5 aogosto 1967, due mesi dopo Sgt. Pepper dei Beatles – in pieno “flower power” - ed è spesso considerato la vera colonna sonora di quell'estate psichedelica. Waters, che si fa un vanto di non ascoltare il disco da “25, forse 30 anni”, non ne è convinto. “Non riuscirete a farmi prendere quella roba sul serio”, dice con aria di sdegno. “Mi rifiuto. Eravamo solo dei ragazzi che stavano insieme, che volevano fare soldi e farsi qualche scopata”. Quest'ultima affermazione ha qualcosa di vero, ma l'insistenza con cui Waters dichiara che i Pink Floyd, nel loro primo anno sulla ribalta del pop non erano del tutto convinti di ciò che facevano, sfida ogni evidenza. Basta ascoltarlo una sola volta per rendersi conto del fascino di quel magnifico capolavoro di narrazione acida che è The Piper At The Gates Of Dawn. Fatto solo per il piacere di farlo?

Benchè Waters non lo ammetterà mai, probabilmente il motivo per cui, a distanza di quattro decenni non riesce a prendere in seria considerazione gli esordi è in realtà molto semplice. All'epoca il genio creativo dei Pink Floyd era un altra, e il suo nome era: Syd Barrett. Estate 1967. Un'altra notte trascorsa rinchiusi nello Studio Tre di Abbey Road. C'è Syd, il volto pallido e gonfio e gli occhi scuri nascosti in parte da una massa di capelli ricci, come da moda, e una nuvola di fumo di sigaretta. Barrett è il più giovane dei suoi compagni e l'ultimo a unirsi a loro, poco più di due anni prima, quando i Floyd erano un ordinario gruppo di R&B conosciuto con il nome di The Tea Set. E' l'autore della band, la pop star che aspetta di diventare famosa.

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Messaggio da Mac La Mente »

Titolo: La vera storia di Syd Barrett raccontata oggi dagli altri Pink Floyd. - seconda parte -

“Syd era assolutamente pronto per il successo, fin dal momento in cui firmammo il contratto con la EMI, nel febbraio 1967”, dice il batterista Nick Mason. “Nulla faceva immaginare che il ruolo di pop star avrebbe potuto metterlo a disagio”. Roger Waters abita da molti anni a New York, ed è l'unico dei Pink Floyd che non è venuto a fare questa intervista di persona. Ma durante la telefonata transatlantica la voce del Maestro arriva forte e chiara, animata e intrattabile come senza dubbio dove essere durante la maggior parte del 1982, quando vietò ai suoi compagni di assistere alle registrazioni di The Final Cut, l'album che segnò la fine di un decennio di dominazione rock floydiana e dell'appartenenza di Waters al gruppo. A volte dice “Ok, questa te la faccio passare”, come se un'intervista fosse una sorta di duello tra gentiluomini. Ma il più delle volte ti ricaccia le domande giù per la gola. “Sperimentale e free-form?”, esclama. “Non Piper. Ad eccessione di Interstellar Overdrive, tutto il resto nell'album è normale”. Ok, spostiamoci su un terreno più sicuro. Syd quanto era consapevole di essere un outsider? “Ammm”. Lunga pausa. “In che senso? Non era un outsider! Perchè pensi che fosse un outsider? Era una bella persona. Partecipava a tutto. Perchè pensi che fosse un outsider? Lo trovo molto strano...”.

Il rispetto e la diplomazia non sono caratteristiche di Waters, ma mentre sulla carta le sue parole possono apparire dure, nella sua combattività c'è qualcosa di positivo e sincero. “Scriveva le canzoni!”, esclama fingendo esasperazione a proposito del suo rapporto con Syd. “Non ne sai abbastanza di rock da sapere che in una band l'unica cosa che conta è quella? Scrivere canzoni e avere qualcosa da dire sono la chiave di tutto. E Syd aveva molto da dire”. “In termini di contributo musicale, Syd era sicuramente il capo”, conferma il tastierista Wright. “Ma non era un leader. Ciascuno di noi aveva un ruolo, ma non credo all'epoca ci fosse un leader”. “Syd era molto rilassato”, gli fa eco Nick Mason, “Non si aveva la sensazione che qualcuno impartisse ordini”.

Né alfieri del puro pop né solenni provocatori i Pink Floyd finirono presto per ritrovarsi, dal punto di vista musicale, in una scomoda terra di nessuno. Ma in un'epoca in cui le parole chiave erano “psichedelico” ed “estremo”, una band disposta a sfidare i generi poteva trovare un pubblico considerevole.

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Messaggio da Mac La Mente »

Titolo: La vera storia di Syd Barrett raccontata oggi dagli altri Pink Floyd. - terza parte -

“In tutta franchezza la psichedelia è stata un'ottimo trampolino di lancio ma non era una cosa con cui ci sentivamo a proprio agio”, ammette Mason. “Era collegata a tutti questi concetti hippy-amore, cristalli e tutti il resto. Mentre noi stavamo imboccando una strada buia, ci dirigevamo Dark Side Of The Moon... ci sembrò subito molto importante perdere l'immagine di quelli che si intrippavano con l'acido”. Wright concorda: “Nessuno di noi credeva nella filosofia hippy. Facevamo parte di un movimento più ampio, imperniato sulla libertà”. Nessuno più di Syd Barrett ha incarnato il confuso atteggiamento dei Pink Floyd nei confronti della loro opera e della epoca in cui la crearono. Barrett, morto l'anno scorso all'età di 60 anni dopo aver trascorso la maggior parte della sua esistenza solo e malato di schizofrenia. Era il “Pink Piper” il “pifferaio rosa” che rimase per sempre legato ai picchi allucinati e ai folli abissi dell'esperienza psichedelica.

Una volta finito Piper, i testi e il comportamento di Barrett presero una direzione sempre più bizzarra. Se sia stato per via delle droghe o della disillusione legata al businness della musica non lo sapremo mai. Quel che è certo è che alla fine del 1967 Barrett-inaffidabile, sfuggente e sull'orlo della follia- non era più considerato il ragazzo d'oro dei Pink Floyd dal talento insolito. “Dissi ai manager: è ovvio che Syd non può suonare dal vivo”, ricorda Waters. “Magari potrebbe diventare il nostro Brian Wilson (leader dei Beach Boys, anche lui sofferente di problemi psichici, ndr) continuando a scrivere testi e facendosi solo in studio. Loro dissero, “No, Syd vuole portare nel gruppo due sassofoniste”. Allora risposi: lasciamo stare. E fu così che le nostre strade si divisero. Non mi sono sentito deluso da lui. Era solo...malato”.

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Messaggio da Mac La Mente »

Titolo: La vera storia di Syd Barrett raccontata oggi dagli altri Pink Floyd. - quarta parte -

Nel suo libro Inside Out: A Personal History Of Pink Floyd, Nick Mason scrive che Syd venne fatto fuori in maniera spietata. “Beh”, dice Waters “a lui sarà sembrato così. A me per niente. Non so di cosa parli”. Waters crede che Barrett non si sia nemmeno reso conto di venire lentamente emarginato. “Non era più interessato. Si è presentato a uno o due concerti, pensando di suonare...”. Quando i Pink Floyd suonarono a un raduno hippy nella primavera 1968 a Londra, Barrett trascorse l'intero concerto in piedi davanti al palco, con gli occhi fissi sull'uomo che lo aveva sostituito: il suo amico di Cambridge David Gilmour. Sette anni dopo, in modo completamente inaspettato, Barrett si presentò negli studi Abbey Road per fare visita ai suoi ex-colleghi. Per uno strano scherzo del destino, la band stava lavorando ai vocalizzi di Shine On You Crazy Diamond, l'epico omaggio di Waters al loro ex-leader. “Dovettero dirmelo che era Syd”, ricorda Rick Wright. “Fu molto commovente, scoppiai quasi a piangere. Si era rasato tutto il corpo, sopracciglia comprese, e passava circa 130 Kg. Saltava di continuo, si strofinava i denti con uno spazzolino e poi tornava a sedersi. Dopo quell'incontro non riuscii a lavorare”. Di lì a breve fu Wright a crollare sotto il peso dei suoi problemi, e la storia prese a ripetersi. “Non avevo proposto alcun materiale per l'album Animals '77 e Roger ed io non riuscivamo a trovare un accordo su nulla. Poi lui scrisse The Wall praticamente da solo e decise che ormai poteva fare tutto da sé”.

Proprio a metà delle registrazioni per quell'album, nell'estate del 1979, Waters allontanò quello che era stato un suo collega di lavoro per circa 15 anni. “Tra di noi c'erano state tensioni anche quando frequentavamo insieme la facoltà di architettura a Cambridge”, dice Wright. “Era proprio un bullo, e quando accadde questa cosa rimasi sconvolto e furioso”. Wright tornò nella band dopo qualche mese, anche se solo da stipendiato. Nel dicembre del 1985, poi, Waters dichiarò che i Pink Floyd era una “forza esaurita” e annunciò il proprio ritiro.

Nel 1987 Gilmour, con contributi minimi da parte di Wright e Mason riportò in vita il nome della band per il disco A Momentary Lapse Of Reason, anche se il gruppo – dopo un paio di tour molto redditizi – è in letargo dal 1995, con l'eccezione di una breve riunione il 2 luglio 2005, per il concerto Live 8 a Hide Park. Il 10 maggio di quest'anno l'ultimo tentativo per portare i quattro insieme sul palco, in occasione di Magcap's Last Laugh, l'omaggio all-star organizzato dal produttore Joey Boyd per Barrett, è andato a monte perchè Waters è andato a prendere qualcuno all'aeroporto, lasciano Gilmour, Wright e Mason da soli a interpretare Arnold Layne.

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Messaggio da Mac La Mente »

Titolo: La vera storia di Syd Barrett raccontata oggi dagli altri Pink Floyd. - quinta parte -

A vederlo, Gilmour appare come il più felice e soddisfatto (ex?) Pink Floyd. Eppure, quando si tratta di addossarsi il peso di Barrett, Gilmour è, e lo si percepisce, non meno perseguitato di Waters. E la morte di Syd ha reso tutto ancora più pesante. “Adesso rimpiangerò per sempre di essermi attenuto al volere della famiglia di non disturbare la sua tranquillità”, dice con il suo modo di parlare intelligente e garbato. “Qualche anno fa mia moglie Polly mi disse “come ti sentiresti se morisse?”. Io risposi, “probabilmente pieno di rimorsi”. Ed è così. Avrei dovuto andarci, avrei dovuto bussare alla sua porta e dire “Hey, andiamo a farci un pinta”. Eravamo amici. Non vedo come incontrare un vecchio amico avrebbe potuto nuocere”. A differenza degli altri, che notarono il peggioramento di Syd solo nel luglio del 1967 dopo un misterioso esaurimento, con tutta probabilità indotto dagli acidi, Gilmour si accorse di una marcata differenza nel suo amico già due mesi prima.

“Aveva li occhi lucidi, fissi e non sembrava molto contento di vedermi. Sentii qualcosa dentro di lui era già cambiato, profondamente”. Di lì al Natale del 1967 Gilmour era stato invitato a unirsi al gruppo – all'inizio per sostituire l'instabile Barrett. Ma già nel febbraio del 1968 era ovvio che si trattava di un sostituto vero e proprio, in quanto la quasi completa incapacità o riluttanza di Syd, a comunicare rendeva difficile la possibilità di una band a cinque.

Da allora Gilmour ha lavorato sempre a favore di Barrett, aiutando a realizzare i suoi album solisti (The Madcap Laughs e Barrett, entrambi del 1970) e accertandosi che Syd ricevette regolarmente i suoi diritti d'autore. Ma , soprattutto, dopo la morte di Barrett Gilmour ha suonato durante tutto il suo tour solista il brano Dark Globe: una canzone tragica, ossessiva, che anche Waters indica come svolta cruciale, dal punto di vista psichico, nel repertorio troppo breve di Syd che proprio a quel brano aveva affidato, forse, la sua ultima, disperata richiesta d'aiuto e comprensione:

“ti prego, ti prego, porgimi una mano / non vi mancherò? / ma non vi mancherò proprio per niente?”.


Finito! Com'è? Piaciuto? :)
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Messaggio da ell »

mamma miaaaaaaaaa..........

è un'articolo che non avevo ancora letto e ti ringrazio per averlo messo qui .....
ancora ho i brividi.
li ho sempre quando leggo qualcosa su syd barret
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Messaggio da Mac La Mente »

ell ha scritto:mamma miaaaaaaaaa..........

è un'articolo che non avevo ancora letto e ti ringrazio per averlo messo qui .....
ancora ho i brividi.
li ho sempre quando leggo qualcosa su syd barret
Prego Ell! Sono contento che ti sia piaicuto! :)

...i brividi e qualche lacrimuccia sono venuti anche a me quando l'ho letto! Mi sono talmente appassionato alla storia e alle testimonianze che ancora adesso...sigh! :(

Un fiore per Barrett! :fiore: :fiore: :fiore:
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Messaggio da Vianne »

Oggi è il 6 gennaio e, se ci fosse ancora, sarebbe il compleanno di Syd :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:

Riporto su il topic e lascio un fiore in memoria del genio dei Pink Floyd :wub: :wub: :wub: :wub:


Shine On You Syd! :love: :fiore: :love: :fiore: :love: :fiore: :love: :fiore: :love:


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You have to be trusted by the people that you lie to
So that when they turn their backs on you
You'll get the chance to put the knife in
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Messaggio da Mac La Mente »

Vianne ha scritto:Oggi è il 6 gennaio e, se ci fosse ancora, sarebbe il compleanno di Syd :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:

Riporto su il topic e lascio un fiore in memoria del genio dei Pink Floyd :wub: :wub: :wub: :wub:

Shine On You Syd! :love: :fiore: :love: :fiore: :love: :fiore: :love: :fiore: :love:
...e nonostante il giorno sia passato, eccomi! Pronto a continuare a ricordare Syd Barrett con un fiore anche da parte mia! :fiore: :fiore: :fiore:

Immensamente grande! Il suo genio non aveva...non ha...dimensione! :wub: :wub:
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