(prima parte – a cura di Cristiano Torricella autore)
“B.B.B. 2050 ovvero Brutti musi, Brutti libri e Brutta musica del 2050!
Tra cui pur’Io “cocorito der dumila e cinquantatré et ortre” (e me ne vanto…)”
(T.C. V.S.D.I. 2050 ai giornalisti di “Repubblica Romana 2050” – “Intervista” – citazione citabile)
Così parlò per l’ultima volta T.C. V.S.D.I. 2050 del 2050 ed oltre in questo mio post-blog 2050.
Sì dicendo: “In “Poesie del rione Monti di fin ‘900” (mia opera prima) usai da subito il dialetto romanesco monticiano del secolo scorso pari pari a come noi allor lo parlavamo in giro.
Dialetto da Me Medesimo scritto di getto così come lo parlavamo noi “pischelli” che bazzicavamo (leggasi “frequentavamo”) Colle Oppio parco archeologico romano e il Colosseo, la Domus Aurea e la basilica di San Martino ai Monti, via Carlo Botta e via Angelo Poliziano, via Mecenate, via Ruggero Bonghi, via Merulana, l’Auditorium di Mecenate, piazza Dante e Largo Brancaccio.
Dialetto rionale e “lingua ancora viva” a fin ‘900 ancor parlata anche nei limitrofi dintorni.
Anche a via delle Terme di Traiano, via Labicana e via Celimontana nonché a via di San Giovanni in Laterano, a piazza Vittorio, a via dello Statuto ed a via Ferruccio, a viale Manzoni, a via Napoleone III°, a via Conte Verde, a via Panisperna (“panis et perna”) e pure a piazza Zama.
Anche nei rioni Celio ed Esquilino e Termini perciò (e ciò – me escluso – nessun l’ha detto mai!).
Lungimirantemente storicizzando Io stesso ad arte o-scenica – ai primi albori del Novo Secolo Veniente Io e con tal opera prima mai tentata o immaginata al mondo da niuno (leggasi “nessuno”) – il rional dialetto romanesco monticiano di fin ‘900 già allora in via di “sparizzione”!
Qualcuno che abbia reso storico il nostro dialetto già a fin ‘900 non esiste (tranne a… Io!).
Che “Vate de Roma” prima salvo e poi celebro un dialetto romanesco di rione differente.
Discosto da usuali e consueti stili e narrazioni web proprie del Belli, di Pascarella e di Trilussa.
In un mondo d’inizio millennio in cui vi sono ancora tanti (ed ancora di più nel 2050 ed oltre) che erroneamente credono che il nostro rione Monti (oggi sparito) – “Magna Ignorantia” di chi non abitò il rione mai – comprenda solo e soltanto via Cavour, via Panisperna, via Urbana e le altre vie prospicienti i turistici Fori Romani ed il vicino e noto Albo Pretorio e via “Nazzionale”!
Nossignori o Venditor e Scrivani d’Ipocrita e Carnacialesca Povertà Culturale post-atomica.
Pennivendoli mai nati a Roma che sui web blogs scrivono: “Rione Monti è via Cavour e dintorni”.
Voi che vi ergete oggi a critici ed a sommi giudici Voialtri Voi – de Roma Mia – che ne sapete?
(…)
Non dando perciò seguito alcuno a tutti “ ‘sti Sapientoni bbuffi mmedaijati” che non meritano (affatto) mia attenzione, in “via Merulana” – l’altro mio libro di cui non ricordo per intero il nome – iniziai invece a trascrivere – non più di getto come avevo fatto prima – la “pronunzia” delle parole romanesche che parlavo e che parlavan quasi tutti (male e malamente) nel rione.
Io stesso studiando e sviscerando la “pronunzia” dialettale che usavamo a voce per poi fissarla – unico al mondo ad averlo fatto prima del 2020 – “ad aeternum” sulla stampata carta dei libri.
Costì come giustamente insegna la sagace massima latina: “Verba volant, scripta manent!”.
Trascrivendo così la “pronunzia romanesca” da noi e dal volgo “pronunziata” per tramandarla ai Posteri Venienti compiendo così un “Salvataggio Linguistico e Culturale Immenso”.
Sol’ Io Storico Testimone della “calata” del Rione – unico tra tanti Dotti, Paludati e Venerabili Maestri ancor viventi che vantava allora Roma Capitale ed in tempi non sospetti come i nostri attuali – ebbi la prontezza intellettuale – Io Unico, Io Solo ed Io Veggente – e la lungimiranza di salvar l’esatta pronuncia del dialetto romanesco nostro che andava pian sparendo dalle bocche.
Romane bocche inghiottite ad arte o-scenica dalla crudele “Roma Megalopoli Servaggia der Futuro” che allor fa scempio e vigliaccamente se ne ride delle ataviche radici popolari di rione.
Visto che – tra deceduti e trasferiti chissà dove – “di monticiani d’ier” poco o nulla resta tuttora!
Che purtroppo ne son defunti tanti e tanti – nel 2050 ed oltre – di “emigranti nostri” di rione!
Io unico sopravvissuto cantor di rione che misi – all’interno della storica memoria dei miei libri autoprodotti – l’esodo del “Popolin Merulan di Roma” scacciato via dal centro storico di Roma.
Con il primo rione di quella sparita Roma lì d’inizio Millennio e poscia – che perdeva – come in una emorragia continua mai curata – abitanti, lingua, idiomi e “coijoni” e “zella” e sue radici!
(…)
Ex rione popolare e Colle Oppio “de ‘na vorta” zeppo (a fin ‘900) “de cialtroni regazzini (noantri noi buzzurri) e de roman, napoletan, bbruzzesi, sarde, marchiciane, apule e sicule mammine!”.
Che ad aprile “annavano for de porta a magnà pecurinu e scafi e no carciofoli a la matticella!”.
Rione Nostro ormai già quasi abbandonato dal Popolino Nostro di Rione già alla fine del 1994.
Silenziose finestre chiuse dalle “Romane Genti Nostre” che partivano per sempre dal rione.
Sostituita da piloti e turisti di passaggio, barboni, “zoccole e tossici” e parcheggiatori abusivi.
Rione Monti in cui chiudevano – uno dopo l’altro – i caratteristici e storici negozi de i Giudii ed in cui le segreganti scuole elementari maschili o femminili di fin ‘900 non esistevano ormai più.
Per far posto alla preponderante cinesizzazione ed africanizzazione del rione ormai avviate.
Importate dalla limitrofa e caotica piazza Vittorio (detta nei tempi antichi “Campo Scelerato”).
In quanto in tale campo (cupo ed orrendo) si seppellivan ladri, assassini, parricidi, fratricidi, stupratori, prostitute d’infimo rango, debitori insolventi, condannati a morte e peggio ancora.
Cioè tutta quella ribalda e birbacciona massa di gentaglia e di ubriaconi e grassatori che – nel 1860 ed in una Pia Roma Santa e Intonsa ed ancora quasi tutta Papalina – era ritenuta infame ed infamante e di certo indegna di esser seppellita in un normale Campo Santo Cittadino.
Giacché i parenti dei Defunti Onesti non li volevano – ieri e non più oggi – ammanco vicini!
(…)
Della chiusura dei negozi semiti, borbonici e camiti del rione Monti narravo ivi poc’anzi (“Ma come parla?” – mi domando esterrefatto Io che presto – credo – smetterò di scrivere per Lui).
Per far posto al loro posto invece (scusate il sovrabbondante bisticcio di parole fatto da Lui prolisso – affermo Io ghostwriter) al “purpurrì”, al “bisness” ed al “caro affitti” di fin ‘900.
Palazzinari tempi di fin ‘900 immemori del Magnifico e Storico Passato Antico-Romano.
Che – a viver in gloria da Romani – alle terre dell’Impero “Roma Caput Mundi” lor insegnava!
Novella, cruda (leggasi: “crudele”) e cupa – come capitolina e magra lupa – Roma Capitale degli uffici, dei “residens”, delle ristrutturazioni immobiliari e degli sfratti nonché delle banche.
Che fa posto, oneri e spazio “a l’orrida coruzzione de ‘i costumi e de le tradizzioni poppolari”.
“Tutte cose” (come si dice a Napoli o a Partenope) finora occorse solo al Celio o all’Esquilino!
Da cui “via Merulana bbella” ci “avea” difeso e protetti (finché a Lei possibile) a noi di Monti.
A noi romani rional abitanti del primo rione Monti tuttora esistente (nel 2050) ancora a Roma!
O Mamma Merulana Roma (artro che “Quel pasticciaccio brutto di via Merulana” di E. Gadda)!
(…)
Poi mi trasferii ai Castelli (pria a Genzano di Roma e poi a Marino Laziale) per necessità.
Romana gentrificazione dei rioni di Roma, Venezia e Milano (così chiamano i Dotti l’esodo?).
Ed ivi – ai Castelli ed ove altro sennò? – unii diversi dialetti locali creando – da Glossopoeta Intrepido qual sono – quel “collage” linguistico dialettale da me chiamato poi “castellanesco”.
Mia ibrida fusione neo-futurista dialettale e castellana-romanesca che riunisce insieme l’antico dialetto romanesco del primo rione Monti di fin ‘900 di Roma con vari dialetti dei Castelli Romani.
Anch’essi in via di lenta sparizione – ma più lentamente che a Roma – e di “dimenticazzione”.
Dialetti genzanese, nemese, marinese, frascatano, dei due Comuni rocchigiani e d’altri ancora.
Solo per citare i maggiori da me predati ad arte o-scenica a far “Teatro delle Lingue del 2050”.
Esperimento neolinguistico dialettale perfettamente riuscito e da nessun scrittore al mondo mai tentato prima (nei modi e nei tempi in cui l’ho genialmente creato in quei pionieri tempi là…)!
(…)
Propongo infine a tutti di acquistare online e di studiare a fondo il mio romanzo neo-futurista – scritto nel 2011 in tempi non sospetti e foschi come quelli attuali – intitolato “2050- Milano”.
Che narra del disastro nucleare di Milano del 2050 nonché della Nostra Sparita Roma di fin ‘900 che noi tutti conoscemmo e vivemmo allora ma anche di “Roma Megalopoli Selvaggia del 2050”.
In uno dei miei ultimi capitoli – se non ricordo male – intitolato “Milano e Roma addio”.
Roma di fin ‘900 in acerrimo e critico “Dissidio Linguistico” verso la post-atomica Roma attuale.
A tal proposito – concludendo perché mi si è seccata l’ugola fin novecentesca senza ber nulla di alcoolico cianciando di “mie letterarie cose di rione” e preferirei perciò ora abbandonare al volo l’uditorio per tornare a strimpellar la mia “formidabile chitarra elettrica da rocker” – propongo a tutti l’acquisto della mia bella raccolta dialettale di libri di nobili fiabe per bambini.
Tutte fiabe da me scritte – com’è ovvio – in dialetto romanesco monticiano D.O.C. di fin ‘900.
Addioooo!”.
T.C. V.S.D.I. 2050 del 2050 ed oltre
FILIPPICA UMORISTICA DI C.T. AUTORE SULL’OSTRACISMO LETTERARIO DA QUI IN POI ATTUATO CONTRO T.C. V.S.D.I. 2050 GRANDE CANNIBALIZZATORE DI OPERE DELL’INGEGNO ALTRUI
(primo atto)
“Anno Nuovo, Vita Nuova!” – così suggerisce per quest’anno tale italo saggio detto popolare.
E grazie a Dio un poco d’umorismo è rimasto nonostante tutto – nella nostra vita – ad allietarla!
Ma invecchiando anch’io perdo presto la pazienza coi Cialtroni che pongono bastoni tra le ruote.
O che ti assillano chiedendoti – ad arte o-scenica – attenzione, salamelecchi e ossequi.
Ciò che segue è dunque l’analitica disamina dei motivi che mi portarono il 31 dicembre scorso – a me autore indipendente – alla decisione di non esser più ghostwriter (scrittore fantasma).
Ghostwriter di chi ero stato dunque fino ad allora?
Ma di quel Gran Cialtrone, Invadente e Scontento Gran Vecchione di T.C. V.S.D.I. 2050 nevvero?
Definitivamente avviato sul viale del tramonto ma mai pago di apparire in pubblico e strafare.
Un personaggio letterario-musical-teatrale libresco, ampolloso e prolisso che fa (e sa) tutto Lui.
Un personaggio che rappresenta il mio esatto opposto (il Lato Oscuro) e che non amo affatto.
Che rappresenta bene e appieno il Neanderthal (simile a Lui) che alberga ancora in tutti noi.
O il fratricida Divo Romolo di Roma “Caput Mundi” che uccise il fratellastro Remo per quisquilie.
Lo stroncherò dunque di seguito ostracizzandolo ad arte letteraria e ponendolo poi in naftalina!
Sia scritto allora il nome di T.C. V.S.D.I. 2050 sopra ad un coccio e venga ostracisticamente esiliato per dieci anni almeno dalle mie neo-scritture a mò di esempio adatto ai trasgressori.
Ostracismo che deriva da “ostrakon” (che significa “coccio” su cui scriver la condanna all’esilio).
Come avvenne in Grecia con tale sistema voluto da Clistene nel 508 A.C. per salvare la democrazia.
Cosa che capitò ad Ipparco di Carmo, a Megacle, a Santippo e ad Aristide nonché a Temistocle, Cimone, Iperbolo (accusatore di Alcibiade) ed a Tucidide (acerrimo nemico politico di Pericle).
(…)
Ma bando alle ciance e narriam de l’altri personaggi che digito frammentariamente in vece sua.
Come non citar qui – in anteprima letteraria mondiale – T. da Roma Esimio Scienziato Ed Esimio Ricercatore Della Conoscenza Del 2050 Ed Oltre con la sua I.A. (“Intellighentia” Artificiale del 2050), il “suo nuclear pulito”, robots, droni, androidi e i suoi cambiamenti di clima repentini?
Come non citare poi Super Torri KB 1987 S.O.S. P.C. informatico pentito coi suoi perigliosi e desueti virus, il suo spernacchiato hardware vetusto ed obsoleto da discarica comunale R.A.E.E. ed i suoi vecchi videogiochi “vintage” da bar e da baraccone tipici degli anni ’80 (Tetris, Pac-Man, Space Invaders e Pong per citarne alcuni) con cui noi tutti – o quasi – abbiam giocato?
Amarcord (leggasi “mi ricordo, ricordate?”) dell’elementare ed allora sorprendente Pong?
Uno dei primi videogiochi dei primi anni ’80 che simulava a video il gioco del tennis a due!
A cui noi tutti abbiam giocato da studenti in quei baracconi di San Giovanni in Laterano là.
Lato Statua di San Francesco D’Assisi e lato binari del tram che andava a Porta Maggiore e verso la tomba del roman fornaio (ignoro se esista ancora tale tram nel 2050 ed oltre a Roma…).
In quella “Mia e Nostra Roma lì” che – già oggi e nel 2050 ed oltre – non esiste più (così come ce la ricordiamo noi) se non nei nostri ricordi di vecchi ragazzi d’ieri oggi incanutiti e malandati.
Conservata solo negli storici archivi librari e fotografici delle biblioteche abbandonate del 2050.
E nei ricordi dei Romani di allora che vissero quella lontana e fosca epoca dinosaurica nostra.
(…)
- da Roma Esimio Scienziato del 2050 – a mò di esempio – potrebbe narrare di (segue elenco non esaustivo degli argomenti scientifici e tecnologici da Lui narrati online – nota d’autore):
elenco
Mentre S.T. KB (Super Torri KB 1987 S.O.S. P.C. citato per esteso) narra invece online d’informatica e telematica “vintage” (segue elenco):
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Ma il tempo stringe e perciò ciò lo diremo e lo sviscereremo meglio e a fondo un’altra volta.
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Cristiano Torricella autore