(annamo a vede Roma ma naramo pure de Ciampino e de i Castelli der 2056)
“Tutte ‘e peggio strade cò ‘ste buche – ‘ a morammazzate! – porteno a Roma!”
(detto castellano metropolitano inerente la Conurbazione di Roma del 2056 – citazione)
“Damn it! (Dannazione!)
T.C. V.S.D.I. 2050 Grande Maestro delle Arti e delle Lettere del 2050 ed oltre
ha ripreso a farmi il lavaggio del cervello con il suo Gioco delle Parti e il suo Teatro!”
(Cristiano Torricella – da: “Abbasso la Psico-Maschera Cialtronica!” – citazione citabile)
“Roma nun fa ‘a pudica stasera, metti ‘e carze ‘a rete e ‘i tacchi a spillo 12 che ci hai, e mannace da via Baccelli, TordeQuinto ed E.U.R. le ppiù bbone e trucide che ci hai!”
(T.C. V.S.D.I. 2050 – da “Stornelli d’hostaria dar rione Monti mia” – citazione citabile)
ANTEFATTO CHE PRECEDE “ER FATTACCIO BRUTTO DE CIAMPIN DE ROMA E DEI CASTELLI ROMANI DER 2056”
T.C. V.S.D.I. 2050 Il Viaggiatore narra stavolta di Ciampino di Roma del 2056 ed oltre e di vari – un tempo ameni – Castelli Romani posti a Sud di Roma.
L’egocentrico e paranoico “personaggio di penna” – così come letterariamente caratterizzato ad arte scenica dall’autore – ha sognato ieri notte la Dea Roma!
Che lo invita a visitare Roma finché “ ‘e cianche sie trotteno ancora” (cioè finché Lui è ancora in grado di muovere le gambe (cianche) e di macinar chilometri visitando il millenario centro storico turistico di Roma Capitale).
Seguiamolo dunque – nel suo pendolare viaggio in treno – senza farci scoprire!
T.C. V.S.D.I. 2050 IL VIAGGIATORE NARRA DI CIAMPINO DI ROMA E DEI CASTELLI ROMANI DEL 2056
T.C. V.S.D.I. 2050 Grande Maestro delle Arti e delle Lettere del 2050 ed oltre narra “a braccio” (senza far i soliti suoi inutili preamboli perché oggi va di fretta): “Roma – nel 2056 ed oltre – si allarga a dismisura verso i Colli Albani e verso il “Mare di Roma” appropriandosi del circostante hinterland paesano!
Diventando così quella Gigantesca, Tentacolare e Vasta Conurbazione che oggi nel 2056 comprende Ciampino di Roma (a fin ‘900 frazione urbana prima facente parte di Marino e poi resasi autonoma fino a quasi tutto il 2050…).
Ma Roma Capitale del 2056 fa sue anche molte altre frazioni dei Castelli Romani sottratte – con la micidiale forza burocratica e politica che Roma Capitale indubbiamente ha – ai Comuni dei Castelli Romani prossimi a Roma!
Periferiche frazioni decentrate di Marino Laziale (RM), Grottaferrata (RM), Albano Laziale (RM), Frascati (RM) e di altri comuni castellani di cui Roma fa man bassa per Pecunia Grande e Sordidi Interessi di “Cattivo Vicinato”!
Novella Urbanistica di Roma, di Ciampin di Roma e dei Castelli questa mia!
“Fattaccio brutto” che sviscererò – con dovizia di particolari – da qui in poi!
Geografia politico-economica-sociale che interessa milioni di ex Romani (divenuti oggi Castellani) che vivono in tali inquinati luoghi a Sud di Roma!
Inquinati dalle discariche, dalla “monnezza” e dal cemento di Roma Capitale!
Ecco qui svelata dunque la segreta origine del motto “Roma Futura, Grande Paura!”- motto da me coniato allora e già apparso in svariati miei “Esagerati Show 2050” già svoltisi a Milano, a Bologna, a Firenze, a Napoli ed a Roma!
“Grande Paura di Roma” che – Io autore romano-castellano – ho da sempre!
Visto che – essendo nato a “Roma Mia” – Romaccia Nostra la conosco bene Io!
Grande Paura a Voi di questa dittatoriale ed arrogante Roma del 2056 ed oltre che – come Attila veniente a devastare campi e vigne castellane – distrugge il primigenio ambiente “for de porta” e ciampinese… senza badare a spese!
Inquinando – con venefici miasmi, plastiche, cemento e “mozzenna” (immondizia) ovunque arriva – il bucolico verde e l’aria fresca de’ i Castelli!
Grande Paura a Voi o cittadini castellani ed ex romani ch’oggi qui risiedete!
Del tutto o in parte inconsapevoli delle ambiziose e sordide mire di Roma!”.
(…)
Tutto ciò premesso e non concesso, T.C. V.S.D.I. 2050 Il Viaggiatore – “Genius Loci” che risiede oggi (nel 2056 ed oltre) in quel residenzial quartiere verde di Marino detto “della Villa” – or giunto a piedi alla stazione ferroviaria di Marino (RM) ivi prende il treno regionale che lo porta seco alla Stazione Termini.
Ed ivi giunto in tal stazione ferroviaria, ciò dice ad uno che lì aspetta il treno:
“Marino Laziale detta – da noi Roman-Castellani che oggi a Marino ci viviamo – Marino (“Marini” nel dialetto locale parlato – nel 2056 – soltanto dagli anziani)!
Marino della Sagra dell’Uva e del Vino che si tiene ogni prima domenica di ottobre (ad Iddio piacendo e Mala Roma Capitale permettendo che si faccia)!
Marino sorridente cittadina dei Castelli Romani a Sud di Roma che conta oggi – nel 2056 ed oltre – ben 60.000 abitanti in esponenziale aumento demografico!
Escluse – nel novero dei residenti a “Marini” – le frazioni del territorio in perenne edificazione e cementificazione selvaggia sottratteci da Roma Capitale!
Espandendosi il cemento abitativo sotto la spinta speculativa di… Romaccia!
Che – tirchia e ferina – preda spazi, aria, acqua, luce e suolo ovunque arriva!
Cementando, tombando ed asfaltando – come un sinistro rullo compressore – fossi, boschi, canneti, oliveti, frutteti, orti, vigne, polli, abbacchi, ova, liberi contadini, bimbi trovatelli, cantine, bottai, carrettieri, osti, ostesse, fraschette, ristoranti, ubriachi, nonni in carriola, cinghiali, faine, volpi, talpe e via dicendo!
Eliminando – con Proverbiale Superbia Capitale – Dialetti Autoctoni e Sacre Usanze Contadine che mai più rifulgeran di luce propria e d’agricola bellezza!
Invase dalla “monnezza” e dal cemento capitolino che violentan la campagna castellana che – sì straziata – geme e “se lagna arquanto de ‘sta Roma!”.
Roma stupratrice delle vergini campagne dell’hinterland romano e castellano!”.
Ciò detto, T.C. V.S.D.I. 2050 il Viaggiatore sale sul treno fermo al binario uno.
(…)
T.C. V.S.D.I. 2050 (guardato con sospetto e a vista dagli altri viaggiatori visto che se la canta e se la suona) ciò declama ad alta voce all’interno del treno ora in movimento: “Castellane frazioni predate da Roma Capitale del 2056 ed oltre che foste – in un dì molto lontano – verdi di boschi e prati e di sentieri ameni!
Da me bimbo-scrittor tutti percorsi… quand’Io – a fin ‘900 – abitavo a Roma!
Oggi invece ebbre di carcasse di automobili e di roman rifiuti edili e industriali!
Truce storia di Progresso-Regresso su cui avrei da scrivere, narrare e recitare!
Ad iniziare dal venefico e novello Inceneritore dei Castelli – in costruzione fuori dal trafficato G.R.A. di Roma – impostoci con decreto legge da Roma-Animale!
Costruire un nuovo inceneritore in aree vinicole, olivicole ed orticole di pregio inquinando aria, acqua, vigne ed oliveti con polveri sottili, furani, I.P.A. (Idrocarburi Policiclici Aromatici), diossine e particolato fine che i filtri dell’inceneritore a ciclo continuo (giorno e notte acceso) ahimè non filtrano?
Affinché anche noi tutti infin si beva – libando in alto i gioiosi calici di vino nelle amene e pittoresche fraschette castellane e cantine site “in loco” – il cancerogeno e teratogeno (mutageno) “post-moderno vin de li Roman Castelli pregno di mortal diossine, di furani e di fumi “D.N.A. alteranti” e simil cose”?
(…)
“Ma der fattaccio bbrutto de Ciampin de Roma ‘sto Gran Maestro de le Arti e de le Lettere quanno che ce ne parle?” – incuriosito chiede uno dei verosimili lettori che legge questo articolo “2050” (nota linguistica di C.T. ’autore: “parle” e non “parla” non è un mio errore grammaticale ma è un modo di dire del neo-dialetto “castellanesco” (castellano-romanesco) del 2056 in uso qui ai Castelli).
“Calma!”- j’arisponne (risponde) a tono indispettito il Grande Maestro delle Arti e delle Lettere di fin ‘900 ed oltre roteando le braccia come… un matto!
“St’argomenti qquà coinvorgheno miijoni d’abbitanti e de “foresti” (forestieri)!
Romanisti e “Lazziali” assieme su una superficie di soli 12 chilometri quadrati!
Mascoli e femmine posti ad un’altitudine di soli 124 metri sul livello del mare!
Nonchè ex Romani e “burini de ‘i limitrofi paesini de fin ‘900 de ’na vorta”!
Nun ze va de prescia (di fretta) cò ‘sta “par condicio” tra Romani e Castellani!
None! Che t’ ‘o dico a fa? Pazienta ‘n antro poco o buriname! Mò Ve dico…
Che sì ‘n c’empuzzeno st’ariaccia qua cò ‘st’incenneritore Io… me sparo!
Che sì ppiù ‘n ze respira quà – chiane chiane – “for de porta” qua se more!
E che famo ‘n urtimmo strillaccio, stiramo ‘e cianche e bonaaaasera e amen?
‘Nzomma – m’addimanno e addico Io – potemo fà ‘na protesta seria pure noi giù a Roma o dovemo fà (pure noantri de i Castelli ) come a quelli zozzi llà che ‘nzellano (a piazza Navona mia) Fontan de i Quattro Fiumi monummento?
E mò V’aricconto a tutti – pure a Voi, sine – der fattaccio bbrutto de Ciampino!”.
(…)
Nel frattempo il treno regionale su cui sta viaggiando– sorpassando le fermate di Acqua Acetosa e di Sassone (“O ex giovani del “K.C.” Vi ricordate – presi da “esaggerata” nostalgia di fin ‘900 – dei campo-scuola parrocchiali da noi “regazzetti d’ier” fatti lì a Sassone?” – si domanda da solo Lui nel treno)!
Treno che giunge infin – achilleo, rapido e solerte “piè veloce” regionale del 2056 ed oltre – all’affollata e pendolaresca stazione feroviaria di Ciampino!
“Di già a Ciampino?” – chiede un vecchio pendolare non più edotto in merito alle post-moderne ferrovie rimembrando preistorici problemi trenici di fin ‘900!
Sì j’arisponno Io autor che presi allor quelli treni pendolari: “A nonno de i Castelli… ‘sti novi treni reggionali der 2056 mica sò ppiù quelli de ‘na vorta!
Quanno (ner 1999 e ortre) da Marino Lazziale ivo a Romaccia da mi nonna!
Treni d’allor freddi, sporchi e cò i teppisti sopra che se fumaveno ‘e canne!
Cò li sedili rotti e li vetri dei vagoni tutti pittati da li “Writers” pittatori!
Che sì dovevi scenne a la fermata tia, tu te sbajiavi che ‘n ze vedeva gnente!
Mò sì che ‘sti treni so ppiù bbelli, calli (caldi), tutti lindi e pinti e assai veloci!
Però – ‘sti treni reggionali bbelli – fateceli pure usà quarche vorta armeno!
Che qui sciopereno ‘n po’ troppo questi… a rompece ‘e scatole a ortranza!”.
(…)
“Ma è vero che Rometta “Caput Mundi” s’è “magnata” (mangiata) Ciampino aeroporto e stazione ferroviaria, case, supermercati, presidi medici ed il resto?” – chiede a Lui un viaggiatore interessato assai al turpe fattaccio ch’Egli narra.
“Certamente sì!” – j’arisponne Lui polemico e “piccato” (seccato, irritato) – “Che te credevi che fusse tanto bbona ‘sta Romina Nostra Megalopoli Servaggia?
Ovvio che “Ciampin de Roma” fosse fagocitata a morte da Romona Capitale!
Ciampin de Roma con la sua agognata stazione ferroviaria così ben collegata a Roma Termini dalla Nuova Metropolitana dei Castelli Romani in costruzione!
“Metro dei Castelli” denominata “F”… (“F” come “fiscioli”… altro modo di dire del neo-dialetto castellanesco del 2056 ed oltre)… a mmia me pare quella no?
Ciampino con il suo aeroporto internazionale super-accessoriato a due passi da Romaglia sì comodo a chi viaggia – su e giù l’I-taglia – per lavoro o svago!
Dov’è nascosto l’insulso e sciapo purista della lingua italica sì atto alla critica dialettica che mi corregge a torto con le sue pinzillacchere – a me Poeta e Vate di Talento – dicendo “in viaggio per l’I-taglia e non “viaggiar l’I-taglia””?
Dove si cela tal Vil Marran Figuro per Iside, Serapide, Bruto e Nerone?
Ch’Egli il Pavido si erga in codesto treno e si mostri a Me Grande Maestro delle Arti e delle Lettere di fin ‘900 ed oltre che lo sfido a singolar tenzone!
Ho fatto il militare a Cuneo e lo sfiderò a duello se osa ancora contraddirmi!
Non sapendo il marrano e vile che nella lingua i-tagliana attuale del 2056 ed oltre (e non in quella morta lingua di fin ‘900 che conosce ed usa ormai solo Lui) ci si esprime ormai tutti così!”.
(nessuno s’alza dal sedile trenico a ribattere al Grande Maestro delle Lettere che pertanto prosegue imperterrito a narrare il “fattaccio brutto di Ciampino”)
“O Ciampino con il tuo noto aeroporto internazionale di via Appia Nuova 1651 che nasci nel 1916 come aeroscalo per dirigibili (tra cui anche l’indimenticabile dirigibile del gruppo hard-rock straniero dei “Led Zeppelin” nevvero?).
Diventando – negli anni ‘30 di fin ‘900 – aeroporto militare e civile utilizzato in seguito – dagli anni ‘60 in poi – come scalo aereo da Capi Di Stato e purtroppo anche per il rimpatrio delle salme dei nostri soldati morti in missione all’estero.
Ciampino degli ex “Roman de Roma” – a soli 10 chilometri da Lei – che qui si trasferiscon da tempi immemorabili sfrattati via dal centro storico di Lei!
Visto che qui a Ciampino le case costano meno di quelle – esose, altolocate ed inavvicinabili – del rumoroso e trafficato centro di tale Romaccia Post-Moderna!
Visto che servizi d’ogni tipo a Ciampino abbondano e che i Castelli Romani (da Albano Laziale a Frascati ed a Velletri) sono ben collegati dalla ferrovia – che parte da Ciampino verso i Castelli e verso la gentrificante Roma e viceversa!
Apologia di “Ciampin de Roma 2056” sia servita addunque in pasto al pubblico!
Viva Ciampino con la sua celebre rassegna musicale intitolata “Ciampino Jazz Festival” di settembre e con il suo “Natale Ciampinese” di dicembre e gennaio!
Viva Ciampin di Roma con il suo Carnasciale (Carnevale) di febbraio con la sfilata e la “partita a scacchi vivente” rappresentata dagli alunni delle scuole!
Vinca Ciampino con la sua maraton di marzo e con le sue manifestazioni sportive – a maggio-giugno se non erro – parte della “Giornata dello Sport”!
Forza Ciampino delle solennità religiose di maggio e di settembre e dei campionati internazionali femminili di tennis di ottobre!
Ciampino di Roma con la sua post-moderna Chiesa del Sacro Cuore ed il suo Santo Patrono del Sacro Cuore di Gesù festeggiato il 30 maggio di ogni anno!
Ancora Ciampino con il suo Torrione dell’Acqua Sottoterra (del XIII°-XIV° secolo mi pare) che protegge i feudi campagnoli ciampinesi dei terribili baroni!
E non vogliamo forse dire di Ciampino e della sua villa di Quinto detto Pollone – di cui non mi sovviene adesso tutto il nome – scoperta nel 1880?
Di epoca romana?
Greca?
Ittita?
Assira?
Non ricordo più bene!
Ho un tremendo vuoto di memoria!
Ch’Io pure stia iniziando – da vecchio purtroppo – a perdere i ricordi?
Viva Ciampino con la sua tradizionale sagra della “Festa del cipollaro” dedicata nientepopodimeno che alla cipolla (che Io mastico cruda alternata all’aglio…)!
Ciampino che Romani ed ex Romani ivi attira – me compreso – qui a Ciampino!
“Quando di grazia?” – chiedete o bricconcelli? (ma nessuno ha chiesto nulla…)
Tra l’uno ed il quattro settembre di ogni anno che non lo sapete?
Ciampino che produce gustosa cioccolata dagli anni ‘70 di fin ‘900 in poi!
Ciampino (“ci ha ‘n pino…”) che – come dice etimologicamente il nome – di pino ce ne ha uno!
Ciampino coi suoi cori polifonici, le rappresentazioni teatrali all’aperto, i mercatini ed i giochi in piazza, i raduni d’auto e moto d’epoca, lo scintillante Luna Park ed i suoi balli in piazza con musica dal vivo… insomma che ne dite?
Ciampino con i suoi stand gastronomici di street-food con i suoi prodotti tipici e le sue eccellenze gastronomiche di spicco (tra cui la birra artigianale beverina)!
Con il suo teatrino delle marionette simile a quello storico del Pincio – una vera chicca per noi ex Romani – con i suoi spettacoli per bimbi del 2056 ed oltre (ma poi se li vedemo d’anniscosto pure Noi…).
Una ridente, viva e popolaresca frazione di Roma sita a Sud di Roma insomma!
Ecco dunque spiegato il numerosissimo esodo di massa (o diaspora d’ Inizio Millennio) che svuotò e che svuota Roma da molti ex Romani di rione d’ ieri!”.
A questo punto – e dopo tal grandissimo sproloquio verbale che Lui solo al mondo fa senza volerlo a mirabile e composita arte scenica drammatica narrante – il treno su cui viaggia T.C. V.S.D.I 2050 giunge finalmente a Roma.
Di corsa T.C. V.S.D.I 2050 scende dal treno “semper ciapà” (sempre preso) senza attendere i lettori online che stanno leggendo questo articolo “2050”.
Percorrendo frettolosamente i 2800 metri (?) che lo portano fuori dall’intricato groviglio dei binari ferroviari sopra-elevati della stazione Termini del 2056!
Seguiamolo dunque prima che il Grande Maestro si dia a gambe levate in modo da sfuggire (è diventato un pò asociale invecchiando sapete?) alla nostra vista!
(…)
Uscito dalla “binarieria” (insieme dei binari che futuristicamente percorrono la Stazione Termini come metalliche serpi avveniristiche fuoriuscite dal Grande Scambio Robotizzato delle Serpi Treniche del 2056 ed oltre) T.C. V.S.D.I. 2050 Il Viaggiatore si trova dinanzi al gigantesco tabellone luminoso delle partenze e degli arrivi che lo sovrasta come un gigantesco avvoltoio dagli occhi luminosi.
Totalmente incluso addentro tal Roman Stazione “brulicanda” (che brulica) di negozi, bar e “fast food” (catene internazionali di ristorazione veloce e/o da asporto) in cui gente frettolosa s’ingozza in fretta o video-telefona nervosa!
Immerso in moltitudini vocianti – in partenza o in arrivo a Roma – che corron frenetici o si accalcano spingendosi ed entrando o uscendo in fretta dai tornelli!
Scansatosi e schivato al volo “un di lor frettolosi babbei” T.C. V.S.D.I. 2050 Il Viaggiatore esce faticosamente da tale “bailamme di stazzione” che lo pressa!
“Stazzione” con due “z” – così come la pronunziano i Romani del 2056 – raddoppiando le consonanti com’è “dialettale usanza” fare a Roma “Mundi”!
Ed eccolo percorrere a piedi e frettoloso – a passo svelto e nervoso come Lui – la distanza che lo separa dall’agognata uscita verso Santa Maria Maggiore!
Ma dov’è finito ora T.C. V.S.D.I. 2050 Il Grande Sapientone e Viaggiatore?
Non lo vediamo più né lo sentiamo più ciarlar da solo tra la folla!
Forse che l’abbiam perso – il Ciarliero Vecchio – tra l’immensa folla di stazione?
Mi sa che stavolta il Vecchio Scrittore Dissidente ci ha davvero seminato!
“Ad malora!” (alla malora!)
Termina perciò qui la sua storia verosimile su Ciampino di Roma ed i Castelli.
Con T.C. V.S.D.I. 2050 (detto “l’Irriducibile”) sempre sul pezzo e sulla breccia.
Beato Lui ma poveri noi lettori e spettatori visto che ci “rintontolisce di parole”!
Ai prossimi miei articoli faceto-educativi “2050” del 2024 allora!
Con l’augurio di buoni umorismi narrati ad ogni differente tipo di lettore!
Cristiano Torricella autore