“Il progresso delle Nazioni non si misura sulla loro ricchezza
e tanto meno su quanto esse investono nell’illusoria potenza degli armamenti
ma sulla loro capacità di provvedere alla salute,
all’educazione e alla crescita della propria gente…”.
(Papa Francesco – Ulan Bator (Mongolia) – A.D. 2023 – citazione citabile)
“O Signore perdona Loro perché non non sanno quello che fanno”
(Lc. 23, 33-34 – citazione evangelica citabile)
PREMESSA A QUANTO GOLIARDICAMENTE NARRATO DA T.C. V.S.D.I. 2050
“Cari miei lettori online avvezzi alla rubrica “2050” oggi non Vi narrerò di T. da Roma esperto astrobiologo terrestre, delle sue improbabili avventure nello Spazio Cosmico alla ricerca della vita extraterrestre e dei Marziani di Milano.
Nè dei Seleniti – vecchi abitanti primordiali della Luna – né di altri alieni come i cianobatteri che popolano gli esopianeti nei loro extraterrestri scrigni della vita.
Vita extraterrestre sotto forma di batteri, virus, funghi ed alghe microscopiche che tra poco gli astrobiologi terrestri scopriranno (è solo questione di tempo…).
Nè accennerò alle superterre, alle biosignatures, alla biologia molecolare, alle sonde spaziali ed a quell’asteroide ricco di materia organica extraterrestre di cui hanno prelevato dei campioni in viaggio nello spazio verso il nostro pianeta.
Giacchè il recidivo, cialtrone e reo T.C. V.S.D.I. 2050 è tornato a cialtroneggiare ed a tampinare me che scrivo e dunque T. da Roma esimio scienziato e ricercatore della conoscenza del 2050 ed oltre dovrà – giocoforza ed “obtorto collo” come dicevano i Latini – esser messo per un attimo e di nuovo da parte.
Non me ne vogliano perciò Padova ed i suoi abitanti per quanto qui di seguito cialtronescamente narrerà T.C. V.S.D.I. 2050 Grande ed Immenso Viaggiatore.
Io amo Padova ed apprezzo assai questa ricca città veneta pregna di bellezze assolute che da millenni dà lustro all’I-taglia intera con i suoi capolavori artistici, storici, religiosi e gastronomici che non hanno eguali al mondo.
Ma il mio personaggio umoristico di Grande Sapientone – da cui prendo come autore ogni possibile distanza – dev’essersi indubbiamente rimbambito negli ultimi tempi – per l’età o per motivi a me autore tuttora sconosciuti – visto che ormai sbaglia spesso nomi e luoghi con estrema facilità confondendosi spesso!
Ieri l’altro T.C. V.S.D.I. 2050 stava rischiando di andare in treno a Trieste!
Non volendo scendere dal treno – il Grande Maestro che il Sapere insegna agli altri – perché – a suo dire – non trovava scritto sul cartello della stazione ferroviaria di Padova l’antico nome romano della città (cioè “Patavium”…)!
Per fortuna un viaggiatore patavino lo redarguiva in tempo e così T.C. V.S.D.I. 2050 scendeva poco prima che il veloce treno ripartisse per Venezia e Trieste!
Or dunque a buon intenditor poche parole (ci siamo capiti appieno nevvero?).
Per prevenire futuri problemi lascerò perciò che narri proprio Lui in prima persona – il Longobardo ed Austro-Ungarico Babbione – anzichè Io autore.
Cosicchè nessuno possa venirmi poi a dire – a me creativo scrivano – che IO scrissi cose errate, imprecise, inesatte, fantasiose o inverosimili riguardo a Padova ed ai molti suoi “ameni loci” che tutto il globo terracqueo c’invidia!
Cedendo perciò ora la parola a quel Grandissimo Viaggiatore di T.C. V.S.D.I. 2050 e declinando nuovamente ogni mio possibile coinvolgimento in merito alle insipienti scempiaggini che il vegliardo del 2051 scriverà al suo collega a Roma… buona lettura e che buon pro Vi faccia o intelligenti itali lettori d’oggi!”.
Cristiano Torricella autore
“Afosa estate (soggetta a repentini cambiamenti climatici improvvisi) del 2051.
Caro collega che passi le ferie a Roma, questa estate Io “Peintre”, conduttore tv, tuttologo, saggista e Grande Viaggiatore sto per visitare l’antica e mitica “Patavium” (Padova) nella “Regio Veneta Federata” del Nord I-taglia del 2051.
E giunto a Padova mi recherò immantinente – da Gran Turista e da Gran Maestro delle Arti e delle Lettere che Io fui, ero e sono – in visita alla trecentesca Cappella degli Scrofregni decantata da ogni libro di Storia dell’Arte.
Piccola chiesupola con volta a botte affrescata da Ciotto (Ciotto o Giotto per me pari sono…) considerata – dalla Storia dell’Arte Mondiale del 2051 ed oltre – uno dei massimi capolavori dell’Arte Medioevale tuttora esistente al mondo!
Sotto allo stellato cielo pitto della celeste volta che mirabilmente incanta il mio animo d’artista risvegliando in me ancestrali Echi Iconografici Tardo Medioevali!
E costì resto a bocca aperta a contemplare il Divin Messaggio del Giudizio Universale che emanan tali eccelse figure simboliche pitte a vivacissimi colori!
Finacchè in fondo a destra con stupore veggo – di sotto al Fulvo Fuoco Eterno della Dannazione – Neri Demoni Malvagi che sadici tormentan poveri dannati!
Ed un gigantesco Re dei Demoni – magistralmente pitto con Medioevale Orrore per spaventar le masse analfabete – trangugiante mezzo peccatore sfortunato!
Padovana Cappella degli Scrofregni che rinnovelli ed ispiri in me ancestrali aneliti d’Eccelso Illustratore e Grande Voglia d’Esser pur’Io… Sommo Pittore!
Cosicchè più contemplo il tuo “Giudizio Universale” – o Ciotto mio – e più assolutamente bramo anch’Io – che post-moderno “Peintre” fui e sono – d’esser e diventar pur’Io all’istante… Medioeval Figliuol D’Arte Patavino!”.
(…)
La visita alla Cappella è durata pochi minuti ma Io Grande Maestro delle Arti e delle Lettere del 2051 ed oltre non mi dò per vinto tentando di comprare i custodi della sala per restar lì più a lungo ad ammirare – naso all’insù – i maravigliosi affreschi che un vero guazzabuglio d’idee m’ispirano a… pittare!
Che l’affreschi del Ducento e passa mi sian dunque di Gagliarda Ispirazione!
Ma i ligi custodi non gradiscono mie “avances corruttive” e mi invitano ad uscire con sveltezza – come a l’altri turisti – dalla mirabile cappella patavina!
Insomma appena messo piede a Padova mi feci riconoscer quasi subito e per bene anche in questa città d’arte veneta che vanta oltre tremila anni di storia!
(…)
Ti dissi che Padova ospita la seconda antica Università Italiana (la prima è a Bologna) in cui insegnò ed ebbe la cattedra quel Galilei caro a T. da Roma?
E che alcuni goliardici circoli studenteschi padovan-bohemièn – “in primis” quello delle studentesse universitarie di Padova del 2051 – ieri mi insignivano – quale Grande Onore! – del Titolo di “Gran Goliarda Patavino del 2051”?
Visitai poi – decorata dal Manfregna (altro Gigante dell’Itala Storia dell’Arte) la Chiesa degli Eremitici poco distante dall’anzidetta Cappella degli Scrofregni.
Splendido loco religoso che ospita ben due Musei Civici (il Museo Archeologico ed il Museo d’Arte Medioevale e Moderna) che – per mio gran diletto – visitai.
Uscito infin da tali mirabilissimi Musei – in cui ammiravo valenti opere pittoriche del Piccolo Tintore e pur di Ciotto – vagabondassi nei vicini Giardini dell’Arena.
Ammirando vetusti resti di ruderi romani che un pò mi ricordammero Verona.
Per poi dirigermi con passo frettoloso – quasi un dovere per tale Uomo Illustre e Colto qual’Io sono – verso lo storico Caffè Quattrocchi lì al… Piston!
Noto ritrovo di noti scrittori (tra cui il D’Annunzio ed il Marinetti..) per cui pur’Io – l’Illustre Commediante Torricella – non puossi certo esimermi di andarci!
Affollato caffè in cui ordinai e sorbisco – lentamente e con solenni pause da consumato attore – tal caffè glocale sì decantato dagli aspiranti assaggiatori.
Non un caffè qualunque nossignore!
Giammai o dotti spettatori e spettatrici del celebre Teatro Anatomico di Padova coi fazzoletti in faccia per la tanfa che dal corpo colà dissezionato si solleva!
Uno caffè speciale – richiesto dai turisti – contenente lo cacao e pur la menta ma che poco soddisfa me “sudista purista del caffè” che ciò lo so per certo.
Poiché per me Grande Esperto (anche) di caffè “il caffè dev’essere com’è e senza aggiunte estranee de li cacai o mente o liquirizi… else che piacere è?”.
Cosicché – con la scusa di “rifarmi anch’Io la bocca” dopo tal – per me – spurio caffè – degustavo una enorme fetta di torta alla menta e al cioccolato ivi prodotta dal già citato caffè Quattrocchi sì noto agli autoctoni locali!
Delizia pasticcera da leccarsi i paffi che consiglio – ai molti lettori “giramondo” delle mie nuove guide turistiche “best seller” sull’I-taglia del 2050 – di provare!
Ed ora che tacitai mio famelico, capiente e brontolante stomaco lagnoso di vecchio dissidente del 2050 ed oltre… che ammirar di bello in tal “Patavium”?
(…)
Al Palazzo della Ragione lì nei pressi addunque gambucce mie leste diressi.
Sede di Giustizia Medioevale con pareti affrescate risalenti al 1425-1440 posto equidistantemente tra le due limitrofe piazze dell’Erba – di cui i maligni dicono Io abusi – e della Frutta (mele, pere, pesche, albicocche, susine e via dicendo).
Limitrofe piazze all’aperto che ospitan affollati mercati cittadini patavini e celebre Palazzo che merita una visita al salone superiore.
Ove dabbasso vi è il mercato coperto con le sue botteghe serrate di domenica.
E visitando tal Grande Salone usato fino al Settecento (uno dei saloni pensili più grandi al mondo che si estende su oltre ottanta metri di lunghezza) miro in un angolo discosto un sedilaccio in pietra – detto il “sedile del vituperio” – uso a punir pubblicamente gli insolventi debitori ivi lì sopra messi a la berlina!
Oltre a colorati affreschi parietali risalenti al quindicesimo secolo passato!
Sommo Salone di Giustizia ove allora i criminali venivano puniti in base al loro segno zodiacale secondo le teorie astrologiche di Pietro d’Abano (1250-1318).
Teorie astrologiche nuovamente ritornate in voga oggi anche da noi a Roma ed a Milano nelle itale aule giudiziarie del 2050 ed oltre com’è ben noto a tutti.
Per cui coloro che nascon sotto “segni impulsivi” di Fuoco o Terra (Scorpione, Ariete, Leone, Sagittario o Toro…) avranno lor condanne assai più lievi!
La loro Natura Astrologico-Zodiacale – ieri come oggi infatti – li porta – ai poverini! – a delinquer di più rispetto a segni astrologici più calmi e riflessivi!
Brutta Faccenda visto che – in tal “Salone d’Ingiustizia”- tagliavano il naso agli individui loschi e facinorosi per renderli – ove andassero – riconoscibili da tutti!
Lasciato dunque alle mie spalle tal Salone Giudiziario mi diressi – con studiati passi di vecchio scrittore dissidente – alla limitrofa e magna piazza dei Signori.
Ove la Torre dell’Orologio mi guarda di sottecchi con alterigia zodiacale mancando ad esso – all’orologio per l’appunto come narrano le cronache del tempo – un preciso segno zodiacale che – dicon le tose (ragazze) in bicicletta – bisognerà scoprire ove è nascosto proprio in piazza… altrimenti “addio agognata laurea in cui noi altre tose speravamo!”.
Padova astrologica, magica, esoterica, superstiziosa, misteriosa e pagana quali segreti ancor tu nascondi e custodisci ben riposti anche oggi nel 2051?
(…)
Visitavo inoltre – con ben quaranta gradi di caldo umido ed afoso dovuto ai repentini cambiamenti climatici estivi odierni – l’interessantissimo Museo Putanico sito all’interno del celeberrimo Orto Putanico (il più antico d’I-taglia) Creato nel 1545, comprendente seimila piante giunte da ogni parte del mondo e contenente – a me assai gradita – una mezza farmacia del Settecento!
Sortito poi anche da quell’Orto lì mi recavo infine a piedi al vicino “Prato delle Palle”… un tempo basso prato paludoso divenuto invece oggi uno dei principali simboli di Padova assieme alla notissima Basilica del Santo.
Padova “città del Santo senza nome, del caffè senza porte e del prato senza erba” mostra così la sua vasta piazza ornata da bianche statue e da un canale.
Nei cui pressi – ma più lungi dalla piazza ellissoidale in cui passeggio a zonzo – stagliasi l’Abbazia di Santa Giustina che il me turistico non mancherà di visitare.
Nè può – l’Immenso Me Pomposo e Colto – obliare l’immensa Basilica del Santo!
Ove un trionfo di arte barocca e medioevale assieme mi lascian senza fiato ad ammirare – naso all’insù per bene – gli storici capolavori pittorici, scultorei ed architettonici che tale immensa basilica nasconde all’ignorante che l’ignora!
Altro che Puerco e Porcu noti pittori coloristici post-moderni – a mio avviso esageratamente celebrati ed incensati – indegni figli degli uggiosi tempi attuali!
(…)
Non volli infine esimermi dal fotografare la stupenda Loggia dei Carraresi, nella cui sala – in origine cappella religiosa di nobile famiglia – giacciono i resti degli affreschi trecenteschi di Guariento, loro valido pittore cortigiano assai attento.
Che dirti poi – o collega perso nel traffico di Roma – delle meravigliose opere che vidi nel maraviglioso Battistero della Cattedrale affrescato da Giusto de’ Menabuoi e poi anche nel Palazzo Vescovile e parimenti nel Diocesan Museo?
Scene dall’Apocalisse di San Giovanni Evangelista da fotografare a vista e parte del Ghetto ebraico – che con le sue strette strade – parte da via Soncin!
Il ponte delle Torricelle che sovrasta il fiume Buttiglione (forse Bacchiglione?) e la casa di Francesco Petrarca – poeta dei Carraresi – che lo foraggiavano!
Ed anche il bus turistico a due piani che parte dalla piazza del Santo in cui Io – con le cuffiette in testa – osservo le “minne” o “bocce” della giovane turista cinesa seduta accanto a me che ammira i monumenti scattando foto a raffica!
Infine “dulcis in fundo” – dopo tanto andar in lungo e in largo per le vie del Bello e della Cultura e “pria ch’Io tornessi ha casa mia” – giunsi infin a tal minuta hostaria ubicata sotto ai portici davvero onnipresenti qui in città!
Ivi ingozzandomi di baccalà alla vicentina, risi e bisi, torta pazientina, folpetti, polenta, anatra e gallina padovane, fagioli, fagiano, ombrina e ricci di mare e
pasteggiando il tutto con abbondante prosecco a vive bollicine, vermentino, pinot et mix di vini di pregiati uvaggi veneti sapientemente tagliati col “grappino” mezzo ‘mbriago a cantar mi misi a squaciagola – senza più ritegno alcuno – lo carme burano che fin da li tempi de la schola io sapeva: “Vinum bonum et suave, cunctis dulce, cuntis prave et mundana letitia…”.
Evviva la splendida città di Padova ch’alimenta la mia creatività mondana!.
Io che li dipinti della Loggia Carrarese li ho commissionati Io, che la Torre detta “della Specola” era mia e che con Donatello – (ivi esagerando e millantando credito…) – ero “pappa e ciccia” tanto che con Donatello si giocava a… morra!
Insomma per me che sono anche politologo (sapessi davver ciò che significa…) un guazzabuglio di idee e di sano giovanilismo e vitalismo è tal “mia” Padova!”.
T.C. V.S.D.I. 2050 da tutti detto “Il Grande Viaggiator Pata(ta)vino”
CHIOSA INDIGNATA CONCLUSIVA A CURA DELL’AUTORE TORRICELLA
Vogliate scusarmi – o Lettor mio – se concludo così lesto tale articolo 2050!
Ma veder quel pellegrino (T.C. V.S.D.I. 2050 intendo…) con l’alba barba imbrattata di sugo di fagioli ed anatra e col suo tovagliolone lercio di polenta e osei appeso al collo che amoreggia con quell’ “anziana e santa donna” della cuoca filippina è troppo anche per me disabituato ai suoi bagordi d’hostaria!
Finiamola dunque qui con tal sua sordida e malcelata ipocrisia di boccaccesco, laico ed ateo “falso pellegrino” per niente dedito alle “Alte Cose dello Spirito”!
E buon pranzo (immaginario…) all’hostaria di Padova del 2051 a tutti i lettori!