Mai come quest’anno, o forse sì, magari sbaglio, ho sentito parlare in maniera quasi incessante e con largo anticipo del Giorno della Memoria e questo mi ha dato da pensare…
Nel mio piccolo ho sempre cercato di commemorare e ricordare questa data, credo sia indelebile in me ormai, anche al di fuori del giorno 27 del mese di Gennaio, e non perchè l’abbia vissuta o perchè abbia avuto persone vicine vittime dell’atrocità compiuta in uno dei periodi (ahimé, non è il solo) più bui della Storia dell’umanità ma per un motivo che non starò qui a raccontare…
Dico solo che mi è difficile dimenticare e non voglio dimenticare.
Al sol pensiero di quello che il 27 gennaio (in particolare del 27 gennaio 1945) rappresenta rabbrividisco.
Chi può ancora raccontarlo perché l’ha vissuto di persona ha una certa età oggi e proprio per questo credo sia importante il “passaggio del testimone” che si accinge a fare alle generazioni che verranno…
Chi può ancora raccontarlo ha visto in faccia l’Orrore, la morte, la mancanza assoluta di rispetto verso il genere umano ritenuto diverso per motivi che ancora oggi, purtroppo, sono presenti e si palesano basta che ci si distragga un attimo e si abbassi la guardia… No, non deve più accadere.
E’ accaduto. Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa aprirono i cancelli di Auschwitz, liberarono i pochi superstiti e l’orrore del genocidio nazista ricoprì il mondo intero.
Impossibile dimenticare.