“Chi è causa del suo mal piaga se stesso”
(proverbio rielaborato da T.C. V.S.D.I. 2050 – citazione citabile)
“La Res Publica di fin ‘900 ed oltre promuove la Cultura, l’Arte e la Ricerca Scientifico-Tecnologica. Tutela il Paesaggio, il Patrimonio Storico ed Artistico-Letterario dell’Itala Nazione, l’Ambiente, la Biodiversità e gli Ecosistemi nel Supremo Interesse delle Future Giovani Generazioni del 2050 ed oltre. Tutela inoltre gli Itali Capaci ed i Meritevoli non raccomandati dai Sapientoni…“.
Ma davvero si agisce in tale direzione? O invece l’ascensore sociale è truccato dal Potere di Roma e di Milano e sono solo “belle parole” scritte sulla carta?”
(T.C. V.S.D.I. 2050 – “Riflessioni dissidenti sulla Costituzione I-tagliana di fin ‘900 ed oltre – articoli 9 e 34 unificati – opera citata – citazione citabile)
PREMESSA D’AUTORE ALLA NARRAZIONE DRAMMATURGICA SEGUENTE
“T.C. V.S.D.I. 2050 – con un termine che oggi va assai di moda – fa outing. Superato il proprio trauma esistenziale prende il coraggio a 4 mani ed ivi narra. Ex barbone alla Stazione Termini di Roma nell’Anno Del Cigno Nero 2020. Anno di pandemia da coronavirus e di problemi che nessuno avrebbe voluto. Andiamo dunque ad ascoltare la narrazione dalla viva voce del protagonista. Come autore sono – e sarò sempre – dalla parte dei Poveri Cristi come Lui. Ma ciò che di seguito leggerete è farina del suo sacco e non di certo la mia!”
Cristiano Torricella autore
T.C. V.S.D.I. 2050 NARRA IL SUO 2020 DA BARBONE VISSUTO TRA I RIONI ESQUILINO-MONTI E LA STAZIONE TERMINI DI ROMA
T.C. V.S.D.I. 2050 narra – ad alcuni attoniti e super-annoiati studenti “figli di papà” dell’Università “La Sapiente” di Roma – il suo triste e breve vissuto personale da ex barbone esperito suo malgrado nei rioni Esquilino-Monti ed alla Stazione Termini di Roma nel fatidico “Anno del Cigno Nero“ 2020.
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T.C. V.S.D.I. 2050 in persona: “Brutti ricordi di vita vera. O forse verosimile. Di vita a muso duro vissuta da povero. Di “mala-vita”. Di vita da ex barbone. Di quando non ero ancora ciò che – a Dio piacendo – oggi sono: una rockstar internazionale che fa concerti “sold-out” viaggiando di continuo in tour. Uno che riempe gli stadi tutte le volte che canta e suona con la sua rock band. La Torricella Rock Band 2050 Project. Facente parte del famoso “Esagerato Show 2050” da me ideato e diretto. Ma andiamo per ordine e con calma. Per fortuna solo una breve, drammatica e dolorosa parentesi di strada. Da cui – grazie alla Divina Provvidenza credo – ne uscii più forte che pria…”.
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E’ vero che ne sono uscito a testa alta ma anche che Loro mi hanno aiutato. Da solo probabilmente non ce l’avrei mai fatta ad uscire da quel tunnel buio. Tunnel in cui dormivo e mangiavo tra lo scorrere degli autoveicoli rombanti. Ma anch’Io – e ciò va detto ad onor del vero – mi sono impegnato assai. Per levarmi fuori dall’impiccio in cui becere regole sociali mi avevano relegato. Rielaborando l’immagine che avevo di me stesso e lavorando su me stesso. “Come feci ad uscirne?” – domandano alcuni giovani annoiati dalle mie parole. Tralascerei – se posso – inutili particolari narrativi andando dritto alla sostanza.
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Vivere da povero è una terribile esperienza che segna la tua vita per sempre. Quanti orribili ricordi affollano la mente quando in albergo scende la sera! Lunghe notti insonni trascorse a pensare respirando velenoso smog urbano. Notti in cui già immaginavo con la mente i miei futuri spettacoli da rockstar! Pur nella miseria del povero, mai darsi per vinti! Osare e sempre osare qualcosa di nuovo! Affinchè qualcosa migliori infine sia per Noi Stessi che per gli Altri. D’altronde non siamo qui su questa Terra per puro caso. Visto che il Caso – di fatto – non esiste.
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L’entropia dell’ex vita da barbone è difficile da dimenticare anche se breve. Come flashbacks narrativi tornano alla mente quando meno te lo aspetti! Ed anche chi ha avuto successo e fama – come me – ciò lo sa bene. I volontari della Comunità di Sant’Egisto che portavano – bontà Loro! – una coperta contro il Grande Freddo, un caffè o una camomilla calda a notte fonda! Quando gli ubriachi gridan frasi oscene contro il buio della notte che li avvolge! Quando la Grande Notte che avvolge chi dorme in strada diventa foriera di pericoli nascosti e di fuochi di cartoni accesi in strada per riscaldare un poco le reumatiche membra intorpidite che terribilmente gemon già da loro! Che ne sanno Loro – questi fortunati figli di papà del 2050 ed oltre con la paghetta mensile che frequentano le Università Obbligatorie per non andare a lavorare – quale estremo e grande sacrifizio richiede il sopravvivere per strada combattendo giornalmente contro tutto e tutti che sembrano volerVi predare? A chi hanno rubato i documenti e a chi il videofonino. Alcuni li hanno persino malmenati mentre dormivano di notte tra i cartoni. Pertanto bisogna allearsi con qualche altro disgraziato come noi oppure è finita.
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Ricordi dell’Ostello della Cari Tas di Roma a via Marsala! La lunga fila per mangiare un pasto caldo alla Mensa Cari Tas di Colle Oppio. Colle Oppio Archeo-Parco del Colosseo di Roma. Che di notte chiude i ferrati cancelli affinché i barboni come noi restino fuori. Verde Parco pubblico del primo rione Monti di Roma “caput mundi”! Ove piccin picciò – da roman monelli – biciclettavamo felici di scorrazzare! Bei tempi di fin ‘900 in cui si stava peggio – ma in cui si stava meglio – quelli! Di quando si è bimbetti e non si capiscon (ancor per poco) troppe cose! Come quando Zaccheo, l’amico di Gesù, dona metà dei propri averi ai poveri. E tutti subito lì a criticare questo suo nobile atto di magnanima generosità: “E’ solo un peccatore… cosa crede di fare?… di cambiare forse il proprio Destino Mortale?… Redimersi così con facilità?”. Ma Noi Altri del rione Monti in bici – e su che sgangherate bici – fino all’irte pendici del Celio di fin ‘900 (Io, Giuseppe, Enrico ed altri…) allegramente e chiassosamente a forza di gambe faticosamente fino in cima giungevamo. Via Celimontana tutta percorrendo pedalando fino all’erto Spedale Militare. Romani fanciulli che ancora non conoscono per bene la cattiveria, la bramosia e l’avidità di cui l’uomo di strada – specie di notte – è purtroppo foriero.
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Parimenti… via Modesta Valenti. A guida di fittizia residenza romana a cui far giungere la posta e i documenti. Che quando non si han più né lavoro né casa non si sa dove diavolo far inviare. Credo che si chiamasse così – Modesta Valenti – quella anziana donna giunta un giorno a Roma dal Nord Italia di fin ‘900 (forse dal Friuli se non erro…). Di cui per caso avevo letto in tempi non sospetti – ma il Caso non esiste – un libricino tascabile contenente poesie da lei scritte intitolato – mi sembra ora che così si chiamasse – “Binario 2” (della Stazione Termini di Roma…). Libricino che mi piacque assai e di cui conservo gradita memoria letteraria.
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Dimenticatevi per sempre gli amici, le feste in musica e le auto costose! Dimenticatevi le donne, le jam sessions in sala prove ed i viaggi all’estero! Dimenticatevi i pranzi e le cene regolari, i futuri libri da scrivere e la bella vita! Dimenticatevi i normali Natali, Capodanni e Pasque così come queste festività le avete fino ad oggi fortunatamente vissute in famiglia! Ogni momento del giorno e della notte diventa incerto, precario ed effimero! In special modo di notte soprattutto! Giorni infiniti che sembran tutti uguali, infiniti, pesanti e faticosi da superare! E non mi si venga a dire che Io grandemente esagero se chi commenta ciò che Io affermo qui – fortunaccia sua! – invero e di conservo non l ‘ha mai provato!
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Infine c’è anche chi – ormai esausto anche mentalmente – si volatilizza per sempre dalla propria vita e pure da quella altrui. Estraniandosi totalmente dal mondo esistente. Chi autodistrugge – dentro alla birra e vodka – i propri sogni e desideri. Rinunciando a scrivere, a vivere, a suonare ed a sperare in un mondo migliore. O chiedendosi di continuo – colpevolizzandosi – come ciò sia potuto accadere. Voi che siete ormai come “morto ed invisibile al mondo” ma ancora… vivete! Voi che oggi chiedete l’elemosina ai passanti che incrociate per strada! Voi che – in tempi migliori – l’elemosina la davate o la negavate ai mendicanti! Narrare qui come siete caduto così in basso sarebbe forse una storia troppo lunga da narrare. Ma ai fortunati giovani del 2050 ed oltre che considerano tutto come dovuto loro farebbe bene assai ascoltare con attenzione tale narrazione di strada.
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Dei barboni si dice – spesso erroneamente – “è colpa loro se vivono così!”. Non nego che qualcuno occasionalmente abbiar scelto questo sottostile di vita. Ma quanti di loro invece non hanno potuto scegliere causa “destino avverso”? Spesso si finisce per strada in un attimo. A volte per proprie colpe (gioco d’azzardo, alcoolismo, droghe, furti, eccetera). Ma altre volte – molto più spesso di quanto ignorantemente si creda – no. Basta poco perché una borghese vita benestante o normale si rovesci di colpo. Una malattia improvvisa che rende invalidi parziali o inabili al lavoro. Sposi che divorziano ed i figli vanno con la madre lasciandoti senza famiglia. E pure la tua stessa famiglia che – sovente – non ti vuole più a casa con sé. O un vistoso e clamoroso errore giudiziario (il caso Tortori e mille alti casi di giustizia negata in cui il povero cittadino viene linciato dal “fango mediatico”…). Un tracollo economico fulmineo di chi aveva investito tutto il capitale in borsa. O un lutto improvviso con la perdita di un volto amato e relative spese funebri. O un fallimento lavorativo-imprenditoriale altrui che ci lascia senza stipendio. Insomma si viene considerati pubblicamente dei falliti e ciò è l’inizio della fine.
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Così d’un tratto si perdono la rotta ed il controllo della propria vita normale. Servirebbe un piano B che non si è mai redatto perché finora non necessario. E spesso non se ne esce più dalla maledetta strada in cui si era giunti per caso. L’alcool usato per stordirsi e per sconfiggere il freddo pungente della notte. Notti per strada che diventano angoscianti attese che arrivi il nuovo giorno. Cibo da mangiare da rimediare e trovare un posto ove – ogni tanto – lavarsi. La vita del barbone non si può certo dire né facile da farsi né scevra di pericoli. Gli amici di un tempo che non pensano più a te e la tristezza che ne consegue. Scomparso dalla vista di tutti coloro che allora contavano addio bagno privato. La si fa per strada dove capita. Approfittando di un angolo buio o di un momento in cui non passa nessuno. Scomparso dai ricordi d’infanzia e dal cuore di chi un tempo ti voleva bene. Anche perché molti di Loro – purtroppo ed ormai – da decenni non vivono più.
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Se ti lavi alle fontanelle pubbliche o ad esse lavi i tuoi panni (ammesso che da esse sgorghi ancora acqua…) sarai subito sommerso dalle critiche dei passanti. Potrebbero addirittura segnalarti alla Sicurezza Pubblica oggi di ronda in giro. Mangiando ciò che ti danno e ciò che trovi la tua salute di certo non migliora. Cercare riparo dal freddo e trovare qualcuno con cui (talvolta…) socializzare. Forse un cane randagio o un gatto (il Gatto Atom?) andrebbero più che bene. La solitudine e l’invisibilità che ti accompagnano come animali da compagnia. Il tempo della giornata che sembra restringersi o dilatarsi in base al fatto meteorologico che piova a dirotto e tiri vento o invece splenda un bel Sole. Esposto agli elementi atmosferici come il prato di San Giovanni in Laterano. Povere coperte e poveri cartoni in cui dormire cercando un riparo di fortuna dal cocente Sole che scotta o dalla perfida e gelida “giannetta” (Tramontana). Pregando che nessuno appicchi il fuoco ai tuoi cartoni – per dispetto o per follia – mentre beatamente dormi dopo l’ennesima bevuta di “cordiale” per scaldarti.
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Vita di strada che ruba dignità a se stessi ed al prossimo che passa colà. Addio comodo letto! Addio bagno privato! Addio caldaia! Addio frigorifero! Qualche giorno passato in prigione per uno scambio di persona e voilà! Gente che defeca per strada di giorno tra gente distratta e turisti di passaggio. E non è di certo un bello spettacolo da vedere per nessuno al mondo! Ma perchè nessuno mette bagni pubblici mobili gratuiti – di quelli usati nei cantieri edili o nei concerti – per i barboni senza dimora di Stazione Termini? Eviteremmo sia seri problemi d’immagine che atti osceni in luogo pubblico! Tolsero i vecchi orinatoi stradali romani e vespasiani e questo è il risultato! A buon intenditor ed alla romana classe dirigente del 2050 poche parole…
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Per concludere in bellezza, ciò che mi ha detto uno che conosco di vista. Ha rischiato di farsi un bel pò di anni di prigione per un clamoroso sbaglio. Pensavano che fosse uno spacciatore di droga ma non era vero. Ti dicono: “Scusi. Abbiamo equivocato. Tutto a posto. Si è trattato di un banale errore di scambio di persona”. Ma niente a quel punto va più a posto. Resta sempre con sé quella paura di essere fermato di nuovo per errore. Se non superi subito lo shock niente va più davvero al suo posto nella testa. Bisogna dimenticare, accettare gli altrui errori, perdonare, farsene una ragione. Più facile a dirsi che a farsi. Lui, infatti, dice che non ci è riuscito. Fuma cicche di sigaretta e guarda giornaletti zozzi con le donne nude in bella vista raccattati a latere della strada per passare la giornata che non passa mai. Si chiama Armando e viene dal Profondo Sud (si capisce poco quando parla…). Talvolta incontra compagni di sventura che stanno assai peggio di Lui. Me ne ha presentati un paio ieri sera. Gente poco raccomandabile che è di certo meglio perderla che trovarla… Ciò nonostante Armando non ha ancora perso la speranza di riscattarsi dalla vita di strada – in un futuro giorno che prima o tardi verrà – e questo ci lega. Avere un amico con cui parlare del più e del meno guardandosi le spalle aiuta.On the road – lo sanno tutti nel 2020 – chi è soletto e solitario dura poco”.
Firmato
T.C. V.S.D.I. 2050 vecchio scrittore dissidente i-tagliano
* testo scritto al pc con Writer di LibreOffice. Suite gratuita con licenza d’uso che non ha nulla da invidiare ad Office MS. Contrastiamo la pirateria del software. Viva il software libero ed un sentito ringraziamento ai loro autori.
Cristiano Torricella autore e ghostwriter for T.C. V.S.D.I. del 2050 ed oltre