(primo articolo storico revisionistico dissidente di T.C. v.s.d.i. del 2050 ed oltre)
“Ognun di noi ha li problemi suoi
ma sempre avanti bisogna andar
visto che retrocedere non puoi “
(T.C. v.s.d.i. del 2050 ed oltre – citazione citabile)
PREMESSA D’AUTORE AL BIZZARRO REVISIONISMO STORICO DI T.C. V.S.D.I.
“Che volete farci? Lui è fatto così. Ed ora che il Sommo Maestro e Vate delle Arti e delle Lettere T.C. v.s.d.i. del 2050 ed oltre si è incaponito di rivisitare revisionisticamente ed enciclopedicamente la Storia del Genere Umano, per correggere ed emendare gli errori storici… allora sì che ne leggeremo delle belle…“.
(nota critico-letteraria – su T.C. v.s.d.i. 2050 – a cura di Cristiano Torricella).
HISTORIA D’I-TAGLIA DI T.C. V.S.D.I. 2050: DE LI LONGO-BARBI E DE LA LONGO-BARBIA
Così scriveva T.C. v.s.d.i. del 2050 al suo amico e compositore musicale Doctor Smooke (alias “Misterious Man”) da una fredda, spoglia e solitaria pensioncina nei pressi della stazione ferroviaria di Firenze Santa Maria Novella:
“Firenze, li 26/08/2051
Carissimo doctor Smooke, come stai?
Io mi sento in splendida forma e con tante cose da dire e da narrare ai Posteri Venienti e da insegnare ai giovani ed al mondo intero (a parte la solita semi-cecità ed i vuoti di memoria di italo vecchio scrittore dissidente di fine ‘900 che tu già sai..).
Sto peraltro scrivendo il mio nuovo saggio storico-enciclopedico “Historia d’I-taglia di T.C. v.s.d.i. del 2050 ed oltre” e, lungi dal terminarlo a breve, vado ora a narrarte un poco come assaggio, sperando farti cosa gradita.
Narrarti qualcosa, al volo, di ciò che ho scoperto, mediante lunghe e faticose ricerche da “erudito topo di biblioteca”, su li Veri Longo-barbi e sulla Vera Longo-barbia.
Longo-barbi innanzitutto – cioè etimologicamente “Popolo dalle Lunghe Barbe”.
E non “Longo-bardi” come erroneamente riportato sui libri scolastici del 2050.
E dunque “Longo-barbia” – dai “Longo-barbi”, appunto – e non “Lom-bardia”.
Laddove “l’ignorantia de l’amanuense scrivano medioeval-benedettino” confuse i Barbi con i Bardi, così apparentandoli – sì grave errore storico! – coi… Galli.
E maltraducendo, pur errando una lettera soltanto, apparentò – ahimè, il tapino monaco amanuense del convento – tal Fiero e Barbaro Popolo del Nord (i Longo-Barbi) con estranei ed esoterici Druidi, Bardi Cantori, Aedi, Vati e… Galli.
Intorno al 570 D.C. il flagello dei Longo-Barbi (barbari dalle lunghe barbe, da cui etimologicamente deriva anche barba-ro, chi non si radeva come facevano i Romani) porta la “Grande Paura” anche nell’I-taglia del Passato.
Il Popolo Germanico dei Longo-Barbi, che veniva giù dal Freddo Nord, cala come “nembo di tempesta e di devastazione” nella calda I-taglia del Freddo Nord.
Stretto ogni corpo dai vincoli, racchiusi in quadrati fermissimi, quarantacinquemila guerrieri longo-barbari duri, massicci ed incazzati (visto che avevano combattuto fino ad allora la sanguinosa e violentissima guerra greco-gotica) calano sull’I-taglia di Ieri guidati dal loro capo Alboino (che era… albino, “nomen omen”).
Ma di quali Galli crede di narrare, lo scriba benedettino, se questi Longo-barbi sono in realtà più truci parenti dei Vichinghi Scandinavi e dei Crudeli Popoli del Freddo Nord Europa che non dei popoli civilizzati dell’Europa di allora?
E tutti i “pecoroni di storici filo-governativi attuali e passati” tutti Lì a dire ignorantemente in coro: “sì, è vero, erano Longo-Bardi come i Bardi Gallici e gli Aedi che bevevano cervogia (birra primitiva) E come i Cantori Bardi ed i Druidi avevano pozioni magiche, rune e compivano forse anche sacrifici umani…”.
Poveri culturalmente! Venditori di fumo! Peracottari! (venditori ambulanti di pere cotte, così come si usava fare nella Roma Sparita del rione Parione di fine ‘900).
Centocinquantamila barbari affamati, avidi e sanguinari (anche donne e bambini feroci…) discendono dal gelido Mare del Nord e dalla Scandinavia (non in bicicletta, per carità…) calando come un fulmine devastatore sull’indifeso italo popolino di ieri (non troppo diverso da quello odierno, nevvero?) tutto preso a gozzovigliare, peccare e fornicare ad oltranza.
Tutta la penisola italica solleva orrende grida al Cielo – che Dio ce ne scampi e liberi… – grida dovute alla “Grande Paura dei Longo-Barbi” che dominano la Terra.
Un popolo d’infreddoliti ed affamati Barbari Longo-Barbi, sanguinari guerrieri dalla nuca rasata (forse in onore del loro ferocissimo Dio della Guerra, forse Wotan o Odino) cala nella lussureggiante I-taglia ed in pochi attimi la devasta, la brucia, la saccheggia, la danneggia, la sfregia e ne uccide gli abitanti senza pietà, dando luogo a stupri etnici di massa e tagliando le mani ai “burini” delle campagne.
Gli anarchici Longo-Barbi invadono con le loro bande l’I-taglia del Nord, spadroneggiando ovunque ed accampandosi ove preferiscono, contravvenendo agli ordini dei loro capi (i Duchi) fino ad ammazzarsi tra loro per le ricchezze saccheggiate agli Itali e le terre messe a ferro e fuoco con inaudita violenza e ferocia.
Partiti dalla Scandinavia, hanno attraversato l’Elba, poi il Danubio, scendendo poi fino all’odierna Cividale del Friuli, da lì riversandosi dalle Alpi Friulane in I-taglia.
L’I-taglia urla di terrore: “Grande Paura a Voi! I Longo-barbi sono alle porte!”.
Giacchè la Scandinavia del Passato comprende le odierne Svezia, Norvegia e Finlandia (altro che Galli mangia-cinghiali, Asterix e Obelix dei “finti storici”).
Alla faccia degli storici ignoranti di ieri, di oggi e di domani, questi barbari Barbi sono più come i Vichinghi e come i… Kiss (gruppo hard rock nord-europeo) 😊
Hanno la neve ed il gelo del Nord nelle ossa e vogliono predare e assassinare.
Le loro tempeste del Mare del Nord nei loro freddi occhi azzurri di assassini.
Stanchi di nutrirsi di alci, cervi, balene, balenottere, foche, trichechi e pesce.
I loro lunghi e bui inverni quasi polari li rendono cattivi ed odiano chi vive al Sole?
Vogliono mangiare anche loro frutta e verdura, cacciagione e carne a volontà e vino?
Nel 593 i Longo-Barbi assediano Roma (“Grande Paura ai Romani”!) e Papa Gregorio Magno paga un lauto e salato tributo ai Longo-Barbi per salvare Roma, se stesso ed i Romani dalla catastrofe imminente (i Longo-barbi sono il Diavolo?).
Giacchè i Longo-barbi ciarlano in modo incomprensibile al Papa ma capiscono l’oro!
L’iconografia papalina classica farà poi di Papa Gregorio Magno ”Salvatore di Roma e dei Romani” una sorta di inerme teologo pacifista “ante litteram” che – incredibilmente, nel senso che ciò non è storicamente esatto né credibile storicamente – doma i Longo-Barbi sulla scalinata di San Pietro a Roma solo con… la Fede!
I cavillosi Bizantini perdono in battaglia contro i Longo-barbi (“cavillavano” anche in guerra?) e la povera I-taglia viene spaccata territorialmente in due parti nette (la prima delle tante divisioni e dominazioni straniere che l’Itala Patria dovrà affrontare per milletrecento anni circa, poveri itali cittadini onesti e laboriosi?).
Al Nord I-taglia, c’è la Longo-Bardia (dI cui l’odierna Itala Regione Lom-bardia).
Da Ravenna in giù (Sant’Apollinare in Classe compresa) c’è la Romania (che diventerà etimologicamente l’odierna Romagna della Regione Emilia-Romagna).
La Romania Bizantina, con capitale a Ravenna, comprende Bologna ed Urbino ed anche le odierne Marche nonchè gran parte della Valle del Tevere fino a Roma “caput mundi” e Farfa (la cui abbazia sarà donata al Papa dai Longo-Barbi).
Per più di mille anni (fino al 1861) la povera I-taglia resterà frantumata in pezzi.
Sopra la Longo-Barbia, a Nord al di là delle Alpi, c’è il Regno dei Franchi (futura Francia).
La Tuscia (in Toscana), Firenze (ove dormirò stanotte), Mantova (nei cui pressi oggi risiede la scrittrice ed attrice ex sanmartinese ed ex monticiana D.O.C. Rosalba L. F.), Pavia, Milano, Aosta, Bolzano, Cividale del Friuli, Venezia e Trieste diventano così tristi e devastabili città longo-barbe degli esordi dell’invasione.
Genova e la Liguria inspiegabilmente invece si salvano, così come il Ducato di Spoleto, quello di Benevento e tutto il Sud I-taglia, comprese la Calabria ed il Bruzio e le itale isole maggiori di Sicilia e di Sardegna, che restano intatte e beate.
L’Impero Bizantino però si estende invero anche dall’altra parte del Mar Adriatico.
Dall’itala Romania (Romagna mia delle piadine e dello squaccherone…) fino all’ odierna Romania, Albania ed ex Jugoslavia dei tempi della Guerra Fredda di fine ‘900, oltrepassando, di fatto, lo stretto Mar Adriatico “vacanziero” di oggi.
Cioè l’Impero Bizantino si estende anche ai cosiddetti “Paesi dell’Est”.
La luce del meriggio volge però ora al crepuscolo e dunque qui poso la penna e taccio.
A presto, amico mio e fammi sapere se questa mia nuova ti piacque un poco o no.
Stammi bene e non lavorare troppo al computer sforzando la vista. Un abbraccione.
T.C. V.S.D.I. del 2050 ed oltre”.
La lettera che scrissi al mio caro amico musicista terminava così. Or che l’avete letta, che ve ne pare? Saluti ai miei quattro-cento lettori ed arrivederci al prossimo articolo.
T.C. V.S.D.I. del 2050 ed oltre