/ Luglio 5, 2018/ 2050, Blog, Cristiano Torricella, Punti di vista/ 0 comments

…e se volete leggere la prima parte dell’articolo, seguite il link! 😉

La società italiana di oggi (e del futuro) è impreparata ad una eventuale futura “invasione” (o rivoluzione?) di tipo economico-politico-sociale, attuata dai cittadini anziani (cioè da noi adulti del 2018, la maggior parte di noi divenuti, a Dio piacendo, tra pochi decenni, inesorabilmente anziani)?

Quali problemi economico-sociali-sanitari-lavorativo-assistenziali (ma non solo) potrebbero sorgere con un passaggio troppo rapido, attuato da oggi al domani, “sic et simpliciter”, ad una futura società gerontologica di massa, “degna figlia” delle culle vuote di oggi e di una “società rigida ed ingessata” (qual’è la nostra società di oggi) cronicamente malata di mancato ricambio generazionale e di mancata meritocrazia, in cui “cervelli” e giovani (ed anche over 50 non più giovani) emigrano all’estero, mentre a Roma “caput mundi”, invece, aprono centinaia di aziende create da stranieri?

Come riportato in fondo a quest’articolo, amo definirmi “un futurologo italiano”, dissentendo e differenziandomi da altri futurologi più esterofili di me, che guardano invece ai dati statistici U.S.A. come a dei dati predittivi ed anticipatori anche della futura situazione italiana (pur essendo la nostra situazione economica e culturale notoriamente ben diversa dagli USA e dal resto del mondo, essendo l’Italia un caso unico altrove irripetibile ed introvabile).

Iniziamo allora a vedere qualche dato e cifra statistica “neutra”, che, facendo parlare i numeri, ci aiuti a capire in quale direzione futura stiamo marciando, magari inconsapevolmente, visto che il futuro è il “tempo storico” in cui dovremo vivere per forza domani e, dunque, deve obbligatoriamente interessarci (anche perché cadere nel baratro, vivere o sopravvivere non sono – affatto – la stessa cosa…).

Il primo dato statistico allarmante, secondo me, spiega il perché, in Italia, tutto ciò che sa di prevenzione (dal dissesto idrogeologico nazionale alle costruzioni anti-sismiche preventive ed al contrasto alla disoccupazione in età adulta ed anziana fino alla dispersione scolastica al Sud ed alla mafia) è ed è stato (finora) – mi sembra – tardivamente considerato – se non volutamente ignorato come problema – e spesso trascurato e/o messo all’ultimo posto nella lista delle reali priorità nazionali (lista in cui primeggia sempre – ahimè – la scelta del candidato eletto che ci comanderà).

L’anarchia e l’antipatia di moltissimi italiani verso tutto ciò che sa di futuro, di prevenzione e di “progetto” e di ciò che è lungimirante è statisticamente e pragmaticamente confermato e noto: ove, come “modus operandi”, prima si cementifica un territorio in barba alle leggi vigenti (tipo palazzi abusivi costruiti “per pecunia” dai “palazzinari” su argini di torrenti o in zone sismiche vietate o persino sulle pendici di un vulcano dormiente, non diciamo quale…): poi, solo dopo, si vedrà come “aggiustare la pratica”, magari chiedendone il condono, ove non vi siano stati feriti o morti, con la solita miopia mentale e povertà culturale ”strombazzateci” quasi quotidianamente dalla funesta cronaca nera dei telegiornali.

E’ spaventoso ed incute (almeno in me scrivente” “Grande Paura Futura”il fatto che una statistica recente, interrogando gli europei sul tema del futuro, raccolga i seguenti risultati poco edificanti e poco razionali (per me autore e per moltissimi altri italiani, spero…): che la maggior parte delle persone non desiderano essere consapevoli del proprio futuro, soprattutto riguardo ad eventi negativi, che, invece, potrebbero essere prevenuti (se ed ove possibile) se conosciuti in tempo (85%-90% delle risposte date dal campione statistico esaminato) ma anche – e ciò è francamente inspiegabile – in caso di eventi positivi o “fortunati” (40%-70% del campione statistico esaminato).

Tornando, invece, al nostro “piccolo stivale, bagnato dal mare per tre quarti della sua estensione costiera”, le impietose statistiche recenti ci dicono che la popolazione italiana, divisa per fasce d’età dal 1951 al 2050, assumerà forma di una piramide rovesciata nel fatidico 2050, anno in cui gli anziani saranno la maggior parte della popolazione italiana posta alla base di tale piramide statistica.

E che già oggi, nel 2018, il 50% della popolazione italiana ha più di 45 anni, me scrivente compreso (fonte: Istat); che malattie dell’“occhio da vecchio” (come cataratta senile, glaucoma e degenerazione maculare senile) saranno in aumento (così come le malattie degenerative cardiovascolari, i tumori e le fratture ossee in adulti over 50 ed anziani); che i cambiamenti climatici odierni (anche a causa della perdurante siccità estiva e dei conseguenti incendi) influiscono anche sull’aumento esponenziale dei casi di allergie e di patologie respiratorie in corso, in rapida crescita (anche) tra bambini e ragazzi; che le aspiranti madri italiane che ricorrono alla fecondazione in vitro per avere figli da ultraquarantenni sono le più vecchie “aspiranti mamme” d’Europa (notizie statistiche prese da diverse fonti che, se sommate tutte insieme, farebbero riflettere anche il più ottimista, progressista ed entusiasta dei futurologi nostrani…).

Ed ancora: che rischiamo (sì, proprio noi italiani) a causa di coloro che pranzano abitualmente da decenni nei “fast food”, nei bar e nelle tavole calde della penisola (tradendo, di fatto, la nostra salubre e millenaria cucina mediterranea) di avere, in futuro, milioni di malati di obesità, di diabete, di cancro e/o di stitichezza cronica intestinale da dover curare, a causa del mancato o insufficiente apporto di fibre alimentari e/o di vitamine, frutta e verdura nei pasti consumati fuori casa (tra una telefonata e l’altra, tra fritti, dolciumi e bevande gassate, sempre di corsa e con stress psicofisico per tutto l’organismo).

Ma l’Italia di oggi continua a “confessarci statisticamente” anche altre informazioni che riguardano tutta la nostra popolazione (non solo adulti o futuri anziani), come sapere che i bambini non più allattati al seno e/o nutriti con latte artificiale sembrano essere statisticamente più soggetti a diventare allergici, così come i nati prematuri o quelli nati con taglio cesareo (anziché che con un parto naturale); che il 10% degli italiani dorme male; che i matrimoni sono calati del 30% e che tre italiani su dieci improvvisano (correndo notevoli rischi) la loro saltuaria pratica sportiva (senza talvolta conoscerne minimamente le basi).

E (se ancora tutto ciò non bastasse) che, in fatto di conoscenza della lingua inglese, noi italiani siamo i penultimi in Europa; che il 60% per cento del popolo italiano non legge libri ma che quasi il 20% dei nostri minorenni gioca d’azzardo; che quasi 7 milioni di italiani si sono fatti fare un tatuaggio ma che quasi il 20% di loro se ne è poi pentito; che la maggior parte del territorio italiano è cementificato (circa il doppio rispetto a vent’anni fa); che continua a scendere il numero dei neonati nati in Italia; che le assicurazioni italiane sono le più costose d’Europa; che due giovani su tre (under 35 anni) vivono in famiglia e che ci sono oltre un milione e mezzo di famiglie povere in Italia; che i più anziani abitano, invece, al Sud Italia e che a vedere (per troppo tempo) la televisione c’è più rischio di subire una trombosi (così come avviene per l’eccessiva sedentarietà lavorativa – e qui penso all’uso assiduo dei computers e degli smatphones in ufficio ed a casa…); che la sifilide, malattia trasmissibile sessualmente, è cresciuta, dal 2000 ad oggi, del 400% proprio qui da noi, in Italia; che la carenza di lavoro specializzato ben retribuito, qui in Italia, farà espatriare all’estero quasi un giovane su due; che, nel solo anno 2012, sempre qui da noi, in Italia, sono state licenziate oltre un milione di persone a causa della perdurante crisi economica; che oggigiorno il 12% degli italiani non va più a curarsi i denti dal dentista (per motivi economici); che (della popolazione italiana) più dell’8% sono stranieri; ed infine, “dulcis in fondo”, che il numero di opere edili incompiute nel Lazio (vergognoso sperpero di denaro pubblico…) è finora il più alto d’Italia!

Per oggi mi fermerei qui con numeri e dati, per carità cristiana e per non infierire oltre su questa nostra “Bella Italia”, che nonostante tutto, però e fortunatamente, è ancora dotata e ricca di paesaggi nostrani meravigliosi, di città d’arte attraenti, di monumenti storici e borghi stupendi e dell’amata (invidiataci da tutto il mondo) dieta e cucina italiana (e mediterranea) che sempre più spesso gli stranieri sembrano apprezzare ed amare più di noi “autoctoni”.

E proprio sul “made in Italy” e su questo formidabile “fattore vincente Italia”, originale ed unico nel mondo anche nel 2050 ed oltre, bisognerà scommettere culturalmente tutto, nel prossimo futuro, per risollevare il nostro paese da… “Grossissimi Guai in dirittura d’arrivo…”, se non faremo nulla di nuovo per cambiare rotta in tempo utile!

Ad maiora sempre!

Cristiano Torricella futurologo italiano icona piccola da allegare ad articoloCristiano Torricella, futurologo italiano

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