/ Settembre 7, 2014/ 3 - La penna e la tela, Blog, Poesie della domenica/ 0 comments

Abbiamo il piacere di ospitare e di pubblicare tra le nostre pagine una selezione di poesie di Ninnj Di Stefano Busà trattate dalla raccolta Canti di voliera.

Prima delle opere ci sembra giusto conoscere meglio l’autrice attraverso una breve biografia.

 

Biografia di Ninnj Di Stefano Busà

Nata a Partanna, laureata in Lettere, è stata insignita anche da una Laurea ad honorem in Scienze delle Comunicazione dall’Università Pontificia Salesiana. È una delle figure più rappresentative della poesia. Scrive da quando aveva 13 anni. Ha iniziato sotto l’incoraggiamento di Salvatore Quasimodo. All’assidua attività di poeta, ha spesso accompagnato una riflessione in forma di saggi. I più importanti critici si sono interessati di lei. Tra i ventitre libri pubblicati che le hanno valso alcuni dei premi letterari più prestigiosi, ricordiamo almeno gli ultimi titoli: Tra l’onda e la risacca (2007), L’Assoluto perfetto (2010), Quella luce che tocca il mondo (2011), La traiettoria del vento (2012), Il sogno e la sua infinitezza (2012), La distanza è sempre la stessa (2013), Eros e la nudità (2013), Ellittiche stelle (2013). In saggistica: Il valore di un rito onirico (New York, 1990); L’Estetica crociana e i problemi dell’arte (1986). Oltre che di poesia, si occupa assiduamente di critica letteraria, saggistica, giornalismo, narrativa.

Ricopre il ruolo di Presidente di un programma culturale internazionale con il Governo e il Consolato dellEcuador, di cui è stata insignita per meriti letterari dell’onorificenza di Gran Dignitario. Le è stata conferita nel 2013 dalla Facoltà di Scienze delle Comunicazioni dell’Università Pontificia Salesiana la laurea ad honorem. Per Kairos Ed. nel 2013 ha curato il Documento storico per le Scuole: L’Evoluzione delle forme poetiche (vent’anni della migliore Poesia italiana); ha pubblicato il suo primo romanzo: Soltanto una vita (idem) nel febbraio, 2014. È collaboratrice del settimanale: L’ora di Ottawa (Canadà), I fiori del male, Cultura Letteraria e Arte e collabora assiduamente a molti siti internet tra i più prestigiosi.

 

Poesie:

1.
Una favola incostante,
letto d’erba che si sfibra,
la nostra storia, un’arte delle cose sperse,
un ardimento di memoria
che placa le ferite più lievi.
Eppure vi è pienezza nelle cose perdute,
la si respira dalla radiosa soglia
dell’inverno.
Nella moltitudine di oggetti tutti distanziati
ritroviamo il gesto finale,
le assenze di un dire, di un fare sempre
in lontananza come da asfalti
che dilavano le strade, le senti nella pietà dei vivi,
negli interludi a strappi,
come mani che abbracciano le ombre,
mentre sfiorisce il senso del mondo,
nella fissità del caos.

2.
Scansione del tutto e del nulla,
parabole chiuse, disabitate
ognuno con la sua fase discendente,
il suo avaro clichè di risorse.
Una vendemmia di uccelli
sulle vigne prosciugate da calura,
dove la foglia esce trafitta,
la ferita si apre fino al sangue:
solitudini abissali,
una sola, lontanissima illusione.

3.
Dove il pensiero insegue le sue varianti di luce,
la vita si rigenera da sè, dalle sue notti orchestrate
al mare, alle sue lame di luna
riflesse a metà, tra fossati e pietraie.
Si estenua alle mille leggerezze, a levità di fondo
l’a m o r e, e forse neppure lo sfiora,
perché quel senso d’inondazione sempre
si traduce in bellezza d’amare.
Qualcuno esce illeso persino dal naufragio.

4.
Si trascrive la vita nei dettagli
(unguento che non cura le ferite),
dolore rappreso sopra rive chiare.
Muschiato corpo e pane di avventura
la serrata visione delle ali.
Tutta la luce precipita a ritroso:
sui nomi, sulle cose, sulle notti d’amore
che tremano nel buio.
Tu annoti il tuo cammino con le stelle,
ti schiudi come rosa alla rugiada.

Splende sulla città l’indicibile richiamo,
che più non plasma la gioia che vi traluce.

5.
C’è un tempo infine che incupisce
l’indeterminato velario,
sempre aderente a ciò che più frastorna,
ti respinge e ti accoglie.

E conserva il suo colore azzurro,
la sua trama di dolore mentre ti atterra..
Ognuno serra la durata di corolla
che sciama dove il vento più la eterna,
mentre ne insidia i suoi colori,
velocemente ne emette – rami e foglie -,

E si fa notte, dove le forze neutralizzano
il profumo del mondo, o dove la forza
inimmaginabile ci chiama.

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