/ Giugno 26, 2014/ 8 - Liberi Pensieri, Blog, Personal-mente/ 1 comments

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

(L’infinito – Giacomo Leopardi)

 

logo scuolaamicaCominciare con una poesia credo sia il modo migliore per introdurre l’argomento che mi accingo ad affrontare per l’ennesima e non ultima volta, purtroppo.

Perché cominciare con L’Infinito di Giacomo Leopardi? E’ una domanda che mi sono posto anch’io e diverse sono le risposte che mi sono dato.
Innanzitutto per un valore sentimentale, è una delle prime poesie che ho studiato e mi rimanda indietro nel tempo a quando tutto era più semplice e poi mi viene naturale L’infinito – quando penso alla scuola penso alla Poesia.
Poesia non intesa e interpretata come versi da imparare a memoria di grandi poeti e scrittori, magari non come una cantilena ripetuta senza capirne e carpirne il senso ma come Poesia vera e propria.

La Poesia – anche se in questi anni per me si è trasformata per questioni professionali e per passione nella parola codice (Il codice è poesia), codice inteso come programmazione al computer – è qualcosa che regala infinite sensazioni, apre orizzonti, trasmette, rimane e insegna.

E così come Leopardi aveva il suo posto ideale da dove guardare e dove sentirsi infinito, così era per me la scuola: un infinito luogo di infinita conoscenza dove crescere, maturare e migliorare.

Nella scuola di oggi, ahimè, trovo non ci sia più Poesia.

Già, è della scuola che sto parlando.

Ho la fortuna di seguire, nei miei limiti naturalmente, dei ragazzi nelle materie in cui risultano un po’ carenti, non sono un insegnate/professore/docente, ma quando vedo l’orrore devo dirlo, è più forte di me.

La scuola dai miei tempi è cambiata e in peggio. Se mai dovessi fare un paragone purtroppo lo farei con una banca in quanto ormai si parla solo di “debiti” e “crediti” accumulati durante tutta la carriera scolastica. Per qualcuno questo sistema è la manna scesa dal cielo, per me no.

Sono cresciuto in una scuola dove si veniva rimandati a settembre per recuperare quelle materie apprese poco durante l’anno e allora via a studiare per tutta l’estate per l’esame di riparazione: estate compromessa, mare zero, uscite quasi annullate, niente vacanza in definitiva ecc…
E’ ancora così (?) ma gli studenti maturano “debiti” e devono recuperare questa o quell’altra materia.
Ma quello che mi/vi chiedo è: “Come è possibile recuperare una materia sviluppata in un intero anno scolastico in sole tre lezioni che fanno parte dei corsi di recupero organizzati dalla scuola stessa?”

Me lo sono chiesto proprio oggi quando ho saputo che il recupero – parolone in questo caso – è organizzato così.

Esempio di cui sto parlando:

– Tre lezioni di due ore tenute dal docente entro e non oltre il 15 luglio. (Una a settimana praticamente)
– Stop di un mese e mezzo – giusto il tempo di far dimenticare quello che è stato fatto.
– Breve colloquio (proforma, direi) con il docente a fine agosto – inizio settembre.
– Promozione sicura all’anno successivo.

Pazzia? No, realtà.

Dal mio punto di vista tutto questo è assolutamente ri-di-co-lo!

Non ha senso e non riesco a trovare un senso. Il patrimonio culturale ne risente tantissimo così come ne risente la futura persona e membro della società.
Già, perché non dimentichiamolo, il ragazzo di oggi è uomo domani ma senza basi e con fondamenta appoggiate sulla sabbia, deboli e pronte a cascare giù.

Personal-mente tengo tanto alla Scuola e alla sua Poesia e vederla ridotta in questo modo mi rende triste e mi fa incazzare (scusate il termine ma è mi è venuto spontaneo).

Tutti i cambiamenti che in questi anni hanno apportato al sistema scolastico, le famose riforme (odio questo termine), pensate dai soliti sapientoni, stanno distruggendo intere generazioni. Grazie, grazie tante! Se li avessi tra le mani, oltre a dirgliene quattro, li mangerei! Grrr!

Mi dispiace professori e ragazzi ma fino a quando sarà così la situazione è davvero difficile, se non impossibile, trovare una soluzione…

Scritto da Mac La Mente 🙁

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1 Comment

  1. Non vale la pena fare questi corsi.

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