Una riflessione, uno sfogo, un grido “disperato” e un’analisi sulla situazione attuale che giorno dopo giorno Cristiano Torricella e tutti noi viviamo sulla nostra pelle a causa dei “sapientoni” al potere che non solo peccano di presunzione ma che pensano solo ai loro interessi e non a quelli delle gente, del popolo, delle persone vere e reali.
Benvenuti nel moderno mondo globale dei cialtroni, dove i cialtroni sono in alto e non si muovono da lì come se tutto fosse loro dovuto! Non è così e prima o poi…beh, se ne accorgeranno.
Benvenuti nel moderno mondo globale dei cialtroni
Povero complesso ed orrido, globale pianeta moderno, nostro, d’oggi,
in orrida decadenza, ed or, anche in total, moral, rovina,
così affollato di color che promettono e, poi, l’opposto fanno…
A che pro Io poeta, ancor, tenacemente combatto, e, qui, mi affanno,
nel corretto, e vigile, agile, mio assurdo agire, individuale,
tante, ed inutili, noiose, complesse carte, preso ad esperire,
se premiato è sempre, qui, al dunque, infine,
ogni opportunista o ladro o baro, che, dapprima, promette, vano,
e, addopo, poi, fuggendo, nega e si nega?
Ed a costor, che, sì sciocchi ed arroganti, oggi, a milioni,
ugual tra lor, avanzan, aggressivi, tutti, alla pugna,
ribatter ancor, Io, tu dimmi, il vero e il giusto agire,
Io, ormai vecchio poeta ai margini, deluso,
orsù, a lor altri recidivi, e corrotti, peccator, così aggressivi,
mi cadono le braccia, ancor, che dir, a lor terribile rampogna?
“Benvenuti nel moderno mondo globale dei cialtroni!” – allora, scrivo!
Tra stolte facce, ridenti vuoto, di orrendi pagliacci, che Voi siete, senza onore!
Tra vuote e fredde maschere teatrali, di psichico, e psichiatrico, dolore!
Tra azzurre bandier d’Europa, nell’opportunismo materiale ed egoistico, a garrire!
Chiedoti, Io poeta, o mia Musa poetica, a te, dunque, ormai, al popol mio, Io, che dire?
Male-educati da politica, tivù, cinema, Internet e famiglie,
moderna feccia di viziosi, cialtroni, impuniti e, pur, talvolta, d’imbelli,
tramutasi, poi, calato il Sole, essi stessi,
in abituali, e biforcute, umane belve,
prese a rapinar l’altri, di ciò che sarebbe, di diritto, il loro,
pretendendo pur rispetto, lor che rispetto, per l’altri noi, mai hanno.
Dimmi tu, allor, o mia cara, sì depressa, Musa, in cura,
dov’è fuggito, dunque, il nostro, a eterno, Mastro Onore,
se abbiamo, oggi, tutto di tutto, ciò ch’è perfettamente vile,
e nulla di meno, di cialtronesco e inutile,
tutto di tutto, proprio, fuorché il mancante onore?
Ed ecco perché, allor, son qui, coerentemente perdente e senza panni stesi al Sole,
assai lontano dalla nostra bieca megalopoli fumante e dall’inquinato Tevere di Roma,
moderna Roma che or si spinge su su, fino ai nostri Colli, cementando tutto, assai selvaggia,
libero e sconfitto poeta, dimenticato dai critici e snobbato da tivù e giornali,
ultimo erede di quei Sommi Guardian Poeti Antichi Nostri,
Seri e Severi, così veri,
Io che che gelosamente custodisco e conservo, in me, in segreto,
ancor tutto il mio antico Nome, e Potere Spirituale,
di “Colui che dico e, addopo, faccio”.