Ricordo quasi a memoria questo film perchè la prima volta che lo vidi rimasi impressionato e non solo considerando il regista: il grande Stanley Kubrick, e questo dovrebbe essere più che sufficiente e garanzia di grande cinema, ma per tutto lo sviluppo della storia, l’ambientazione, il periodo raccontato e la vita dei protagonisti.
Un film duro Full Metal Jacket, impressionate se vogliamo, dove la vita è messa a dura prova e vissuta giorno per giorno senza sapere niente del domani…se mi ci sarà, un domani.
I dialoghi sono forti, non si scherza con il Sergent Hartman – ad esempio – e non è concesso sbagliare, tutto dovrebbe filare liscio e secondo le rigide e ferree regole che il corpo dei marines impone a chi ne fa parte.
Di citazioni ce ne son tantissime e varrebbe la pena riportarle tutte ma ne cito due in particolare che rappresentano secondo me il pensiero e il modo di pensare del Corpo.
Citazioni:
Dio ci si arrapa con i marines. Perché noi ammazziamo tutto quello che vediamo! Lui fa il suo mestiere, noi facciamo il nostro! E per dimostrargli il nostro apprezzamento per averci dato tanto potere, noi gli riempiamo il cielo di anime sempre fresche! Dio è arrivato prima del Corpo dei marines e quindi a Gesù voi potete offrire il cuore, ma il vostro culo appartiene alla nostra arma!
Sergente Hartman (Lee Ermey)
“Questo è il mio fucile. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Io debbo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio fucile non è niente; senza il mio fucile io sono niente. Debbo saper colpire il bersaglio, debbo sparare meglio del mio nemico che cerca di ammazzare me, debbo sparare io prima che lui spari a me e lo farò. Al cospetto di Dio giuro su questo credo. Il mio fucile e me stesso siamo i difensori della patria, siamo i dominatori dei nostri nemici, siamo i salvatori della nostra vita e così sia, finché non ci sarà più nemico ma solo pace, Amen”. [“Preghiera” dei marines]