In occasione del Primo Maggio, della festa del lavoro e approfittando anche che sia domenica, e quindi è arrivato il nostro appuntamento fisso con la poesia, propongo in questo articolo dei versi che parlano del lavoro, che fanno immaginare determinate situazioni e ambienti.
La poesia scelta è di Rocco Scotellaro (1923 – 1953) e si intitola Noi non ci bagneremo.
Noi non ci bagneremo
Noi non ci bagneremo sulle spiagge
a mietere andremo noi
e il sole ci cuocerà come la crosta del pane.
Abbiamo il collo duro, la faccia
di terra abbiamo e le braccia
di legna secca colore di mattoni.
Abbiamo i tozzi da mangiare
insaccati nelle maniche
delle giubbe ad armacollo.
Dormiamo sulle aie
attaccati alle cavezze dei muli.
Non sente la nostra carne
il moscerino che solletica
e succhia il nostro sangue.
Ognuno ha le ossa torte
non sogna di salire sulle donne
che dormono fresche nelle vesti corte.