/ Marzo 6, 2011/ Blog, Poesie della domenica/ 0 comments

In attesa del martedì ma anche del giovedì grasso proponiamo, per questa domenica, un’altra poesia sul tema del Carnevale.

Scritta un po’ di tempo fa da Olindo Guerrini (1845 – 1916) – noto con gli pseudonimi di «Lorenzo Stecchetti», «Argia Sbolenfi», «Marco Balossardi», «Giovanni Dareni», «Pulinera», «Bepi» e «Mercutio» – e contenuta nella raccolta de “Le rime di Lorenzo Stecchetti”, la poesia è composta da due sonetti di quattordici verso l’uno.

Molto carina e leggera, si legge con piacere! 🙂

Giovedì grasso

I.

Quando il giorno apparì, livido, lento,
tra la nebbia del ciel rannuvolato,
l’ultimo lume per le vie fu spento
e l’ultimo cancan fu galoppato.
Le mascherine allor, col sonnolento
passo e col volto dalla veglia enfiato,
luride di sudor, gialle di stento,
usciron barcollando e senza fiato.
Pierrot, disfatto che mettea spavento,
mezzo briaco e mezzo addormentato,
il ritratto parea del pentimento
e Colombina intanto a lui da lato,
balbettando dicea: «Bada… mi sento…»
E con la testa al muro ha vomitato.

II.

Sotto i cenci di seta entrava il vento
che le carni mordea freddo, spietato,
e la lordura che cadea dal mento
colava a fiotti dentro il sen slacciato.
Il povero Pierrot tutto sgomento,
tossendo le chiedea: «Che cosa è stato?»
e guardava sorpreso il pavimento
dalla compagna sua contaminato.
Poi quando quell’orror fu terminato,
la mascherina si frugò un momento
in sen col fazzoletto ricamato:
indi, ripreso un poco il sentimento,
ruppe in un riso stridulo, ammalato
e sparì urlando: «Ah, che divertimento!»

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