/ Febbraio 13, 2011/ Blog, Poesie della domenica/ 0 comments

Questa domenica ci spostiamo in Francia per rendere omaggio a un poeta scomparso troppo presto (secondo me) che ha regalato tesori di inestimabile splendore: le sue poesie.

Dopo aver segnalato sul forum una sua poesia, Silenzio, dedico questo articolo a dei versi molto toccanti e profondi che fanno parte di Lacrima.

Il poeta, non l’ho ancora detto, è Arthur Rimbaud (1854 – 1891).

Lacrima

Lontano dagli uccelli, dai greggi, dalle villanelle, bevevo,
accoccolato in qualche landa circondata dai boschi di
nocciuoli, in una tepida e verde foschia pomeridiana.

Che cosa potevo bere in quella giovine Oise – olmi senza
voce, erba senza fiori, cielo coperto-, che cosa attingevo alla
zucca di colocasia? Qualche liquor d’oro insipido, e che fa
sudare.

Parevo una brutta insegna d’albergo. Poi l’uragano mutò il
cielo, fino a sera: furono paesi neri, laghi, pertiche, colonnate
sotto la notte azzurra, stazioni.

L’acqua dei boschi si perdeva in sabbie vergini, il vento
scagliava dal cielo ghiaccioli ai pantani… E dire che, come un
pescatore d’oro o di conchiglie, non mi sono dato pensiero di
bere!

Anche in questo caso, purtroppo, non sono riuscito a scoprire chi abbia tradotto l’opera.

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