/ Gennaio 27, 2011/ Blog, Dal mondo/ 1 comments

Ricorre una data importante importante oggi, una data che tutti dovrebbero ricordare e mai dimenticare: 27 gennaio del 1945 i cancelli del campo di concentramento sito nella città di Oświęcim – in tedesco Auschwitz – vennero aperti e quello che si trovò dentro fu spaventoso.

Storia terribile di uomini e donne vissuta sulla propria pelle. Uomini che commisero violenza e portarno morte verso altri uomini.

Tutto il mondo ha deciso di dedicare questa data, il 27 gennaio, alla memoria dell’Olocausto.

Riporto nuovamente, a distanza di un anno dall’ultimo articolo, il testo che parla del riconoscimento di questa giornata tra quelle importanti e da non dimenticare:

« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. »

La Shoah è stata raccontata da chi l’ha vissuta ed è sopravvissuto, da chi ha raccolto testimonianze durante le permanenza nei campi di concentramento, la paura, l’ansia del giorno dopo, il non poter fare progetti a lungo termine, vivere la giornata pregando quasi di farsi finita per non soffrire più.

Nel giorno della memoria ricordiamo le vittime dell’Olocausto con l’incipit di Se questo è un uomo di Primo Levi:

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Scritto da Mac La Mente

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1 Comment

  1. Troppo spesso si dimentica. Non dovrebbe succedere.

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