Tratto dall’omonimo romanzo, il primo, di Khaled Hosseini, solo dopo aver visto Il cacciatore di aquiloni si riesce a capire il perchè del successo che ha avuto: è bellissimo!
Il libro racconta sicuramente molti più particolari ma la trasposione cinematografica non è da meno: ben curata nella scenografica, nei dialoghi, nei costumi e nella ricostruzione della storia.
Il cacciatore di aquiloni racconta le vicende di due ragazzini che crescono insieme fino a quando la vita non costringe loro a separarsi, a diventare quasi estranei in un periodo storico caratterizzato da profondi cambiamenti, cambiamenti per alcuni versi in peggio: la situazione non è sicuramente delle migliori in Afghanistan, ora che allora.
Il film ha come anno di partenza il 2000 e il protagonista, Amir, che ormai vive in California e ha messo su famiglia sposando la figlia di un ex-generale del suo paese, è un giovane scrittore. Ha appena pubblicato il suo primo libro quando riceve una telefonata da un amico del padre di vecchia data che lo richiama nella sua città natale. Da questo momento in poi, si apre un lunghissimo flashback e Amir ricorda la sua infanzia.
Figlio di Baba, uomo facoltoso di etnia Pashtun, Amir ha come migliore amico il figlio del servitore di famiglia, Hassan, appartenente all’etnia inferiore degli Hazara. I due ragazzi fanno praticamente tutto insieme anche gareggiare con gli aquiloni sopra il cielo di Kabul.
Hassan è bravissimo a recuperare gli acquiloni e durante uno di questi inseguimenti viene viene fermato da tre teppistelli locali che, sotto gli occhi di Amir, lo seviziano.
Da quel momento in poi niente è come prima…
Amir vede in Hassan il simbolo della sua vigliaccheria perché non è riuscito ad aiutarlo e siccome non riesce a vivere con questo suo risentimento riesce a far cacciare dalla casa di Baba il servitore e suo figlio. Anno 1978.
Successivamente a causa dell’invasione russa Baba e suo figlio sono costretti a lasciare Kabul e a rifugiarsi in America.
Amir ha perso completamente le tracce del suo vecchio amico fraterno fino al momento di quella famosa telefonata…
Il protagonista così decide di ritornare in patria dove l’aspettano diverse avventure e una lettera scritta di proprio pugno dal sul vecchio amico Hassan nella quale gli viene chiesto di prendersi cura di suo figlio ora affidato a un orfanotrofio.
Viene a conoscenza della morte di Hassan e di un fatto tenuto nascosto per anni da suo padre: Hassan in realtà era suo fratello. Il figlio quindi è nipote di Amir.
Dopo varie peripezie e pericoli e con l’aiuto di poche persone fidate risiedenti ancora a Kabul, amir riesce a trovare il ragazzo e a portarlo con se in America dove finalmente potranno essere al sicuro.
Nel finale, in una scena che da sola vale la visione del film, Amir dice a suo nipote: “…per te un milione di volte, Sohrab!” (Sohrab è il nipote di Amir)
Il cacciatore di aquiloni,è un film che vale davvero la pena vedere, un film che grazie alla storia raccontata, all’ambientazione, all’evolversi dei fatti e delle azioni dei protagonisti, proietta in un mondo, in una terra, che adesso non c’è più.
Il sogno di Hassan era quello di rivedere volare gli aquiloni su Kabul, un sogno di pace per un paese ormai turbato da tutto quello che noi, oggi, sappiamo essere successo!
Dati del film
Regia: Marc Forster.
Nazione e Anno: USA – 2007
Genere: Drammatico
Interpreti: Khalid Abdalla, Homayoun Ershadi, Shaun Toub, Atossa Leoni, Saïd Taghmaoui, Zekiria Ebrahibi.
Bel film, l’ho visto anch’io.