Finalmente è arrivato il momento di parlare di questo fantastico disco!
Avevo annunciato la sua recensione anticipandola il mese scorso con il brano (articolo e video) che non solo dà il titolo all’album ma che apre la tracklist delle dodici canzoni.
Il disco è Devils & Dust (Diavoli e polvere) de The Boss, Bruce Springsteen.
L’album è il ventunesimo pubblicato, il tredicesimo registrato in studio e il terzo, in ordine di arrivo, acustico dopo Nebraska e The Ghost of Tom Joad.
Le dodici canzoni che lo compongono hanno un filo conduttore: narrare e raccontare le sensazioni di un soldato impegnato nella guerra in Iraq, questo perché Springsteen negli anni s’è sempre schierato dalla parte opposta alla politica di George W. Bush e con questo lavoro ha voluto ricordare quello che i soldati americani hanno visto e vissuto sulla propria pelle.
Ebbene, dopo questa piccola introduzione, passiamo all’analisi dei singoli brani…
A differenza delle altre volte però non mi soffermerò su tutte le canzoni, saltello di qua e di là per mettere in evidenza determinati aspetti che colpiscono e rendono il lavoro del Boss unico.
Per i primi tre brani mi sembra giusto spendere qualche parola in più perché rappresentano un’introduzione all’album, i successivi continuano a raccontare la storia e lo fanno nel miglior modo possibile.
Devils & Dust. Un uomo solo che si chiede, domanda cosa c’è da fare e perché si è arrivati a questo punto. Voce e chitarra, come nella migliore tradizione acustica sono i componenti principali, successivamente la canzone si apre e questo avviene dopo qualche minuto, non appena arriva il primo solo eseguito con l’armonica.
Tutto però rimane in sottofondo tranne gli accordi di chitarra e le parole. Musicalmente perfetta e con suoni davvero curati non poteva che essere il brano d’apertura. Energica al punto giusto e molto significativa.
Un po’ più movimentata ma allo stesso tempo spoglia e priva di fronzoli è All the Way Home dove non ci sono altri strumenti se non quelli principali che contrassegnano un album acustico che per alcuni può risultare poco curato mentre per altri bellissimo.
E si continua così, su questa strada che si sta percorrendo, anche nella canzone Reno dove la chitarra risulta più corposa e piena di armoniche ma anche di note alte che al contrario di quello che generalmente ci si aspetta, rimangono sempre in sottofondo e si fanno sentire solo durante il breve ritornello; questa raffinatezza è possibile grazie ad un gioco di volumi davvero bene fatto.
Seguono in ordine di scaletta Long Time Comin, Black Cowboys e Maria’s Bed ma è con l’arrivo di Silver Palomino che avviene un cambiamento messo in evidenza lasciando il cantautore solo e senza musicisti intorno, solo con la sua chitarra e fra i suoi pensieri…
Un altro cambiamento, è presente in Jesus Was an Only Son dove questa volta Bruce lascia la sua fedele amica di viaggio (la chitarra) e si sposta al pianoforte. La musica è molto dolce in questo brano e gli accordi riescono a creare un’atmosfera interiore che solo con un ascolto attento si può notare e vivere. Dura troppo poco, peccato, questa traccia, è un vero piacere ascoltarla.
Dopo questo momento, arriva il tempo di riprendersi un po’, di “combattere” e infatti Leah rappresenta proprio questo, più movimentata dei brani precedenti, fa da intro e annuncia la quasi chiusura dell’album che arriverà di lì a poco con le canzoni The Hitter, All I’m Thinkin’ About e Matamoros Banks.
Il disco è ascoltabilissimo e fa riposare l’orecchio, il suono è avvolgente e caldo ed è questo che piace.
E’ un lavoro di gran livello e di gran cuore: caratteristiche che accomunano tutti i dischi di Bruce Springsteen.
Tracklist:
1. Devils & Dust – 4:58
2. All the Way Home – 3:38
3. Reno – 4:08
4. Long Time Comin – 4:17
5. Black Cowboys – 4:08
6. Maria’s Bed – 5:35
7. Silver Palomino – 3:22
8. Jesus Was an Only Son – 2:55
9. Leah – 3:32
10. The Hitter – 5:53
11. All I’m Thinkin’ About – 4:22
12. Matamoros Banks – 4:20
Musicisti dell’album:
Bruce Springsteen – Voce, armonica, chitarra, tastiere (tracce 1-12); percussioni (tracce 2,5,7,9,10); batteria (tracce 8,11); tamburello (traccia 3); basso (traccia 8 )
Brendan O’Brien – basso (tracce 1,2,4,5,6,11); sitar (traccia 2); sarangi elettrificato (traccia 2); tambora (tracce 2,6); hurdy-gurdy (traccia 6)
Danny Federici – tastiere (traccia 4)
Soozie Tyrell – violino (tracce 4,6); background vocals (tracce 4,6,8,11)
Patti Scialfa – background vocals (tracce 4,6,8,11)
Scritto da Mac La Mente