/ Marzo 31, 2010/ Artisti, Blog, Il disco del mese/ 0 comments

E’ trascorso già un mese dall’ultimo disco ed è arrivata l’ora della nostra consueta e immancabile rubrica Il disco del mese.
Di cosa parlerò questa volta? Semplice, mi sono accorto che tra tutti i gruppi, cantanti e recensioni scritte, loro non ci sono e siccome rappresentano sicuramente una pietra miliare del rock mi sembra arrivata l’ora di citarli: Guns N’ Roses.

I Guns N’ Roses hanno realizzato diversi dischi a partire dal 1987 fino ai primi Anni ’90 per poi sparire come gruppo a causa di diversi problemi. Ma in questo periodo hanno registrato e ripescato dal loro repertorio canzoni che hanno dato vita al loro secondo album, GN’R Lies.
Già perché questo disco, anche se della durata di soli trentatré minuti, è un doppio disco dove le prime quattro canzoni sono live ed estrapolate dall’EP Live ?!*@ Like a Suicide e le ultime quattro sono interpretate in acustico.

Pubblicato nel 1988 l’album presenta diversi brani e ha una storia di contestazioni alle spalle da parte critica che censurò soprattutto l’ultima canzone. Questo parlare in negativo fece escludere i Guns dal mega-concerto Band Aid.

Il brano di apertura ha un’energia paurosa e proietta chi l’ascolta nella dimensione live della band, in pieno concerto. Reckless Life infatti ha un ritmo incalzante e veloce, non lascia il tempo di respirare, l’unica cosa che si può fare è muoversi, saltare e cantare all’unisono con la voce inconfondibile di Axl Rose. Nella traccia non mancano i soli della chitarra di Slash caratterizzati da note distorte e rafforzate del basso di Duff: perfetto stile hard rock.
Segue Nice Boys, una cover, dove è la batteria ad aprire le danze. Anche questo brano è veloce, il metronomo oscilla a una velocità pazzesca e l’intera canzone viaggia a 100 Km/h più. E’ un viaggio nel vero mondo del rock n’ roll.
Il movimento finisce? Assolutamente no, con Move to the City ci si calma ma non così tanto. Il riff di chitarra entra subito in testa e i vari stacchi della canzone sono fenomenali: a differenza delle altre canzoni, almeno così sembra, la voce trova più spazio, si capisce di più e il “rumore” – che io chiamo musica – è più raccolto e prende volume solo nelle parti strumentali e nei passaggi da strofa a ritornello e viceversa.

Ed ecco qui il secondo omaggio del gruppo ad altri mostri sacri del rock: gli Aerosmith. La cover inserita per l’occasione è Mama Kin. Diversa senza ombra di dubbio dall’originale ma non meno bella. La voce di Axl non è quella di Steven Tyler e si sente ma i due son legati dal filo del Rock. Mama Kin è fantastica e i Guns riescono a far bella figura con questa loro interpretazione. In alcuni concerti live, durate l’esecuzione, Steven Tyler e Joe Perry salgono sul palco per dar supporto al gruppo – segno che la cover e il tributo sono ben riusciti e piaciuti agli artisti originali.

E il disco arriva a metà e si divide, si divide in due: comincia la parte acustica.
Il primo brano è Patience, bellissimo! Forse la canzone più bella dell’album a parer mio, c’è tutto in Patience: soli acustici, fischi, momenti di silenzio, cori e una lunga coda che fa venire i brividi. Da riascoltare all’infinito, la canzone è una scoperta continua, un sottofondo dolce e delicato.
Uses to Love Her ha un intro di chitarra leggerissimo seguito da un attacco di batteria più potente ma la vena acustica viene conservata e riconfermata in pieno. Anche qui i cori e le doppie voci non mancano: la voce graffiante di Axl naturalmente prevale sulle altre ma lo fa senza esporsi troppo, senza esagerare. Beh, dopo tutto è lui il cantante e mi sembra giusto che sia così.
You’re Crazy è l’unico brano riarrangiato per l’occasione perchè già presente nel primo lavoro prodotto dai Guns – Appetite for Destruction. La rielaborazione è uscita bene, da preferire al suono originale in alcuni passaggi.

E purtroppo l’album è finito. A chiudere il disco è quella che, come anticipato in precedenza, rappresenta la canzone più contestata del gruppo: One In A Million dove si fa riferimento in maniera dispregiativa a negri, omosessuali e a altre diversità. E’ così forte la critica ricevuta che i Guns furono accusati di xenofobia nonostante avessero dichiarato più volte di non avere nulla contro la diversità e le sue manifestazioni. One In A Million è la canzone che dura di più con i suoi sei muniti ma li vale tutti e la si ascolta tutta d’un fiato.

In generale GN’R Lies è un album ben riuscito che risultata, a distanza di anni, non solo sempre una scoperta ma molto vario perchè permette di farsi un’idea su come erano e cosa facevano i Guns nel loro periodo d’oro. I passaggi dalla versione live a quella in studio e acustica avvengono senza grossi salti. L’album è una lunga linea retta, un’autostrada nel deserto che si percorre a tutta velocità senza mai fermarsi.

Gruppo:

Axl Rose – voce
Slash – chitarra solista, chitarra folk
Izzy Stradlin – chitarra ritmica, chitarra folk, cori
Duff McKagan – basso, chitarra folk, cori
Steven Adler – batteria, percussioni

Tracklist:

1. Reckless Life (Rose/Weber) – 3:20**
2. Nice Boys (Anderson, Cocks, Leach, Royall, Wells) – 3:03 (Rose Tattoo Cover)
3. Move to the City (Stradlin, Del James, Weber) – 3:42***
4. Mama Kin (Tyler) – 3:57 (Aerosmith Cover)*
5. Patience (Guns N’ Roses) – 5:56
6. Used to Love Her (Guns N’ Roses) – 3:13
7. You’re Crazy (Guns N’ Roses) – 4:10
8. One In A Million (Guns N’ Roses) – 6:10

* La tracklist contiene anche una cover dal vivo di “Mama Kin”, uno dei primi singoli degli Aerosmith.
** La traccia “Reckless Life” è in realtà una cover rivisitata degli Hollywood Rose, e venne scritto da Chris Weber e Axl Rose.
***Anche il brano “Move to the City”, venne composto da Weber, assieme a Stradlin.

Scritto da Mac La Mente

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