Presentato al Festival del cinema di Venezia nel 2008 e distribuito a partire dal 3 settembre, il film che andrò a descrivere, Pranzo di Ferragosto, è l’opera prima del regista romano Gianni Di Gregorio che per l’occasione veste i panni del protagonista.
Della durata di circa 75 minuti e ambientato a Roma, Pranzo di Ferragosto racconta alcuni giorni di vita di Gianni, un uomo che ha passato i quaranta e che ancora non si è sistemato. Abita con sua madre, una donna anziana, e vive ogni giorno nella più totale tranquillità, senza eccessi e senza stress. E’ una persona calma che va d’accordo con tutti e che ogni tanto scende a compromessi per riuscire ad andare avanti.
Il giorno di Ferragosto si avvicina; come avviene ogni mese, intorno al quindici, arriva il momento in cui l’amministratore del condominio si presenta alla porta di Gianni per riscuotere i pagamenti. Ma Gianni non ha soldi, ha tantissimi arretrati da saldare e dice che non vuole pagare le spese condominiali che riguardano l’ascensore (che non usa), il terrazzo (perché non ci va mai) e i lavori di ristrutturazione (perchè non ne vede il bisogno). L’amministratore insiste e alla fine propone all’uomo un compromesso: se Gianni terrà per Ferragosto e altri due giorni la mamma dell’amministratore, lui in cambio scalerà 6.000 euro dal debito.
In un primo momento Gianni è incerto sul da farsi, si confida con la mamma e alla fine accetta perché convinto che per lui sarà un guadagno. L’indomani l’amministratore porta alla casa di Gianni l’anziana mamma che però non è sola, con lei c’è anche una zia – non inclusa nell’accordo.
E così Gianni si ritrova in casa tre persone anziane da accudire. Inizialmente le tre donne sembrano andare d’accordo ma poche ore dopo cominciano i problemi: ognuna di loro vuole rimanere nella propria stanza, solo la zia gira per casa, è l’unica persona che parla poco e che non vede l’ora che arrivi la cena.
Gianni nel frattempo non si sente molto bene, chiama il medico che lo visita e che gli chiede un favore: tenere sua madre il giorno di Ferragosto perché lui ha il turno notturno in ospedale; Gianni è in pieno panico ma per non dirgli di no, accetta.
Ora in casa sono quattro le persone anziane a cui Gianni deve badare.
La quarta “mamma”, la madre del medico, è una personcina a modo, il figlio la tiene in costante osservazione, la riempie di medicine e praticamente le fa mangiare solo verdure così che, anche se le piace molto, non può gustarsi la pasta al forno preparata per la cena della vigilia di Ferragosto.
Tra alti e bassi arriva l’ora di andare a letto ma la notte di Gianni non sarà tranquilla: mentre sua mamma e la “zia” dormono e non disturbano, la mamma dell’amministratore – che era rimasta chiusa in camera per tutto il tempo – esce di nascosto di casa. Gianni se ne accorge e corre a cercarla. La ritrova e la riporta a casa ma lei non vuole saperne di andare dormire, è eccitata e fa addirittura delle avance a Gianni che però non cede alle lusinghe. E la mamma del medico? Lei viene trovata in camera con la pirofila della pasta, intenta a magiare di gusto. Gianni le sequestra la teglia e decide di restare in camera con lei per evitare che rubi ancora la pasta, ma non riesce a chiudere occhio perché la donnina parla nel sonno.
Arriva Ferragosto. La mamma dell’amministratore vuole offrire il pranzo a tutti e spedisce Gianni a fare la spesa. Ma è Ferragosto e tutti i negozi sono chiusi! L’uomo chiede allora aiuto a un amico e i due cominciano un giro infinito per Roma alla ricerca di un negozio aperto. Finalmente riescono a procurarsi tutto l’occorrente e fanno ritorno a casa, dove a Gianni toccherà anche mettersi ai fornelli.
Il pranzo trascorre in allegria tra risate e chiacchiere però, subito dopo il brindisi, chiama il dottore e annuncia che sta per arrivare a riprendersi la mamma. Lei si rattrista, tutte le donne si rattristano perché stavano bene e si stavano divertendo.
E allora affinché quella giornata spensierata non finisca mai, le donne corrompono Gianni con una mazzetta chiedendogli di trovare una scusa per evitare che il medico vada a riprendersi la mamma. Gianni accetta e ritorna l’allegria.
Il Pranzo di Ferragosto è un film dove gli attori non sono professionisti.
E’ un film simpatico e mai pesante, racconta una storia che il regista non ha vissuto realmente ma che ha rischiato di vivere in quanto ha ricevuto sul serio queste proposte ma le ha rifiutate.
E’ un film che consiglio per trascorrere poco più di un’ora in totale relax e con qualche allegra risata.
Dati del film:
Regia: Gianni Di Gregorio.
Attori: Gianni Di Gregorio, Valeria de Franciscis, Alfonso Santagata, Marina Cacciotti.
Genere: Commedia
Durata: 75 min.
Nazionalità e anno: Italia, 2008
Scritto da Mac La Mente
ho visto il film l’estate scorsa e l’ho trovato di una delicatezza e freschezza inusuali . Originale la storia ,belli i dialoghi ,bravissimi i protagonisti .E’ la dimostrazione che si può ancora fare buon cinema senza compromessi ,senza violenza o sesso ,riuscendo a toccare la poesia.La storia ,mai stucchevole o noiosa ,ma ci rende partecipi della vita di un gruppo di anziani e dei loro sentimenti, poco scandagliati nella nostra frettolosa e superficiale società.Così la solitudine ,le gelosie ,la nostalgia ,gli affetti a volte egoistici della madre ,sono contrapposti ai bisogni quotidiani del figlio che riesce sempre con grazia a barcamenarsi rispettando e coccolando la madre stessa e le ospiti che mostrano personalità non conciliabili per educazione ed abitudini .I contrasti ,le attese ,la voglia di risolvere e la capacità di mediare in una situazione che potrebbe divenire esplosiva ,si risolvono in una gentile e perfino allegra conversazione commensale preludio di una amicizia non convenzionale ma per questo più vera .
IL garbo e il tocco leggero della regia ne fanno un’opera sobria e godibile ,pregevole in un panorama di films che spesso cercano e si fermano solo agli effetti .
Ciao Maria Scibetta! 🙂
Grazie per il commento! Il Pranzo di Ferragosto è uno dei migliori film che abbia visto all’interno della rassegna che ho frequentato questo inverno, è un film che merita davvero tutte le attenzioni possibili non solo per la storia che racconta – divertente e di vita quotidiana – ma anche per la presenza nel cast di persone comuni, la maggior parte non attori di professione che recitano in maniera spontanea e vera.
Tutta la storia è ancor più apprezzata se si pensa che al regista capitò davvero di trovarsi di fronte ad una situazione così che nella vita reale rifiutò di affrontare mentre nel film sì! 🙂
Sono rimasta entusiasta dalla poesia del film, tutto è assolutamente perfetto.Il regista riesce a rendere roma magica, ma si sente anche una grande malinconia. N el sorriso del protagonista c’è dolcezza ma anche tristezza.Martedi swera all’arena di monteverde ci sarà il film e spero che anche Gianni ci sarà. So che abita in vle glorioso peccato non averlo mai incontrato mi sarebbe piaciuto parlare del film.ma la sua mail?