Il 20 gennaio il mondo ha assistito all’insediamento nella Casa Bianca di Washington del primo presidente di colore, Barack Obama.
Eletto dopo quasi due anni di campagna elettorale, il neo presidente ha sconfitto alle elezioni il candidato repubblicano John McCain, diventando in questo modo non solo il primo presidente di colore ma anche l’uomo che ha riportato il Partito Democratico alla Casa Bianca dopo otto anni di presidenza repubblicana.
Considerato dal giorno stesso della sua elezione in novembre il “salvatore della patria”, Obama ha sì le idee ben chiare ma sicuramente si trova a dover affrontare una situazione di difficile gestione, soprattutto dal punto di vista economico perché la crisi c’è, si vede e si sente.
Nel suo discorso Obama dimostra di essere un buon parlatore, coinvolgente e capace di farsi ascoltare dai cittadini.
Tocca quasi tutti gli aspetti più importanti di ciò con cui il popolo america deve fare i conti ogni giorno: una sanità troppo costosa, una scuola che seleziona e non offre a tutti la stessa opportunità, la difficoltà di trovare un lavoro.
Obama è fiducioso che il popolo si rialzerà e lo farà rispolverando e dando nuova luce ai principi su cui si basa l’America. Ricorda che l’America è paese di grandi opportunità dove tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine, cultura, religione, possono realizzare i propri desideri e contribuire all’arricchimento del paese.
Nel suo discorso il neo-presidente dà una grande importanza alla storia del paese: richiama le origini, attraversa i secoli, cita i padri fondatori dell’America, ricorda le difficoltà che questi ultimi hanno dovuto affrontare senza mai abbattersi e incita gli americani a fare lo stesso.
“Noi” è il pronome che utilizza più spesso perchè crede che solo grazie alla cooperazione di ogni singolo individuo si possa ridare luce al paese e garantire alle generazioni future una vita migliore, maggiore benessere e solidità economica. Non è più tempo – dice – di restare a guardare, un nuovo inizio è possibile e attuabile con sacrifici sì, ma anche con forza di volontà, senza arrendersi.
E’ determinato Obama e, rivolgendosi ai suoi avversari politici che lo accusano di avere un programma molto ambizioso, dice che le azioni e i cambiamenti da fare sono tanti, ma che fino a quando l’obiettivo prefissato non sarà raggiunto non si passerà al successivo. Un passo per volta per questo grande paese.
Dice che l’America è amica degli altri stati, che ritirerà le truppe impegnate in guerra e lascerà alle popolazioni di quei paesi il compito di giudicare i propri rappresentanti; sarà loro la responsabilità di governare il paese e collaborare in pace o cedere alla cattiveria e rispondere con parole e azioni di odio. Chi rientrerà nel primo caso avrà l’America al suo fianco.
Aiuterà l’Africa affinché nessuna persona muoia più di fame e tutti abbiano il necessario per migliorare le proprie condizioni di vita.
Torna poi a parlare della situazione di politica interna, dichiarando che chiederà spiegazioni ai rappresentati dell’economia e dell’industria se queste saranno in declino e, in questo caso, i responsabili saranno chiamati a pagare in prima persona.
Nel suo discorso Barack Obama rassicura gli americani affermando che il loro modo di vivire sarà difeso e protetto contro ogni tentativo di cambiarlo o di peggiorarlo.
Parole dure che alla fine del discorso pesano più di tutto il resto. E’ questo il punto che mi ha maggiormente colpito!
E fin dal primo giorno dopo il suo insediamento Obama ha cominciato a rispettare le promesse fatte in campagna elettorale: ha firmato il decreto per la chiusura di Guantanamo entro il 2009 e per il divieto di usare la tortura negli interrogatori dei presunti terroristi.
Chi desiderasse leggere l’intero discorso del presidente degli Stati Uniti lo trova a questo link.
Anche sul forum abbiamo un topic dedicato al neo presidente, qui.
Scritto da Mac La Mente