E’ trascorsa una settimana dall’anniversario del referendum che ventun’anni fa – l’8 e il 9 novembre 1987 – interessò e mise gli italiani davanti alla scelta se continuare o meno sulla strada del nucleare e se far parte di quella cerchia di paesi (come la Francia) che ancora oggi producono, sviluppano e sfruttano questa fonte di energia.
L’argomento da allora non ha cessato di far discutere, tante e diverse sono le opinioni di fronte alla domanda “Nucleare sì o nucleare no?” e oggi, a distanza di tempo, è tornato di grande attualità. La posizione del nostro paese è divisa, c’è chi ha sempre sostenuto il nucleare ritenendolo in grado di produrre grandi quantità di energia e di soddisfare il fabbisogno e chi, invece, si è sempre opposto.
L’attuale governo e alcuni membri dell’opposizione, in particolare Pierferdinando Casini dell’UDC, si sono espressi a favore di un eventuale reinvestimento in questo tipo di energia.
E gli italiani cosa ne pensano? Dai risultati dei diversi sondaggi emerge che i cittadini sono divisi in due.
Secondo un sondaggio della Demos risulta che:
– 47% favorevole al ritorno del nucleare in Italia;
– 44% contrario al ritorno del nucleare;
– 9% non ha espresso opinioni.
Questi dati rappresentano l’esito a livello nazionale davanti alla prospettiva di centrali nucleari in Italia. Le percentuali cambiano – e di molto – davanti alla prospettiva di avere una centrale nucleare nella propria provincia: in questo caso diminuisce il numero dei favorevoli. L’opinione cambia anche in base alla fascia d’età. I giovani, in particolare tra i 25 e i 44 anni, sono i più sfavorevoli al ritorno del nucleare.
Ma il nucleare è davvero quella fonte di energia in grado di soddisfare il nostro fabbisogno? Una centrale nucleare è davvero così sicura? Le risposte a queste domande sono puramente personali ed in entrambi i casi mi permetto di dire no, spiegando naturalmente i motivi della mia posizione.
Innanzitutto, parlando di nucleare ripenso immediatamente al disastro di Černobyl’ e alle conseguenze che ancora oggi subiamo, perché le radiazioni nucleari non sono ancora esaurite, le polveri generate, pur essendo state assimilate dall’atmosfera ed essendo meno dannose di vent’anni fa, sono tuttavia presenti. Non solo, il nucleare comporta un impatto ambientale notevole, sia per le dimensioni delle centrali, mastodontiche, vere e proprie cattedrali nel deserto che rovinerebbero il già poco verde che abbiamo; sia per l’inquinamento generato dai materiali utilizzati per la loro realizzazione. Questa è la ragione del mio primo no.
Motivo più tecnico invece è la caratteristica principale del nucleare: non è una fonte energetica rinnovabile, non si trova in natura, va prodotta. I materiali che permettono di svilupparla sono altamente tossici – uranio, plutonio, torio – e immessi in determinate strutture vengono alterati nella loro forma atomica. Per produrre energia nucleare si “spezzano” gli atomi, e dalla loro successiva collisione nasce questa energia, in seguito immagazzinata in apposite strutture. L’alterazione molecolare, la fusione o fissione – come le chiamano gli scienziati – a seconda che si operi uno scontro o una unione, non è sempre un procedimento controllabile, la quantità di energia potrebbe non essere catturata a dovere e metterebbe a rischio l’incolumità dell’impianto e delle persone. Questa è la ragione del mio secondo no.
Un ulteriore e non meno importante aspetto da prendere in considerazione è che l’energia prodotta non soddisferebbe il nostro attuale fabbisogno, sarebbe troppo bassa.
Alla luce di tutte queste considerazioni sono contrario al nucleare in Italia e se avessi potuto votare quel famoso referendum, avrei votato no.
Riflessione conclusiva: mentre noi ci chiediamo se costruire o meno costose centrali nucleari, è di poche ore fa la notizia che la Francia progetta di realizzare entro il 2011 una centrale solare in ognuna delle sue regioni e di realizzare entro il 2020 oltre 6.000 centrali eoliche che andrebbero ad aggiungersi alle 2.000 già esistenti.
Fonte: Le Monde
Di nucleare parliamo anche sul forum nel topic Nucleare sì o no?
Scritto da Mac La Mente
Sono un elettore di Sinistra, ex operaio di azienda privata, ex L. S. U. ora Dipendente Pubblico.
Inoltre posso dire che sono ad oggi un Superstite in quanto ho lavorato nelle Centrali Nucleari e L’Amianto.
In quel referendum votai no, le parole esternate dal governo mi lasciano inibito.
Rivivo quei GioniTristi, e penso perchè non torniamo a usare l’Amianto almeno questo l0 si può vedere , toccare e odorare.
Le RADIAZIONI NO NO NO NO
fORSE MI SBAGLIO, IN FONDO SONO SOLO UN SUPERSTITE ?
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Ciao Vincenzo! 🙂
Grazie per il commento. La storia che hai raccontato e le tue esperienze sono molto toccanti.
Per motivi di età, io non ho votato a quel referendum, ma sono contento che si sia presa quella decisione e si sia allontano lo spettro del nucleare dall’Italia…purtroppo ora è tornato più forte che mai e difficilmente si riuscirà a tenerlo lontano!
Voterei No anch’io al nucleare e a qualsiasi tipo di energia o innovazione tecnologica che aumenterebbe i rischi. Sono contrario anche all’amianto in verità perchè gli effetti conosciuti sono nocivi alla vita delle persone…ma questo, spesso e volentieri, è un aspetto ignorato.