Di forte impatto emotivo e di grande attualità per il timore che possa provocare la fine del mondo è l’esperimento che tra qualche ora prenderà il via all’interno del più grande acceleratore di particelle della terra, situato in un tunnel sotterraneo lungo 27 Km tra Francia e Svizzera, l’acceleratore di particelle chiamato LHC (Large Hadron Collider) del laboratorio di fisica CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire) di Ginevra.
Il nome LHC, sconosciuto alla maggior parte delle persone che non si occupano di fisica, torna spessissimo in questi giorni su internet e anche noi sul forum ne siamo rimasti così affascinati che le stiamo parlando nel topic “Test sul Big Bang: la Terra morirà?”.
Ma in cosa consisterà questo esperimento e perché si ha così tanta paura che possa generare la fine del mondo?
Per cominciare, l’esperimento avverrà in un acceleratore di particelle, una macchina al cui interno vengono iniettati ioni o particelle subatomiche che, successivamente, vengono accelerate mediante l’utilizzo di campi magnetici o elettrici e fatte scontrare tra loro grazie all’energia cinetica sviluppata dal moto. L’acceleratore di particelle funziona come un enorme tubo catodico – sì, proprio come il tubo catodico delle nostre tv! – la differenza sta nel metodo e nella “materia” utilizzati.
Lo scopo dell’esperimento è la rilevazione del Bosone di Higgs, chiamato anche Particella di Dio, conosciuto a livello teorico ma mai rilevato e presente all’interno del modello standard della fisica delle particelle. E’ infatti da questa particella che avrebbero preso origine la vita e l’universo. L’impianto del laboratorio del CERN permetterà di raggiungere questo scopo accelerando e iniettando un numero sempre maggiore di fasci di protoni, fino a fargli raggiungere una velocità che si avvicinerà a circa il 99,9% della velocità della luce.
La preoccupazione di alcuni in merito all’esperimento risiederebbe nell’ipotetica creazione di buchi neri qui sulla terra, buchi neri in grado di risucchiare la materia stessa e di farla scomparire. Ma questa è solo un’ipotesi e altamente improbabile perché, come ha dichiarato uno studioso del Cern, Tiziano Camporesi, il buco nero che si verrebbe a creare non sarebbe uguale a quello presente nell’universo, in quanto la sua natura non sarebbe gravitazionale e scomparirebbe nel giro di pochi decimi di secondo senza lasciare traccia.
Per citare le parole di Camporesi a sabatoseraonline:
“Ma la possibilità che l’acceleratore Lhc generi la fine del mondo è la stessa che domani io esploda rasandomi la barba davanti allo specchio. Non è impossibile, ma altamente improbabile”.
L’acceleratore in questione è stato testato per parecchi anni, ogni singolo materiale sollecitato al massimo e, anche se i test sono stati condotti per parti su ogni fascia di magneti e non si conosce il risultato complessivo, il tutto è da considerarsi sicuro.
Del resto vista la cifra che si è spesa, 5 miliardi di euro, la sicurezza è il minimo che si possa attendere.
Una volta acceso l’acceleratore LHC, composto da ben otto fasce di magneti disposti lungo tutto il percorso, i primi risultati non saranno immediati perché i fasci iniettati al suo interno verranno accelerati solo gradualmente mediante compressione. Il tempo che occorrerà perchè la macchina possa raggiungere il suo massimo livello di funzionamento e generare i primi risultati è stimato dai quattro ai cinque anni. Se i risultati corrisponderanno alle previsioni, allora sarà finalmente possibile osservare il Bosone di Higgs e conoscere la “sostanza” che ricopre il 75% della materia conosciuta.
Insomma, la fine del mondo non è poi così vicina. Se qualcosa andasse storto l’acceleratore potrebbe dare una mano, ma molto probabilmente saranno altre le cause che la provocheranno e non dipenderanno dalla scienza.
Scritto da Mac La Mente
Voler scoprire le origini è il sogno di tutti gli scienziati.
L’esperimento è cominciato, attendiamo i risultati.
Universo ciclico e la teoria delle superstringhe
Sulla base dei risultati cui conduce la teoria delle superstringhe sono stati elaborati alcuni nuovi modelli cosmologici uno dei quali prevede l’esistenza di un Universo ciclico senza un inizio nel tempo e senza una fine, in un alternarsi ininterrotto di contrazioni e di espansioni.
è cosa di questi giorni anche per me, l’esser venuto a conoscenza (prima l’ignoravo) della nuova teoria che sta prendendo piede tra gli scienziati, ossia che il Big Bang non sia stato uno solo irripetibile, ma che il tutto faccia parte di una serie infita di ripetersi del medesimo evento, ovviamente il tutto avviene con i tempi astronomici, ma non sarebbe un fatto unico, bensi una specie di infinita serie di un alternarsi ininterrotto di contrazioni e di espansioni dell’universo, una specie di respiro, chi crede, chi ha fede potrebbe leggervi in questo moto perpetuo il respiro di Dio.
Alanford50