/ Settembre 1, 2008/ Blog, In Libreria/ 0 comments

Nata nel lontano 1947 in America ed arrivata nel nostro paese nel 1954, in bianco e nero, la televisione è diventata quell’oggetto di culto che tutti noi conosciamo ed utilizziamo quotidianamente anche per pochi minuti al giorno. Ricca di programmi, trasmissioni e personaggi dei tipi più svariati, la televisione accompagna e tenta di riprodurre la vita reale e non, propone stereotipi sempre più insistenti.
E’ – sarebbe il caso di dire è stato – il mezzo universale attraverso il quale acquisire notizie, mantenersi informati su quello che accade nel nostro paese ma anche a distanza di centinaia e centinaia di chilometri, nel mondo. Più diffuso della radio, il tubo catodico bombarda lo spettatore del duemila di immagini, colori, spot pubblicitari sempre più invadenti. La televisione è diventata interattiva e questo argomento è trattato nel libro, nel Corto di carta, che vorremmo segnalare oggi.

Apparso in edicola nel mese di agosto, Apposta per te, il libro scritto da Lorenzo Licalzi, racconta come la televisione e i suoi personaggi siano diventati così invadenti da irrompere nella tranquilla vita di uno scrittore intento, dopo una giornata di lavoro, a prepararsi un gustoso piatto di pasta al pesto e scaraventarlo in un mondo che non gli appartiene.

Sono le nove di sera quando Lorenzo, il protagonista della storia, sente suonare il campanello di casa e una volta aperta la porta viene abbagliato da una luce così intensa che non gli permette di vedere oltre; qualche minuto dopo, riacquistata la vista, vede sull’uscio un uomo vestito da postino con una busta enorme. E’ il postino della trasmissione televisiva C’è posta per te e comincia a fargli una serie di domande alle quali Lorenzo non ha intenzione di rispondere: a lui la trasmissione di Maria De Filippi non interessa proprio.

La televisione così si è intromessa nella vita di Lorenzo, senza chiedere il permesso e pretendendo qualcosa in cambio da lui. Il postino, infatti, comincia a sottoporlo ad un vero e proprio interrogatorio e il protagonista – il cui carattere non è per niente facile come si capisce anche dalla citazione di Pascal affissa sulla porta di casa: “tutta l’infelicità del mondo dipende dal fatto che nessuno vuole resta a casa sua” – si oppone con tutte le forze e non ne vuole sapere di rispondere, trova stupido che un suo conoscente invece di andarlo a trovare a casa si sia rivolto a una trasmissione televisiva.

Comincia così un dialogo tra le due figure. Il postino, un uomo sulla quarantina, dice di essere soddisfatto e appagato del suo lavoro e a Lorenzo questa cosa suona strana, non riesce a capirlo e con una serie di battute cerca in tutti i modi di mandarlo via, ma il postino insiste spiegandogli che deve consegnare quella lettera per non essere sgridato da Maria.
A Lorenzo questo non interessa ma, andando avanti nel dialogo, prova quasi compassione per il postino e per il cameraman e così alla fine accetta di sottoporsi a una falsa intervista a sorpresa. Diverse sono le prove prima che il postino risulti soddisfatto, non pochi problemi si sono presentati durante le domande perché le informazioni in suo possesso erano anche sbagliate! I tentativi di registrazione dell’intervista, una volta troppo breve, un’altra troppo lunga, raggiungono quota quattro. Fino a quel momento c’è sempre stato qualcosa che non andava bene.

L’intervista così giunge al termine, la busta passa dalle mani del postino a quelle di Lorenzo il quale riesce persino a convincere l’uomo in divisa a fargli registrare dei saluti, saluti che alla fine si scoprono falsi come tutte le parole e le risposte che si sono date alle domande.

Il giorno seguente, Lorenzo è una star per gli abitanti del luogo che non vedono l’ora di vederlo in tv, ma il giorno della trasmissione Lorenzo sarà a casa, non ha accettato l’invito ed ha saputo che quella sera al postino avevano rubato la bicicletta!

Di questo e di altri Corti di carta si parla nel forum nel topic Corti di Carta.

Scritto da Mac La Mente

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