Il cinema russo è un cinema molto affascinante e interessante e vanta ottimi registi e attori di altissimo livello. Purtroppo, la censura e la totale chiusura all’estero dell’Unione Sovietica prima, e le logiche puramente commerciali delle major di distribuzione europee e Usa poi, non hanno mai permesso al grande pubblico occidentale di conoscerlo e apprezzarlo come meriterebbe.
Nikita Michalkov, grazie alla sua straordinaria bravura, oltre che alle scelte estetiche, poetiche e filmiche che hanno caratterizzato la sua carriera, è uno tra i pochissimi registi, sovietici prima e russi poi, ad essere conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. E giustamente, visto che, oltre ad essere il più importante regista russo contemporaneo, è autore di alcuni tra i film più belli degli ultimi decenni.
Nato a Mosca nel 1945 da una famiglia di antichissima ascendenza nobiliare e appartenente all’intelligencja russa e sovietica – il bisnonno materno era il pittore Vasilij Surikov, il nonno materno il pittore Petr Končalovskij, la madre la poetessa Natalija Končalovskaja, il padre, Sergej Michalkov, scrittore molto noto di libri per bambini oltre che autore del testo dell’inno nazionale sovietico e russo, il fratello maggiore, noto con lo pseudonimo di Andrej Končalovskij, regista affermato in Unione Sovietica e poi emigrato negli Usa e autore di molti film di cassetta hollywoodiani – si appassiona da subito alla recitazione. Tanto che, ancora bambino, riesce ad iscriversi alla più prestigiosa e importante scuola teatrale sovietica, la scuola del Teatro d’Arte di Mosca. E, adolescente, passa poi a studiare recitazione nell’altrettanto famosa e rinomata scuola del Teatro Vachtangov di Mosca.
Dalla fine degli anni ’50, quindi ancora adolescente, cominciò a lavorare nel cinema, dapprima recitando piccole parti, poi ruoli più importanti. La passione per il cinema lo spinge a scegliere di occuparsi anche di regia e, negli anni ’60, riesce ad accedere ai corsi di regia della prestigiosissima Scuola Statale di Cinema dell’URSS, dove si diploma nel 1970.
Da quel momento Michalkov è riuscito a dedicarsi a entrambe le sue passioni, la recitazione e la regia – quest’ultima accompagnata dall’attività di sceneggiatura – realizzando lavori sempre di alta qualità e premiati da ottimi riconoscimenti di critica e di pubblico.
In questo articolo, che per ovvi motivi non potrà essere nulla più che una rapida scheda e che pubblichiamo in 3 parti, accenniamo solo ai suoi lavori come regista cinematografico, riservandoci di completare più avanti il suo profilo per quanto riguarda la sua attività di sceneggiatore, regista televisivo e attore cinematotografico e televisivo.
Gli esordi alla regia e i primi successi internazionali (1967-1977)
Le prime prove registiche di Michalkov sono 3 cortometraggi girati come studente dell’Istituto di Cinema:
– La bambina e le cose (Devočka i vešči, 1967)
– E io vado a casa (A ja uezžaju domoj, 1968)
– Un giorno tranquillo alla fine della guerra (Spokojnij den’ v konce vojny, 1970), cortometraggio realizzato come lavoro di diploma all’Istituto di Cinema
Nel 1974 appare il suo primo lungometraggio, Amico tra i nemici, nemico tra gli amici (Svoj sredi čužich, čužoj sredi svoich, 1974). Ambientato alla fine della Guerra Civile in URSS, racconta la storia di un furto d’oro su un treno ad opera di un gruppo di banditi e l’audace azione dell’eroico protagonista per recuperare il bottino e smantellare la rete di criminali che aveva organizzato il furto.
E’ un film d’avventura brillante e ricco d’ironia e che per lo stile e le scene d’azione richiama volutamente, pur nella diversa ambientazione e con una trama patriottica, i western americani, tanto che alcuni critici lo hanno paragonato al film di George Roy Hill Buth Cassidy.
In questo film Michalkov, come farà spesso nei lavori da lui diretti, lavora anche come attore, interpetando la parte del capo dei banditi. (Vedi foto)
Nel 1976 esce il suo secondo film, Schiava d’amore (Raba ljubvi, 1976), un melodramma ambientato in Crimea durante la Guerra Civile. Racconta la storia di una troupe cinematografica che, mentre impazza la guerra civile e gli scontri tra Armata Rossa e Armata Bianca devastano il paese, è impegnata a girare un film intitolato “Schiava d’amore” senza quasi accorgersi di cosa accade nel mondo fuori dal set. In particolare la protagonista è del tutto estranea agli eventi che la circondano, eventi che non capisce e di cui non vuole sapere niente. Fino a quando la violenza della guerra non irrompe nella sua vita sentimentale facendole scegliere da che parte stare…
Questo film ebbe grandissimo successo anche all’estero, soprattutto in America, e fece conoscere l’allora trentenne regista a tutto il mondo. Oltre a fargli vincere il suo primo premio internazionale (il primo di una lunghissima serie), il premio per la miglior regia al festival cinematografico di Teheran.
L’anno dopo esce il bellissimo Partitura incompiuta per pianola meccanica (Neokončennaja p’esa dlja mechaničeskogo pianino, 1977), liberamente tratto dal dramma di Čechov Platonov. E’ un film corale ambientato alla fine dell’800 nella tenuta di una ricca vedova che ha invitato alcuni amici, parenti e vicini a una festa a base di danze zigane, fuochi d’artificio e una nuovissima pianola meccanica. Ma alla festa, all’insaputa uno dell’altra e accompagnati dai rispettivi coniugi, si reincontrano un uomo e una donna che in passato si erano molto amati e poi lasciati. E questo incontro provoca grandi turbamenti e un grande cambiamento all’atmosfera della festa, che smette di essere un garbato incontro mondano, luogo di chiacchiere gradevoli, leggere ed educate per trasformarsi a poco a poco nel luogo dove emergono delusioni, frustrazioni, sogni infranti e occasioni perdute dei vari personaggi.
Michalkov, appena 32enne, con questo film confermò la sua fama in patria e e all’estero e vinse due prestigiosi premi internazionali: il primo premio al festival cinematografico di San Sebastian e il David di Donatello dell’Accademia del cinema italiano come miglior film straniero.
Profilo di Nikita Michalkov (2/3)
Profilo di Nikita Michalkov (3/3)
Recensione a 12 di Nikita Michalkov
Scritto da Vianne