/ Settembre 2, 2009/ Blog, Televisione/ 0 comments

Televisione – Star Trek: la Serie Classica (1/3)
Televisione – Star Trek: la Serie Classica (3/3)

Nell’articolo precedente ho accennato alle difficoltà che accompagnarono la realizzazione della Serie Classica di Star Trek. Di fatto, il travagliato iter di produzione delle sue tre stagioni potrebbe entrare nei manuali di storia della televisione come esempio di uno dei più colossali errori di valutazione commessi da una rete tv.

La serie, creata da Gene Roddenberry, voleva essere – e fu – qualcosa di totalmente nuovo e originale nel campo della fantascienza.
Fino a quel momento, la metà degli anni Sessanta, la fantascienza era ritenuta un genere di serie B sia a livello letterario, sia, ancora di più, a livello cinematografico e televisivo, dove tendeva a essere identificata all’horror e alle storie di mostri alieni invasori.
Roddenberry decise di sfidare i luoghi comuni e ideò una saga che, attraverso le avventure dell’equipaggio di un’astronave del 23° secolo, mostrasse le infinite potenzialità e speranze di un mondo e un’umanità migliori e raccontasse non l’orrore di lotte con orridi mostri, ma lo splendore dell’uomo nel suo affascinante viaggio di ricerca alla scoperta di nuove conoscenze e nuove sfide per migliorarsi e migliorare l’universo.

Progetto affascinante e coraggioso ma difficile da far accettare a un pubblico abituato ad altro e, ancor più, a una produzione interessata prima di tutto agli ascolti.

E infatti le difficoltà iniziarono immediatamente.
L’episodio pilota – il bellissimo Lo zoo di Talos (The Cage), un ottimo esempio di fantascienza non solo televisiva e forse per questo mai trasmesso in tv fino agli anni 80 – fu bocciato dalla produzione perché ritenuto “troppo cerebrale”. I personaggi e gli attori che li interpretavano dovettero essere cambiati tutti e Roddenberry dovette impuntarsi per tenerne almeno uno che riteneva importante per la filosofia del mondo che voleva raccontare: il vulcaniano Spock. Oggi sarebbe inconcepibile l’universo Trek senza Spock, che ne è anzi uno dei simboli per eccellenza e, chissà, se Roddenberry non fosse riuscito a opporsi a quell’imposizione, forse oggi il mito Star Trek non esisterebbe…

Il secondo episodio pilota Oltre la galassia (Where No Man Has Gone Before), col cast che sarebbe poi diventato definitivo, fu invece accettato e poté iniziare la realizzazione della prima stagione.
La serie, trasmessa in prima serata, ebbe però da subito un’audience inferiore alle aspettative e, quindi, continui conflitti con la produzione, tanto che solo l’ostinazione di Roddenberry riuscì a far ottenere la realizzazione di una seconda stagione.

Alla fine della seconda stagione la produzione intendeva cancellare quello che riteneva un fallimento di cui tutti si sarebbero dimenticati subito.
Solo l’arrivo massiccio di lettere di richiesta dai fan convinse la produzione a continuare per un’ulteriore stagione.

Ma a dimostrazione del proprio disinteresse (e della non comprensione del fenomeno che si stava creando), il budget per questa non voluta stagione fu ridotto all’osso, tanto che per alcuni episodi non fu neppure possibile allestire le scenografie e registi e sceneggiatori dovettero inventarsi storie prive di qualunque elemento scenico: uno degli esempi più palesi è l’episodio Il diritto di sopravvivere (The Empath), che ha come scenario una piattaforma su fondo nero.
Non contenti delle restrizioni finanziarie, i responsabili della rete Tv spostarono inoltre la serie dalla prima alla seconda serata e, al minimo calo di audience, ne approfittarono per cancellarne definitivamente la realizzazione.

Solo l’anno dopo, quando ebbero a disposizione i dati sulle fasce d’età del pubblico, i responsabili della rete scoprirono che Star Trek era la trasmissione più seguita dalla fascia 15-29 anni, quella più ambita e richiesta dagli inserzionisti.
E quando scoprì che, mandata in replica sulle emittenti locali, la serie stava diventando un vero e proprio cult, amatissima e seguitissima da fan che aumentavano di giorno in giorno, la NBC cominciò a rendersi conto dell’errore commesso.
Ma non del tutto: nel 1973, visto il successo crescente delle repliche, pensò di ricominciare la produzione per una nuova stagione. Però poi, ritenendo troppo costoso ricostruire gli scenari e pagare gli attori, decise che una serie a cartoni animati sarebbe stata più che sufficiente e in luogo dei telefilm produsse due brevi stagioni a cartoni animati.

Fu solo nel 1977, quando lo strepitoso successo di Guerre Stellari fece toccare con mano ai produttori cinematografici e televisivi che la fantascienza non era un genere marginale ma, al contrario, attirava enormemente il pubblico, che la NBC decise di rimettere in produzione – e questa volta senza badare a spese, con un vero cast di attori e con vere sceneggiature e scenografie – quella che avrebbe dovuto essere la tanto attesa dai fan quarta stagione di Star Trek.
Ma anche questa volta non se ne fece niente, sia per il sorgere di alcune difficoltà tecniche – non ultima, il rifiuto di Leonard Nimoy, l’attore che nella serie interpretava il ruolo del coprotagonista Spock, di partecipare a un progetto per la tv.
Sia, soprattutto, perché la casa di produzione cinematografica Paramount decise che se Guerre stellari aveva sbancato i botteghini, a maggior ragione avrebbe potuto farlo Star Trek. E mise in cantiere – senza badare a spese e utilizzando i migliori consulenti tecnici e artistici per la creazione di un film che voleva essere epico e richiamare 2001:Odissea nello spazio – la produzione di quello che sarà il primo di una lunga serie di film di Star Trek (vedi articolo precedente): Star Trek – The Motion Picture, uscito nel 1979 per la regia di Robert Wise, e che, tra le firme dei suoi creatori vede, oltre naturalmente e quella di Gene Rodenberry, anche quella di Isaac Asimov.

Il passaggio di testimone della Serie Classica dalla tv al cinema segnò probabilmente l’entrata definitiva di Star Trek nel mondo della leggenda, permettendone la diffusione e l’entrata nell’immaginario collettivo a livello mondiale (fino a quel momento era fenomeno solo statunitense).
Il film ebbe infatti enorme fortuna di pubblico e, proprio a seguito di tale successo, le tv di tutto il mondo negli anni Ottanta trasmisero e replicarono continuamente con ottimi risultati quelle 3 brevi stagioni di telefilm realizzate tanto tempo prima.

Tale successo convinse finalmente i produttori televisivi a realizzare nuovi telefilm: dalla metà degli anni Ottanta la produzione è stata pressoché continua e, ad oggi, sono uscite le quattro nuove serie di cui ho parlato nell’articolo precedente, con la creazione di un incredibile effetto domino in positivo: ogni nuova uscita cinematografica fa aumentare il successo dei telefilm e ogni nuova serie televisiva fa aumentare il successo dei telefilm di tutte le serie precedenti. E la piccola Serie Classica, con i suoi 79 episodi più l’episodio pilota girati ormai più di 40 anni fa, è quella che più di tutte è entrata nella leggenda e che, continuamente riscoperta, continua ad affascinare e catturare appassionati e fan.

(continua)

Scritto da Vianne

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