/ Settembre 25, 2008/ Blog, Cinema/ 0 comments

Presentato al Festival del cinema di Venezia e in visione nelle sale dal 12 settembre 2008, l’ultimo lavoro del regista italiano Pupi Avati, Il papà di Giovanna, sta riscuotendo un enorme successo sia di pubblico, è primo tra i film italiani per ordine di incassi, che di critica.
Il film vede la partecipazione di Francesca Neri, Ezio Greggio, Alba Rohrwacher e dell’attore Silvio Orlando che, proprio grazie al suo ruolo, si è aggiudicato il premio “Coppa Volpi” come migliore interprete maschile, battendo Mickey Rourke nella sua interpretazione di un lottatore di wrestling nel film The Wrestler.

Il regista Pupi Avati è riuscito a realizzare un film che trasporta lo spettatore in un periodo che non c’è più, un periodo in cui era difficile vivere, dove si passava da momenti di felicità a momenti di dolore, e per farlo usa un modo particolare: la voce della protagonista, una bambina di nome Giovanna diversa dai suoi coetanei, chiusa nel suo mondo, non di bell’aspetto e con problemi psichici messi sempre più in evidenza durante il film.
Come ambientazione è stata scelta una città cara al regista, Bologna, nell’anno 1938, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. L’ambientazione tinge subito il film di colori antichi, il color seppia nelle atmosfere e nei luoghi la fa da padrone, dando una patina antica alle scene e alla fotografia.

Il papà di Giovanna è la storia di un professore di ruolo, Michele Casali (Silvio Orlando), che insegna Latino nella stessa scuola frequentata da sua figlia. Lui, un uomo del sud trasferitosi al nord con la moglie, ha diversi sogni nel cassetto. Il primo è quello di riuscire a realizzare un libro sfruttando una vecchia amicizia con un pittore divenuto famoso; il secondo è quello di educare e motivare sua figlia, facendole acquisire sicurezza e fiducia nelle proprie capacità.
Accanto a queste due figure principali è presente anche la moglie di Michele, mamma di Giovanna, una donna di grande bellezza che viene mantenuta lontana, quasi estromessa, dal rapporto creato dal padre con la figlia. La moglie di Michele, Delia (Francesca Neri), sopporta in silenzio questa situazione e ha come unica consolazione l’ammirazione da parte degli altri uomini, in particolare del vicino di casa, padrino di battesimo di Giovanna, Sergio Ghia. Sergio (Ezio Greggio) è un poliziotto fascista che in alcuni casi usa la sua autorità per ricevere privilegi e che allo stesso tempo aiuta, in modo sincero, la famiglia di Michele Casali. L’interpretazione di Greggio è impeccabile, una vera scommessa quella di Avati su di lui, scommessa che è riuscita in pieno, difficile immaginare un altro attore al suo posto!

La vita della famiglia Casali e delle persone a lei vicine viene stravolta quando, nella scuola di Giovanna, viene trovato il corpo senza vita della ragazza più amata e popolare dell’istituto, nonchè migliore amica di Giovanna. Da quel momento cominciano le indagini, si interrogano i professori e tutte le persone vicine e che conoscevano la ragazza. Giovanna viene interrogata una prima volta e rilasciata. La seconda volta, a seguito di un lunghissimo interrogatorio da parte di Sergio, Giovanna confessa di aver ucciso l’amica per gelosia. Ma qui emergono i problemi psichici, Giovanna non si rende conto di quello che ha fatto, si considera vittima e non carnefice.
Da quel momento Delia non riesce più a vedere la figlia, neppure quando va a trovarla in carcere. Michele è l’unico a stare vicino a Giovanna, per lui è sempre sua figlia, una bambina, e non l’abbandonerà mai, neanche quando, al termine del processo, giudicata incapace di intendere e di volere, viene trasferita nel manicomio di Reggio Emilia. L’amore del padre per la figlia supererà qualsiasi ostacolo ed è proprio questo il tema principale del film.

Gli anni passano, la guerra arriva e Bologna non è una città sicura. La linea ferroviaria che la collegava a Reggio Emilia viene fatta saltare e Michele è costretto ad allontanarsi dalla moglie per continuare a vedere la figlia: si trasferisce nelle vicinanze di Reggio Emilia, in campagna dove svolge dei lavoretti per di pagare l’affitto della camera. Ogni giorno va a trovare Giovanna e lei ad ogni visita ha una domanda fissa per il padre: “Dov’è la mamma? La prossima volta verrà lei?”, domande a cui il padre è costretto a rispondere mentendo.

Anni più tardi, la guerra è finita e termina anche la pena che Giovanna doveva scontare. Uscita dal manicomio torna a Bologna col padre, città irriconoscibile, distrutta come è distrutta la loro casa. Solo la stanza di Giovanna – chiusa dal giorno dell’arresto – sembra non aver risentito dello scorrere del tempo.
La ragazza, pur avendo capito di poter fare affidamento solo sul padre, continua a sperare di rivedere la mamma. E questo avviene una sera, per caso, in un cinema. La donna, in compagnia di un altro uomo, inizialmente fa finta di non riconoscere la figlia, che si avvicina a lei creando scompiglio tra il pubblico e costringendo il padre a portala via. Ma fuori dalla sala, mentre i due si allontanano, la mamma li raggiunge.

Il papà di Giovanna è diretto in modo magistrale da Pupi Avati, che è riuscito a ricostruire un passato italiano, una serie di vicende di vita, in modo impeccabile senza cadere in contraddizioni e senza perdere il filo degli eventi. Il tema portante del film è l’amore senza tempo, l’unico in grado di ricostruire una famiglia che tutti avrebbero ormai dato per distrutta.
E’ un film triste, è questo il sentimento che prevale alla fine nonostante il ricongiungimento dei tre familiari. Un film da vedere e ricordare e rivedere a lungo.

Regia: Pupi Avati.
Nazionalità e anno: Italia 2008.
Genere: Drammatico
Durata: 104 minuti
Interpreti: Silvio Orlando, Francesca Neri, Ezio Greggio, Alba Rohrwacher, Serena Grandi, Manuela Morabito, Paolo Graziosi, Gianfranco Jannuzzo, Valeria Bilello.

Del film parliamo anche sul forum nel topic Ho visto al cinema.

Scritto da Mac La Mente

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